Lezioni Artigiane | Bottega O | 2022

Il lavoro ben fatto
e-learning. Electric Extended Embodied
Appunti per una Didattica Artigiana
Università Suor Orsola Benincasa

Caro Diario, quest’anno in Bottega O si lavora un solo giorno a settimana, 36 ore distribuite su 9 lunedì a partire dal 26 Settembre, 4 ore alla volta, dalle 13:30 alle 17:30. Poteva essere un problema, invece con MariaGiuseppe abbiamo colto l’occasione per pensare un nuovo palinsesto e riorganizzare il corso. Gli abbiamo dato anche un nome, Lezioni Artigiane, per sottolineare il fatto che in bottega “fare è pensare” e che si lavora insieme, maestre/i e allieve/i, con la testa (il sapere), con le mani (il sapere fare) e con il cuore (l’amore e l’impegno che mettiamo in quello che facciamo). A un certo punto come titolo avevamo pensato anche a “Nine Memos for the Next Author”, ma poi ci è sembrato troppo. Buona partecipazione.

IL PERCORSO, LE PAROLE E LA PROVA D’ARTE

26 Settembre 2022 | Autore
3 Ottobre 2022 | Azione
10 Ottobre 2022 | Manufatto
17 Ottobre 2022 | Lavoro
24 Ottobre 2022 | Corpo
7 Novembre 2022 | Narrazione
14 Novembre 2022 | Spazio
21 Novembre 2022 | Eroe
28 Novembre 2022 | Digitale
3 Dicembre 2022 | La Prova d’Arte

26 SETTEMBRE 2022 | AUTORE
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Caro Diario, te lo dico subito, senza giri di parole, sono contento, e Maria pure. Naturalmente abbiamo fatto solo il primo passo, però nella direzione giusta. Che stava funzionando è stato evidente per tutte le 4 ore di studio e di lavoro, ma la riprova è venuta alla fine, con le ragazze e i ragazzi che alle cinque e mezza erano ancora tutte/i in classe, nessuna/o se n’era andata/o alla chetichella e quando abbiamo finito erano positive/i, si vedeva chiaramente. Detto questo, ti racconto un poco di quello che abbiamo combinato.

Report
Come ogni anno ho cominciato io ricordando un po’ di regole: cosa significa seguire il corso, l’importanza di garantire continuità e impegno, di avere un approccio interattivo, di leggere al più presto i libri perché in Bottega O fare è pensare, con l’accento sulla e.
A seguire Maria, che ha introdotto i temi e il percorso nel modo leggero e colto con cui è abituata a farlo. Per fare qualche esempio alla voce autori ha raccontato della necessità di pensare e ripensare la comunic/azione come forma di interazione mediata da differenti codici e media. Alla voce lavoro ben fatto di cosa significa fare bene le cose e di quanto sia utile utilizzare un approccio attento al processo di costruzione dei manufatti comunicativi e narrativi. Alla voce narrazione di come questa dimensione attraversi l’agire comunicativo e sottenda l’attivazione di uno spazio dell’incontro e della condivisione dove le vicende dei protagonisti e le loro azioni sono rivolte a un pubblico, in forma di racconto, a qualcun’Altro. Alla voce corpo di come la dimensione estetica (relativa al sentire) sia mobilitata e nobilitata in senso pieno dall’arte del comunicare. Alla voce digitale di come ciascun artefatto sia opera che unisce forma e sostanza, codice e linguaggio, produzione materiale e produzione di senso. Alle voci spazio di come essi siano oggi il terreno dell’incrocio, dell’incontro e della metamorfosi dell’analogico e del digitale.
Finita questa parte ci siamo tornati su, approfondendo alcuni aspetti, connettendoli alla metodologia e al senso del processo di apprendimento che attiviamo pensando e facendo, studiando e mettendo in pratica, plasmando e cambiando i mondi nei quali viviamo. Naturalmente abbiamo dato più rilevanza al tema della prima lezione, Autori, insistendo sull’importanza di trovare una propria via, di sviluppare, far lievitare e impastare nel modo giusto l’originalità e la creatività di cui ciascuna/o è dotata/o, anche attraverso alcuni esempi e casi di studio.
La stessa necessità di leggere e studiare i testi adesso e non alla fine del corso, abbiamo ribadito, risponde all’esigenza di acquisire alcuni elementi di teoria e di contesto utili a comprendere, a pensare e a fare meglio il lavoro in Bottega.
Detto questo ci siamo collegati con Storie di Brand, il podcast di Max Corna, e abbiamo ascoltato la storia della Lego. Al termine abbiamo chiesto di sintetizzare con una parola il senso di ciò che avevano ascoltato ed è veuto fuori più o meno questo: Amore per la famiglia; Dedizione; Coraggio; Temerario; Determinazione; Ambizione; Perseveranza nel fallimento; Forza di volontà; Semplicità; Crederci; Ottimismo; Cattiveria (da parte degli altri); Paura di fallire; Oggettivizzazione (della felicità); Tramandare; Ereditare; Ingegno; Passione; Immaginazione; Innovazione; Curiosità; Umiltà.
Il passo successivo ci ha portato all’introduzione del concetto di molteplicità applicato all’identità attraverso la lettura della poesia Siam Molti di Pablo Neruda a cui è seguita una breve discussione.
A questo punto siamo tornati alla storia della Lego e abbiamo diviso la bottega in 4 gruppi, a ciascuno dei quali abbiamo assegnato una parola chiave dalla quale partire per ideare e raccontare una storia. Queste le 4 parole chiave: Identità, Conflitto, Comunità, Narrazione.
Infine abbiamo chiesto a ciascun gruppo di raccontare il lavoro svolto. Quello che possiamo e vogliamo dire per ora è che le 4 storie si preannunciano tutte interessanti, ma dato che una cosa è fatta quando è fatta, non prima, è meglio che aspettiamo la prossima settimana quando i lavori saranno completati. Alla prossima.

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Commento di Marika Aracri
Ho letto il report della lezione di ieri e vorrei aggiungere che, nonostante fosse solo la prima lezione, mi sono sentita già inserita in una squadra/un team, formato da tutti noi.
Abbiamo incominciato a mettere ognuno di noi i mattoni per costruire la nostra bottega e con questa mia affermazione mi voglio unire a ciò che abbiamo detto a lezione: che per fare una buona pizza, bisogna partire dal lievito e dalla farina e poi pensare al condimento!
Nonostante siamo delle persone diverse, con una propria personalità e una propria vita, quando ci troviamo insieme, siamo attori in azione ed attraverso lo scambio e la riformulazione, diventiamo e produciamo prodotti nuovi.
Potremmo poi affermare di star facendo, o di aver fatto, un lavoro ben fatto!

Lavori di Gruppo
1. Identità
Marika Aracri, Fabrizio Bellini, Maya Lanzetta, Claudia Lombardi, Paola Maronna
(La parte visiva della messa in scena della storia ovviamente non può essere allegata e la mostreremo direttamente in aula.)
2. Comunità
Antonio Chiaro, Simone Esente, Francesco Esposito, Alessio Landolfi
3. Narrazione
Nicola Di Mauro, Gaia De Gregori, Salvatore Bruno, Flavia Tramonto
4. Conflitto
Giada Esposito, Federica Varriale, Edoardo Frascione

Fonti e Materiali
Questo Diario
Il Gruppo Social
Siam Molti, Pablo Neruda
Storie di Brand
Lego

3 OTTOBRE 2022 | AZIONE
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Caro Diario, questa settimana abbiamo inziato con alcuni feedbach relativi alle bio e ai lavori di gruppo inviati, dopo di che la prof. D’Ambrosio ha iniziato il suo speech e per finire i 4 gruppi di lavoro si sono ispirati alle storie viste e ascoltate, a partire dalle quali ciascun gruppo ha realizzato il proprio racconto.

Speech
Azione – InterAzione – TrasformAzione
Azione intesa come interazione e trasformazione per entrare nella professione del comunicatore e quindi nel processo di produzione di contenuti e artefatti per la comunicazione.

Proposta 1 | La rivoluzione siamo noi | Giancarlo Pancaldi fotografa Joseph Beuys
Proposta 2 | Mahsa Amini | Bella Ciao

Proposta 3 | Nostalgia | Tarkovski | Monologo

Proposta 4 Sigarra | Simone Picardi, Plants revolution, se le piante si ribellano

Report di Bottega
Il report di Federica Borrelli
Il report di Edoardo Frascione

Foto di Federica Borrelli

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Foto di Sara Cipolla

Recensioni e-Learning
Filippo Aiello
Marika Aracri
Fabrizio Bellini
Giambattista Pio Bianco
Federica Borrelli
Salvatore Bruno
Martina Buono
Mattia Caiazza
Giuseppe Caputo
Raffaele Caso
Anna Chartier
Antonio Chiaro
Sara Cipolla
Gaia De Gregori
Francesco Di Lanna
Nicola Di Mauro
Simone Esente
Giada Esposito
Edoardo Frascione
Ciro Giso
Salvatore La Montagna
Alessio Landolfi
Maya Lanzetta
Claudia Lombardi
Paola Maronna
Roberta Miceli
Ariana Scotto Lavina
Flavia Tramonto
Federica Varriale
Michele Vidone

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10 OTTOBRE 2022 | MANUFATTO
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Caro Diario, la scorsa settimana è iniziato il lavoro di bottega vero e proprio, nelle foto puoi vedere i gruppi mentre sono al lavoro, le ha scattate la prof. Maria D’Ambrosio, che lei ama così tanto il suo lavoro che non ha avuto problemi a inventarsi fotografa per l’occasione.

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Lavori di Gruppo

1. E se Andrej Tarkovskij fosse moderno?
Salvatore La Montagna, Alessio Landolfi, Paola Maronna, Claudia Lombardi, Roberta Miceli, Maya Lanzetta, Ilenia Lavagna

Processo
Il soggetto di partenza del nostro lavoro è il film di Tarkovskij “Nostalghia”.
Il film ha due protagonisti principali: un critico musicale espatriato e un uomo estraniato dagli altri poiché ritenuto pazzo. La tematica centrale del film è proprio questa nostalgia che uno dei due protagonisti prova per la propria terra d’origine nella quale non può far ritorno e nei confronti delle relazioni con gli altri.
Partendo da questo e dalle informazioni raccolte sullo stile di Tarkovskij abbiamo deciso, dopo innumerevoli idee e confronti, di riscrivere la storia in chiave moderna, utilizzando tematiche attuali, e metterla in scena attraverso un corto. Le due protagoniste sono infatti una ragazza ucraina, costretta ad abbandonare la sua terra a causa della guerra e che trova profonde difficoltà di adattamento e socializzazione una volta arrivata in Italia, questo contribuisce a farla sentire sola e accentua la sensazione di mancanza verso il suo paese.
L’altra protagonista è invece una ragazza italiana, un’emarginata sociale, è sola e presa di mira dai compagni ma è costretta a rimanere nel suo paese, nonostante il suo desiderio sia quello di scappare via.
I due personaggi si incontrano e si riconoscono l’uno nel dolore dell’altro, fino a non sentirsi più tanto soli ed incompresi.
Seguendo lo stile di Tarkovskij, che nei suoi film s’ispira e ricrea opere d’arte di artisti importanti, quali ad esempio Piero Della Francesca, abbiamo deciso di associare anche noi un quadro ad ogni scena del corto, utilizzando peró opere più contemporanee.
La prima scena si lega al “Guernica” di Picasso, quadro che rappresenta la guerra civile spagnola ma che noi abbiamo usato per introdurre la giovane ragazza ucraina che ricorda la guerra nel suo paese.
Nella seconda troviamo “L’urlo” di Munch usato qui per esprimere il senso di alienazione che prova la ragazza italiana, esclusa da tutti perché non conforme alla massa.
Nella terza scena è invece presente “l’assenzio” di Degas, il quadro rappresenta due emarginati dalla società del tempo, seduti vicini e che si riconoscono pur senza toccarsi, per questo l’opera si lega al momento in cui i due protagonisti si incontrano e si riconoscono l’uno nel dolore dell’altro.
Infine per l’ultima scena abbiamo scelto il quadro “i ballerini” di Dalì e lo abbiamo associato al momento in cui le due protagoniste riescono a trovare nell’altra quel sostegno di cui entrambe avevano bisogno.
Per il finale abbiamo deciso di crearne uno aperto in modo da permettere agli spettatori di dare alla storia delle due giovani la conclusione che più gli sembra adatta.

Racconto

2. Giovane Partito Cambia – Menti
Ariana Scotto Lavina; Marika Aracri; Flavia Tramonto; Salvatore Bruno; Alessandro Maurizio Polo; Giambattista Pio Bianco, Michele Vidone.

Processo
Briefing e lavoro di gruppo: momento di confronto corale sul da farsi, cambio di opinioni, brainstorming condiviso.
Ricerca del materiale: ricerca di immagini a supporto, spunti di riflessione.
Costruzione dell’elaborato: collage di idee
Fase finale: montaggio revisione ed esposizione dei concetti riguardanti l’elaborato.

Racconto

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3. Be(e) Free
Martina Buono, Filippo Maria Aiello, Sara Cipolla, Fabrizio Bellini, Mattia Caiazza, Giuseppe Caputo, Raffaele Caso, Antonio Chiaro

Processo
A partire dal post Instagram di Simone Picardi, scultore napoletano, abbiamo analizzato finalità e modalità dei suoi lavori di ricerca uniti da un “filo conduttore” che gli ha dato visibilità, permettendogli di fare un lavoro di sensibilizzazione e informazione.
Il suo albero di rame e ferro, simbolo di inquinamento contrapposto alla natura, ha ispirato il nostro lavoro incentrato invece sull’importanza (ambientale) delle api, spesso sottovalutate non solo dai piccoli ma anche dagli adulti disinformati. Queste, infatti, producono indirettamente ossigeno grazie al loro lavoro di impollinazione.
Come Simone, abbiamo analizzato e studiato un materiale “simbolo” dell’inquinamento, arrivando a scegliere la plastica per il suo forte impatto e per i lunghi tempi di degradazione.
Le api dunque simbolo di vita, aria, comunemente dimenticante nell’immaginario collettivo diventano nel nostro lavoro esaltazione della natura nella sua totalità contrapposta alla plastica, che inquina l’ambiente e pone fine alla “vita”.
Dopo un lunghissimo dibattito su quale fosse l’idea migliore da realizzare, ci siamo accordati sulla creazione di una storia di un gruppo di ricercatori che sulla scia dell’idea appena proposta creano un profilo Instagram indirizzato ad un vasto pubblico e che dopo la realizzazione dell’alveare di plastica lancia un grido d’allarme e soprattutto informa e spinge alla “rivoluzione”. Chiunque si imbatte, legge, vede ed analizza il lavoro della bottega O (ossigeno) sarà indirizzato ad una riflessione, attualizzazione e sarà informato su un argomento troppo spesso marginale nella vita quotidiana di tutti.
Prossimamente costruiremo il nostro alveare e lo “racconteremo” con una didascalia al post e studi alla mano.

Racconto
Profilo Instagram _bee__free__
Bee è ape, ma anche “essere” e sottolinea la volontà di libertà, libertà “vitale” permessa appunto dall’ape.

4. Rivoluzione
Gaia De Gregori, Nicola Di Mauro, Francesco Esposito, Edoardo Frascione, Francesco Di Lanna, Giada Esposito, Ciro Giso, Simone Esente

Processo
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17 OTTOBRE 2022 | LAVORO
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Caro Diario, questa settimana il tema della lezione è il lavoro, il lavoro ben fatto. Le recensioni del libro, come puoi vedere più sotto, sono arrivate, e dato che con il tema precedente ci siamo trovati bene, oggi con Maria abbiamo deciso di cominciare con il video che Giuseppe un paio di anni fa ha girato con me e la piccola Teresina, dopo di che un breve speech con pochi concetti introduttivi e il racconto delle quattro proposte che serviranno da ispirazione per i lavori di gruppo.
Saranno come sempre quattro ore di lavoro denso, ma sono sicuro che ce la faremo.

Speech

I 5 Passi

Feedback recensioni bottega
Ciò che va quasi bene non va bene
Lavorare in beta permanente
Darsi tempo per pensare, approfondire, scavare
Curare i particolari

Gianni Brera

Gianni Brera | Wikipedia

Il caffè di Eduardo

Storie di Brand


Scritte

Scritte.works
About Scritte
Appunti di Senso

Contenuto Aggiuntivo
La Tela e il Ciliegio, diretto da Alesio Strazzullo, ha per protagonisti mastro Antonio Zambrano e Jacopo Guedado Mele. Io e Maria speriamo possa ispirare le ragazze e i ragazzi di Bottega O come ispira noi.

Lavori di Gruppo

1. Scritte
Marika Aracri, Giambattista Pio Bianco, Francesco Di Lanna, Maya Lanzetti, Ilenia Lavagna, Claudia Lombardi, Roberta Miceli

Racconto
L’idea iniziale è stata la seguente: come rendere visibile ciò che è invisibile.
La domanda che ci siamo poste/i è: da cosa possiamo partire?
Noi immagazziniamo ricordi tutti giorni e ciò avviene grazie ai nostri occhi che guardano e catturano attimi, esperienze, sensazioni.
Quei ricordi però spesso, restano solo tali. Ricordi. Destinati a essere rimembrati solo in alcune determinate situazioni , e poi mai più rievocati.
E se invece si cercasse di avere sempre un occhio verso ciò che rischia di finire cancellato? Dimenticato?
Con un occhio rivolto verso quelle che sono le nostre esperienze più importanti, a supportarci e sostenerci, possiamo andare incontro a ogni nuova situazione e difficoltà , affrontandola con il sostegno delle nostre migliori esperienze.
Ma anche attraverso i nostri occhi noi impariamo e viviamo le esperienze e le vite degli altri come se da ogni esperienza che ci viene raccontata, traessimo un insegnamento.
Le foto sono il nostro mezzo di comunicazione ed attraverso di esse noi cerchiamo di comunicare; infatti abbiamo raccolto foto di momenti, luoghi, persone,esperienze di tutti noi e, aprendo anche un gruppo Facebook, “inVISIBILMENTE”, diamo la possibilità anche agli altri di raccontare le loro storie attraverso le foto (che per loro sono importanti) in modo da trasformare l’invisibile (sogni, desideri, esperienze..) in visibile.
Grazie alla fotografia si immortalano momenti che siamo sicuri non cesseranno mai di esistere ma sopravviveranno nel tempo. La parte essenziale dell’esperienza è il racconto della stessa e noi in questo modo trasmettiamo agli altri il nostro vissuto.
In definitiva prendendo come punto di riferimento il progetto editoriale “SCRITTE”, abbiamo pensato ad un modo di comunicare e diffondere storie in modo differente, rendendoci conto che sono proprio gli occhi il mezzo principale che raccoglie esperienze, sensazioni e tanto altro (proprie e di altri).
Le foto sono la parte visiva di ciò che i nostri occhi hanno immagazzinato in quell’istante ed è questa la nostra comunicazione che abbiamo messo in pratica con il cartellone ma anche attraverso la creazione del gruppo Facebook.
Raccontarsi attraverso foto del proprio vissuto ed occhi pronti a ricevere ciò che si vuole trasmettere.

Processo
Brainstorming dove abbiamo messo in luce il tema.
Confronto e selezione delle opinioni e delle idee per trovare ispirazione sulla storia da raccontare.
Ricerca dei materiali per mostrarla visivamente.
Scrittura della descrizione e dei contenuti del lavoro.
Assemblaggio dei materiali ed esposizione.

Manufatto in Versione Analogica

Manufatto in Versione Digitale

2. Storie di Brand
Ariana Scotto Lavina, Paola Maronna, Mattia Caiazza, Alessandro Maurizio Polo, Flavia Tramonto, Fabrizio Bellini

Storia di una coincidenza | Testo
Storie di una coincidenza_il testo

Storia di una coincidenza | Podcast

Storia di una coincidenza | Video

https://www.youtube.com/shorts/o68KYFxaXOA

3. Il caffè di Eduardo
Giuseppe Caputo, Raffaele Caso, Anna Chartier, Simone Esente, Alessio Landolfi, Salvatore La Montagna, Veronica Scognamiglio

‘Nu cafè e ‘na sigaretta
Sulla Terra corre l’anno 2049, in un pianeta ormai allo sfacelo dove l’inquinamento sta distruggendo ogni forma di vita. In questo futuro l’uomo è riuscito a fare importanti scoperte tecnologiche ma molte di queste, come le macchine elettriche, hanno soltanto arricchito le aziende senza arrivare ad una concreta soluzione. Si è pensato di inventare i robot affinché potessero aiutare l’uomo a risollevarsi da una situazione troppo complicata, ma ormai è tutto inutile.
Dopo essersi addentrati in un scenario che appare pre-apocalittico, un uomo e una professoressa si trovano in una terrazza nel bel mezzo di una conversazione. I due discutono sull’importanza del caffè e della sigaretta come unico memento di rilassatezza dal difficile contesto che sono costretti a vivere nello spaccato quotidiano. Il dialogo prende una vena comica e i due ricordano gli attimi felici e spensierati e l’appagamento che ti regalava la bevanda, ma quest’ultima non è più buona come una volta. L’uomo e la professoressa hanno cercato di insegnare ai propri robot domestici l’arte del preparare il caffè con scarsi risultati e prima della fine del dialogo uno dei cyborg domestici porta al padrone la bevanda e nonostante non sia come una volta viene lo stesso apprezzata.
Cent’anni dopo, in un altro pianeta, i robot dalle sembianze umane, vivono una vita tranquilla; niente più smog, rovine e distruzione.

Processo
Il video elaborato è un’allusione alla famosa interpretazione di Eduardo De Filippo in Questi fantasmi del 1946.
Eduardo mette in scena un dialogo dove glorifica il caffè poiché è l’unico momento della giornata dove si è veramente rilassati.
Anche Paolo Caiazzo, nei panni di Tonino Cardamone, riprende questa scena modificandola in chiave moderna. Per questo motivo siamo arrivati alla conclusione di rielaborare la scena di Eduardo in un’ottica futuristica, quando la Terra è sull’orlo della rovina.
L’ambientazione apocalittica è la stessa ripresa nel film Blade runner dove la società, nel 2049, non è più come la conosciamo poiché la Terra sta diventando un pianeta invivibile.
Il video è composto da due scene: la prima, con colori tendente al giallo per evidenziare un mondo pre-apocalittico dove due personaggi, un uomo e una professoressa iniziano a dialogare. Nell’ultima scena l’ambientazione si sposta in un altro pianeta cent’anni dopo. I colori invece sono più accesi in quanto non vi è più la presenza umana, l’aria è finalmente respirabile e i due dialoganti sono due robot. Il tipo di inquadratura scelto è la doppia camera affinché quest’ultima possa dare più risalto ai personaggi.

Racconto

4. Gianni Brera
Sara Cipolla, Martina Buono, Filippo Maria Aiello, Gaia De Gregori, Salvatore Bruno, Edoardo Frascione, Francesco Esposito, Antonio Chiaro, Michele Vidone

E se Gianni Brera fosse stato un influencer?
Lunedì 17 ottobre, il gruppo Brera si riunisce in Bottega O per ideare e realizzare un nuovo progetto, ispirato, per l’appunto, a Gianni Brera: telecronista sportivo ripensato in chiave social. Cosa sarebbe successo se Gianni Brera fosse stato un influencer? Perché? Sarebbe andato virale? E come? Queste le domande che hanno dato il via al servizio del TG. Click dopo click, Brera spopola su TikTok per il termine “incornare”, che nel linguaggio calcistico indica il colpire il pallone con la testa, ma che i giovani italiani hanno reinterpretato e rielaborato in modo ironico, riadattandolo alla loro vita, a quei momenti adolescenziali che si ricordano sempre col sorriso.
Guardate il video se volete scoprire chi sarebbe stato Brera nel 2022.

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24 OTTOBRE 2022 | CORPO
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Caro Diario, la parola di questa settimana è “Corpo” e ci sarà da appassionarsi con la mitica prof. D’Ambrosio che ci condurrà sulle vie del Corpo come Paradigma e come Medium, ma lascio subito la parola a lei, le/i ragazze/i saranno ansiose/i di conoscere il percorso sul quale dovranno lavorare in Bottega, da te ritorno lunedì o martedì, spero.

Speech

Corpo come Paradigma
Non Linearità
Interazione

Ibridazione
Estensione

Corpo come Medium | Body Art | Orlan

Smaterializzazione del corpo | Intelligenza Artificiale | Francesco D’Isa

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Lavori di Gruppo

1. Amore Artificiale (A^2)
Francesco Esposito, Salvatore La Montagna, Alessio Landolfi, Roberta Miceli, Alessandro Maurizio Polo, Veronica Scognamiglio

Il mondo è pieno d’amore, che sta tutto attorno a noi, ma al tempo stesso anche di forze che lo contrastano e che puniscono coloro che lo vivono.
Da questa premessa, abbiamo analizzato come l’intelligenza umana stia man mano avvicinandosi, sempre più, a quella artificiale, integrandola nei propri meccanismi e nella propria quotidianità.
L’intelligenza tecnologica (deep learning) progredisce e migliora il proprio utilizzo imitando il nostro modo di pensare, “umanizzando” concetti quasi alieni all’essere umano.
Partendo dal videoclip musicale “All is s full of love” di Bjork (AFI – lingua islandese), siamo riusciti a sviluppare un parallelismo con il nostro rapporto con i social network e non con gli individui visti come persone.
L’uomo del XXI secolo, ormai schiavo della rivoluzione tecnologica-digitale, si sente appagato dalla finta gratificazione derivante dai social network. Gli individui che utilizzano spazi social in rete, sono alla ricerca di approvazione derivata da stimoli esterni, come like, commenti e altre forme di interazioni sociali.
Una sorta di “dipendenza da consenso” che porta avanti un messaggio ben chiaro: non è importante la persona che mostra l’interazione, ciò che è fondamentale è il numero di interazioni e la gratificazione che ne consegue.
C’è persino una spiegazione scientifica a tale fenomeno: nel momento in cui pubblichiamo un contenuto, ricevendo un like, il nostro cervello interpreta il segnale come una ricompensa e rilascia una “scarica” di dopamina. Ciò ci spinge a continuare a postare e interagire per ottenere nuovamente like e reactions.
L’equivoco è il valore comune affibbiato alle interazioni ricevute; queste ultime, in realtà, non restituiscono il reale spessore qualitativo del contenuto pubblicato, al contrario sono frutto di un processo cognitivo superficiale, che non dà la giusta misura alla qualità di ciò che si condivide, sminuendo l’essenza dell’essere umano.
Vai alla Presentazione

2. He(Art)
Filippo Maria Aiello, Marika Aracri, Fabrizio Bellini, Simone Esente, Paola Maronna, Flavia Tramonto.

Fasi del lavoro del gruppo sulle opere di Francesco D’Isa
1. Abbiamo fatto brainstorming sulle opere di Francesco D’Isa.
2. Abbiamo definito il lavoro da svolgere e abbiamo messo per iscritto le varie fasi.
3. Abbiamo modificato le nostre foto (che raffigurano le varie fasi di una storia d’amore) in opere d’arte totalmente innovative e non famose attraverso una app al cui interno è presente un’intelligenza artificiale.
4. Abbiamo unito e inserito le didascalie sulle foto come rappresentazione della fase stessa.

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3. Cicatrici
Scar Tissue: Giambattista Pio Bianco, Anna Chartier, Nicola Di Mauro, Giada Esposito, Federica Varriale, Michele Vidone

Questo lavoro è stato svolto dalle ragazze e dai ragazzi della Bottega O, del corso Scienze della Comunicazione, dell’Università Suor Orsola Benincasa. Siamo partiti da alcune opere di Orlan, un’artista famosa per la sua espressione nella Body Art, per sviluppare un lavoro sul corpo come medium e per trattare un’argomento di impatto, scegliendo l’amore per sé stessi e l’accettazione del proprio corpo, partendo da quelle che all’apparenza non sono altro che dei difetti, cioè le cicatrici. Abbiamo dunque lavorato e prodotto questo video, che ha come sfondo, il quadro di Lucio Fontana “Concetto Spaziale – Attesa”, richiamando allo squarcio l’interpretazione di una cicatrice, come parte scritta, un piccolo testo fatto da noi in aula, e come sottofondo musicale, una strofa narrata di una canzone di Marracash, “Body Parts”, che richiama all’accettazione di sé stessi.
https://www.youtube.com/shorts/79oD3vGxOKw

4. La Dimensione dei Sogni
Giuseppe Caputo, Raffaele Caso, Antonio Chiaro, Edoardo Frascione, Maya Lanzetta, Ilenia Lavagna.

Sistema Roteanza Antigravitazionale
Per realizzare questo progetto, dopo esserci confrontati, abbiamo deciso di partire dal concetto di corpo-oggetto, che ci ha rimandato alla divisione tra corpo e mente teorizzata per la prima volta da Cartesio, secondo cui la realtà è costituita dalla res extensa (realtà estesa, cioè fisica) e dalla res cogitans (realtà psichica, “la cosa pensante”, ovvero il pensiero).
Una percezione dualistica a cui siamo abituati oggi noi occidentali, che vede corpo e mente come due organismi separati: da un lato il corpo ridotto a una macchina che produce movimento, dall’altra la mente, ovvero ciò che produce le rappresentazioni mentali e le informazioni sensoriali.
Rifacendoci alla cultura orientale, abbiamo unito il paradigma corpo-mente: corpo e mente non sono separati tra loro, ma c’è qualcosa di unitario che li lega. Ci siamo improvvisati attori e registi ed abbiamo cercato insieme un “universo” diverso da quello terrestre che potesse mettere in relazione il corpo e la mente e, dopo varie proposte,
abbiamo deciso di ispirarci all’universo onirico, ovvero dei sogni.
Alludendo anche al mito di Icaro, che è spiegabile con una sopravvalutazione delle proprie capacità e col mancato riconoscimento dei propri limiti, abbiamo cercato tramite la realizzazione di un breve video di mettere in luce le differenze di un corpo-oggetto che presenta dei limiti nel mondo reale ed il nostro corpo-mente nei sogni.
I protagonisti del nostro filmato, infatti, sfidano i limiti del corpo umano in quanto nei sogni, nell’universo onirico, tutto è diverso, tutto è possibile. Il corpo può compiere gesti impensabili nel mondo reale: può smaterializzarsi, teletrasportarsi, correre alla velocità della luce. Ma soprattutto, il corpo-mente non può morire.

Recensioni Il Lavoro Ben Fatto

Filippo Aiello
Marika Aracri
Fabrizio Bellini
Giambattista Pio Bianco
Salvatore Bruno
Martina Buono
Mattia Caiazza
Giuseppe Caputo
Raffaele Caso
Anna Chartier
Antonio Chiaro
Sara Cipolla
Gaia De Gregori
Nicola Di Mauro
Francesco Di Lanna
Simone Esente
Edoardo Frascione
Salvatore La Montagna
Alessio Landolfi
Maya Lanzetta
Ilenia Lavagna
Claudia Lombardi
Paola Maronna
Roberta Miceli
Alessandro Maurizio Polo
Ariana Scotto Lavina
Flavia Tramonto
Federica Varriale
Michele Vidone

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7 NOVEMBRE 2022 | NARRAZIONE
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Caro Diario, questa settimana in Bottega O si parla di “Narrazione” e per l’occasione avremo come speaker Giuseppe Jepis Rivello.
Il titolo che ha scelto per il suo speech è Il demone della narrazione e direi che già di per sé dice un mondo. Naturalmente ho chiesto anche a lui di anticipare i temi che intende trattare e 4 proposte per ispirare i 4 gruppi che si metteranno all’opera dopo la sua introduzione ed eccoli qui, non metto le virgolette perché non mi piacciono ma è tutta roba sua, io ho fatto solo copia e incolla.

Speech
Di cosa si nutre il demone della narrazione? Quali sono le fonti di ispirazione?
Perché è importante entrare e uscire dalle storie, osservarle ed esserne giocosi manipolatori.

Perchè scoprire il proprio demone?
Come scovare e allenare i talenti che ognuno di noi possiede per raccontare storie.

Cosa succede quando si tiene vivo il proprio demone?
Raccontando storie si generano ispirazioni, connessioni, opportunità.

Qual è il mio demone?
Il Crea Racconta Ricrea.

Qual è l’obiettivo?
Scovare 4 demoni creativi in questi 4 ambiti: Cinema, Letteratura, Storia, Impresa.

Foto

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Lavori di Gruppo

1. Spot | Think Different | La creatività degli strani
Marika Aracri, Fabrizio Bellini, Martina Buono, Anna Chartier, Francesco Di Lanna, Benedetta Esposito, Alessandro Polo, Michele Vidone

Why | Perché
Perché la scelta dello spot Apple?
Perché ci piace rivederci in qualche modo nella figura del creativo, di chi pensa in modo diverso, con la paura di non farcela, ma con la voglia di creare e di produrre un cambiamento.

Brainstorming | Idee
Accettazione del fallimento come parte del processo creativo.
Dicotomia talento – applicazione.
Perseguire il proprio demone per trovare la felicità.
Incentivare il pubblico dello spot a fare qualcosa di positivo, che possa portare a un cambiamento.
Passioni di cui ti vergogni di parlare.
Cadere per poi rialzarsi.
Volontariato.
Comportamenti da trasmettere.
Fallo anche Tu!

La creatività degli strani | Racconto
Già nella fase iniziale di conoscenza reciproca tra i componenti sono nati degli interessanti spunti creativi.
È dalla parola “creatività” che il gruppo di giovani comunicatori parte per elaborare il proprio progetto, sulla base dello spot della Apple del ’97, che lancia lo slogan “think different”.
È questo il contenuto che ispira la produzione di un analogo prodotto video. Il presupposto di fondo è quello di integrare la vita e la personalità di alcuni dei partecipanti (che faranno da rappresentati del gruppo), mostrando un comportamento o una passione che si sente di non poter esternare per paura di essere in qualche modo giudicati.
Il messaggio è quello di non lasciarsi fermare dai condizionamenti sociali ma capire che non ci si deve vergognare di essere se stessi e delle cose che ci rendono felici.
L’obiettivo è quindi quello di ispirare il nostro prossimo a fare lo stesso, a condividere le proprie “strane” passioni, a non nascondersi, così che la “stranezza” diventi la nuova normalità.
Lo slogan dello spot è proprio Fallo anche tu! Un invito ad essere se stessi senza vergogna.

2. Dipinto | La Creazione di Adamo | Il contatto
Gianbattista Bianco, Giuseppe Caputo, Antonio Chiaro, Maya Lanzetta, Ilenia Lavagna, Claudia Lombardi, Paola Maronna, Roberta Miceli.

Per la realizzazione di questo lavoro siamo partiti dall’opera di Michelangelo “la creazione di Adamo”, ci siamo lasciati ispirare da essa per arrivare così a quello che è il nodo di questa presentazione, Il Contatto, rappresentato però sotto varie sfaccettature e in diverse forme d’arte.

Prima fra tutte il balletto. Presentiamo infatti un’immagine tratta dallo spettacolo “In the middle” di William Forsythe. Si tratta di un balletto astratto fatto di puro movimento. La foto scelta rappresenta il momento in cui i due ballerini si ricongiungono tenendosi per mano, ricreando così il momento in cui Dio sta per toccare Adamo donandogli la scintilla della vita.

La seconda opera che presentiamo è “la ferita” di JR realizzata durante il periodo del covid. Quest’opera ha una duplice valenza: rappresenta un segnale simbolico molto potente sulle difficili condizioni di accesso alla cultura nell’epoca del Covid-19, ma allo stesso tempo si pone come occasione concreta per proporre nuove forme di coinvolgimento per il pubblico. A causa della difficoltà di offrire occasioni di fruizione dell’arte nei suoi spazi tradizionali, come musei e gallerie, è derivata la scelta di creare un’opera visibile a chiunque sulla facciata di Palazzo Strozzi.
Come ha detto JR:”Ho la più grande galleria d’arte immaginabile: i muri del mondo intero”.
Con quest’opera abbiamo quindi voluto mettere in risalto l’obbligatoria mancanza di contatto con il mondo della cultura che abbiamo avuto in quel periodo e come però al tempo stesso quest’opera ci abbia permesso in qualche modo di recuperare un contatto “parziale” con quella che era la nostra vita abituale e con gli altri.

Abbiamo deciso di usare come modello di narrazione un breve quiz per svolgere un’indagine sociologica e scoprire cosa suscitano le immagini in chi le guarda, si può scaricare il PDf per leggere il lavoro completo o cliccare sulla foto per vedere come funziona il quiz.

3. Trailer | La Regina degli Scacchi | I Musk ce l’hanno fatta
Mattia Caiazza, Raffaele Caso, Eduardo Frascione, Alessio Landolfi, Salvatore La Montagna, Ariana Scotto Lavina, Flavia Tramonto

Incipit
Oggi ci sentiamo un po’ Moretti, e vogliamo iniziare così:
Caro Diario, siamo arrivati alla sesta tappa del nostro viaggio; oggi sono sei volte che ci incontriamo in Aula O, e penso che abbiamo tirato a terra un bel capo, come si dice qui.
Intanto ti racconto che abbiamo conosciuto il prof. Rivello, ideatore di Jepis Bottega che ha tenuto uno speech molto interessante su quello che lui chiama il “demone della narrazione”. Insieme alla D’Ambrosio e A Moretti ha messo insieme un bel gruppetto di incipit da farci analizzare partendo proprio dal concetto di narrazione.

Processo (clicca sulla foto e leggi il pdf)

Trailer | I Musk riescono nell’impresa

4. Quarta di Copertina | Centuria | Apollineo Dionisiaco
Filippo Maria Aiello, Salvatore Bruno, Sara Cipolla, Gaia De Gregori, Simone Esente, Giada Esposito, Federica Varriale

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14 NOVEMBRE 2022 | SPAZIO
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Caro Diario, siamo arrivati alla settimana in cui in Bottega O ragioniamo di Spazio nell’accezione, come scrive la nostra cara prof. D’Ambrosio, di Spazi / Realtà tra mondo fisico e mondo digitale”, che poi sono sempre di più un solo mondo.

Speech
“Questa settimana lavoreremo tutte/i assieme”, aggiunge, “sulla produzione di immaginario attraverso la produzione di spazi ad alta densità multisensoriale e cinetica in grado di generare esperienza“.

Spazio Immersivo (Con Giotto nella Cappella degli Scrovegni)

Spazio Sonoro (Shigeru Umebayashi) Spazio Visivo (Gao Xingjian)

Spazio Tattile (Wong Car Wai, 2000 – In the mood for love)

Spazio Fiabesco (Matteo Garrone, 2015 – Tales of tales)
Tratto da Lo conto de li cunti di Giovan Battiste Basile, 1634
Location: Andria: Castel del Monte; Ragusa: Castello di Donnafugata; Sermoneta: Castello Caetani.

Foto

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Lavori di Gruppo

1. Anche le principesse hanno paura
Fabrizio Bellini, Martina Buono, Maya Lanzetta, Ilenia Lavagna, Paola Maronna, Roberta Miceli, Flavia Tramonto

Processo
Partendo dal trailer de “Il racconto dei racconti”, il nostro gruppo si riunisce in Bottega O per realizzare un proprio contenuto video. La domanda che guida il processo è: siccome ogni fiaba ha in sé una morale, qual è il messaggio che vogliamo trasmettere con il nostro progetto? E soprattutto: come possiamo creare uno spazio immersivo, che faccia vivere un’esperienza e produca un’azione? Da qui nasce l’idea di raccontare la storia che segue. Il nostro contenuto mostrerà inizialmente la protagonista in difficoltà. Solo dopo l’esperienza “magica” vissuta, riuscirà infine ad affrontare la sua paura e a superarla. Inoltre, le scene del video saranno mute, in modo da mettere in evidenza tutta la forza dell’azione, che non ha bisogno di essere spiegata a parole.

Abstract
Ginevra, una ragazza all’inizio della sua adolescenza, piena di paure e insicurezze, alimentate dal mito delle principesse Disney, con le quali è cresciuta, si trova a vivere un’esperienza che le cambierà la vita. Accompagnata dall’amorevole papà Fabrizio, entra in un parco divertimenti fuori dall’ordinario, perché si troverà ad essere lei la protagonista di una storia di auto-accettazione e di coraggio. Incontrerà, durante il percorso, delle principesse, che diventeranno le sue indispensabili aiutanti, perché potrà osservarle nella loro vulnerabilità e capire che anche i modelli di ragazza a cui si è sempre ispirata, sono umani e imperfetti come lei. È così che capirà che essere una principessa non significa essere perfetta, ma essere se stessa e imparare ad accettarsi, riuscendo a trasformare le proprie insicurezze in punti di forza. Perché in fondo c’è una principessa in ognuno di noi!

Racconto

2. After Us

Processo
Il nostro gruppo ha lavorato sugli spunti offerti dal film “In the mood for love”. Abbiamo sviluppato una trama di un film con locandina allegata.
Il titolo del nostro film, come si evince dalla locandina, è “AFTER US”, ed – anche se a primo impatto potrebbe sembrare messo lì a caso – in realtà è frutto di un ragionamento ben preciso.
Abbiamo scelto, infatti, di trasformare la frase “Avrò cura di te” (presa in prestito dalla canzone La cura di Battiato) in “Avrò cura di noi”, in quanto i nostri protagonisti hanno scelto e scelgono di prendersi cura dell’altro a vicenda, il loro scambio di amore, insomma, non è a senso unico.
Qualcuno ha poi pensato di trasformare la frase in inglese: “I will look after us”, e qualcun altro ha affermato che fosse troppo lunga.
Dopo minuti di intensa e disperata riflessione “After us” ci è sembrato perfetto; semplice e d’impatto come piace a noi.

La storia tratta della vita quotidiana di due ragazzi, un maschio e una donna, che vivevano insieme, fidanzati ormai da tempo, il cui legame era indissolubile, niente avrebbe potuto separarli. Lui, impiegato in azienda da ormai 10 anni, il lavoro per cui ha sempre studiato e per cui si è sempre sacrificato. Lei, professoressa da un paio di anni, con una vita ancora da passare sui libri, ma con tutta la voglia e la dedizione di questo mondo. Tutto era normale. Tutto era perfetto. Al rientro da un comunissimo martedì a casa di entrambi, qualcosa di non così comune si era abbattuto sulla loro vita. Le lacrime di lei colmavano le spalle di lui, tutto per un pezzo di carta. Era arrivata una lettera dall’ospedale cittadino, il cui contenuto aveva, tutto con pochissime righe, distrutto le prospettive di vita della ragazza. Delle stupidissime parole avevano frantumato un legame come il loro. Una malattia praticamente incurabile aveva affetto la giovane donna, questo comportava delle gravissime conseguenze. La più grave, non poteva avere più contatti con il mondo, ma non era il mondo a spaventarla. Era il non poter sentire più il suo ragazzo vicino, che non poteva sopportare, il suo punto di riferimento cancellato così all’improvviso. Non uscirà più. Quella stanza dove si era stabilita da un po’ ormai, probabilmente la vedrà morire. Il ragazzo non era più lo stesso, totalmente sconsolato, ma sapeva in cuor suo di non potersi abbattere e di dover continuare a essere il faro della sua amata metà. E allora lì un’idea venne a lui, un’idea che risaliva agli anni della gioventù dei ragazzi. Quelli del primo corteggiamento, dei primi sguardi, delle prime seduzioni. C’era una canzone che ascoltavano sempre insieme, che, come uno scherzo del destino sembrava fatta appositamente per loro, “La cura” di Battiato. Era da sempre stata la colonna sonora della loro vita, e sarebbe dovuta continuare a esserlo. Senza un legame fisico, lui pensò di continuare a legarsi a lei con il pensiero e con i ricordi, regalandole un CD che aveva solo una canzone messa in continua riproduzione. Proprio quella. Se non potevano toccarsi con le mani, potevano farlo nell’anima.

3. Ai Confini della Mente
Filippo Aiello, Sara Cipolla, Simone Esente, Gaia De Gregori, Salvatore La Montagna, Alessio Landolfi, Claudia Lombardi, Alessandro Polo

Processo
Spazio Visivo e Sonoro
Antitesi tra concetti opposti

Idea
Creare video con software DREAM by WOMBO sulla base di piccole frasi da noi create
Canzone con solo base musicale, NO PAROLE NO DIDASCALIE
Canzone di un tema importante?
Ritmo collegato alla musica e alle immagini

Idee Tema:
Quarantena
Solitudine
Spazi mentali e fisici

Idee Canzoni:
Einaudi ‘’Dismantle’’
Pink Floyd ‘’Echoes’’
Asgram ‘’Il mostro’’

Tema scelto del software -> Melanchonic (giocando anche con altri temi) = Creare la frase e scegliere la foto

Diapositive Video a partire dalle immagini “create”

Frasi
1. una persona seduta in una stanza vuota
2. una panchina vuota in un parco di notte
3. persone con muro che le divide
4. persona su una corda
5. funambolo
6. cervello
7. barca nelle tempesta
8. urlo (Munch – Gioconda)
9. pioggia contro i vetri
10. persona in una angolo
11. viso coperto + mascherina
12. cuore spezzato
13. specchio e persona
14. mazzo di fiori morti
15. persona che festeggia il compleanno da sola
16. vertigini
17. persona che cade nel vuoto
18. persona che annega
19. vertigini

Possibili Proposte Titolo
Spazialità Onirica
Emozionalità
Ai confini della mente

Racconto
Soli e persi, uno spazio vuoto e una mente piena di dolore, confusione, solitudine. Quando il nostro spazio fisico si unisce allo spazio mentale, a un mondo proprio, astratto che concretizza le emozioni. Il suono adiacente all’immagine accompagna la vita e rappresenta un momento, un luogo così vicino ma anche lontano. Il lockdown emozionale che raggiunge la penna e disegna tortuosi ricordi e malinconia. Uno spazio che ci sta stretto e non ci lascia respirare.
Lo spazio sonoro di “Echoes” esplicita i sentimenti spenti e angosciosi derivati dallo spazio visivo.
La lontananza tra le persone è riempita dagli echi distanti delle loro voci e delle loro emozioni, che si materializzano sulle note del brano dei Pink Floyd.
Il lavoro fatto e pensato come opera visiva e illustrativa dei conflitti mentali esposta in una grande mostra temporanea dedicata alla salute mentale allestita dopo un lungo periodo di quarantena e chiusura che ha creato tra giovani e adulti disagi emotivi e problemi sociali. Un processo creativo focalizzato sui sogni da cui poi il nome “ONIRICO”. Il sogno, infatti, nella psicologia e nella cultura comune è lo specchio dei nostri pensieri, le nostre emozioni e il riflesso delle nostre paure. Qui il sogno diventa un incubo e si trasforma in “CLAUSTROFOBIA”, quella sensazione insopportabile di sentirsi piccoli e stretti non solo in un luogo ma anche in sé stessi. Le immagini finali si ripetono e scorrono più velocemente, come a sottolineare i tondi profondi della musica che aumentano e l’eco che si propaga sempre di più e dolorosamente in noi. Un’eco che deve essere schiacciato. Il lavoro di rappresentazione infatti è terapeutico, è un lavoro di consapevolezza a cui segue un processo per il superamento di queste emozioni stressanti e distruttive.

4. Giotto e la Cappella degli Scrovegni
Salvatore Bruno, Mattia Caiazza, Benedetta Esposito, Francesco Esposito, Edoardo Frascione, Ariana Scotto Lavina

Processo
1. Riflessione sull’opera di Paul Klee Strada principale e strade secondarie, 1929. L’opera, nel suo complesso, per come è concepita e strutturata, si presta a diverse
interpretazioni, come gli spazi vuoti della narrazione di Umberto Eco. Quella che
vede nella rappresentazione un fitto groviglio di vie, è solo una delle tante possibili e,
al suo interno, tutti i percorsi sono equiprobabili.
2. L’esempio di Maria Lai, aggiunge l’elemento interattivo, la richiesta rivolta allo spettatore-fruitore di contribuire alla creazione di senso nello spazio, con la sua partecipazione.
3. analisi della Fontana del carciofo (posta in Piazza Trieste e Trento, a Napoli) come elemento artistico-monumentale, ma allo stesso tempo propulsore sociale, inteso
come punto di incontro e di aggregazione.
4. Come può un’opera artistica, attraverso la sua sola presenza nello spazio, stimolare un’interazione da parte di chi la osserva, “parlando” indirettamente allo spettatore? il quesito intorno al quale si costruisce l’idea di un labirinto, installazione temporanea all’interno di un istituto universitario, allestito in occasione di un Open Day. Tutti i percorsi del labirinto possono essere sperimentati dagli studenti ed ognuno di essi conduce ad una differente via di uscita.
5. Il passaggio dal prototipo alla macro-realizzazione. Traslare il concetto di labirinto dal contesto universitario, alla più vasta realtà della città di Napoli, in particolare ad uno dei luoghi più labirintici per antonomasia: i Quartieri Spagnoli, dove i vicoli si ramificano in tutte le direzioni, in senso rettilineo – coprendo il percorso che va da Via Toledo a Piazza Trieste e Trento, in senso longitudinale – collegando il centro della città con il Corso Vittorio Emanuele. Si tratta di un luogo da esplorare, in cui non esiste una traiettoria privilegiata. Da qui, sfruttando una caratteristica intrinseca dell’ambiente, discende il progetto di asfaltare con colori tutti diversi le strade dei Quartieri Spagnoli, affinché questo espediente funga da invito ad avventurarsi nel labirinto e, al tempo stesso contribuisca alla riqualificazione di una zona talvolta considerata squallida e pericolosa.

Racconto
Nessuno Crea dal Nulla | La nostra vita multidirezionale

21 NOVEMBRE 2022 | EROE
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Caro Diario, questa settimana tocca a me raccontare delle relazioni tra autore, azione narrativa e innovazione sociale, e di come questo ha a che fare con gli eroi che raccontiamo.

Speech
Raccontare storie.
Per creare lo spazio che nutre l’immaginario collettivo, dove prendono voce gli eroi di ogni tempo.
Per attivare processi di innovazione, di trasformazione, di creazione di valore delle organizzazioni e delle comunità con le quali interagiamo.

Ulisse
L’eroe per eccellenza, il polimorfo, l’astuto, l’ingannatore, l’eroe che più che seguire il modello surfa, si acconcia, si adatta di volta in volta alle situazioni.
Francois Jullien: “La metis […] “il fiuto”, così come si parla di fiuto negli affari. […] La metis è […] la capacità di trarre vantaggio dalle circostanze, di vedere come la situazione evolve e sfruttare in essa l’orientamento favorevole. […] Dare prova di metis significa scoprire i fattori “portanti” in seno alla situazione per lasciarsi trasportare da essi”.
Ulisse, la metis, la Grecia e la Cina.

Luigi delle Bicocche … e Antonio Zambrano, Lorenzo Perrone, Paul Jobs, Pasquale Moretti
L’importanza di cercare il valore nel lavoro, il valore delle persone, il valore di ciò che esse sanno e sanno fare, il valore del nostro Paese. È per questo che racconto l’Italia che lavora con rigore e passione. L’Italia del barista e della scienziata, dell’artigiano e dell’impiegata, del musicista e dell’operaia, del ferroviere e della manager, dell’apicultore e del ricamatore che con il loro lavoro, con l’intelligenza, l’amore, l’impegno che mettono nelle cose che fanno, possono determinare le condizioni per il cambiamento culturale e sociale dell’Italia.
L’importanza di raccontare l’Italia delle persone normali, quelle che pensano «lavoro, dunque valgo», merito rispetto, considerazione, quelle che lavorano e vivono a partire da questo pensiero persino quando non lo sanno, quelle che con il loro sapere e il loro fare spostano l’ago della bussola dal riconoscimento sociale della ricchezza al riconoscimento sociale del lavoro, dal valore dei soldi al valore del sapere, e del saper fare.

Leggi Anche
La Metis e l’Eroe

Ulisse | SuperQuark

Luigi Delle Bicocche | Caparezza

Il mito dell’eroe | James Hillman

La tecnica dei 2 viaggi dell’eroe | Marco Montemagno

Foto

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Lavori di Gruppo

1. Eroi fuori dagli Sche(r)mi
Filippo Aiello, Salvatore Bruno, Sara Cipolla, Gaia De Gregori, Francesco Esposito, Paola Maronna e Federica Varriale

Racconto
Immaginazione archetipica la parola chiave che ci ha lasciato il video di James Hillman: se tutto fosse come ci sembra e non provassimo mai a superare i nostri limiti, che mondo sarebbe?
Certo un lavoro non adatto a tutti ma che tutti nel piccolo potremmo provare a sperimentare. Ricostruirsi, stravolgere, cambiare il proprio destino è il ruolo che spetta a quegli eroi che dal nulla riescono a spettinare la società, i costumi e qualche volta le tradizioni che bisogna lasciare indietro.
Ed eccoci qui a presentare “eroi fuori dagli sche(r)mi” per ricordare e ringraziare a modo nostro coloro che non saranno mai dimenticati.
Giovani e intraprendenti, coloro che con astuzia, ingegno e creatività hanno rivoluzionato la storia, la medicina o l’arte. Contro ogni aspettativa hanno reimmaginato la loro vita ordinaria rendendola unica, mitica. 
Ecco i racconti di alcune di queste menti brillanti, tutte riunite in un podcast targato “eroi fuori dagli sche(r)mi”.
Una giovane e ambiziosa speaker si interfaccia con coloro che concretamente hanno agito nel lungo delle loro ordinarie vite per stravolgere e lasciare il segno.

Personaggi e Interpreti
Carlotta Hull, interprete: Paola Maronna, personaggio reale: Chuck Hull
Rich Menshill, interprete: Francesco Esposito, personaggio reale: Heinrich Schliemann
Brigitte, interprete: Gaia De Gregori, personaggio reale: Coco Chanel
Farah Hamid, interprete: Federica Varriale, personaggio reale Zaha Hadid
Pink Brothers, interpreti: Filippo Aiello e Salvatore Bruno, personaggio reale: Pink Floyd
Interviste di: Sara Franklin, interprete: Sara Cipolla

Podcast

Processo
I miti di oggi attorno a persone comuni

Cover

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2. Eroi senza limiti | Stan Berg & SilverBerg
Fabrizio Bellini, Mattia Caiazza, Anna Chartier, Raffaele Caso, Francesco Di Lanna, Alessio Landolfi, Salvatore La Montagna, Michele Vidone

Vai al progetto

Fonte: AGI Agenzia Italia

3. Per Aspera ad Astra
Marika Aracri, Martina Buono, Benedetta Esposito, Maya Lanzetta, Ilenia Lavagna, Claudia Lombardi, Roberta Miceli, Flavia Tramonto

Processo
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Racconto

4. Metis
Giambattista Pio Bianco, Giuseppe Caputo, Antonio Chiaro, Nicola Di Mauro, Simone Esente, Giada Esposito, Edoardo Frascione e Alessandro Maurizio Polo.

Racconto

28 NOVEMBRE 2022 | DIGITALE
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Caro Diario, la parola dell’ultima lezione è Digitale, che il vocabolario Treccani definisce così: “agg. [dal lat. digitalis, der. di digĭtus «dito»]. – Del dito, delle dita; fatto, compiuto con le dita.”

Speech
Con “La pelle della cultura di Derrick de Kerckhove” sullo sfondo, la nostra cara prof. D’Ambrosio ci racconterà il digitale attraverso 4 declinazioni: 
Città / Istituzioni
Impresa / Fabbrica / Attività produttive
Identità / Persone / Comunità
Scuola / Formazione

Questi invece i 4 contenuti che Maria ha selezionato per ispirare i gruppi:

Foto

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Lavori di Gruppo

1. Against the Tide
Filippo Maria Aiello, Marika Aracri, Sara Cipolla, Gaia De Gregori, Francesco Esposito, Alessandro Maurizio Polo, Flavia Tramonto

Racconto
Quando analizziamo un concetto, un luogo o ancora un intero ambito facciamo spesso poco caso alla terminologia usata per descriverlo e ancor meno al lungo processo di associazione immagino-culturale che vi è dietro. Nel nostro lavoro è stato invece fondamentale partire da quei preconcetti etimologici dietro le parole affidateci: Fabbrica e Digitale.
Digitale deriva dal latino digitus, relativo alle dita o ancora in informatica o elettronica fa riferimento a tutto ciò che viene rappresentato dai numeri o che operano per manipolarli. Ed eccoci qui che molto spontaneamente ci ritorna alla mente quel luogo in cui le dita, o meglio le mani, sono costantemente a lavoro, dove i numeri servono ma spesso opprimono e dove a contare non sono le persone ma la forza lavoro che producono: La Fabbrica.
Fermi poi su una delle caratteristiche fondamentali affidate al digitale, ovvero il suo poter andare oltre, dissolvere i limiti degli schermi e della distanza abbiamo deciso anche noi di spingerci oltre, oltre un’occulta verità che molte industrie lasciano infangare per i propri tornaconto.
L’industria di cui parleremo in questo nostro piccolo lavoro d’inchiesta è assai vicina agli interessi culturali ed economici di decine e decine di paesi.
Quella del calcio è una malsana industria che continua a costruire facciate e immeritevoli ponti tra nazioni, atti a produrre sempre più senza mai considerare le gravi conseguenze che genera.
Ancora una volta la nostra mano digitale ha un ruolo da protagonista; questa volta però silenzia e ingabbia chi non ha potere, all’unico scopo di proliferare sui propri numeri lasciandosi alle spalle quelli di migliaia di morti che ha provocato. La bellezza e l’entusiasmo dei mondiali li conosciamo già tutti, ma nel nostro lavoro, pensato come un giornale di denuncia sociale, siamo pronti a smascherare l’altro lato di questa corrotta medaglia.

Processo
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Contenuto
Against the Tide … Shh, it’s time to play

2. Perfect Lover | Identitary Lover App
Martina Buono, Fabrizio Bellini, Ilenia Lavagna, Maya Lanzetta, Claudia Lombardi, Paola Maronna, Roberta Miceli

Racconto
Identità! È questa la parola chiave del gruppo “Perfect lover”.
Partendo dal trailer del film “Her”, nel quale il protagonista imbastisce una relazione amorosa con l’assistente vocale del suo computer e prendendo ulteriore spunto dal film Disney “Come creare il ragazzo perfetto”, abbiamo deciso di produrre uno spot pubblicitario di un’app, da noi ideata, che permette di creare il proprio partner perfetto. Da qui il nome “Perfect lover”.
Lo spot inizia con Martina Buono e Paola Maronna nei panni di due amiche che si confidano sui propri problemi d’amore. Paola si lamenta con Martina di non riuscire a trovare il ragazzo giusto per lei, e a questo punto l’amica le consiglia di scaricare l’applicazione che fa al caso suo. Segue una clip dove Paola crea il suo fidanzato ideale, che infine prende vita e diventa reale, grazie all’interpretazione di Fabrizio Bellini. Abbiamo così trovato il modo di unire due mondi apparentemente distanti, quello digitale e quello fisico.
L’idea del progetto nasce da una fase di brain-storming nella quale ci siamo concentrati sui punti di contatto tra il virtuale e il “reale” e sul reinterpretare la vicenda del film di Spike Jonze. A differenza di quest’ultima, dove il digitale mantiene la sua dimensione immateriale, nello spot questo prende vita e si materializza.
Interpreti: Martina Buono, Fabrizio Bellini, Paola Maronna
Sceneggiatura e co-regia: Claudia Lombardi, Roberta Miceli
Regia: Ilenia Lavagna, Maya Lanzetta

Racconto

3. Muri Connettivi
Giuseppe Caputo, Raffaele Caso, Antonio Chiaro, Simone Esente, Benedetta Esposito, Salvatore La Montagna, Alessio Landolfi, Ariana Scotto Lavina, Michele Vidone

Processo
Dallo spot di Ferragamo, punto di partenza del nostro processo creativo, siamo arrivati a pensarle davvero tutte! Il concetto base fornito come spunto era estremamente semplice, quanto complesso da replicare. Si tratta dell’intuizione di mettere in contatto l’interno e l’esterno, superando i muri divisori. L’architettura non è più statica, ma può essere plasmata, se muta il rapporto che abbiamo con essa. Così avviene che una vetrina funge da finestra su un mondo che siamo chiamati ad esplorare. E analogamente è possibile aprire tante altre “finestre” virtuali, non ci sono limiti alle interazioni che i dispositivi digitali ci consentono di creare.
Ma a quale scopo? Nel nostro caso quello di mantenere le porte dell’arte e della cultura sempre aperte, anche laddove siano materialmente sbarrate.
È il caso della Cappella degli Scrovegni, della Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, Cappella Brancacci e della Cappella Sansevero, tutte attualmente chiuse al pubblico per lavori di restauro in corso.
Esiste un’alternativa affinchè l’arte rimanga ugualmente accessibile?
Pensando a questo abbiamo provato a formulare una risoluzione: trasferire virtualmente l’esperienza della visita in piazza, in modo da renderla fruibile ai tanti visitatori e, allo stesso tempo creare un nuovo spazio di integrazione per vivere la cultura a disposizione dei cittadini.

Contenuto
Cappella Sansevero

4. In(Fear)Activity
Giambattista Pio Bianco, Salvatore Bruno, Francesco Di Lanna, Nicola Di Mauro, Giada Esposito, Edoardo Frascione, Federica Varriale

Presentazione
La nostra idea, che alla base aveva il concetto di “DIGITALE”, nell’ambito della scuola e quindi dell’insegnamento, è stata quella di a nostra volta insegnare qualcosa a tutti quanti. Non in maniera scontata però, ma un po’ più innovativa e soprattutto collettiva. Perché si, sicuramente al mondo c’è chi in determinati contesti più insegnare più di altri, ma tutti noi presi come singoli, possiamo dare una lezione. Abbiamo scelto così di basarci sul concetto di “PAURA”, un sentimento che accomuna tutti noi, e per rappresentare al meglio il nostro lavoro, abbiamo scelto di farlo aprendo una pagina Instagram, dal nome “IN(FEAR)ACTIVITY”, proprio per collegarci al concetto di collettività e appunto interattività, su cui avevamo posto le basi. Il senso della pagina è quello dove ognuno, tramite l’accesso libero a tutti con la password messa nel profilo, può postare una foto di ciò che per lui/lei rappresenta la paura, e abbinarci a essa una didascalia che possa fungere da insegnamento per chiunque segua la pagina. Ovviamente i primi a farlo saremo proprio noi ragazzi del gruppo.

Processo Creativo
Siamo partiti dal piccolo video sull’app di Bjork, che spiegasse il parallelismo tra la “Biofilia” e le placche tettoniche, correlate tra loro grazie alla musica. Il paragone sta nel fatto che, come le placche tettoniche si attraggono tra di loro, anche gli esseri umani fanno così, emotivamente, e nell’app ciò è possibile grazie all’uso della musica e dei diversi CD di Bjork. La nostra idea era quella di rappresentare qualcosa che includesse tutto il genere umano e dove tutti potessero interagire grazie all’uso di qualche strumento in particolare. Questo strumento l’abbiamo trovato nelle foto, che spesso e volentieri bastano già di loro a spiegare molte cose, e per rendere il tutto ancora più completo, abbiamo scelto di usare Instagram come piattaforma di lavoro, dato la sua immensa utenza, così che tutti possano esprimere il proprio pensiero. Stabilita dunque l’idea di creare una pagina in cui ognuno potesse entrare con la password che renderemo visibile a tutti nella bio, mancava solo il concetto su cui fondare tale account. Per quello abbiamo scelto la “PAURA”, un concetto che desse ampio spazio a tutti di raccontare una storia, una propria visione di tale sentimento, così che tutti coloro che usufruiscono della pagina possano apprendere dai diversi racconti. Le ultime cose da fare erano: trovare un nome, e abbiamo scelto di chiamarla “IN(FEAR)ACTIVITY”, (su instagram senza le parentesi poiché non è possibile inserirle nel nome dell’account), così che facesse riferimento a entrambi i nostri concetti chiave, paura e interattività; e poi infine postare una prima foto che rappresenti il concetto di paura, così di dare il via a tutti i nuovi utenti.
Speriamo l’idea possa piacere a tutti, un saluto dai ragazzi di IN(FEAR)ACTIVITY.

Racconto
@infearactivity

3 DICEMBRE 2022 | LA PROVA D’ARTE
Torna al Calendario

Mattia Caiazza
Storia di passioni

Sara Cipolla
In (A)res interiora
Processo
Poesie
Audiolibro
Pagina Instagram
Copertina

Giuseppe Caputo
Dal Carcere al Paradiso: Storia di riscatto a Scampia

Marika Aracri
Kira e la bOttega incantata
Brainstorming
Speech
Testo

Fabrizio Bellini
Goto

Raffaele Caso
Il lavoro non è solo ‘a fatica

Michele Vidone
Bizzarria
Processo
Racconto
Copertina

Salvatore Bruno
Coltiva ciò che hai

Martina Buono
Marsha P. Johnson: The Life Of A Heroine
Struttura
Episodi e Personaggi Principali
Locandina
Progetto Serie Originale

Paola Maronna
Fashion for green
Processo
Progetto
Pagina Instagram

Alessandro Maurizio Polo
Dare voce e vi(s)ta a ciò che è invisibile
Processo
Copione

Claudia Lombardi
De-Aura Digital Company
Processo
Infografica
Sito Web del Progetto

Roberta Miceli
Wanderlust – Sindrome del Viaggiatore
Processo
Libro
Pagina Instagram

Salvatore La Montagna
Così Com’era
Processo

Antonio Chiaro
Ama, Crea e Meraviglia

Alessio Landolfi
La fobia del Black Friday
Versione PDF

Nicola Di Mauro
How Nico Met Bottega O
Processo
Short Video Youtube

Ariana Scotto Lavina
La nostra società quantistica

Gaia De Gregori
Verso la Meta

Flavia Tramonto
Never Alone – Rompere i Margini
Processo
Audio

Benedetta Esposito
Vivo per un giorno nei panni di mia madre
Processo

Giambattista Pio Bianco
Nuovi Eroi

Maya Lanzetta
Holo Glocal Restaurant. Telepresenza: il dono dell’ubiquità
Progetto
Presentazione

Filippo Maria Aiello
Fili: Università di sopravvivenza
L’idea è quella di un podcast come una guida per la vita universitaria, raccontando quello che è stato in linea di massima il mio percorso, quello che ho provato, le mie paura, le
insicurezze, i momenti di gioia, e quello che mi aspettavo da questa nuova esperienza. Ho
fatto una rielaborazione, con un approccio personale, dei concetti trovati all’interno dei libri,
ritrovandomi in alcuni di essi. Non c’è molto altro da dire, ho cercato di far parlare il podcast
per me. Spero vivamente che qualcuno possa ascoltarlo e ritrovarsi nelle mie parole.


Federica Varriale
La singolarità che ci unisce

Ilaria Lavagna
I Promessi Sposi
Copertina
Progetto

Giada Esposito
La luna non è poi così lontana

Simone Esente
Mondi Paradossali

Non pubblicate
Victor Osimhen
Colombo – Doha
Per la vittoria manca solo un punto, di vista
Dagli errori si impara

L’ORGANIZZAZIONE DELLE LEZIONI
1. Ogni lezione è iniziata con lo speech introduttivo di Maria D’Ambrosio, mio o di Giuseppe Jepis Rivello della durata di circa 40 minuti. Abbiamo raccontato storie a partire dalle 9 parole che abbiamo scelto come segnaposto: Autore, Azione, Manufatto, Lavoro, Corpo, Narrazione, Spazio, Eroe, Digitale.
2. Dopo lo speech i 4 gruppi si sono si messi al lavoro, ogni settimana con componenti diversi, della serie “tutte/i lavorano con tutte/i”. Ciascun gruppo ha progettato e realizzato una propria storia (testo, immagine, video, podcast, altro) a partire da uno dei contenuti proposti nel corso dello speech. Durata circa 180 minuti, pausa compresa.
3. Una (un) portavoce per ogni gruppo ha raccontato il lavoro fatto in 5 minuti.

IN BOTTEGA
Maria D’Ambrosio, Vincenzo Moretti, Giuseppe Jepis Rivello
Filippo Aiello, Marika Aracri, Fabrizio Bellini, Giambattista Pio Bianco, Salvatore Bruno, Martina Buono, Mattia Caiazza, Giuseppe Caputo, Raffaele Caso, Anna Chartier, Antonio Chiaro, Sara Cipolla, Gaia De Gregori, Francesco Di Lanna, Nicola Di Mauro, Simone Esente, Francesco Esposito, Giada Esposito, Edoardo Frascione, Ciro Giso, Salvatore La Montagna, Alessio Landolfi, Maya Lanzetta, Claudia Lombardi, Paola Maronna, Roberta Miceli, Alessandro Maurizio Polo, Ariana Scotto Lavina, Flavia Tramonto, Federica Varriale, Michele Vidone.

I LIBRI DI TESTO PER CHI HA LAVORATO IN BOTTEGA
1. Carpenzano O., D’Ambrosio M., Latour L., e-Learning. Electric Extended Embodied, Pisa, ETS
2. Moretti L., Moretti V. Il Lavoro ben fatto. Che cos’è, come si fa e perché può cambiare il mondo, #Lavorobenfatto – Amazon.it
3. Rovelli C., Helgoland, Adelphi

N.B.: Entro la seconda settimana di corso le/i componenti della Bottega hanno letto e-learning. Electric Extended Embodied e Il Lavoro ben fatto. Lo abbiamo fatto per il loro bene, per abituarli a tenere insieme idee e possibilità, teoria e pratica, contesto e creatività.