NOTA A MARGINE 68
Una storia sbagliata
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Caro Diario sono dispiaciuto assai, direi troppo assai anche se non si potrebbe dire, questa nota qui davvero non avrei mai voluto scriverla, però questo è, e girarci intorno non serve. Vengo subito al succo, come avrebbe detto mio padre, e poi ti racconto il fatto. Il succo è che Domenica 20 Ottobre 2019 sarà l’ultimo giorno in cui sarà possibile acquistare Novelle Artigiane, L’uomo che aggiustava le cose, Il sogno di Sofia e Le miniature di Luigino.
Sì amico mio, sono costretto a toglierli da Amazon e dunque dal mercato, mi si stringe il cuore ma è così, l’ho scoperto nella giornata di ieri per merito del mio amico Matteo Bellegoni, che se non era per lui rischiavo di finire pure in un brutto impiccio.
Per la verità la cosa brutta nasce da una cosa bella, che rimane tale anche se avrei voluto dirtelo in tutt’altro modo: a meno di complicazioni kafkiane, scongiuri a parte non prevedibili, dal 1 Novembre 2019 sarò ufficialmente in pensione. Sì amico mio, era il momento, me lo ricordo ancora il 4 Gennaio del 1978 quando ho messo piede per la prima volta in Cgil, mi ricordo i miei 2 anni e mezzo di volontariato, mi ricordo la lettera di assunzione firmata dal grande Salvatore Staiano con decorrenza 1° Luglio 1980, mi ricordo gli anni ai chimici, quelli alla Cgil, quelli a Smile e questi alla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, anni impegnativi, veri, come tutte le cose vere anche loro belli e brutti, però sono stati gli anni di questa parte della vita mia e sarò sempre grato alla mia Cgil di avermi dato così tanta fiducia e di avermi insegnato così tante cose nel corso di questi 40 anni e oltre. Adesso però era venuto, è venuto, il momento di scrivere una pagina nuova. Oggettivamente, come è normale che sia, gli anni che mi restano non sono tanti – se da bravo sociologo voglio prendere come riferimento l’aspettativa media di vita per gli uomini, 80 anni, me ne restano 16, giusto 1/4 di quelli che ho avuto già la fortuna di vivere – e voglio provare a fare un ulteriore salto di qualità, dedicarmi di più alle persone, alle idee e alle cose che amo fare, che per mia fortuna sono tante, per esempio imparare a strimpellare il pianoforte e magari, tra un poco di anni, con l’aiuto di Luca, di Jepis, di Cinzia e di un po’ di altre belle persone mettere su la Fondazione e la Casa del Lavoro Ben Fatto, ma queste sono solo alcune, perché ce ne sono molte altre. Ora devi sapere che per cominciare scrivere dal 1 Novembre 2019 questa pagina nuova ho dovuto fare ricorso alla legge relativa all’anticipo di pensione, la legge conosciuta Quota 100, perché senza avrei dovuto aspettare fino a Giugno 2022 e come ti ho detto non volevo più aspettare.
No caro Diario, non è stata una scelta facile, c’è una perdita netta abbastanza significativa sulla pensione e fino alla data ordinaria della pensione – nel mio caso come ti ho detto Giugno 2022 – non si possono ricevere compensi se non per prestazioni occasionali e per importi non superiori a 5 mila euro lordi. Naturalmente la legge dice che tutto questo vale solo dal primo giorno di pensione anticipata – nel mio caso 1 Novembre – fino a Giugno 2022.
Qual è stata la brutta scoperta fatta ieri? In realtà è stata una doppia brutta e fondamentale scoperta figlia della meticolasa lettura che ha fatto Matteo della Circolare INPS che se sei curioso puoi leggere qui: la prima è che le royalties, i diritti d’autore, che prendo per i libri non possono essere considerati dentro i 5000 euro complessivi lordi annui, semplicemnte non posso prendere neanche 1 euro altrimenti mi bloccano la pensione per almeno un anno; la seconda è che la cosa vale anche per i libri scritti prima di andare in pensione, come vale per Novelle Artigiane, nel 2017 nella versione kindle e nel 2018 nella versione cartacea.
La triste morale della favola è che non potendo io per nessuna ragione al mondo mettere a rischio la mia pensione tolgo da Amazon le mie Novelle, dopo di che poiché penso che la legge sia fatta male e determini di fatto una discriminazione verso gli autori mi sto attivando per vedere come sollevare la questione, ma naturalmente questa è un’altra storia, se ci saranno sviluppi ti faccio sapere.
Post Scriptum
Caro Diario, Patrizia Quattrone e Francesco Tedeschi hanno deciso di mettere mano alla questione che ho sollevato, guarda il video, sono stato molto contento, ed è solo l’inizio, per loro e anche per me, sto cercando di portare il tema anche a livello sindacale e parlamentare. Non lo so quello che si riesce a fare, e naturalmente rimane il fatto che per adesso mi tocca togliere Novelle Artigiane da Amazon, però ci sta modo e modo di reagire, e io uno schiaffo me lo tengo ma un’ingiustizia no, e avere al mio fianco amici come Matteo, Francesco e Patrizia mi riempie il cuore. Ti tengo aggiornato.
Post Post Scriptum
Caro Diario, un commento di una mia amica sui social, che ringrazio anche qui, mi dà lo spunto per sottolineare che tra le cose a mio avviso palesemente sbagliate contenute nella Legge e specificate nella Circolare INPS, c’è la mancanza di qualunque rapporto tra il supposto reato e la pena inflitta. Per fare un esempio non è possibile che se per sbaglio un pensionato quota 100 prende 3 euro di diritti di autore o per un brevetto gli viene bloccata la pensione per un anno, come direbbe il grande Eduardo non c’è proporzione. Possono essere detratti i 3 euro, si può aggiungere un’ammenda apri a 1, 3, 5, 10 volte l’ammontare, ma non si può bloccare un anno di pensione, secondo me.
NOTE PRECEDENTI
1. Ci siamo
2. A casa di Maria
3. Jepis, Antonio e gli incipit
4. La pizza da Michele
5. Fatte da noi
6. Senza dolcino
7. La panchina di Giovanni
8. Run Radio
9. Bar/co Cerillo e le miniature di Letizia
10. Letizia and me
11. Giovanni e Felice Mariella
12. Il booktrailer
13. Ci vediamo da Sara
14. Hoka Hey
15. Vicoletto Belledonne a Chiaja
16. Novelle d’Agosto
17. Tu chiamale se vuoi, emozioni
18. Ce la possiamo fare
19. Next stop Guardia Perticara
20. Simone Bigongiari
21. Vito Verrastro
22. Sguardo artigiano
23. Antonio Fresa e il Museo Magma
24. Agostino Massaro
25. Novelle Maremmane
26. Elisabetta e il signore che viene a fare l’orto
27. Per tentativi ed errori
28. Int’A Rezza
29. Tanti auguri Loris
30. A Rezza e il libro sospeso di Mirko
31. Acidicolori
32. La struttura di Robert McKee
33. Laura e le Novelle baresi
34. Il libro #benfatto di Osvaldo Danzi
35. Un libro da riscrivere
36. Questo Natale si è presentato come comanda Iddio
37. Le conseguenze dell’amore
38. Novelle e baccalà
39. Il Salotto di Morin
40. Associazione Gottifredo
41. Secondiglianers
42. Riccardo e Dario
43. Doppo Natale friddo e famme
44. Le recensioni e la serie
45. A Telese con Felice e Maria
46. La cura di Felice e i maestri di Maria
47. Maria Brusciano e Anna Untitla
48. Tre novelle, una sfogliatella e un caffè
49. Laura Vargiu, la ribollita e le novelle artigiane
50. I colloqui di lavoro di Nobilita
51. L’uomo che non ricordava niente
52. L’intervista a RadioArticolo1
53. È bella ma nun abballa
54. Maria Grazia Costantini
55. I semi delle difficoltà e i fiori delle possibilità
56. Il #lavorobenfatto in Sudafrica
57. Gli auguri di Gianmarco Guerrini
58. Buon Compleanno Luigino
59. Marcello che legge per continuare a cambiare il mondo
60. Aspettando Carullo
61. Grazie, Vincenzo
62. Michele Rivello
63. Impact Hub Firenze
64. Fabbrica di Mattoni Rossi, Ivrea
65. Nicoletta Polliotto
66. Simona Malta e Andrea hanno scritto che
67. Pensieri Balenghi #55
68. Una storia sbagliata
Ci siamo
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Caro Diario ci siamo, Novelle Artigiane c’è e le persone stanno cominciando a leggerlo. Come puoi immaginare sono molto contento e mi fa piacere condividere la mia gioia con te. Però insieme alla contentezza ho anche una certa ansia, e anche di lei sento il bisogno di parlarti. Come sai da grande ho deciso di fare lo scrittore, e adesso ho paura di non farcela, di non essere all’altezza.
Ti dico la verità amico mio, a questa ansia non sono abituato. Quando scrivo una storia, o un paper, o un libro di quelli che trovi nelle librerie negli scaffali di saggistica, non tengo mai paura, penso che è bello, mi piace e basta, sono sicuro di me, e non per presunzione, perchè sono uno che lavora serio, che legge e studia un sacco di cose prima di scrivere, che ha cura di quello che scrive, cita e verifica le fonti, insomma uno che sa e che fa quello che si deve fare quando si scrive una storia, un paper, un libro.
Con le novelle no, non funziona così. Come ho scritto nella lettera che trovi alla fine del libro, il salto dalla saggistica allo storytelling è grande ma quello dallo storytelling alla letteratura è esagerato, almeno secondo me.
Come dici? Ma per quale ragione uno alla mia età si deve mettere in testa di fare lo scrittore? Potrei risponderti perché quando faccio lo scrittore mi sento felice, e sarebbe la pura verità, però questa è la seconda ragione. La prima, spero di non deluderti, è perché sento la necessità di fare qualcosa con le mie mani. Sì, fare, non scrivere, perché scrivo anche quando faccio lo storyteller o il saggista. Fare come fa mastro Antonio quando fa un mobile. O mastro Domenico quando fa un sandalo. O mio padre quando faceva una casa. Sì amico mio, sento l’urgenza di fare con le parole. Di fare con le parole. Di fare con la testa, con le mani e con il cuore.
Sì, soprattutto per questo da grande voglio fare lo scrittore, perché lo scrittore fa, inventa mondi e possibilità con le parole. Per questo le mie novelle sono artigiane, perché le ho fatte io, con le mie mani. Per questo sono felice, perché scrivendo queste novelle ho potuto recuperare l’uso delle mie mani e far quadrare il cerchio della mia identità. Naturalmente in un certo senso, ma un senso che ti assicuro per me a questo punto della mia vita è molto importante.
Vedi amico mio, io con la testa me la sono cavata sempre abbastanza bene; discreta intelligenza, robuste dosi di determinazione e di resilienza, scugnizzo quanto basta, capacità di coniugare visione, strategia e concretezza. E anche per quanto riguarda il cuore non ho mai avuto particolari problemi, non solo perché voglio bene a un sacco di persone ma anche perché ho una naturale empatia verso il mondo che mi circonda, come avrebbe detto mia madre sono una persona di cuore. Con le mani no, quelle per me sono stato sempre un problema. In una famiglia dove mio padre era un mostro, nel senso che sapeva fare tutto, mio fratello Gaetano anche, Antonio è quasi come papà e Gaetano e Nunzia pure, io niente. Neanche avvitare una lampadina, e ti garantisco che non dico tanto per dire.
Voglio fare lo scrittore perché inventando mondi e modellando storie con le parole mi sento così bene che certe sere devo fare uno sforzo per non piangere per la felicità. Mi devi credere amico mio, è bellissimo, in quei momenti non hai paura di nulla, non ci pensi se quello che stai facendo piacerà oppure no, forse non te ne importa neanche, esisti solo tu e le tue parole, tu e il tuo lavoro, tu e la tua opera. A volte penso che è per questo che l’amico muratore di cui racconta Levi a Roth anche se sta in un campo di concentramento e odia i tedeschi, la loro cultura e tutto quello che rappresentano quando gli dicono di fare un muro lo tira su bello dritto e forte, perché quello è il suo muro, la sua opera, e la sta facendo con le sue mani.
Ecco, io non lo so se scrivere un racconto è questo, se la letteratura è questo, so però che quando lo faccio sto bene e mi piace stare bene.
Detto tutto questo caro Diario, mi resta da aggiungere che Novelle Artigiane è un libro da leggere con leggerezza. Perché no amico Diario, L’ultima cosa che devi fare è pensare che stai per leggere i racconti di un nuovo Borges, di un nuovo Carver o di un nuovo Hemingway. Io sono solo un vecchio Moretti e questo voglio essere. No, te lo dico perché altrimenti finisce come diceva mio padre, nel senso di guagliò, ccà s’è ‘mbriacata ‘a grammatica”. Conto di tornare presto, buona lettura.
A casa di Maria
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Caro Diario, domani pomeriggio sono con Jepis a Caselle, una fuga di qualche ora, venerdì mattina presto si riparte, ma con lui le ore valgono settimane, bastano per inventarsi parecchie cose.
Come dici amico mio? Così ti sto dicendo senza dirti niente? Un poco hai ragione, però ti chiedo di avere un po’ di pazienza, tanto domani ritorno, e ti racconto tutto e magari ti faccio anche vedere un po’ di cose, perché sempre nelle poche ore con Jepis ci infili l’idea, la produzione, la postproduzione e la condivisione.
Ne approfitto per ricordarti che Mercoledì 20 alle 18:00 Maria D’Ambrosio ha organizzato a casa sua Un libro, un pasticcino e un caffè, per ora il format sembra avere un grande successo e se conosco Maria ho motivo di credere che il risultato sarà ancora superiore alle aspettative.
La novità che ancora non ti ho detto è che la mattina del 27 – grazie al mio amico Antonio D’Amore e a un po’ di studenti affettuosi come Nicola Chiacchio – sarò a RunRadio dalle 10:15 alle 10:45 insieme a Novelle Artigiane, e naturalmente sono molto contento, è una bella occasione per raccontare il mio lavoro. Ah, stiamo anche continuando a fare il lavoro sui social e anche quello aiuta, Luca poco fa ha postato su Instagram la foto con la quale ti saluto, a me è piaciuta un sacco, spero piaccia un poco anche a te, in questi tempi difficili bisogna lavorare con pazienza e in profondità, e c’è bisogno dell’aiuto di tutte/i. A presto.
Jepis, Antonio e gli incipit
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Caro Diario, intorno alle 16:00 sono arrivato in Bottega a Caselle e con Jepis e Antonio Torre, abbiamo fatto prima un salto al bar e poi ci siamo messi al lavoro. Quello che ne è venuto fuori te lo dico tra poco, ti anticipo solo che l’idea giusta è venuta in parte ad Antonio e in parte a Jepis, io per ora non ho fatto niente se non quello che mi hanno chiesto di fare loro. A più tardi.
Rieccomi amico Diario, ti porto in regalo il primo dei tre video realizzato da Jepis con la complicità mia e di Antonio. Da domani girerà anche sui social, ma questa sera è tutto per te. Goditi la lettura, dura poche decine di secondi, goditi il video, ma goditi soprattutto la panchina. Sì, la panchina amico mio, perché lei non è solo una panchina, è una porta, è la sliding door che tu ti ci siedi sopra e lei da ti trasporta a Yod, oltre l’universo di Mem, Da Caselle in Pittari a Cip, da Jepis a Jonas. Stammi a sentire caro Diario, non la perdere mai di vista quella panchina lì.
La pizza da Michele Torna alle Note
Caro Diario, giornate molto intense le ultime due, tra lavoro e novelle le cose da fare non mi sono mancate, ieri sera stavo praticamente in coma, ma comunque come si dice da queste parti ” ‘ napultano sicc se fa, ma nun more”, il napoletano diventa magro ma non muore, in pratica un modo per sottolineare la resilienza di questo meraviglioso e contradditorio popolo.
Tornando a noi, giovedì sera con Jepis e Antonio da Michele Croccia la serata è stata spettacolare. Abbiamo mangiato cose buonissime – sì amico mio, te lo ripeto ogni volta, di fronte al buono e al bello non bisogna mai smettere di stupirsi – abbiamo fatto belle chiacchiere e messo a punto un po’ di idee tutti assieme.
Non ti dico poi quando gli ho dato la maglietta come è stato contento, e io con lui, perché come ho scritto sui social a me questo fatto che a Caselle in Pittari, nel Cilento, sul Pianeta Terra, lui sia Michele mentre invece a Cip, sul Pianeta Yod, oltre l’universo di Mem, è Matteo, mi fa impazzire. Proprio così, caro Diario, perché le mie Novelle Artigiane sono fiction, come direbbe il grande Italo Calvino, ma questo non toglie loro possibilità e verità, e se devo trovare un senso a tutta la fatica che ho fatto, ebbene sì, il mio senso è questo, perché penso davvero che se una cosa la puoi pensare la puoi fare.
Ciò detto, ti lascio con il secondo dei tre video girati da Jepis, la protagonista è sempre lei, la panchina, che se riusciamo a far quadrare una serie di cose ritornerà ancora in questi nostri racconti, però per adesso non posso dirti di più altrimenti Jepis mi ammazza. Buona visione.
Fatte da noi
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Caro Diario, sono molto contento di queste prime due settimane di vita delle Novelle Artigiane. La scelta di autoprodurre il volume è naturalmente impegnativa, ci stanno un mare di cose di cui Luca e io ci dobbiamo occupare in prima persona, però ti assicuro che non penso mai “chi me lo ha fatto fare”, anche la produzione materiale dell’oggetto libro è parte del nostro approccio artigiano, e insomma esserci riusciti con questa qualità è per noi una bellissima soddisfazione.
Anche dal versamente della promozione – si dice così, vero? – pian piano la macchina si mette in moto. Domani come sai siamo da Maria D’Ambrosio con il format “Un libro, un pasticcino e un caffè” e domenica 1 Luglio a Bacoli, al Bar/co Cerillo, ci sarà una nuova presentazione delle Novelle.
Intanto ho pubblicato anche il terzo e ultimo video che Jepis ha girato venerdì scorso, ti metto il link qui e ti saluto, comunque ritorno presto, ti devo raccontare come è andata da Maria.
Senza dolcino Torna alle Note
Caro Diario, la serata organizzata da Maria D’Ambrosio è stata bella assai, solo che il giorno dopo mi è venuto il febbrone, fosse stata viva zia Concetta avrebbe sentenziato “chille song l’uocchie sicche”, faccende da iettatori insomma, ma tanto noi che siamo figli dell’illuminismo a queste cose non ci crediamo, scusami, il tempo che metto via l’aglio e il corno e ritorno.
Allora, rieccomi qua, come ti dicevo bellissima serata, metto in fila senza ordine di priorità, così come mi vengono in mente un po’ delle cose che sono accadute: nuove persone sono entrate nella mia vita; una delle amiche presenti mi ha chiesto se sono disposto a ripetere l’esperienza sul terrazzo di casa sua e naturalmente le ho risposto che ne sarei felice; con un’altra amica siamo rimasti un po’ a chiacchierare anche dopo e così ho scoperto cose su Camilleri che non conoscevo; Luca ha pubblicato una bella storia su Instagram; sono potuto stare mezza giornata con mia sorella Nunzia, era in ferie, mi ha fatto un regalo bellissimo e ha fatto anche le fotografie, nei prossimi giorni te le faccio vedere; la recensione che ha scritto Maria sarà pubblicata nei prossimi giorni su Il Mattino, naturalmente anche su questo ti tengo informato; tutte le persone che hanno comprato il libro sono state gentili e mi hanno chiesto una dedica; il rustico che ha fatto la mamma di Maria era squisito e pure l’Asprinio di Aversa che ho portato io non era male; la “mia” Cinzia è riuscita a districarsi tra i suoi mille impicci lavorativi e ad arrivare anche lei per tempo.
Jà, dici la verità amico Diario, mi sembra lo spot di “cosa vuoi di più dalla vita”. E invece ti dico che non tutto è andato come doveva andare, perché non è arrivato il dolcino, e mi spiace dirlo ma la colpa è di Maria, perché i pasticcini li dovevo portare io, poi lei ha insistito per fare lei il dolce, poi una sua amica si è messa in mezzo e si è offerta a propria volta dopo di che morale della favola ha avuto un contrattempo e non è potuta venire e così siamo rimasti senza il dolce, però avevamo la foto, bellissima, solo che non si mangia.
Ecco, spero che si sia capito che sono contento di come è andata, la settimana prossima il viaggio di Novelle Artigiane continua mercoledì 27 Giugno a Run Radio e domenica 1 Luglio al Bar/co Cerillo. A presto.
Post Scriptum
Caro Diario, Maria mi ha mandato la foto della torta che non è arrivata. Lei dice che mancava solo lo zucchero a velo, io l’avrei mangiata anche senza.
La panchina di Giovanni
Torna alle Note
Caro Diario, della presentazione a RunRadio ti racconto domani, sono tante cose, e ho bisogno di far sedimentare un attimo le emozioni, e poi stasera ti devo raccontare della panchina, aspetta che ti faccio vedere subito lo schizzo e poi ti dico.
Allora amico Diario, tutto proprio tutto non te lo posso dire, perché altrimenti faccio spoiler ai miei danni, però ti posso dire comunque un bel po’ di cose, per esempio che:
l’idea è nata un paio di venerdì mattina fa mentre in macchina tornavo a Napoli con Jepis e Felice;
alla panchina in Novelle Artigiane sono dedicate una manciata di righe e però sono righe importanti nel senso che lei è una specie di sliding door come ti ho già detto quando abbiamo girato i brevi video con i tre incipit delle tre novelle;
Jepis ha realizzato recentemente un bellissimo video dedicato a Giovanni Mariella, ti metto il link così te lo vedi, ti assicuro che ne vale la pena;
Senza sapere né leggere e né scrivere, come avrebbe detto mio padre, Jepis e io abbiamo deciso di chiedere a Giovanni di realizzare la panchina in legno e ferro nella sua bottega, e lui ci ha detto di sì, e il disegno che hai visto all’inizio è lo schizzo che ci ha mandato.
Ecco amico Diario, quello che ti posso dire per ora è questo, che non mi sembra poco, penso che tornerò presto a parlarti della panchina, perché con la complicità di Giovanni ci siamo dati tempi stretti, intanto ti saluto, ritorno domani e ti racconto di RunRadio.
Run Radio
Torna alle Note
Caro Diario, come sai ieri sono stato A Run Radio e come ti ho scritto ieri è stato molto bello. Non se se ti ricordi, ma l’ultima volta c’ero stato per l’uscita della prima delle mie tre Novelle Artigiane in formato kindle, L’uomo che aggiustava le cose, e già questo dice un mondo, e poi ci ho ritrovato un po’ delle ragazze e dei ragazzi che hanno frequentato il corso con Maria D’Ambrosio and me – uno per tutti Nicola Chiacchio – e insieme a loro il loro maestro, il mio amico prof. Antonio D’Amore che come sempre è stato squisito e anzi nel pomeriggio ha scritto un post che mi ha fatto davvero emozionare. No, il post non te lo faccio leggere, facciamo così, metto la foto che ci siamo fatti e questa parte qui la chiudiamo, se proprio non resisti il post te lo cerchi sui social.
Tornando a noi, il programma si chiama BookLovers ed è condotto in maniera molto professionale e altrettanto simpatica da Alessia Capone ed Eugenia Peluso, ci puoi vedere in quest’altra foto, ti assicuro che è stato un piacere stare per un’ora in loro compagnia a parlare del libro, del lavoro ben fatto, dei progetti futuri, delle ragioni e delle motivazioni che mi hanno spinto a scrivere fiction dopo 40 anni da saggista e storyteller. Certo, le canzoni non erano proprio tutte nella playlist delle mie preferite, ma come si dice nessuno è perfetto, e sono stato contento anche così.
Come dici? Vuoi sapere più nel dettaglio che cosa ci siamo detti?
Guarda che tra qualche giorno pubblico il podcast, comunque non è stato facile, perché non è che potevo raccontare i contenuti delle tre novelle, però mi è piaciuto dire che l’ho scritto perché mentre scrivo sono felice; che l’azione si svolge su più mondi interconnessi: la Terra, Yod che si trova oltre la galassia di Mem, il mondo dei sogni; che i protagonisti sono Luigino, mastro Giuseppe, il padre Jacopo, donna Sofia e Jonas; che all’inizio della prima novella Luigino ha 11 anni e alla fine della terza ne ha 30; che nei miei progetti futuri c’è scrivere, scrivere e scrivere racconti per essere felice, felice e felice fino all’infinito e oltre.
Ecco, queste sono un poco delle cose che ho detto, e poi anche che sono orgoglioso che il libro ce lo siamo fatti con le nostre mani e che mi hanno aiutato tante persone che ho ringrazito alla fine, e però tre le ho ricordate e sono Luca Moretti, Cinzia Massa e Giuseppe Jepis Rivello. Adesso però mi fermo, perché altrimenti finisce che quello che non ho detto alla radio lo dico qui e faccio il guaio. Alla prossima.
P.S. le/i ragazze/i mi hanno anche “costretto” a fare un selfie, non ti dico che cosa ci è voluto, comunque te lo metto qui così lo vedi.
Bar/co Cerillo e le miniature di Letizia
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Caro Diario, dall’ultima volta che ti ho scritto sono successe parecchie cose, provo a mettertele in fila, così evito di fare confusione, almeno spero.
1. Domenica scorsa abbiamo presentato il libro a Bar/co Cerillo. Detto come va detto, dal punto di vista delle persone presenti non ha funzionato, lo puoi vedere dalle foto, sarà la prima domenica di gran caldo, sarà l’orario – le 19:00, sarà quel che sarà non ha funzionato, nonostante l’impegno mio, del mitico Diego D’Orso e degli altri amici di Bar/co. Sì, certo, ci sto pensando a come fare in modo che la presenza alle prossime presentazioni sia più numerosa, ma naturalmente se a te o a qualche amica/o che ci legge viene un’idea io sto qua, felice di ascoltarla. Detto questo, posso aggiungere che è stata comunque una bella occasione per parlare del libro con i miei amici Antonio Lucisano, Angelo Savio e Chiara Improta e per conoscere un po’ di nuove persone, perché alla fine funziona come diceva mio padre, ‘o cavallo bbuono se vede ‘ncoppa ‘a sagliuta. Ah, con Diego abbiamo attrezzato (in realtà ha attrezzato) anche l’angolo per la vendita del libro al bar e appeso la locandina, e anche questa è una gran bella cosa come puoi vedere dalla foto.
2. Sono arrivate le recensioni al libro di Letizia Salomone e di mia sorella Nunzia, sul blog di Novelle Artigiane le trovi rispettivamente qui e qui, ti consiglio di leggerle e poi ne parliamo.
3. La redazione di RunRadio mi ha inviato il podcast dell’intervista a BookLovers, la puoi ascoltare qui, anche mentre fai altro, è uno dei vantaggi della radio.
4. Letizia Salomone si è messa a fare le miniature, le puoi vedere qui, ribadisco soltanto che il fatto che questa storia della realtà che diventa fantasia e della fantasia che diventa realtà stia prendendo una sua via e si stia svincolando da me, cominciando a contagiare la nostra comunità, mi rende felice come un bambino.
5. Sulle vie del Caf ho incontrato Giovanni Pisano, il mio #bookpusher di fiducia, dice che si sta organizzando per fare quello che deve fare, intanto gli ho dato il libro e ci siamo anche fatti la foto, per il resto stiamo sul pezzo. Alla prossima.
Letizia and me
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Caro Diario, ieri mi ha riscritto Letizia e mi ha inviato altre foto, anche in questo caso mi limito a fare il cronista, cerco di provocare curiosità e di evitare di spoilerare le mie stesse novelle.
Questo è quello che mi ha scritto Letizia: “Caro Vincenzo, per quest’ultima miniatura mi sono impegnata perché credo abbia un’importanza particolare, ma soprattutto perché ha in sé la magia che attraversa poi il tutto. È come se partisse tutto da lì, da quel sacchetto e quella panchina. Ecco, tu hai regalato un po’ di magia a me ed io ne ho regalata un po’ a te. Ah, dimenticavo, stavolta ho usato il colore, altrimenti quell’effetto di vissuto non sarebbe mai venuto fuori”.
Le ho viste, mi sono commosso, le ho pubblicate tutte su NovelleArtigiane.it e ho ringraziato Letizia, che mi ha scritto ancora questo: “Sono contenta che le miniature ti siano piaciute. Volevo solo dirti che per me è stato semplice, il merito va a te. E comunque devo ringraziarti perché leggere mi ha emozionata e realizzare quelle miniature anche di più. Mentre le facevo pensavo a Mastro Giuseppe e alle immagini che mi ero creata nella mente leggendo e poi pensavo a tanto altro ancora. E proprio guardare quell’immagine che tu hai postato mi commuove. A te per un motivo e a me per un altro”.
Ecco, questo è quello che ci siamo detti, tutte le immagini se vuoi te le vai a vedere qui, qui te ne metto una sola, appena la vedi capisci il perché.
Giovanni e Felice Mariella
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Caro Diario, ieri è arrivata la panchina realizzata dal maestro artigiano Giovanni Mariella con il contributo di suo padre Felice.
Appena riesco conto di raccontarti il lavoro di Giovanni, perciò per adesso ti dico solo tre cose:
1. la panchina è bellissima, non ha saldature, è tutta inchiodata, la seduta è in legno di faggio stagionato, per quanto anche in fotografia si possa vedere che è bella ti assicuro che da vicino toglie il respiro;
2. questa che Giovanni ci ha regalato non è solo una panchina, è anche e soprattutto una possibilità, anzi sono tante possibilità, legate al dono, alle relazioni tra le persone, al potere di pensare e di fare, al potere di chiedere e di dare, alle porte sempre più aperte tra i mondi fantastici e i mondi reali;
3. questa storia della panchina non finisce qui, ci saranno ulteriori sviluppi, ci stiamo lavorando con Jepis e con Luca, naturalmente appena ci sono novità ritorno.
Il booktrailer
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Caro Diario, scusami se non mi sono fatto vivo per un po’ di giorni ma tra il lavoro, il Camp e il Palio del Grano 2018 è stato davvero complicato districarmi.
Comunque ci stanno tante belle novità, a partire dalle nuove recensioni che sono arrivate, quando hai un poco di tempo le puoi leggere su Novelle Artigiane. I giorni trascorsi a #Cip oltre ad essere stati straordinari in sé mi hanno permesso di fare la conoscenza di un bel po’ di belle persone, e alcune di loro hanno comprato e stanno leggendo il libro e questo come puoi immaginare mi fa molto piacere. Jepis ha realizzato il booktrailer, ed è bellissimo, lo puoi vedere tra un minuto alla fine del post. Alla voce criticità segnalo ancora la difficoltà a far girare il libro al di fuori della cerchia degli amici, bisognerà inventarsi qualcosa di diverso dal versante della promozione, vediamo se mi viene un’idea.
Come dici amico Diario? Dovrei pensare qualcosa di dirompente tipo il bimbo che morde il cane? Come se fosse facile. Provo a vedere nel guinnes dei primati qual è il record per la lettura di un libro senza interruzione ad alta voce, magari posso provare a leggerlo tutto di seguito e stabilire un nuovo record anche se mi sembra difficile. Certo che ti faccio sapere, tu intanto guardati il corto realizzato da Giuseppe.
Ci vediamo da Sara
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Caro Diario, forse lo avrai già letto sui social e forse no ma io sono troppo contento perché dopodomani, Mercoledì 25 Luglio, alle 18.30, Sara Lubrano e io raccontiamo Novelle Artigiane nei pressi della sua bellissima bottega, a Napoli, in vicoletto Belledonne a Chiaia.
Come dici? Certo che abbiamo invitato tutte le amiche e gli amici napoletane/i, sono convinto che sarà una gran bella serata, naturalmente poi la sera stessa o al massimo il giovedì mattina ti racconto tutto per filo e per segno, tu intanto aiutami con il passa parola.
Prima di lasciarti, ti segnalo questa bellissima conversazione con la mia @mica Michela Cordò. Non ti anticipo niente, ti dico solo che aveva ragione mio padre, nel senso che si campa anche di soddisfazione, per il resto leggi e oi fammi sapere cosa ne pensi. Alla prossima.
Hoka Hey!
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Caro Luca, oggi come direbbe il mitico Cavallo Pazzo “Hoka Hey! È un buon giorno per morire!”.
Nella chat ho trovato un messaggio troppo bello di Laura Ressa che ha finito di leggere la prima delle tre novelle, poi te lo faccio leggere da vicino che non lo posso pubblicare, svela troppe cose, spoileraggio allo stato puro, però è fantastico. Ti dico solo che le ho scritto che le voglio bene e che spero di incontrarla al più presto, perché strano ma vero non ci siamo ancora mai visti da vicino, e lei mi ha risposto questo: “Anch’io ti voglio bene, caro Vincenzo. Le parole che scrivi sanno toccare il cuore con semplicità, umiltà e profondità. E farò in modo che questo il mondo lo sappia”.
Dopo di che mentre sto in chat con Jepis mi scrive “la maestra Elisabetta alla quale donai il libro qualche giorno fa mi ha fermato entusiasta stamattina”.
Infine, ma solo per modo di dire, Elisabetta Casarin, alla quale avevo proposto una cosa per Radio Stonata, prima rispone alla mia richiesta e poi mi scrive “Ciao Vincenzo, sai che ho regalato il tuo libro al signore che viene a fare l’orto con mio papà e si è commosso? È tutto bello, iniziando dalla copertina rugosa e coi colori vividi dell’uva e del vino.”
Hoka Hey amicco Diario, sono troppo contento, vado a dirlo anche al mio amico Geremia il fatto della copertina, sarà contento assai pure lui.
Niente, solo altre due cose prima di salutarti:
domani alle 18:30 siamo da Sara Lubrano per la presentazione;
la foto di Cavallo Pazzo è tratta come sta scritto sotto da eclipse-magazine.it.
Vicoletto Belledonne a Chiaia
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Caro Diario, lo so che te l’ho detto già altre volte, ma io sono un uomo troppo fortunato. Sì, avere amiche come Sara Lubrano è un privilegio raro, la bellezza e la cura che mette nelle cose che fa è unica, come ti ho detto tante volte ha non solo le mani ma anche il cuore d’oro, e ti devo dire che a vedere il libro nella sua vetrina insieme alle sue creazioni mi sono emozionato assai, guarda la foto così vedi se dico sciocchezze.
Che ti devo dire amico mio, è stato un pomeriggio bello assai, a parte Colomba e Francesca le persone che sono venute erano tutte nuove, e dunque è stata una bella occasione per conoscerle un pochino, e una di loro ha proposto di organizzare una nuova presentazione delle mie novelle nel suo Atelier alla ripresa dopo le ferie estive.
Come dici caro Diario? È andato tutto bene? Benissimo direi! L’unica cosa che un poco mi è dispiaciuta è che a parte Colomba non una delle mie amiche napoletane, e dei miei amici napoletani, che sono tante/i, ha trovato il tempo di passare, c’erano solo amiche e amici di Sara.
Naturalmente le buone ragioni sono tante, siamo a fine luglio, molte/i di loro hanno già comprato il libro su Amazon, altre/i erano già state/i all’incontro a casa di Maria, però così è un poco come la storia di “prufesso’ sta malato ‘o nonno e non aggio potuto studiare”, secondo me non funziona, e naturalmente non è una questione di presentazioni e di libri, si tratta di cura dei rapporti umani, sì, di trovare ogni tanto un po’ di tempo per gli amici, perché altrimenti amici diventa soltanto una parola, e così non funziona. Comunque su questo intendo tornarci, perché per me è una cosa importante, una di quelle che fa la differenza nella mia vita.
Tornando a Vicoletto Belledonne a Chiaia, dove sta la splendida bottega di Sara Lubrano, appena puoi caro Diario ti ci devo portare, la mia amica ci ha fatto trovare un bel po’ di cose buone, tra tutte ti faccio vedere la mia preferita, sua maestà la mortadella, che oltre ad avere il cuoricino al centro era di una bontà che solo gli esperti possono apprezzare.
Infine, ma solo per modo di dire, ti annuncio in anteprima che ho chiesto a Sara di realizzare un poco di spillette e di ciondoli del logo di #lavorobenfatto che lei ha ideato e Luca ha sviluppato, sì, sì, quello che sta anche sul dorso del libro e nelle pagine interne, poi te ne regalo uno. Alla prossima.
Novelle D’Agosto
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Caro Diario, in questo mese di Agosto che è cominciato ieri ci sono già tre date di presentazione di Novelle Artigiane e niente, mi faceva piacere dirtelo.
Martedì 7 Agosto sono a Caselle in Pittari per iniziativa dei miei amici della Pro Loco, Michele Jolly Granato in testa, e di Jepis Bottega con Giuseppe Jepis Rivello e Antonio Torre, sotto puoi vedere l’invito, sono super emozionato per tutte le ragioni che sai; Mercoledì 8 Agosto sono a San Giovanni a Piro, sempre nel Cilento, per iniziativa di un altro caro amico, Sandro Paladino, l’artigiano dell’assistenza; Mercoledì 29 Agosto infine, ma solo per ora, sono a Guardia Perticaria, in provincia di Potenza, per iniziativa del Sindaco Angelo Mastronardi e del mio amico Vito Verrastro. Insomma se stai in giro, sei avvisato. Alla prossima.
Tu chiamale se vuoi, emozioni
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Caro Diario, la presentazione a #Cip ha avuto i sapori e le emozioni che mi aspettavo e anche di più, faccio davvero fatica a metterle in fila tutte, avevo persino pensato di dedicarci un post a parte ma poi ho pensato che il loro posto è qui, in queste note a margine, insieme a tutte le altre. Facciamo così, provo prima a riassumere per punti e con qualche foto un po’ delle cose che sono successe e poi ti dico la cosa più importante di tutte, almeno per me.
1. La panchina di Giovanni Mariella e la scenografia di Letizia Salomone, le abbiamo portate a l’Urmu, sì, in piazza Olmo (abbiamo è per non sentirmi escluso, in realtà le hanno portate Patrizio Fiscina, Antonio Torre e Jepis).
2. le pizze e lo spumante di Michele Croccia, che stavamo per cominciare e lui è arrivato e alla fine della presentazione a Cip abbiamo condiviso un brindisi.
3. il racconto di don Tonino Palmese, che è partito dalla panchina come luogo di incontro e ci ha donato una splendida storia di amore, con la voce del figlio che dà luce agli occhi della madre, con l’amore di un figlio che si fa amore universale.
4. l’incontro con mio cugino Cosimo e mia cugina Nunzia, che specialmente il primo era da tanto che non lo vedevo, e il ricordo di Zia Maria, la sorella di papà, che irrompe nella presentazione insieme ai pantaloni di Cosimo rivoltati per adattarli alla mia statura.
5. l’incontro con la maestra Bruna, che lei è davvero una persona con un’energia speciale, pensa che alla fine non ho fatto in tempo a regalarle il libro che è arrivato un suo ex alunno e mi ha chiesto una dedica per lei e glielo ha regalato.
6. Le tante domande, curiosità e interventi, compreso quello del Sindaco Maurizio Tancredi, che hanno contribuito molto alla bellezza e alla ricchezza della serata.
7. Le parole di Renzo Vassalluzzo, che avevo incontrato ad Ascea con Jepis oltre un anno fa e che è venuto da Stella Cilento per dirmi che quel nostro incontro non era stato vano, che lui poi ci stava provando a fare bene le cose, che aveva avviato una bottega, e insomma qualche giorno, ha letto il libro e mi ha mandato la recensione – riflessione che puoi leggere qui.
8. Luca Pellegrino che appena ha chiuso il negozio è arrivato e però aveva inviato la sorella in avanscoperta e anche lui le novelle se le è divorate, mi ha fatto una specie di telecronaca minuto per minuto con un commento finale bello e ragionato, comunque puoi leggere tutto qui.
9. La Pro Loco di Caselle in Pittari e il suo presidente Michele Jolly Granato, che ha organizzato la presentazione insieme a Jepis Bottega.
10. Giuseppe Cacetta Pellegrino, che lui e le sue bellissime foto non mancano mai in queste occasioni, anche molte di quelle che ho usato per questo post sono sue.
11. Tutte le amiche e gli amici che sono venuti, che non posso elencarli tutte/i, e però li tengo nel cuore e loro lo sanno.
Ecco caro Diario, avrò sicuramente dimenticato qualcosa, ma tanto poi mi viene in mente e lo aggiungo. Mi rimane da dirti la cosa per me più importante di tutte, quella che fa da ponte anche con il prossimo racconto, quello della presentazione a #Sgap, San Giovanni a Piro, te la riassumo senza giri di parole: ce la possiamo fare.
Sì amico mio, ce la possiamo fare, non è facile, perché le persone con le quale riusciamo a parlare sono tante per quello che possiamo fare noi ma sono poche per quello che dobbiamo fare, però più andiamo avanti e più il messaggio di Novelle Artigiane, il senso del lavoro ben fatto diventa evidente, incontra consensi. Domani lo riprendiamo questo discorso, perché magari a Cip giocavo in casa ma a Sgap no e ti assicuro che l’impatto è stato altrettanto forte.
Come diceva Allen Ginsberg, bisogna che allarghiamo l’area delle nostre coscienze, bisogna costruire reti e intessere relazioni che durino, nel tempo. Perché ce la possiamo fare. Perché è un peccato non farcela. Un peccato per noi. Per i nostri figli. Per le generazioni che verranno. Per l’Italia. Per il mondo.
Ce la possiamo fare
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Caro Diario, riparto da dove ci siamo lasciati l’ultima volta, dal fatto che ce la possiamo fare, che l’idea naturalmente io ce l’ho sempre avuta, altrimenti non potrei fare la vita che faccio, però con le presentazioni di Cip (Caselle in Pittari) e di Sgap (San Giovanni a Piro) è diventata consapevolezza.
Perché sì, dopo quella a Cip anche la serata a Sgap è stata magica, naturalmente non per caso ma perché ci sono state delle persone che ci hanno lavorato.
Sandro Paladino è stato il primo che ha messo le cose sul binario giusto, perché il libro era appena arrivato alla Bottega di Jepis che lui è andato e ne ha comprate un po’ di copie per sé e per le amiche e gli amici della redazione di Pyros, il giornale di San Giovanni a Piro, Bosco e Scario.
Poi ci hanno pensato loro, le persone che gravitano intorno a questa bella comunità rappresentata dal giornale a far sì che la serata fosse così interessata e partecipata.
Mi fa piacere dirti che il mio “complice” Alberico Sorrentino, direttore editoriale di MediaPyros, è stato determinante per il successo della serata, innanzitutto perché aveva letto il libro, che sembra una cosa banale ma non lo è affatto, e poi perché insieme siamo riusciti a coinvolgere il pubblico, a incuriosirlo senza svelare troppo, che insomma quando abbiamo finito siamo rimasti a parlare ancora per un bel po’, e alcuni commenti dei presenti sono stati davvero molto belli, per questo ti dico che ce la possiamo fare, perché siamo in tante/i a pensare che il lavoro è un valore, che bisogna dare più importanza a ciò che siamo e meno a ciò che abbiamo, che bisogna rispettare il lavoro e chi lavora.
Ecco, direi che per adesso è tutto, voglio segnalarti solo la recensione di Enza De Martino su Pyros. Alla prossima.
Next Stop Guardia Perticara
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Caro Diario, come ti avevo accennato il prossimo 29 e 30 Agosto sarò a Guardia Perticara, in provincia di Potenza, per presentare Novelle Artigiane e per partecipare alla prima edizione del Festival dello Sguardo. Sono assai contento di questo dono che mi hanno fatto il mio amico Vito Verrastro e il Sindaco Angelo Mastronardi, non solo per il libro, ma perché come ho raccantato qui ho un rapporto affettivo molto particolare con Guardia, legato al mio amico di una vita Antonio Parola, ai suoi splendidi genitori, don Raffaele e la signora Carmela, e alla loro famiglia.
Tornando a noi ieri Vito ha condiviso la notizia dell’evento di fine mese sui social e la mia amica Tina Magenta, da Lomello, in provincia di Pavia, ha colto l’occasione per scrivere questo commento: «Ho letto la prima novella ed è geniale, e poi Vincenzo quando scrive lo fa con il cuore al posto delle mani! È inutile, è un essere umano speciale» e allora Vito a propria volta ha trovato il modo per scrivere questo: «io sono a metà, e sono curiosissimo di come va a finire. La cosa bella è che lo leggo ed è come se Vincenzo me lo stesse raccontando: con il suo vocione, il suo intercalare, le sue pause. Tutto molto bello, anzi di più!».
Niente, te lo volevo dire, un poco perché sui social a un certo punto queste cose si perdono e invece qui no e poi perché sono stato contento, perché è vero che con Vito e Tina siamo molto amici, però ci stanno modi e modi di dire le cose, e secondo me si vede che i loro sono commenti sinceri, magari “condizionati” dal bene che ci vogliamo però non appezzottati, veri, come tanti altri che ho pubblicato sul blog di Novelle Artigiane.
Sì, amico Diario, sono contento assai di quello che sta accadendo intorno alle mie novelle, e come sempre volevo condividere questa mia contentezza con te. Alla prossima.
Simone Bigongiari
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Caro Diario, questa recensione qui l’ha scritta Simone Bigongiari, me l’ha inviata il giorno prima che ci conoscessimo, a Lido di Camaiore, lo scorso 27 Luglio, in occasione dell’incontro organizzato dal Consorzio Promozione & Sviluppo Le Bocchette e dall’ottima Chiara Serreli, che la cosa più bella della mia vita è questa, l’incontro con belle persone che diventano miei amici e amiche.
Come dici? Perché ci ho messo tanto tempo per parlartene? Non lo so, o forse si, perché a volte le cose quando non le faccio subito mi passano di mente ed è una tragedia. Comunque come sai sono fortunato, e insomma adesso secondo me è il momento giusto per pubblicare il commento di Simone, tu intanto leggilo, che poi magari ne riparliamo.
«Vincenzo, trovo questo libro un atto di amore, un amore incondizionato agli altri, a chiunque si trovi nella situazione difficile di dover sopportare condizioni professionali negative, o organizzazioni aziendali da incubo, o ancora peggio alla mancanza di un posto di lavoro. Il protagonista è proprio il lavorobenfatto, tutto attaccato, perché è una qualità che non può stare separata dalla parola stessa in quanto solo così assume il suo vero significato, cioè che non esiste lavoro se non quello ben fatto. Tutto il resto è inciviltà del lavoratore come del datore di lavoro.
Le tre storie che racconti sono storie più reali della realtà, più fantastiche dell’immaginazione, più formative dei racconti di formazione. Ed è su questo piano che si snoda un’unica storia, suddivisa in tre visioni diverse che porta e conduce su altrettanti piani della realtà differenti.
Il padre che educa il figlio, il figlio che rievoca il padre, e Sofia che con Jonas guardano il futuro attraverso la finestra del mondo di Cip, comunità ideale ma vera.
Un testo importante che si legge in pochi giorni oppure molto lentamente, come ho fatto io, per coglierne appieno tutta la profondità di pensiero con il quale è stato scritto.
È fondamentale per quello che sono, un orientatore, un appassionato del lavoro, è fondamentale per capire che un futuro più roseo del mondo del lavoro c’è, è fondamentale perché descrive un sogno e quel sogno è raggiungibile solo se si ispirano gli altri e tu, con la sua attività e il tuo diario lo sai e hai creato questo bellissimo libro da cui partire. Per me il viaggio verso Cip è già iniziato, grazie Vincenzo!»
Vito Verrastro
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Caro Diario, oggi è arrivata la recensione di Vito Verrastro, non ti dico niente, solo che eravamo in macchina in direzione Cip, ho provato a leggerne un pezzettino a Cinzia e mi sono commosso.
Sì caro Diario, Vito è mio amico, come molte altre/i che hanno recensito fin qui Novelle Artigiane, però questo non vuol dire, perché se la leggi ti accorgi subito che è sincera, vera. Sì, l’ho scritto anche sui social, una recensione così non la puoi scrivere per amicizia. Buona lettura.
«Novelle Artigiane è un libro che ti lascia “sazio”. Nel senso che c’è tanto, dentro, da riempire corpo e anima di una serie di pensieri che vagano sospesi e al tempo stesso ti portano a focalizzare verso un punto preciso.
L’ho finito di leggere a colazione, e dopo l’ultima riga ho ripiegato il tovagliolino, avvitato il coperchio del barattolo della marmellata, raccolto le molliche dal tavolo, messo il cucchiaino in lavastoviglie. I gesti di sempre, di ogni fine colazione, eppure mi sono sembrati diversi: più accurati, più lenti, più consapevoli. Perché un lavoro ben fatto ha bisogno di cura, pazienza, attenzione. E tempo. Quel tempo che spesso attraversiamo senza viverlo, di corsa, perché mentre facciamo una cosa stiamo già pensando alle altre mille che ci aspettano. E così, probabilmente, ci perdiamo quello che ogni singolo istante contiene in sé: la magìa dell’attimo, del presente, del qui e ora, di un momento ripetibile e allo stesso tempo unico, per come lo si sta vivendo.
Novelle Artigiane ti regala consapevolezza portandoti in una dimensione sospesa tra passato, presente e futuro, tra la vita che non è eterna e la morte che ritorna sotto forma di ricordi, parole, insegnamenti, miniature. Già, perché la bellezza sta spesso nelle piccole cose, e ancora più spesso nell’invisibile che porta con sé un’immensa profondità. Come nel non detto, che regala attimi di sospensione infinita, di interrogativi senza risposte, di interpretazioni lanciate nel silenzio.
Di tanto in tanto, nel racconto, appare Napoli, anche lei con i suoi mille contrasti che non diventano mai contraddizioni: ci sono il ragù e i polipi, le scalinate e il mare, da guardare in lontananza da un balcone. C’è Totò e c’è Massimo Troisi, che di Napoli portano l’ironia e la profondità senza tempo. E ci sono i gesti di botteghe e laboratori antichi, la proiezione verso la modernità che mette in dubbio le certezze e sgretola le convinzioni; ologrammi e blockchain si fondono con l’arte del fabbro e del restauratore, mentre nuovi allievi crescono ascoltando vecchi maestri, l’unico modo per far sì che l’arte del far bene le cose non abbia mai fine.
Al di là della tecnologia e del 3D, ciò che ci resta è la voglia di fare della nostra vita un capolavoro, dando la giusta dose di importanza all’unicità dei nostri incontri, alla bellezza di un dialogo con un amico, alla porta aperta ad una sconosciuta che viene da lontano e parla una lingua diversa, ma che dopo dieci minuti ti sembra di conoscere da una vita.
Novelle Artigiane è questo e molto di più: è la voce roca del suo autore, è la sua mano grande che accarezza la parete per verificare se sia davvero liscia come sembra, è il suo sguardo umile da maestro, che indaga e non si stanca mai di ascoltare, per mettersi in discussione e trovare negli altri una parte di sé e del mondo che lo circonda.
In qualche riga troverete sicuramente qualcosa che vi somiglia, qualche caratteristica che vi riconduce ad un amico, ad una persona che avete conosciuto, in questo microcosmo abitato da tanti personaggi che appaiono e scompaiono, portando dietro di sé un mondo.
E vi sembrerà di esserci, in quell’ambientazione fantastica, ad ascoltare e a vedere ciò che accade. Fino all’ultima pagina, quando uscirete da quella bolla sospesa e avrete una sensazione di sazietà. E il vostro mondo ordinario vi sembrerà un po’ diverso, un po’ differente. Un po’ migliore.»
Sguardo Artigiano
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Caro Diario, come ti avevo preannunciato settimana scorsa con Cinzia siamo partiti da Cip direzione Guardia Perticara per la presentazione di Novelle Artigiane e per partecipare al Festival dello Sguardo.
Sono state due giornate meravigliose, mi dispiace solo che la mattina di Giovedì 30 Cinzia è dovuta rientrare a Napoli per motivi di lavoro, abbiamo avuto modo di conoscere un sacco di belle persone, e con molte di loro siamo già ben avviati sul sentiero dell’amicizia.
Come dici amico Diario? Vuoi che ti faccia qualche nome? Lo faccio molto volentieri: Graziano Accinni, Vito Bochicchio, Massimo Caporeale, Rosa Donnoli, Rosi Massari, Gianfranco Agostino Massaro, Gianfranco Montano, Benjamin Polledo, Giovanni Robertella, Tonino Tamburrino.
Tornando a Novelle Artigiane, l’incontro organizzato dai miei amici Vito Verrastro e Angelo Mastronardi, sì, proprio lui, il sindaco di Guardia Perticara, è stato bellissimo, ricco di interventi e di testimonianze anche da parte delle persone che erano venute ad ascoltare, ricordo per tutte/i Rosi e Gianfranco, Agostino e Roberto Cifarelli.
Ebbene sì, caro Diario, sono stato contento. Perché abbiamo parlato di lavoro e di amore, l’amore per sé stessi, l’amore per quello che si fa, l’amore per gli altri attraverso il #lavorobenfatto. E perché anche il giorno dopo ogni volta che ho incontrato le mie nuove amiche e nuovi amici – succede spesso in un borgo come Guardia – ci siamo ritrovati contenti, vogliosi di sentirci e di rivederci ancora e magari, perché no, di inventarci qualche altra cosa da fare assieme. Ecco, direi che da Guardia Perticara per ora è tutto, però solo per ora.
Antonio Fresa e il Museo Magma
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Caro Diario, il cammino di Novelle Artigiane continua a essere esaltante e impegnativo. Esaltante, perché continuano ad arrivare belle recensioni e soprattutto le persone che lo leggono sono contente, il mio lavoro piace e, come ti ho detto quando abbiamo cominciato, tutto questo non era affatto scontato. Impegnativo perché – anche questa non è una novità – non riesco ad attivare il passaparola, ad allargare nella maniera che sarebbe necessaria il giro delle lettrici e dei lettori.
Come dici? Per quello ci vuole più tempo? Spero che tu abbia ragione, ma a volte penso che sono io che non so azionare le leve giuste per attivare l’interesse delle persone.
Ci detto, aggiungo che oggi è uscita su Mentinfuga una bella recensione di Antonio Fresa e che le mie amiche Irene Costantini e Barbara Catalani stanno organizzando una bella chiacchiere per mercoledì 19 Settembre al Museo Magma di Follonica. Poi naturalmente su Follonica ci torniamo su, per adesso è tutto, alla prossima.
Agostino Massaro
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Caro Diario, questo mio viaggio con Novelle Artigiane diventa ogni giorno più bello. Innanzitutto aumentano le persone che lo leggono, naturalmente mò non pensare ai grandi numeri, però il numero delle lettrici e dei lettori cresce, e già questo è un fatto positivo. Ma poi ci stanno i commenti che arrivano quasi ogni giorno, che non sempre te ne parlo per non sembrare “azzeccato”, come si diceva nella mia Secondigliano, nel senso di fissato. Mi devi credere amico mio, te lo dico con la stessa sincerità con cui ti ho confessato le mie paure all’inizio, siamo molto oltre le mie aspettative. Un esempio è quello di Gianfranco Agostino Massaro, ti ho già parlato di lui, l’ho conosciuto e ci siamo subito presi, nel senso buono s’intende, gli ultimi giorni di Agosto a Guardia Perticara. A parte il regalo che mi ha fatto segnalandomi alcuni refusi che mio figlio Luca correggerà appena possibile – sono i vantaggi dell’autoproduzione -, mi ha scritto tra ieri e l’altro due messaggi bellissimi, te li metto qui, so che sarai contento anche tu:
Mercoledì 12 Settembre: “Caro Vincenzo, sto finendo di leggere Novelle Artigiane. Volevo fare considerazioni man mano che le emozioni mi stimolavano, ma mi sono accorto che è tutta un’emozione. A proposito, Yod è una Ecotopia alla Callenbach?”
Giovedì 13 Settembre: “Ho finito. Ti scriverò presto cosa ne penso, intanto ti anticipo che il mio approccio alla vita e il mio rapporto con i figli non sarà più come prima.”
Come dici caro Diario? C’è davvero di che essere contenti? Sono d’accordo con te, adesso però ti lascio, ma ritorno presto.
Novelle Maremmane
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Caro Diario, come ti ho raccontato qui la scorsa settimana ho trascorso 24 ore davvero piene di belle cose a Follonica. La presentazione di Novelle Artigiane come sai era alle 18:00 al Magma. Mi devi credere amico mio, è stato tutto molto emozionante, la chiacchiera con Barbara Catalani, i mei tentativi di dire e non dire per non svelare troppo la trama dei racconti, la generosità con la quale Irene Costantini ha risposto alla mia richiesta di aiuto, la presenza dei miei amici Maremmans – Marco de Carolis, Alessandro Fichera, Margherita Riccio e Fabrizio Santini -, le nuove persone con le quali ho potuto attivare delle connessioni, che come sai questa cosa qui dei rapporti umani per quanto mi riguarda è la più importante di tutte.
Come dici amico Diario? Cosa ho chiesto a Irene? Di raccontare un po’ di quello che le mie novelle hanno lasciato a lei, e credemi, se le 10 copie che mi ero portato sono state vendute tutte è stato molto per quello che ha detto lei.
Direi che anche per oggi è tutto, anzi no, ti voglio dire anche che mi sto facendo vecchio amico mio, l’ho scritto anche sui social qualche giorno fa, ormai quando parlo di cose che mi stanno molto a cuore mi commuovo facile, troppo facile direi. Ecco, adesso è davvero tutto, alla prossima.
Elisabetta e il signore che viene a fare l’orto
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Caro Diario, questa storia qui ha inizio con la mia amica Elisabetta Casarin, sì, proprio, lei, quella di Radio Stonata e del gemellaggio con La Notte del Lavoro Narrato che mi scrive in chat questo messaggio: “Ciao Vincenzo, sai che ho regalato il tuo libro al signore che viene a fare l’orto con mio papà e si è commosso? È tutto bello, iniziando dalla copertina rugosa e coi colori vividi dell’uva e del vino”. Naturalmente le ho risposto, le ho detto che ero molto contento e siamo rimasti che prima o poi bisognerà incontrarsi dal vivo.
Ieri sera, quando ho visto che ha pubblicato sulla sua bacheca la cover di un libro, le ho scritto sempre in chat un messaggio affettuoso per ricordarle di leggere anche Novelle Artigiane e lei prima ha pubblicato la faccina che ride e poi mi ha scritto questo: “nel frattempo chiederò al signore dell’orto qualche commento sul libro e te lo riporto. Mi ha detto che lo sta leggendo un poco alla volta, ogni sera, perchè va gustato pian piano, è un libro che fa pensare e ricordare, ha detto. Era la persona giusta per il libro, secondo me, però non voglio forzare, raccolgo quello che mi dice lui spontaneamente quando lo vedo”.
Come dici amico Diario? Che bella cosa? Sono d’accordo, per questo l’ho voluta condividere con te.
Per tentativi ed errori
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Caro Diario, per prima cosa ti voglio dire che in questo periodo che non ci siamo sentiti ho lanciato due campagne, Meno panini più libri e Meno sigarette più libri. Se, come spero, vuoi saperne di più, segui i link mentre se, come spero ancora di più, le mie due campagne le condividi, sostienile con tutti i mezzi che puoi. Detto questo, mi piace ritornare sulla fatica che c’è dietro alla scrittura di un libro. Naturalmente se sei Stephen King o Andrea Camilleri il problema non ce l’hai, ma se sei Vincenzo Moretti invece sì, forse si chiama post-produzione e forse no, di certo mi devo portare io i libri appresso quando vado a una presentazione – quando si tratta di spedirli ci pensa Luca – devo decidere io come promuovere il libro, come utilizzare al meglio i social, come coinvolgere amiche e amici e tutto il resto.
Te lo posso dire chiatto chiatto? A me quelli che sanno sempre tutto e hanno sempre la risposta per tutto alla voce marketing o mi fanno invidia o mi fanno ridere, compresi molti di quelli che ci scrivono i libri su come si fa marketing.
Io faccio come facevano gli antichi, per tentativi ed errori, osservando, pensandoci su, chiedendo qualche consiglio, come avrebbe detto mio padre “cercanno e m’arrubbà ‘o mestiere”.
Come dici? No, no, non lo escludo affatto di trovare persone competenti che si occupino di questa parte del lavoro, proprio pochi giorni fa ho chiesto un consiglio a Carlotta Borasio e ti devo dire che è stata di molto cortese e disponibile, mi ha spiegato in maniera eccellente cosa fa lei e mi ha aiutato assai a chiarirmi le idee su alcuni aspetti che di sicuro mi saranno d’aiuto.
Come dici? Sì, per ora con Carlotta siamo @mici solo sui social, ma non è detto che prima o poi non ci incrociamo e magari facciamo crescere qualche idea insieme. In ogni caso, alla voce marketing online per creativi consiglio di segnartela, per me tiene l’approccio e le competenze giuste, poi naturalmente vedi tu, io intanto ho cambiato il claim di Novelle Artigiane, sono passato da Fatte con le nostre mani a Il romanzo del lavoro ben fatto. Sì, le ansie che avevo all’inizio le ho superate, i riscontri di chi legge il libro mi hanno aiutato molto, tra qualche settimana ti faccio sapere se il cambiamento ha portato giovamento.
Int’ A Rezza
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Caro Diario, Venerdì 26 Ottobre con Novelle Artigiane sono a Cercola, ospite dei miei amici di A Rezza. La mia storia con loro è cominciata con questi due ragazzi qui, Christian De Luca e Leandro Mazzarella, ma poi si è allargata assai, e insomma è un bel po’ che sono finito pure io int’A Rezza, dentro la rete, che quando ci sono ragazze e ragazzi che hanno voglia di stare assieme, di pensare e di fare per il loro territorio l’unica cosa giusta da fare, per me, è esserci e dare una mano.
Intanto una mano la danno ancora una volta loro a me, creando l’occasione per raccontare del mio libro. Due di loro – Alessandro e Ilena – si sono presi il compito di leggerlo e di raccontarlo insieme a me, hanno creato la locandina che vedi sotto nella foto e stanno facendo un bel po’ di lavoro sui social, direi che sono assai contento e fiducioso, spero che in tante/i trovino il piacere di leggerlo.
Come dici amico Diario? Sono ragazze/i e per loro spendere 13 euro per un libro non è facile? Per piacere non ti ci mettere pure tu. Innanzitutto, io come sempre una copia per la loro biblioteca gliela regalo e quindi chi proprio non può comprarlo lo potrà leggere lo stesso. Ciò detto ritorno ai miei due hashtag, #menopaninipiùlibri e #menosigarettepiùlibri. Perché sì caro Diario, anche su questo terreno c’è da fare una battaglia culturale, anche con le/i ragazze/i, perché leggere è più importante di mangiare, di bere no ma di mangiare sì, che a morire di fame nella nostra parte di mondo è pressocché impossibile mentre invece rimanere ignoranti sì, altro che se è possibile.
Come dici? Perché mi arrabbio così tanto? Perché alla voce leggere passa una parte importante delle loro possibilità e del loro futuro, non parlo tanto delle ragazze e dei ragazzi di A Rezza, che loro sono di quelle/i che stanno sul punto, parlo delle ragazze e dei ragazzi in generale, per esmepio di quelle/i che non vedono l’ora di rivendere i libri sui quali hanno studiato, quelle/i che studiano sui loro appunti e ancor di più quelle/i che studiano sugli appunti degli altri.
Scusami, ma quando ci vuole ci vuole. Tornando a noi, se puoi vieni anche tu Venerdì sera, che queste/i ragazze/i qui te le/i presento, ti piaceranno un sacco.
Come dici? Ti hanno detto che qualcuna/o di loro è juventino? Nessuno è perfetto! Ci vediamo Venerdì alle 19:00 alla Parrocchia Sant’Anna a Cercola.
Tanti Auguri Loris
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Caro Diario, qualche giorno fa mi ha scritto la mia amica poeta Laura Bertolini, sono sicuro che la ricordi, la sua storia per dirmi che aveva inviato in regalo Novelle Artigiane al padre Loris, metallurgico in pensione, per il suo compleanno, che cade oggi.
Ieri mi ha scritto Loris per dirmi che il libro era arrivato – Laura come sai vive negli Usa con marito e figlia il padre a Cecina – e insieme mi ha mandato la foto che puoi vedere in fondo.
Come puoi immaginare sono stato contento assai, l’ho scritto a Laura e lei e le ho anticipato che avrei scritto questo post e guarda lei cosa mi ha risposto:
«Grazie davvero Vincenzo! Purtroppo la mia lontananza fisica è veramente grande, ma cerco sempre di farmi presente in un modo o nell’altro. Questo è stato l’anno in cui ti ho conosciuto e anche l’anno in cui ho avuto modo, grazie sempre a te, di poter raccontare una piccola storia Italiana: quella di un ex operaio dello stabilimento siderurgico di Piombino. Il fatto che sia mio padre rende poi tutto molto più sentito e, chiaramente, fa un eco molto speciale all’interno della comunità piccola e grande di appartenenza. Quando il mio racconto divenne una voce per “la notte del lavoro narrato”, lui si commosse, amici e parenti parlarono di lui ed ebbero modo di conoscerlo anche persone che non ha mai incontrato. Qualcuno, leggendo la sua storia, ha rivisto il proprio padre, il proprio nonno, la propria esperienza. Per il suo compleanno di ho pensato di regalargli il tuo libro. Ho voluto restituirgli la narrazione di altre vite alle quali tu, caro Vincenzo, hai saputo dare voce. In questo mondo avere voce non è una cosa tanto scontata, ma è davvero importante! Un regalo di compleanno, tornando a quello che ti stavo dicendo, che ha senso, valore e che sicuramente ha fatto molto piacere a chi se l’è visto recapitare a sorpresa.
Novelle Artigiane, oggi, avvicina una figlia in California (Usa) ed un padre in California (Toscana)! Un abbraccio.»
Come dici amico Diario? Intrno a queste nostre novelle accadono gran belle cose? Modestemante a parte, come avrebbe detto mio padre, penso di sì, le nostre storie di vita e di lavoro ci uniscono, attraversano i mari e le città, ci tengono insieme, definiscono le nostre identità e la nostra voglia di sentirci parte di una comunità. Ti voglio bene. Alla prossima.
P. S.
Mannaggia, a momenti me ne dimenticavo, tanti auguri Loris.
A Rezza e il libro sospeso di Mirko
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Caro Diario, come sai Venerdì sera con Cinzia siamo stati a Volla, alla Parrocchia Sant’Anna, su invito di A Rezza, per raccontare Novelle Artigiane nell’ambito della rassegna Caffè Letterario.
L’ho detto a loro e lo voglio dire anche a te, ogni volta che vado da queste/i ragazze/i vengo rapito dalla quantità e dalla bellezza delle cose che sono capaci di inventarsi, dall’orto sociale all’aula studio, dal caffè letterario al corso di fotografia, dalla libreria popolare a tante altre cose ancora. Sì, amico Diario, sono quelle/i come loro i nuovi eroi, la nuova epica che dobbiamo scrivere deve partire da qui, da queste ragazze e da questi ragazzi che contando esclusivamente o quasi sulle loro forze non rinunciano alla possibilità, al diritto, di mettere qualche pennellata di azzurro nel loro futuro.
Leggi cosa hanno scritto sulla loro pagina social per invitare chi li segue a venire alla presentazione: “I libri ci tengono stretti. È iniziata la rassegna “CAFFÈ LETTERARIO” che proseguirà con letture collettive e presentazioni di libri strambe, dove ci si mette in cerchio e l’autore, lo scrittore è proprio uno di noi. A Volla, la cultura vibra. È una cultura che nasce dall’organizzazione spontanea di giovani e meno giovani. È un cultura popolare perché disegna altre forme di relazione, altri modi di stare insieme, perché mette in gioco le persone direttamente. Gli spettatori non esistono, esistono donne e uomini che scelgono dove stare e cosa fare per cambiare il posto in cui vivono.”
Sì, caro Diario, I love A Rezza, e loro sanno che se nel mio piccolo posso in qualche modo dare una mano io ci sono.
Come dici amico mio? Come è andata la presentazione? Una meraviglia, grazie in primo luogo a Ilena – che lo ha letto tutto – e Alessandro – che invece per ora ne ha letto solo una parte – che mi hanno fatto delle bellissime domande, e tu lo sai come funziona, quando le domande sono quelle giuste è difficile dare risposte sceme.
Per il resto solo cose belle, mi dispiace solo che quando è venuta fuori l’idea di fare la foto finale Domenica e qualche altra/o amica/o erano già andati via, però una cosa troppo bella te la devo dire lo stesso, è successo quando si è avvicinato Mirko Ferraiolo e mi ha portato due copie delle novelle per scrivere una piccola dedica.
Dopo che ho scritto due parole sincere di affetto e gratitudine per lui gli ho chiesto a chi dovevo dedicare l’altra copia e lui mi ha risposto “non lo so, scrivi a chi verrà” e allora mi è venuta in mente la meravigliosa tradizione napoletana del caffè sospeso e ho detto a Mirko che lui aveva appena inventato il libro sospeso, e ci siamo abbracciati.
Sì, caro Diario, senza offesa per nessuno ma noi napoletani siamo davvero particolari, proprio come ha scritto E. A. Mario in Duje Paravise, “rrobba ca sulo a Napule se fa”. Alla prossima.
Acidicolori
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Caro Diario, il 16 Novembre Cinzia, Novelle Artigiane e io siamo a Bari, alle 19:00, presso Acidicolori. L’idea è partita da Laura Ressa, con la quale condividiamo molte cose ma non ancora un abbraccio, recuperemo Venerdì, Laura oltre alla quotidiana attività di networking, ha scritto anche un bell’articolo sul suo blog, Frasi Volanti, se lo leggi sono contento. Insieme a Laura, ci stanno lavorando Elvira Zaccagnino – direttrice di “edizioni la meridiana” – e Carmela Lovero – fotografa professionista nonché fondatrice di Acidicolori.
A chiacchierare insieme a me delle mie novelle ci saranno la giornalista Donatella Lopez e chiunque altra/o vorrà contribuire.
Che ti devo dire amico Diario, sono contento assai. Sono contento per l’amore, l’impegno, il #lavorobenfatto di Laura e delle sue complici per fare in modo che tutto funzioni al meglio; sono contento perché questa di Bari è la prima tappa di un minitour che mi porterà il 4 Dicembre a Potenza ospite della libreria Sognalibro, il 14 Dicembre ad Alatri ospite dell’Associazione Gottifredo e il 21 Dicembre a Secondigliano ospite di Associazione Larsec; sono contento perché le lettrici e i lettori del libro anche se con lentezza continuano a crescere, e soprattutto continuano a disseminare tracce di bellezza e di entusiasmo con i loro incoraggiamenti, i loro commenti, le loro recensioni molto positive.
Conto di tornare presto amico mio, di certo dopo la presentazione barese, tu intanto non ti stancare di darmi una mano con il passa parola, quelli come me da Fazio non ci arrivano, e la voce delle lettrici e dei lettori è il principale strumento per raggiungere il pubblico. Un abbraccio.
La struttura di Robert McKee
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Caro Diario, non mi ricordo se te l’ho già detto oppure no ma sto leggendo Story di Robert McKee, anzi lo sto rleggendo, perché ero arrivato a 100 pagine ma poi ho interrotto e così ho deciso di ricominciare daccapo.
Sì, ho fatto, bene, perché per esempio rileggendo pagina 43 ho attivato una connessione che la volta precedente mi era sfuggita. La frase è quella che apre la pagina, laddove scrive che “la struttura è una selezione di eventi tratti dalle storie esistenziali dei personaggi, sistemati in un ordine scelto per causare precise emozioni ed esprimere una precisa visione della vita”.
Come dici amico mio? Scommetti che mi sono connesso con Novelle Artigiane? È inutile che ti dai tutte queste arie, era facile indovinare, tra l’altro se non fosse stato così non avrei scelto questo post per raccontanterlo. A parte gli scherzi caro Diario sono contento che al secondo giro mi sia fermato a pensarci su, perché quello che dice McKee io lo ritrovo paro paro nelle mie novelle, e naturalmente la cosa mi fa molto piacere, comunque tra poco scrivo pure a Laura Ressa, vediamo lei che dice, questa potrebbe essere una gran bella traccia per le nostre chiacchiere di Venerdì a Bari. Ti tengo aggiornato.
Laura e le Novelle baresi
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Caro Diario, questa di Bari è stata una tappa veramenente bella del mio viaggio con Novelle Artigiane.
Come dici? Quando c’è Cinzia con me è sempre così? È vero, non sarò certo io negarlo, però questa volta è successo qualcosa di più, si è creata un’alchimia particolare come mi ha ripetuto cento volte la mia amica Claudia Castaldo per convincermi a raccontare il lavoro ben fatto in un minuto a Hub Dot Napoli.
Facciamo così, la magia della serata te la lascio raccontare da qualcuna delle belle fotografie scattate da Carmela Lovero che ci ha ospitato in questo serendipitoso luogo di Bari Vecchia chiamato Acidicolori, dalla recensione della giornalista Donatella Lopez e dalla presentazione di Laura Ressa.
Io ti voglio dire invece della magia dell’incontro con Laura, che sì eravamo già amici ma a Bari ci siamo incontrati per la prima volta, e it’s wonderful come canterebbe Paolo Conte. E la sintonia che si è creata con Donatella? Con lei solo qualche scambio di battute via chat eppure quando a cominciato a raccontare e a chiedermi delle cose ho capito subito che era entrata completamente nel senso e nello spirito delle mie Novelle, in certi momenti mi ha persino messo in imbarazzo per le belle cose che ha detto, insomma tu leggi la sua recensione e ti fai un’idea. E Carmela, la padrona di casa, che ti accoglie con un sorriso meraviglioso e un calice di vino novello? E Anna, Giuseppe, Davide, Carmela e tutte le altre belle persone con cui siamo stati a cena?
Sì, amico Diario, ci hanno coccolato, ci siamo voluti bene, e queste cose qui fanno davvero bene alla testa e al cuore.
E poi lei, Laura, che è stata con noi l’intera giornata di Sabato, e siamo andati in giro, e abbiamo chiacchierato, e poi ci ha rggiunti Davide, una giornata zeppa zeppa di umanità, di progetti, di cose da fare insieme, perché sì caro Diario, come sai io sono una persona molto fortunata, e di belle persone ne incontro tante, ma con Cinzia ce lo siamo detti anche durante il viaggio di ritorno, Laura non è solo una bella persona, Laura è una giovane jedi che può popolare, dare senso e futuro alla bottega del #lavorobenfatto.
Ecco caro Diario, i nostri due giorni a Bari sono stati due giorni di meravigliosa umanità, due giorni a raccontare di tutto e di niente, con il sole, il vento e la pioggia che ci hanno accompagnato discreti. Ti lascio come ti ho detto con qualche foto, ma ritorno presto.
Il libro #benfatto di Osvaldo Danzi
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Caro Diario, “Un libro #benfatto” è il titolo della recensione di Novelle Artigiane che Osvaldo Danzi, inventore di Fior di Risorse, editore di Senza Filtro, Executive Recruiter, Social Media Recruiting Specialist e soprattutto mio amico, ha scritto su Linkedin.
Niente, ci tengo che tu la legga, è una lettura particolare delle mie Novelle e mi ha fatto molto piacere leggerla. Come sempre dopo che l’hai letta fammi sapere che cosa ne pensi.
Osvaldo Danzi
[UN LIBRO #BENFATTO]
«Non tutti i libri di management sono scritti bene, non tutti i libri di management sanno trasmettere valori e conoscenza.
Ho finito da poche ore il libro di Vincenzo Moretti, “quello del hashtag#LavorobenFatto”, il manifesto che tutti coloro che credono in ciò che fanno e nel farlo con giudizio ed orgoglio dovrebbero sottoscrivere.
E’ un libro di management, anche se lui non lo sa. Uno dei pochi in cui non ci sono citazioni ed autocelebrazioni e dove l’esperienza si misura attraverso la bellezza delle parole e la compiutezza dei mestieri.
Imparare dalle esperienze: stiamo perdendo competenze, conoscenze e il valore di chi ha costruito prima di noi. Dovremmo ricominciare ad osservare il passato per ascoltare meglio il futuro.»
Un libro da riscrivere
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Caro Diario, come ci ha insegnato il grande Eduardo, nella vita ci tocca la cantata dei giorni pari, quelli gioiosi, fortunati e felici, e la cantata dei giorni dispari, quelli della serie “era meglio che oggi non uscivo di casa”, insomma quelli come ieri. I segni sono stati brutti già dalla mattina, sono riuscito a salire su un treno alta velocità che è partito mezzora prima del mio ed è arrivato un quarto d’ora dopo l’ora di arrivo prevista del mio. In più di fianco alla mia fila un gruppo di commercianti di vitelli e maiali in gessato blu e camice azzurrine con i fiori che per tutte le due ore meno 5 del viaggio hanno continuato a fare transazioni via telefono, quattro operazioni e percentuali comprese.
Comunque vengo al punto, è arrivata la 51° recensione a L’uomo che aggiustava le cose, la prima delle mie tre novelle in formato digitale, ed è stata decisamente negativa, il che naturalmente non mi ha fatto piacere, però questo è e così come ho fatto con tutte le altre intendo condividerla con te.
Il lettore si è registrato come Cliente November 2018 e la recensione l’ha intitolata “Da riscrivere”, che già di per sé il titolo è tutto un programma. Questo invece il testo: “Lodevole l’intento, apprezzabile l’impegno e poetici i messaggi trasmessi ma la trama/struttura è davvero povera, la narrazione stentata e lo stile semplice fino all’ingenuità … in sintesi: la letteratura è tutta un’altra cosa. …” Aggiungo che ha valutato due stellette, non una come avrebbe potuto.
Niente, aggiungo solo che su una recensione così c’è molto da riflettere e anche da imparare, anche se non ho mai pensat di essere Kafka, Borges o Hemingway è comunque un grande sprone a migliorarmi. Torno presto, ti devo raccontare un po’ di cose che stiamo combinando in Aula O.
Questo Natale si è presentato come comanda Iddio
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Ebbene sì caro Diario, comincio un’altra volta con il grande Eduardo. In realtà il titolo del post sarebbe “Questo Natale si sta presentando come comanda Iddio”, ma non è che mi posso mettere a cambiare le parole di Luca Cupiello, non esiste, accontentati del fatto che veramente sono troppo contento.
Come dici? Perché sono così contento? Per almeno cinque ragioni.
1. Perché mi aspetta un Dicembre in tour, il 4 Dicembre sono a Potenza, alla Libreria Sognalibro, con Angela Di Maggio e Vito Verrastro; il 12 Dicembre a Napoli, al Salotto Nunziata, con Diego Garzia e Gianmaria Garzia; il 14 Dicembre ad Alatri per iniziativa dell’Associazione Gottifredo, con Angelo Astrei; il 21 Dicembre nella mia Secondigliano, all’Enoteca Passaro, grazie ai miei amici di Associazione Larsec.
2. Perché è il lavoro di riscrittura di Novelle Artigiane che stanno facendo le ragazze e i ragazzi di Aula O è iniziato alla grande con l’ottimo lavoro di Marika Silvestro come puoi leggere qui e qui.
3. Perché ieri ho lanciato sui social un post per invitare le mie amiche e i miei amici a regalarsi e a regalare, per Natale, Novelle Artigiane, ed è andato alla grande.
Uno per tutti ti riporto il messaggio che ha postato sui social il mio amico Matteo Bellegoni che poi nei commenti ha taggato quasi un centinaio di amiche e amici: «La vita è un racconto, si potrebbe dire alla fine di questo libro, ma questo libro per me è qualcosa di più, è il racconto dell’umanità che tiene le sue radici ben salde nella terra e i rami immersi nell’universo e nelle sue infinite possibilità. È il tentativo di cogliere l’essenza della vita dall’umanità dei personaggi che popolano il sogno di Vincenzo e che il racconto rende vivi e reali, facendoli diventare nostri compagni di questo viaggio. Pertanto non solo regalerò questo libro alle persone a cui voglio bene, ma spero tanto che loro facciano altrettanto, perché il sogno di Vincenzo vale la pena di essere vissuto.»
4. Perché dopo la presentazione di Bari la mia amica Laura Ressa continua a pubblicare cose bellissime su Frasi Volanti, il suo blog, l’ultima in ordine di tempo è questa, si intitola Donare un pezzo della propria strada, non te lo perdere.
5. Perché continuano ad arrivare bellissimi commenti / recensioni dalle lettrici e dai lettori, anche persone al di fuori della cerchia degli amici, l’ultimo in ordine di tempo è questo di Massimo Nicoli.
Ecco, direi che per ora è tutto, ma conto di tornare presto.
Le conseguenze dell’amore
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Caro Diario, le conseguenze dell’amore che Cinzia e io abbiamo incontrato a Bari grazie a Laura Ressa e alla presentazione di Novelle Artigiane sembrano non finire mai.
Leggi cosa mi ha scritto ieri Giuseppe Agostinacchio così ti fai un’idea:
«Ciao Vincenzo, ero presente alla presentazione a Bari delle tue Novelle Artigiane e anche a cena siamo stati a chiacchierare.
Due appunti negativi: 1. La presentazione non era consona al valore del LIBRO;
2. Hai parlato troppo di te e poco del LIBRO.
Già il LIBRO. Sai perché l’ho acquistato? Perché mio padre somigliava a mastro Giuseppe e mi ha insegnato tutto quello che sapeva fare e a farlo bene. Ho fatto di tutto: muratore, elettricista, carrozziere, meccanico, ho frequentato botteghe di mastri forgiatori e altro per puro piacere di farlo non perché ne avessi bisogno. E questo, purtroppo, capita a pochi fortunati.
Io lo sono stato doppiamente avendo acquistato il tuo LIBRO.
Tutta questa premessa per dire che non mi sembrava vero, leggendolo, che si potesse scrivere un libro che ti parlasse in questo modo. Sono di gusti difficilissimi, forse perché mi sono avvicinato alla lettura da circa 6 anni, ma questo mi ha lasciato senza parole. Leggo soprattutto in barca circa 20 libri nei 4 mesi estivi.
Lo consiglierò a quante più persone potrò, sinceramente per arricchire loro, ma tu DEVI trovare il modo di farlo arrivare a più giovani possibile. Non condivido la scelta di non avere un editore nazionale alle spalle perché il LIBRO MERITA la massima diffusione con partecipazione a fiere e premi.
Secondo me un tale tesoro non può essere riservato a pochi e/o a chi lo acquista per caso. Con sincera gratitudine.
Giuseppe».
Ti confesso amico Diario che di fronte alla spontaneità e alle parole di Giuseppe mi sono sentito come dentro a un sogno, quasi come Sofia, credo che per un autore suscitare queste emozioni sia il massimo delle soddisfazioni possibili, almeno per me è così, e ci tenevo un sacco a dirtelo.
A proposito di sogni, Martedì 4 Dicembre si avvicina, ti ricordo che alle 19:00 sono alla Libreria Sognalibro con Angela Di Maggio e Vito Verrastro, ci terrei tanto che venissi anche tu, e se proprio non puoi confido su di te per il passaparola. Alla prossima.
Novelle e baccalà
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Caro Diario qui dalle nostre parti stanno accadendo un sacco di cose e insomma si fa fatica a metterle in fila. La notizia del giorno è sicuramente Novelle e Baccalà, la cena con libro organizzata dai mitici fratelli Garzia, Diego e Gianmaria, archeochef e oste di Salotto Nunziata.
Che ti devo dire amico Diario, a me questa idea passare una serata mangiando e raccontando il baccalà piace un sacco, e non sono il solo, pensa che Giancarlo Carniani – a proposito, la prima edizione di Hicon come immaginavo non sta tradendo le attese, nei prossimi giorni te ne racconto – mi ha scritto che vuole organizzare a Firenze una serata Ribollita e Novelle mentre Giovanna Manzi ha proposto alla sua amica Roberta Basso di replicare Novelle e Baccalà in Veneto.
Che ti devo dire, a me sembra tutto così tanto bello che le altre cose che ti volevo raccontare te le dico un altro giorno, intanto godiamoci le buone novelle, del resto ne parliamo poi. Come dici? Certo che ti tengo informato, a presto.
Il salotto di Morin
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Caro Diario, il racconto di ieri sera a Salotto Nunziata comincia da Edgar Morin e dalle sue 7 Lezioni sul Pensiero Globlale, un libro che ti consiglio assolutamente di leggere. A pagina 20, nel paragrafo initolato Prosa e poesia della vita, scrive della polarità poetica della vita, cioè quella in cui “si hanno momenti di armonia e di gioia, momenti che danno l’amore, l’amicizia, la letizia. È qusto che è vivere, cicere poeticamente […]. Mangiare per nutrirsi potrebbe essere solo prosaico, ma la qualità degli elementi, il modo in cui sono cucinati, la commensalità danno piaceri che poetizzano i pasti. Tutto ciò che ci procura un sentimento di bellezza contribuisce alla qualità poetica della vita.”
Ecco, questo che ha raccontato Morin nel suo libro è esattamente quello che è successo ieri da Diego e Gianmaria Garzia, a a Salotto Nunziata, complice il fatto che l’evento che abbiamo organizzato non ha funzionato, hanno prenotato soltanto Margherita e suo marito Sergio, due cari amici, questo è il periodo di riposo per Poggio La Croce e perciò sono a Napoli.
Come dici caro Diario? Ma allora la serata è stata un fallimento? Se tu chiami fallimento il fatto che le persone non sono venute, che i miei amici Diego e Gianmaria non hanno riempito il locale e che le persone non hanno acquistato Novelle Artigiane sì, però se la così la leggi così ti perdi moltissimo.
No no, adesso lascialo perdere a Morin, perché altrimenti sembra che io voglia tirarlo per la giacca, quello che ti perdi è la bellezza di quello che abbiamo mangiato, l’unicità del posto, la felicità di quattro amici che trascorrono una serata imprevista assieme, perché certo che mi sarebbe piaciuto che invece di 2 fossero arrivati in 20, avrebbe significato vendere le 20 copie del libro che avevo portato con me invece di riportarmele a casa, però la serata con Cinzia e i miei amici me la sarei persa. E poi c’è l’effetto serendipity, perché anche quello devi considerare, Giancarlo Carniani che legge dell’evento e decide di realizzarlo anche a Firenze, mi ha dato già il titolo, Ribollita e Novelle, e Giovanna Manzi che propone a una sua amica di organizzare la cena a base di baccalà nel Veneto, che anche quello sarebbe mitico, senza contare Diego e Gianmarco che continuano a dirmi che la dobbiamo rifare, della serie “Vincenzo noi siamo qua e tu a un quarto d’ora di distanza a piedi, che difficoltà c’è a riproporla”.
Ecco amico Diario, ti lascio con la foto che ci ha fatto Gianmarco, ma ritorno presto, domani sera sono ad Alatri, in provincia di Frosinone, invitato dagli amici dell’Associazione Gottifredo. Ah scusami, a momenti dimenticavo, la cena è stata magnifica, la pasta con i ceci e i pezzetti di baccalà fritto non te lo dico.
Come dici, così non vale? Altro che se vale, la prossima volta ti consiglio di venire invece di metterti a criticare.
Associazione Gottifredo
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Caro Diario, il pomeriggio e la serata di Venerdì scorso ad Alatri sono stati davvero bellissimi, peccato che né tu e né Cinzia siate potuti venire.
Sono arrivato a Frosinone alle 15.52 come previsto e fuori alla stazione ho trovato ad aspettarmi Angelo Astrei, che insieme a me più tardi ha presentato il libro. Non mi dilungo su di lui, conto di farlo nei prossimi giorni e non voglio rovinarti il piacere di scoprire che bella persona è, per adesso ti dico solo che durante il viaggio da Frosinone ad Anagni mi ha rimpito di domande, aveva mille curiosità sulle mie novelle, mi ha suggerito riflessioni che non avevo mai fatto – non ci sta niente da fare, il lettor è autore – e come puoi immaginare sono tutte cose che a te che lo hai scritto il libro riempiono il cuore di gioia.
Arrivati ad Alatri sosta in un bel bar pasticceria – non avevo pranzato, ho preso un pasticcino e un caffè – e poi dritti a Palazzo Gottifredo per la presentazione, dove ho conosciuto Gabriele Meglio uno dei coworker del Coworking Gottifredo, e Rossella Sgambato, con la quale avevo scambiato qualche messaggio in chat più di un anno fa, la sua storia la puoi leggere qui, perché sì, avevamo cominciato a chiacchierare da 5 minuti e io già avevo deciso che non potevo lasciarmela scappare.
A un certo punto sono arrivate/i una decina di ragazze/i cinesi, sono qui da un mese e come leggerai nella storia di Rossella saranno impegnate/i a imparare la lingua italiana ancora per i prossimi 9 mesi, e tu lo sai come sono fatto, loro cominciano a capire l’italiano, però io parlo veloce, e poi ogni tanto mi piace “pazziare” con la lingua napoletana e insomma a un certo punto ho chiesto a Rossella se le andava di fare una sintesi in cinese per le/i ragazze/i cinesi.
Ecco, se mi chiedi come ha risposto vuol dire che non hai letto la sua storia, non sai che è timida, che le piace lavorare dietro le quinte e tutto il resto, insomma per farla breve ho dovuto chiamare i rinforzi nella persona del mio amico Tarcisio Tarquini e così alla fine ci siamo riusciti.
Amico Diario è stato bellissimo, Angelo ha girato anche un pezzetto di video che abbiamo condiviso sui social, è stato un segno di rispetto e di condivisione troppo bello, e anche tra le tante amiche e amici ialiane/i non c’è stata/o nessuna/o che non ha capito, si è annoiata, ha dato segni di insofferenza.
Per il resto la serata la sintetizzo con le parole dell’Associazione Gottifredo e di uno dei presenti, Luca Salvadori, compositore e musicista, con il quale ho scambiato un po’ di chiacchiere dopo la presentazione.
Associazione Gottifredo: Vincenzo Moretti intervistato da Angelo Astrei. Novelle Artigiane, il racconto del #lavorobenfatto, con Rossella Sgambato che coinvolge le nostre studentesse e i nostri studenti cinesi di #Iostudioitaliano. Un pomeriggio pieno di riflessioni, ricordi, sentimenti, suggestioni, proposte al #CoworkingGottifredo.
Luca Salvadori: Il lavoro ben fatto di Vincenzo Moretti è un’idea antica, robusta, semplice, vera, come i muretti a secco che da pochi giorni sono diventati patrimonio immateriale tutelato dall’Unesco. Valori che tutti sentiamo come nostri nel profondo da sempre, ma che oggi c’è necessità di ribadire. Difficile riassumerli qui, ma vogli almeno riportare le parole che Moretti oggi predilige per il suo curriculum: “Desidero le cose che ho e ancora voglio cambiare il mondo”. Unire rigore scientifico, capacità comunicativa, saggezza partenopea e severità scandinava non è da tutti. Grazie a Vincenzo Moretti per questo regalo fatto alla Associazione Gottifredo e ad Alatri”.
Te lo dico chiaro amico Diario, la prsentazione di Altri è di quelle che lasciano il segno, che diventano l’occasione per nuove amicizie e nuove relazioni, e alla fine lo sai che per me la cosa più importante di tutte è questa, creare nuovi ponti che mi colleghino a nuove teste, nuove mani e nuovi cuori.
A proposito di amicizia, la sera a cena con Tarcisio è stato bellissimo tra ricordi e futuro, che alla fine siamo fati così, ci entusiasmiamo, e finisce che intorno a mezzanotte ci siamo ritrovati seduti intorno al tavole del B&B con il computer accesso a guardare il lavoro creativo che i bambini di una classe elementare di Casoria avevano fatto un bel po’ di anni fa nell’ambito di un progetto di urbanistica partecipata.
Come dici caro Diario? Siamo instancabili? No, siamo solo innamorati di quello che facciamo, e cerchiamo di farlo bene. Punto.
Secondiglianers
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Caro Diario, è una vita che ce l’ho nel cuore e nella testa, si chiamerà Secondiglianers, Gente di Secondigliano, sarà l’ultimo libro che scriverò, il mio più grande successo, roba da far invidia a James Joyce. Sì amico mio, i protagonisti saranno loro, donne e uomini come quelle/i che ho incontrato ieri sera, donne e uomini come Giorgia, Maria, Michele, Antonella, Vincenzo, Pasquale, Tonia, Chiara e tutte le altre e gli altri che sono state/i con noi alla presentazione di Novelle Artigiane organizzata all’interno della rassegna Aperitivo con L’Autore organizzata da Larsec – Secondigliano in collaborazione con Enoteca Passaro.
Mi devi credere amico Diario, non lo so neanche io da dove cominciare, da Antonella, da Enoteca Passaro che tu ci entri e ti sembra di stare a Barcellona invece che a Secondigliano e dai fagioli rossi a zuppa che erano una squisitezza; da Giorgia Cecconi che erano le 11:00 di sera passate quando sui social ha postato la foto del libro con “Per tutti quelli che le cose le fanno bene o non le fanno proprio. Senza improvvisare, improvvisarsi. Testa, mano e cuore: io ci provo! Comincia un nuovo viaggio.”; dal messaggio lasciato nei commenti da Maria Brusciano – grazie mille per la splendida serata, interessante e piacevole -; dalla meravigliosa presentazione di Michele Somma che a farlo passare da prof. a Vincenzo proprio non ci riesco – ormai va per i 30 anni ed è da molto che non è più mio studente – però ieri quando mi ha salutato mi ha dato per la prima volta il tu – ciao prof., mi ha detto, sono stato felice di rivederti – e mi è sembrato un buon segno; dalle domande di Vincenzo Strino che ha una capacità straordinaria di andare al punto e un’autonomia di pensiero che spero non smarrisca mai, perché davvero ha una testa brillante come pochi.
Per il resto come ti dicevo ho conosciuto un po’ di Secondiglianers di bella umanità che prima o dopo te le/i racconto, ho avviato un discorso con la maestra Maria Brusciano sulla possibilità di portare avanti con i suoi ragazzi di quarta il percorso su #lavorobenfatto, #tecnologia # e #consapevolezza e ho letto e raccontato le mie novelle.
Sì, certo, anche quella è stata per me una parte molto bella, è quella in cui racconto di me,
di mio padre, di qualche personaggio del libro, dei miei sogni, del perché a un certo punto della mia vita ho deciso che da grande voglio fare lo scrittore.
Sì, fammelo ripetere, è stato bello assai, e credo anche che non finisca qui, perché sono venute fuori un po’ di idee per il futuro prossimo venturo sulle quali mi piacerebbe portare il mio piccolo mattoncino, credo che sia venuto per me il momento di ridare a Secondigliano un po’ di quello che Secondigliano mi ha dato, la prima cosa che faccio è chiedere la tessera 2019 a Larsec, sì, chiedo di iscrivermi all’associazione, spero tanto che mi accettino.
Riccardo e Dario
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Caro Diario, questa storia qui ha inizio il 16 Dicembre quando il mio amico Riccardo van den Hende mi dice che durante il pranzo per gli auguri di Natale in fabbrica a ciascuno dei 30 dipendenti della sua azienda, la De.Com di Marcianise, Caserta, darà in dono anche Novelle Artigiane. Come ho scritto sui social, è stata una sorpresa bellissima, sono stato felice assai, perché una cosa così me la immaginavo, un modo per cogliere appieno il senso e il significato del mio lavoro, e per condividerlo, farlo girare, moltiplicarlo. Dopo di che la sera della vigilia, poco dopo le 18:00, il signor Linkedin mi informa via mail che Dario Catanese, Founder and Owner at PMFACTORY, mi ha inviato un messaggio. Avevo da poco finito di ballare con Riccardo Proud Mary cantata da Tina Turner e stavamo aspettando che mia sorella Nunzia tornasse da lavoro per iniziare le canoniche operazioni di friggitura e così ho cliccato sul link e ho trovato questo messaggio: “Caro Vincenzo, per il mio primo Natale aziendale ho festeggiato con i miei collaboratori affiggendo il manifesto in ufficio e regalando a tutti Novelle artigiane. Grazie per il tuo lavoro e un agurio di buon Natale e felice anno nuovo”.
Ora tu immagina come sono stato contento, sono subito andato a leggere i messaggi precedenti per capire chi fosse Dario e così ho scoperto che a metà Novembre c’era stato il primo contatto, questo: “Buongiorno, ho apprezzato molto il “lavoro ben fatto” e, anche da napoletano emigrante, cercherò di perseguire il Manifesto e magari chiederle in futuro qualche aiuto. Saluti, Dario.”
Sì, caro Diario, sono troppo contento, ci vuole il suo tempo, però io dico che un passo alla volta ce la possiamo fare. Alla prossima.
Doppo Natale friddo e famme
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Caro Diario, il vecchio detto napoletano del titolo riassume bene la situazione di Novelle Artigiane in questo inizio di gennaio, un inizio moscio quasi come è stato vibrante il Natale, ma insomma questo è, vale per tutti e anche per le mie novelle, se non fosse stato così non ci sarebbe stato il proverbio.
Come dici? Se è così perché mi scoraggio? E chi lo ha detto che mi scoraggio? Sto cercando semplicemente di capire cosa posso inventarmi per fare in modo che il libro si rimetta in marcia, con altre presentazioni certo, ma anche con qualcosa di inedito e interessante, ammesso e non concesso che io riesca a concepirlo e a realizzarlo.
Come dici? Potrei chiedere aiuto alla nostra bella comunità? Perché no, potrebbe essere una buona idea, ci penso su e vedo come procedere.
Prima di salutarti, mi fa piacere condividere con te la magnifica lettera che Laura Ressa ha inviato alle amiche e agli amici prima di Natale e il messaggio che mi ha inviato il mio amico Gigi Scuotto – con lui e Jepis abbiamo condiviso una magnifica storia transmediale che abbiamo intitolato L’orologio senza tempo e il chicco di grano – : “Ciao Vincenzo, non ho ancora avuto l’occasione di farti i complimenti, sia per il modo in cui scrivi, che mi piace assai, sia per il contenuto, pensa che a un certo punto mi è scesa la lacrimuzza!”.
Ecco, direi che per oggi è davvero tutto, alla prossima.
Le recensioni e la serie
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Caro Diario, si vede che il freddo favorisce la lettura e la scrittura perché questo mese di Gennaio sono arrivate le recensioni e i messaggi di Achille Flora, Patrizia Quattrone, Alfonso Tepedino e Giuseppe Autiero.
Lo so che te l’ho detto già, ma sono molto contento di quello che le mie novelle trasmettono a chi le legge, si vede dalla sincerità delle cose che scrivono, dall’impegno e dal rigore con cui le scrivono.
Un’altra cosa di cui sono molto contento è che ho cominciato a scrivere il soggetto per la mini serie di 6 episodi che vorrei realizzare, una sorta di seguito o di spin-off di Novelle Artigiano, sono davvero all’inizio, ma come si usa dire il buon giorno si vede dal mattino, e ti devo dire che sono abbastanza soddisfatto. Ti saluto, conto di tornare presto per dirti della presentazione del 6 Febbraio a Telese e del 9 Marzo a Firenze. A proposito, se c’è qualche amica/o che intende organizzare qualcosa mettilo in contatto con me. Un abbraccio.
A Telese con Felice e Maria
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Caro Diario, come ti ho accennato la volta scorsa Mercoledì 6 Febbraio sono alla Fondazione Gerardino Romano con i miei amici prof. Felice Casucci e Maria D’Ambrosio per raccontare Novelle Artigiane.
Come dici amico Diario? Si vede che sono contento di riprendere il mio giro di presentazioni? È vero, gli incontri con il pubblico sono fondamentali per il passa parola, e poi Felice con la sua Fondazione ha messo in piedi una vera e propria macchina della lettura e della cultura, in pratica ogni 2 settimane si presenta un libro, con ripresa e pubblicazione della discussione sul bellissimo canale Youtube della Fondazione, davvero un #lavorobenfatto, un caso di studio da studiare e diffondere.
Dai, spero di tornare nella giornata di Giovedì per farti sapere come è andata, intanto dai anche tu una mano a diffondere la voce, per ora l’appuntamento successivo è a Firenze il 9 Marzo, ma tra il 6 Febbraio e il 9 Marzo un’altra presentazione da qualche parte abbiamo tutto il tempo per metterla su.
La cura di Felice e i maestri di Maria
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Caro Diario, ieri sera alla Fondazione Gerardino Romano è stato proprio bello.
Prima di tutto ti voglio dire del posto, dell’amore e della cura che lo anima, lo cogli da mille particolari, a partire dalle foto appese alle pareti e dal disco di vinile con la musica di Pino Daniele che fa da sottofondo alle molte voci che si rincorrono nel salone prima dell’inizio. Guarda, questa cosa qui te la dico con alcune frasi “rubate” da un appunto inedito del 29 Dicembre scorso di Felice Casucci, il mio amico prof. che presiede la Fondazione: “In principio di ogni cosa c’è la cura: cura di se stessi e cura degli altri. Questo mi hanno insegnato, questo ho trasmesso. […] Chi ha cura di se stesso riordina, abilita, invera, scrive una storia delicata, ha nell’armadio i colori dell’arcobaleno, negli abiti i profumi della virtù. […] Chi ha cura di se stesso si circonda dell’abbraccio degli altri, non può fare a meno di loro, come un completamento del giro sui tornanti prima di arrivare in vetta. Affiora dalla dimensione ingrigita dell’esistenza un colpo ricorrente, superiore all’ascolto. Un colpo che significa vincersi e giovare, Quell’atto d’amore noi lo chiamiamo cura.”
Come dici amico Diario? Perché ti racconto tutto questo? Prima di tutto perché è bello. E poi perché Felice ha iniziato proprio così il suo racconto di Novelle Artigiane, definendolo un libro di amore e di cura, la cura per se stessi, la cura per gli altri, la cura per il proprio lavoro.
Ti confesso che la sua chiave di lettura mi ha sorpreso e colpito. Sorpreso perché non avevo mai pensato a #cura come hashtag per definire il senso dei miei tre racconti. Colpito perché lui non aveva neanche finito di pronunciare la parola che nella mia testa mi sono detto “però è vero, Felice ha ragione”. E vabbè, poi ha detto tante altre cose sul lavoro, sulle miniature, sui cavatelli, sull’importanza del grano nella sua famiglia e sul mulino proprio di fronte alla fondazione, sulla sua voglia di arrivare a #Cip, sul pianeta Yod, nell’Universo di Mem.
E poi Maria D’Ambrosio che ha parlato come sa fare lei dei rapporti tra allievi e maestri, una cosa tipo, ma questa è solo quello che mi ricordo, prendila come una sorta di brutta copia, “le Novelle Artigiane sono attraversate da un elogio dei maestri, perché ciascuno è come Luigino nel suo rapporto con il padre Jacopo: ha la storia familiare come capitale a cui attingere ma ha anche la necessità di costruire la propria mappa esistenziale più estesa, ha da individuare i propri punti di riferimento, da ‘mettere mano’ alla storia per operare nel proprio tempo e orientarlo per costruire il proprio avvenire. In questo senso il rapporto con i maestri è essenziale perché anche se sei un ingegnere, uno scienziato, come Sofia, non hai sempre le risposte a tutto; hai bisogno di tempo, hai bisogno di cambiare prospettiva – e in questo la finzione delle novelle aiuta a trovare altri spazi e altri mondi come Cip e le sue 27 ore al giorno. Inoltre la lettura delle Novelle artigiane rivela che il maestro non è il ‘modello’ da copiare bensì è quell’altro, differente, da ‘incorporare’ per tirare fuori il maestro che è in ciascuno di noi perché ciascuno si faccia artigiano della propria esistenza e come Mastro Giuseppe, l’uomo che aggiustava le cose, possa prendersi cura delle sue creature – opere – miniature ed essere in grado di affinare lo sguardo per essere in grado di vedere anche ciò che è invisibile agli occhi. Proprio come quello che ciascuno ha da fare con la propria essenza perché c’è bisogno di impegno, fatica, lavoro, per poter dare forma ai propri sogni. Come nel sogno di Luigino dove etica ed estetica si incontrano e generano un mondo nuovo”.
Come dici caro Diario? E io? Io in mezzo a cotanto senno ho cercato di tenere botta, senza falsa modestia penso di esserci riuscito, ho raccontato i miei genitori – come sai per me è importante farlo -, ho raccontato la fatica – la loro e la mia – che è la materia per realizzare i sogni, ho raccontato la possibilità, “della serie fare o non fare, non c’è provare”, ho raccontato la bellezza delle cose fatte bene, ho raccontato l’importanza di abituarsi a fare bene quello che bisogna fare, perché una volta che ti sei abituata/o prendi il “vizio” e non smetti più.
Comunque tra le cose belle che fanno alla Fondazione Gerardino Romano c’è la videoregistrazione della serata che poi pubblicano sul loro canale Youtube, non appena siamo in onda ti avviso.
Per il resto che ti devo dire, la sala era bella piena di persone, le poche copie del libro che avevo portato sono finite, chi aveva intenzione di prenderlo ed è rimasta/o senza ci ha tenuto a dire che l’avrebbe comprato su Amazon, ho conosciuto un bel po’ di nuove belle persone e ieri sera quando ho messo la testa sopra al cuscino ero contento, ma veramente assai.
Maria Brusciano e Anna Untitla
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Caro Diario, il viaggio nella letteratura delle nostre Novelle Artigiane continua con grandi difficoltà e grandi soddisfazioni. Delle difficoltà ti ho detto più volte, evito di tornarci su se non con un titolo, la difficoltà – particolarmente forte nella nostra bella Italia – a trovare spazio da indipendente che può investire soltanto sulla sua credibilità e sul suo sistema di relazioni in un mercato complicato come quello dei libri. Le soddisfazioni sono tante, dagli incontri con le lettrici e i lettori durante le presentazioni – naturalmente avremo modo di riparlarne, ma ti anticipo che a Marzo sono in cantiere due incontri molto belli a Firenze e a Bologna – alle recensioni e a commenti di chi legge il libro, tra Amazon, il blog di Novelle Artigiane e qui sono credo gà più di 50.
Proprio a questo proposito ecco le ultme due, quella di Maria Brusciano arrivata via mail e quella di Anna Untitla pubblicata su Amazon.
Maria: «Questo libro mi ha conquistato da subito perché l’idea del lavoro ben fatto è sempre stata radicata nella mia vita, ogni cosa che ho intrapreso ho sempre cercato di farla con impegno ed attenzione. Anche il lavoro di insegnante che svolgo oggi lo faccio con grande coscienza e scrupolo, dovendo formare dei bambini. La riflessione a cui mi ha portato questo libro è che la cura e l’attenzione, nello svolgere un lavoro ben fatto, deve essere senza sosta, specie con i piccoli a cui bisogna dare le basi solide per impegnarsi ed imparare a muoversi sicuri nella vita».
Anna: «Curiosissimo nella forma. Un libro di fantascienza, o del Collodi non-pinocchio se qualcuno lo conosce. Disneyano in certe atmosfere, verrebbe da farne un cartoon. Tutta questa complessa invenzione per parlare di lavoro ben fatto, un concetto molto semplice, ma evidentemente esplosivo da maneggiare. Immaginazione fervida e un delirio di dettagli, l’astronavina di carta mi ha deliziato. La stella in meno sta per questo stile “caro lettore” che personalmente non amo».
Ecco, direi che anche per questa volta è tutto, alla prossima.
Tre novelle, una sfogliatella e un caffè
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Caro Diario, questa domenica mattina mentre il vento continuava a soffiare forte a #Cip e Cinzia continuava a dormire nonostante fossero già le 7:30, mi sono messo a pensare a Novelle Artigiane.
Come dici? A volte ti sembro un matto? Cinzia dopo una settimana di lavoro avrà pure diritto di dormire di Domenica alle 7:30? Certo che ne ha il diritto, infatti il vento soffiava, le dormiva e io pensavo.
Come dici? Adesso sei curioso di sapere a cosa pensavo? Al lancio di un nuovo format, che poi è la modifica dii un vecchio format, lo sai com funziona, siamo tutti nani sulle spalle dei giganti.
Il nuovo format si chiama “Tre novelle, una sfogliatella e un caffè” ed è diretto a 2 tipologie di persone: quelle che vivono a Napoli e hanno letto Novelle Artigiane o hanno intenzione di leggerlo e dunque di comprarlo e quelle che hanno in cantiere di venire a Napoli e hanno letto o hanno intenzione di leggere e dunque di comprare Novelle Artigiane.
Come si gioca a questo goco è semplice, lo avrai già capito, chi ha letto le mie novelle e ha piacere di incontrarmi, mi manda una mail a partecipa@lavorobenfatto.org, mi scrive in chat, mi telefona, insomma mi rintraccia, pigliamo un appuntamento, io offro caffè e sfogliatella e facciamo quattro chiacchiere. Lo stesso vale per chi vuol comprare il libro direttamente dall’autore che non sempre ai miei lettori paice comprare su Amazon.
Ecco, per ora è tutto, naturalmente ti tengo aggiornato.
Laura Vargiu, la ribollita e le novelle artigiane
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Caro Diario, avrei dovuto scriverti già da qualche giorno, ho parecchie cose nuove da raccontarti, ma insomma è sempre la solita storia, io sono uno e le cose sono tante e insomma questo è. Per prima cosa quando hai un minuto di tempo vai a leggere la recensione che ha scritto Laura Vargu dopo aver letto Novelle artigiane, la trovi qui. Laura è una donna che ama molto e ha a che fare altrettanto con i libri, e il fatto che su Goodreads mi abbia dato 4 stelle mi ha reso davvero felice. Come ho avuto già modo di scrivere da qualche parte, fin qui il cammino di questo romanzo in tre puntate è molto particolare, chi lo legge è molto contenta/o di averlo fatto, in giro si trovano commenti e recensioni persino entusiaste, e però ancora non decolla come potrebbe. Con una certa dose di ottimismo e parafrasando Picasso si potrebbe dire che non è ancora un best seller ma lo diventerà, speriamo, vediamo che succede.
Per il resto come forse ti ho accennato domani sera, Sabato 9 Marzo, racconto Novelle Artigiane al Plaza Hotel Lucchesi, a Firenze. Come puoi immaginare sono contento assai, al massimo domenica mattina ti racconto tutto, anch perché poi lunedì c’è la presentazione a Bologna e anche quella sarà una storia bella assai.
Per adesso ti lascio con la locandina dell’evento a Firenze, ma ci risentiamo molto presto.
I colloqui di lavoro di Nobìlita
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Caro Diario, come ti ho preannunciato la volta scorsa lunedì sera, per iniziativa di FiordiRisorse e di Senza Filtro, sono stato ospite a Bologna in Toyota Material Handling Italia nell’ambito di Colloqui di Lavoro, rassegna di incontri con autori e libri che fa da anteprima a Nobìlita, il festival della cultura del lavoro che quest’anno si tiene, sempre a Bologna, dal 21 al 23 Marzo.
Ti voglio dire subito che è stata una bellissima serata; con Stefania Zolotti, Pietro Del Soldà e Osvaldo Danzi abbiamo preso spunto da Non solo di cose d’amore e da Novelle Artigiane per raccontare insieme alle tante altre belle persone che sono state con noi di #felicità, di #lavorobenfatto e di altre possibilità.
Guarda, questa volta invece d dirtelo a parole mie te lo faccio dire dai commenti lasciati su Linkedin da due delle persone che hanno partecipato alla nostra puntata dei #NobìlitaBooks.
Luca Zecchi: «Fare le cose bene è bello ed è giusto. Ieri ho partecipato ad un interessante incontro ospitato da Toyota Material Handling Manufacturing Italy SpA – TOYOTA Group ed organizzato da FiordiRisorse – FdR . Sono tornato a casa con due libri che leggerò (“Novelle Artigiane” di Vincenzo Moretti e “Non solo di cose d’amore. Noi, Socrate e la ricerca della felicità” di Pietro Del Soldà) e molti pensieri in testa.
Due autori che hanno fatto riflettere sull’importanza del dare davvero tutto se stessi, aprirsi, non solo ricevere; una impresa (Toyota) con una Filosofia partecipativa e vincente, moderatori abili (Osvaldo Danzi e Stefania Zolotti) a lasciare fluire naturalmente la discussione. Noi non siamo (solo) quello che facciamo, ma siamo COME lo facciamo.»
Nadia Carboni: «Torno entusiasta ed emozionata dalla presentazione del libro di Vincenzo Moretti … e se da domani aderissimo tutti al patto del #ilmanifestodellavorobenfatto?»
Sì, amico mio, la serata è filata via su queste corde qui, domande, interventi del pubblico, foto e dediche comprese.
Come dici? È bello quando mi senti così contento? Sono contento che sei contento, del resto lo sai che quando va così funziona esattamente come mi diceva mio padre, della serie “la sera quando vai a letto e metti la testa sopra al cuscino sei contento”. Sì amico mio, lunedì sera ha funzionato proprio così. Alla prossima.
L’uomo che non ricordava niente
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Caro Diario, forse non ti ho detto ancora che dal Primo Giugno dello scorso anno, giorno della pubblicazione di Novelle Artigiane, tengo aperto un file che ho chiamato “spunti”, ci scrivo le cose che osservo, in cui inciampo o che mi vengono in mente e che mi sembrano utili per le prossime avventure di Luigino. Sì, ci stanno accatastate tante cose. Alcune improbabili, come le parole che mi ha detto una mattina parlando di maschere uno dei pendolari di sventura che affollano il treno alta velocità per Roma, altre interessanti come una cosa che accade a Sofia che potrebbe fare da possibile incipit. E poi c’è l’uomo che non ricordava niente, peggio di me insomma, che lui per questo non provava astio o rancore per nessuno, per questo si entusiasmava ogni volta come un bambino, per questo era ogni volta come vivere le cose la prima volta, insomma una specie di negativo – o di positivo? – del protagonista di un racconto del grande Jorge Luis Borges, Ireneo Funes, che ricorda ogni dettaglio di quello che vive e per questo non è capace di avere idee generali o concetti compiuti. Mi piacerebbe trovargli un posto nei prossimi racconti di Luigino all’uomo che non ricordava niente, non è facile, perché poi la memoria è importante, non è che ne possiamo fare a meno, senza memoria ci aspetta un cattivo futuro, perché in realtà tiene ragione Elias Canetti, “Anche le cose più dimenticate si ripresentano, ma quando vogliono loro”. Mah, vedremo, intanto mi faceva piacere dirtelo.
52. L’intervista a RadioArticolo1
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Caro Diario, qualche giorno fa mi ha chiamato Emiliano Sbaraglia da RadioArticolo1 e mi ha proposto di fare una chiacchierata per Scaffale Lavoro, la bella rubrica dedicata ai libri, così ci siamo dati appuntamento e l’abbiamo fatta. Io ancora non l’ho riascoltata, per me è sempre un esercizio complicato, però quando abbiamo finito sono stato contento, e questo è un buon segno. Dai, quando hai un po’ di tempo ascoltala e poi mi fai sapere, il podcast della chiacchiera con Emiliano lo puoi ascoltare qui, o anche scaricare se vuoi farlo con più calma anche senza essere connesso alla rete. Alla prossima.
P. S. Scusa amici mio, non ti ho detto una cosa curiosa, quando Emiliano mi ha chiamato non siamo riusciti a sentirci subito nonostante i miei “pronto, pronto, pronto”, e allora quando ha richiamato ho pensato che potesse essere uno di quelli che fanno truffe vie telefono e non ho risposto, per fortuna che lui è paziente e mi ha mandato un messaggio così l’ho richiamato e come sai abbiamo risolto.
Come dici? Ma sul mio telefono non appaiono i nomi di quelli che chiamamo? Emiliano chiamava dalla redazione, e comunque no, non ho la rubrica attivita, ma questa è una storia lunga, magari se proprio ci tieni te la racconto un’altra volta.
È bella ma nun abballa
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Caro Diario questa volta prima ti faccio vedere uno screenshot e dopo ti dico una cosa.
Allora, l’immagine è tratta dai commenti a un post che ho pubblicato in mattinata su Linkedin con la recensione di Novelle Artigiane che Simone Bigongiari ha scritto su Amazon.
Simone come sai è mio amico, con le altre due persone ho stabilito delle relazioni via social da qualche giorno, mentre le cose che dicono giustificano il titolo di questo aggiornamento, in buona sostanza un modo per descrivere una ragazza che pur ssendo bella per qualch ragione non attrae.
Se devo essere sincero – dato che come di certo hai già capito la bella in questione è Novelle Artigiane – non è che non abballa, perché viaggia verso le 800 copie, però non abballa come potrebbe, ma non perché lo dico o lo spero io, perché lo dimostrano i commenti le persone che lo leggono.
Ti faccio la sintesi: chi lo legge e lo recensisce ne parla molto bene, in certi casi in maniera per me persino imbarazzante, però non riesce a diventare un libro popolare, non si attiva il tam tam, il passa parola, non diventa non dico virale ma almeno sociale.
Dice ma tu non sei un influencer; vero, però fino a un certo punto. Alla fine questo blog che tratta gl stessi temi ha, ad oggi, più di 500 mila visualizzazioni e quasi 300 mila visitatori. C’è qualcosa di più e di diverso, che secondo me non riguarda il social media marketing e la maggior parte delle pippe che si fanno solitamente sui social. L’idea che mi sono fatto io è che in Italia il media che ti rende famosa/o è ancora la televisione, forse mi sbaglio, però quando Saviano va da Fazio a parlare de Le Notti bianche di Dostoevskij e dopo qualche giorno arriva in libreria un tipo ch chide l’ultimo libro di Giorgio Vesce qualche sospetto mi resta. Sì si, hai capito bene, la persona dice Giorgio Vesce per Dostoevskij e si compra il libro, devo immaginare per accendere il fuoco nel camino o stabilizzare un tavolino traballante.
Detto ciò, io continuo a pensare a come fare affinché la mia bella abballi, non esiste che mi smonto, tu piuttosto se ti viene quache idea fammelo sapere.
Maria Grazia Costantini
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Caro Diario, oggi ho pubblicato sui social questo post:
“Dedicato a chi sta leggendo Novelle Artigiane. Se quando avete finito lasciate qualche riga di commento sincero, vero, da qualche parte, mi fate veramente contento, sia perché per chi scrive il contatto con chi legge è una cosa bella assai, sia perché in cuor mio spero che il mio romanzo vi piaccia e mi autiate con il #passaparola. Come vedete, anche io sono stato sincero”.
Ecco quello che mi ha scritto Maria Grazia Costantini, che non ho ancora il piacere di conoscere di persona:
“Ciao, Vincenzo. Sono alla seconda lettura del tuo libro. È un racconto straordinario, profondo, educativo, semplice e complesso al tempo stesso. Vorrei anch’io avere avuto (e avere ancora) un Mastro Giuseppe che mi avesse aiutata e spronata a realizzare i miei sogni e i progetti di vita e di lavoro! Grazie per lo stupendo racconto!”
Ecco, te lo volevo dire, sono contento, perché non è che capita sempre che tu lanci un’idea e c’è subito qualcuna/o che risponde. Appena ci sono altre novità te le faccio sapere, intanto un grazie di cuore a Maria Grazia.
I semi delle difficoltà e i fiori delle possibilità
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Caro Diario, il titolo dell’aggiornamento lo devo al mio amico Francesco Leo, che ieri sera ha postato sui social la citazione che vedi nell’immagine da Novelle Artigiane.
Ti devo dire che la cosa mi ha fatto piacere due volte. La prima perché come sai io dimentico tutto quando l’ho letta ho pensato “però, bella” e mi ci è voluto ancora qualche centesimo di secondo per leggere la fonte. La seconda perché è arrivata al momento giusto, ti ricordi quello che ti avevo scritto qualche giorno fa nel post “è bella ma nun abballa”?, c’è una piccola inversione di tendenza, le Novelle cominciano a essere citate su divrsi social, si sta mettendo in moto un piccolo passa parola, insomma pare davvero che dai semi delle difficoltà stiano nascendo i fuori delle possibilità.
Naturalmente adesso non abbassiamo la guardia che ancora non abbiamo fatto ninte, per intanto ti saluto, ti tengo informato.
Il #lavorobenfatto in Sudafrica
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Caro Diario, Giuseppe Carullo l’ho conosciuto un paio di mesi fa, in treno, abbiamo fatto un po’ di chiacchiere, poi una foto, poi lui ha comprato Novelle Artigiane e guarda oggi cosa ha scritto sui social:
«L’unico vantaggio di 11 ore e mezzo di volo? Potermi finalmente dedicare alla lettura delle Novelle Aritigiane di Vincenzo Moretti.
Ero sicuro che sarebbe stato un gran bel libro, ma mai potevo immaginare che mi avrebbe coinvolto tanto facendomi rivivere esperienze personali, anche dolorose, ma sempre con uno sguardo al futuro aiutandomi a trovare tante risposte.
Ben presto caro Vincenzo ti scriverò una più accurata recensione. Nel frattempo voglio dirti che il mio sogno è che tutte le città diventino come Cip: “un posto dove essere normali vuole dire essere, pensare, vivere in maniera differente, perché tutto ciò che è uguale é considerato un problema, un limite, una insopportabile barriera tra le persone e le infinite possibilità che ciascuna di essa ha a propria disposizione”, dove “il lavoro vale”, “il piccolo e il grande non sono misurabili da quello che fai – il baccalà o il ponte di Brooklyn – ma da come lo fai”, dove alla domanda “come si erano potute condensare in un solo luogo così tante persone che mettevano così tanta cura e bellezza nei rapporti che avevano con gli altri…Ognuno ripeteva che era stato sempre così e visto che si trovano bene non c’era alcun motivo per cambiare.”
Il #lavorobenfatto è arrivato anche in SudAfrica.»
Niente, sono stato troppo contento e te lo volevo dire.
Gli auguri di Gianmarco Guerrini
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Caro Diario, questa mi è arrivata via mail ieri sera, non penso di dover aggiungere niente, farei solo danni. Buona lettura.
«Caro Vincenzo, non è da molto che ti conosco. Ho sentito parlare di te come una persona speciale e questo mi ha incuriosito. Sbirciando tra i social ho capito meglio chi sei, poi ho avuto il piacere d’incontrarti di persona al Nobilìta. Ci siamo fatti una foto e ti ho postato su i miei profili social descrivendoti come “ il Gigante Buono” eppure era da pochissimo che ti conoscevo, ma descrizione più appropriata non potevo darti. Gigante, non solo fisicamente, ma per la capacità di esprimere concetti semplici con un enorme significato, Buono perché quello che dici e che scrivi si sente che arriva dal cuore.
Il tuo Libro? Fantastico!!! Spesso quando parliamo di un libro è ricorrente l’espressione “da leggere tutto d’un fiato”, no questo non è un libro da leggere tutto d’un fiato, perché è un libro che ci fa riflettere e ci fa ricordare, un libro che ci fa capire che il lavoro è un valore senza tempo. Quindi da leggere con attenzione perché nella sua semplicità è pieno di significati profondi.
Mi sono immerso nella lettura ma ho dato molto spazio alla riflessione.
Nei tre racconti si parla di #lavorobenfatto ma anche di sogni che si possono realizzare.
Sono orgoglioso di rivedermi in buona parte delle tue novelle e se così non fosse avrei sicuramente sbagliato qualcosa.
Quando decisi di intraprendere l’attività che tutt’oggi svolgo, lo feci contro tutti i pronostici. Devo dire, non è un caso, che il coraggio me lo sono dato perché pensavo proprio di voler fare una lavoro fatto bene o “benfatto” come dici tu. Un giorno spero di potertelo raccontare. Oggi posso dire che il mio sogno lavorativo si è realizzato e, con tutti i miei limiti e le mie debolezze, vorrei poter contribuire se non a cambiare il mondo, a cambiare qualcosa.
Il tuoi racconti mi hanno fatto riflettere su quanto è stato importante per me il lavoro nella mia vita e quanto ancora lo sarà.
Ho letto gran parte del libro nel mio soggiorno, all’interno del quale c’è una parete fatta di pietre e mattoni, ancora ci sono i segni del lavoro del mio nonno e di mio padre, come qualche pietra bruciata dalla mola. La mia, una famiglia di fabbri artisti nel riparare i coltri, che trainati dai buoi aravano la nostra terra, nelle campagne del paesino dove ancora oggi abito. Mio padre ottantenne è ancora il punto di riferimento della famiglia, ci racconta spesso ogni particolare di quello che accadeva in quella stanza. Insegna a mio figlio come si fanno i lavori di casa, perché la sua preoccupazione più grande riguarda la nostra famiglia, a come faremo senza di lui, senza la sua esperienza, ad aggiustare le grandi e piccole cose di casa. Proprio in lui ho rivisto “L’uomo che aggiustava le cose”, simbolo dell’artigianato, di quell’arte nel fare il lavoro con le mani che anche oggi ha un valore inestimabile, perché si può raccontare ed insegnare.
I tuoi racconti mi hanno fatto ricordare quanto è stato importante il lavoro nella vita di mio padre e quanto lo sarà per quello che sta insegnando a mio figlio.
Approfitto del momento per chiudere con questa riflessione.
Siamo prossimi alla Pasqua, e per quelli come me, Cattolici, anche se più con buone intenzioni che con assidua dedizione (si cerca sempre di migliorare), viviamo questa festa come un momento di speranza, di passaggio, che va perseguito attraverso una vita vissuta alla luce dell’etica cristiana, incentrata sull’ascolto, l’aiuto e la condivisione con il prossimo, che conduce a un’altra “vita”, migliore di quella terrena.
Attraverso i tuoi racconti mi hai fatto riflettere su quante cose in comune ci sono tra questo momento e la tua visione del #lavorobenfatto.
Ci insegni infatti che il lavoro etico e ben fatto ci da la possibilità di guardare al futuro con più fiducia e che anche i sogni possono diventare possibilità, e questa Vincenzo non è forse speranza? Il lavoro benfatto, la passione, l’amore per le piccole e grandi cose della vita, non possono lasciare indifferenti chi ci circonda, il nostro agire, come dici tu, migliora il mondo.
E quindi non smetterò mai di perseguire questo fine, di migliorarmi e di migliorare la vita delle persone che mi sono vicino nella vita di tutti i giorni. Sono impaziente di leggere il tuo prossimo lavoro, che per l’amore che profondi in tutte le tue opere sono certo sarà un’altra occasione di riflessione.
Un abbraccio Gigante Buono e Tanti Auguri.»
Gianmarco
Buon Compleanno Luigino
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Caro Diario, scusa se da un po’ che non mi faccio vivo, ma come sai la nostra magnifica notte del lavoro narrato è impegnativa assai, e insomma se sono venuto adesso è perché non sono potuto venire prima. A proposito della notte, ti volevo dire che un po’ di amiche e di amici che hanno trovato il modo di parlare di Novelle Artigiane, di leggere qualche riga o di condividere qualche bella foto come nel caso di Chiara Serreli, Daniela Chiru, Simone Bigongiari e Matteo Bellegoni. Matteo mi ha scritto anche un messaggio per dirmi che la curiosità è stata tale che alla fine ha comprato 3 copie del romanzo, una per regalarla alla compagna e le altre due su “ordinazione” della mamma e della zia.
Come dici? Sì, hai ragione, tengo amiche e amici affettuosi assai.
Per il resto ti volevo ricordare che il Primo Giugno è un anno che abbiamo pubblicato le nostre novelle, ho creato un evento sui social, l’ho intitolato Buon Compleanno Luigino.
Come dici? No, l’ho scritto anche sui social, per ora ho pensato solo che la ricorrenza merita di essere festeggiata, in che modo ancora non lo so, ma conto di farmi aiutare dagli amici, dai lettori e dagli amici lettori.
Per ora aggiungo soltanto che gli auguri nel titolo sono diretti a Luigino perché è il più giovane dei protagonisti, ma naturalmente vanno estesi a Mastro Giuseppe, Donna Sofia, Jonas e a tutti i personaggi che popolano il romanzo.
Ecco, direi che per adesso basta, ah, il 13 Giugno torno a Firenze per un’altra bella presentazione, ma di questo ti racconto una delle prossime volte.
Marcello che legge per continuare a cambiare il mondo
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Caro Diario, Marcello Minuti è arrivato nella mia vita una settimana fa via Linkedin, mi ha scritto che avrebbe avuto piacere di avermi tra i suoi contatti, che avevamo in comune l’amicizia con Vito Verrastro e che lui è un business coach con esperienza in grosse aziende come manager oltre ad essere un appassionato dell’impresa etica e sociale.
Ora tu lo sai come funziono amico mio, sono conento di fare nuove conoscenze e sono ricco perché conosco un sacco di belle persone, perciò ho accettato il contatto e ho ringraziato.
Spesso il primo approccio si ferma qui, come diceva mio padre “se non rose fioriranno”, invece questa volta no, perché Marcello mi ha riscritto subito per dirmi che gli sarebbe piaciuto avere un confronto con me o l’occasione di un incontro. “Vivo nella terra che fu di Olivetti”, ha aggiunto, “ma anche qui sono tante le persone sfiduciate e poco proattive nello sforzo di costruire insieme un nuovo futuro. Lavoro sul territorio nazionale ma ho l’ambizione di contribuire a costruire innanzitutto nel mio territorio una cultura di sviluppo che passi dalle persone e dall’apprendimento stimolando la crescita della leadership personale. Mi piacerebbe confrontarmi con lei”, ha concluso, “e sostenerla su questo tipo di tematiche”.
Come dici amico Diario? Sono veramente una persona fortunata? Lo so! E aggiungo che nel caso specifico mi sono fatto prendere la mano dalla parte scugnizza del mio daimon e ho prospettato al mio nuovo amico l’ipotesi di leggere Novelle Artigiane – in fondo è la versione letteraria dei temi sui quali lavoro da una vita e che da quello che Luciano mi ha scritto ho intuito potessero essere condivisi o comunque interessanti da discutere – e magari organizzare una piccola presentazione dalle sue parti. leggo sono anche i temi suoi.
Come dici Caro Diario? Lui cosa mi ha risposto? Questo: “Vincenzo lo leggo, organizziamo presentazione e stiamo insieme a cena per agire e attivare azioni che possano lasciare un segno. Sì, direi presentazione a Ivrea e cena ma anche partita di ritorno a Napoli, considerato che lì ho tanti amici fraterni e adoro la tua città. Perciò leggo e aspetto già disponibilità per la presentazione. Persona dopo persona, azienda dopo azienda, desidero contribuire a generare cultura, cultura delle persone, cultura del sapere, cultura delle organizzazioni, persone e organizzazioni eccellenti nel modo di pensare, agire e relazionarsi. Secondo me il miglioramento non è solo frutto delle convinzioni ma anche e soprattutto delle azioni quotidiane. A presto.»
Ecco, Marcello mi ha detto qusto, dopo di che ier sera ha condiviso su social la foto che ti allego con questo messaggio: “Arrivato. Tutto da leggere e da vivere. Novelle Artigiane, i racconti di Vincenzo Moretti, per raccontare #sogni che diventano #possibilità, letture per continuare a cambiare il mondo.”
Ecco, per ora è tutto, ti tengo aggiornato.
Aspettando Carullo
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Caro Diario, di Giuseppe Carullo ti ho già raccontato qui, settimana scorsa mi ha invitato a Idea Napoli 2019, e sono davvero felice di conoscere Stefano Zordan e tante altre belle persone, comunque con Giuseppe ci sentiamo spesso, è successo anche ieri, e poi stamattina ho trovato un messaggio e due foto.
Il messaggio è questo: Ciao Vincenzo, ieri ho fatto tardi rileggendo i passaggi che mi ero segnato e ho iniziato a scrivere il mio commento a Novelle Artigiane. Dato che a me il #lavorobenfatto piace davvero, mi prendo ancora oggi per ripensarci e completare tutto. Sin da ragazzo – scuola, università – ho sempre preferito alzarmi presto piuttosto che fare le nottate, comunque i confermo che in giornata completo tutto.
La prima delle due foto te la racconto, questioni di privacy, in buona sostanza dice dell’entusiamo con cui Giuseppe ha letto il libro e della sua voglia matta di coinvolgere un po’ di amici / complici di Movimenta. La seconda te la metto qui, che tanto appena lui arriva con la sua recensione io ritorno. A presto.
Grazie, Vincenzo
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Caro Diario, come sai Sabato prossimo, 1 Giugno, Novelle Artigiane compie un anno, ho messo su un evento per festeggiarlo, ma siamo a Martedì e ancora non so che fare, ho chiesto pure aiuto alla nostra bella comunità, ma per ora sembra che stanno combinati tutte/i come me, “no idea no party”.
Per la verità tutte/i meno due, Maria D’Ambrosio e Giusi Giovinazzo.
Maria con la sua disponibilità a preparare la torta con la crema pasticcera, la panna e le fragole. “Possiamo spegnere insieme la candelina”, ha aggunto, “sentendosi tutti Luigino e con lui protagonisti delle Novelle Artigiane“.
Giusi con questa bellissima mail dal titolo “grazie, Vincenzo” che mi ha inviato intorno all’una, io l’ho vista stamattina: “Caro Vincenzo, sono Giusi Giovinazzo, sono una lucana di ventotto anni e ho terminato da giorni la lettura di Novelle Artigiane. Non so se “terminato” è la coniugazione giusta. Essendo terribilmente incapace di formulare sintesi, in generale. Ho provato a ordinare le sensazioni che la lettura delle tue parole mi ha suscitato. Spero di non averle sciupate con riflessioni roppo personali. Ti sono infinitamente grata per questo dono, per questa linfa di possibilità e fiducia. Un affettuoso saluto.” In attach la recensione, la puoi leggere qui.
Come dici amico Diario? Sono due regali bellissimi? Certo che sì, lo sai che sono fortunato, mi devo per forza inventare qualche cosa pure io, ci penso, se si accende la luce ti faccio sapere. Intanto ti voglio dire che la recensione di Giusi mi ha emozionata, il solo fatto che una giovane ragazza che non mi ha mai visto nella sua vita inizi con “Grazie, Vincenzo”, finisca con “con immensa gioia” e in mezzo tre pagine fitte fitte di pensieri e parole dà un senso straordinario a quello che faccio e alle cose in cui credo. Per ora non ti dico altro, se non che questa ragazza, sui social, si descrive così: “Credo follemente nella narrazione come tecnica di emancipazione, resilienza dei territori marginali”.
P.S.
Caro Diario, naturalmente la recensione di Giuseppe Carullo è arrivata quando doveva arrivare, la puoi leggere qui. Scusami se non mi sono fatto vivo prima, ma a volte ho paura di sembrare troppo autocelebrativo, sto lì a ripetermi “lo faccio o non lo faccio” e così passa il tempo.
Come dici amico mio? Te la sei andatata a cercare da te sul blog di Novelle Artigiane e l’hai letta? Sei unico, ti voglio bene, alla prossima.
Michele Rivello
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Caro Diario, Michele mi è apparso ieri sera, la chat del signor Facebook dice che erano le 19:29, alle spalle due palme, sullo sfondo una piscina, lui in primo piano in costume con il suo bel sorriso e Novelle Artigiane in una mano mentre l’altra era impegnata nel selfie.
La prima cosa che ho fatto ho sorriso, poi gli ho chiesto perché si era fatto arrivare il libro a Bizerte, in Tunisia, dove lavoro, e lui mi ha rsposto “per leggerlo”, e allora io a questo punto ho riso proprio e gl ho scritto ma come, dalla bottega di tuo figlio ne sono passate 100 copie e più e tu te lo compri su Amazon? e lui mi ha risposto “e che c’entra, la mia copia mi è piacuto comprarla da me”.
Come dici amico Diario? Se non ti dico chi è il figlio di Michele fai fatica a capire?
Te staje facenno vecchia Cuncè! Ma come, il cognome, Rivello, non ti dice niente? E la parola bottega? Lui è il papà di Jepis, è uno straordinario tecnico calzaturiero e lavora in una grande azienda di scarpe da lavoro in Tunisia, prima o poi te lo racconto il suo lavoro ben fatto, per ora ti dico solo che ha un carattere gioviale, esuberante e positivo come pochi, quando si mette in moto è difficile fermarlo, qualche volta anche quando fermarsi sarebbe la scelta vincente.
Tornando a noi, prima gli ho detto di inviarmi una foto con il libro meno balnare e poi gli ho ricordato che appena avrà finito di leggerlo tocca anche a lui lasciare qualche riga di commento così la pubblico. La prima cosa l’ha fatta, per la seconda mi ha detto “adesso lasciami leggere e poi vediamo”.
Come dici? Sono davvero fortunato ad avere amici così. Confermo! Mia madre me lo ripeteva sempre, sono nato con la camicia.
Impact Hub Firenze
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Caro Diario ci siamo, tra poco si parte, destinazione Impact Hub Firenze. Stanotte ho dormito troppo poco, non è che mi senta un granché e la giornata si preannuncia bella ma impegnativa, ma io – che te lo dico a fare – sono troppo contento.
Si comincia alle 14:30 con Daniela Chiru che racconta il #lavorobenfatto con Lego Serious Play. Alle 18:00 c’è la presentazione di #NovelleArtigiane con me e Pietro Fruzzetti. Alle 19:30 Fuckup Nights Vol. XIX coordinata da Laura De Benedetto con Sara Gambarelli, Piero Capodieci and me. Se penso a quando la mia amica Simona De Martino m ha prospettato questa possibilità quasi non ci credo, le sono molto grato, senza di lei tutto questo non si sarebbe mai potuto mettere in moto. Resta sintonizzato, se riesco oggi, al massimo domani ritorno. Intanto, anche se mancano solo poche ore, se hai amiche o amici a Firenze #passaparola, se ti dico che vale la pena mi puoi credere.
Ivrea, Fabbrica di Mattoni Rossi
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Caro Diario, a Firenze settimana scorsa è stata una giornata particolare, molto bella, sto facendo mente locale per pubblicarla a parte, questione di uno al massimo due giorni e arrivo. Oggi è il giorno di Novelle Artigiane alla Fabbrica di Mattoni Rossi, a Ivrea, sì, hai capito bene, proprio lei, quella costruita da Camillo Olivetti nel 1896. Eh sì, l’anno scorso è stata rilevata da ICONA per farlo diventare un luogo di innovazione sociale e prima o poi io questa storia qui la racconto, perché mi paace un sacco.
Accade il 4 Luglio, per iniziativa degli amici della Community l’eccellenza è un’impresa unica, Marcello Minuti e Salvatore Lo Tufo mi dicono che sarà una serata memorabile, io ti confesso che sono molto fiducioso e un poco anche curioso di scoprire come andrà a finire. Ecco, direi che per ora è tutto, ma conto di ritornare presto.
Nicoletta Polliotto
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Caro Diario, se fossi Cotenna di Bisonte ne Il piccolo grande uomo direi che oggi è un buon giorno per morire.
Prima di tutto, Cinzia è tornata a #Cip e già questo basta, tengo ‘o core int’o zucchero, ho il cuore nello zucchero, come si dice a Napoli.
Poi siamo andati a mangiare una cosa da Mario, Ristorante Zì Filomena, lei ha preso un piatto di ottime verdure, io due piatti e un poco di cavatieddi al ragù – e ho detto tutto – e insieme un dolce con pasta frolla, crema pasticciera e frutti di bosco che fosse stato vivo mio padre avrebbe detto che poteva andare davanti a un re.
Infine, arrivati a casa, ho trovato in chat questo messaggio di Nicoletta Polliotto, che lei tra le molte belle cose che pensa e che fa ha scritto Digital Food Marketing: “Ciao Vincenzo, come stai? In valigia tra i libri da leggere ho messo anche Novelle Artigiane e mi piace così tanto che ho deciso di dedicargli la puntata del 25 settembre di #PensieriBalenghi intitolata “Artigianalità e automatizzazione”. Te la segnalerò ancora, ma intanto te lo volevo dire. Buon Agosto”.
Yes, buon Agosto mi piace.
Simona Malta e Andrea hanno scritto che
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Caro Diario, è un po’ che non ti scrivo, in compenso domani torno perché è il giorno di Pensieri Balenghi, ti anticipo la foto che ha condiviso Nicoletta Polliotto sui social, la puoi vedere in copertina, e anche il suo messaggio, questo: “Ragazzi stiamo registrando #PensieriBalenghi di domani. Sì, perché come sapete le video lezioni sono ora registrate e mandate in pubblicazione il mercoledì alle 11 su Facebook Muse Comunicazione sezione Video
e sul canale Youtube di Nicoletta Polliotto. Tema della puntata? Artigianalità e Automatizzazione. Libro recensito? Novelle Artigiane di Vincenzo Moretti”. Non sto nei panni ma ne parliamo domani, perché oggi tocca alla mia amica Simona Malta e ad Andrea – lui ancora non lo conosco – che hanno recensito il libro su Amazon.
Questo è quello che ha scritto Simona: “Novelle Artigiane ha dovuto attendere la pausa estiva perchè io lo leggessi, finalmente. È il racconto di un sogno, quello delle cose fatte per bene attraverso luoghi e personaggi immaginari ma che compongono un universo che potrebbe essere reale. È un racconto ottimista di passioni e piccole e grandi trasformazioni. Leggendolo sento quasi la voce di Vincenzo Moretti e il suo autentico entusiasmo per la vita.”
Questo è invece Andrea: “Libro molto bello.”
Che ti devo dire, sono contento assai, ormai tra Amazon, il blog di Novelle Artigiane, Goodreads, aNobii e compagnia cantante ci sono più di 50 recensioni in giro e tutte molto lusinghiere. Sì, confermo, sono contento, a domani.
Pensieri Balenghi #55
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Caro Diario rieccomi come promesso, i Pensieri Balenghi di Nicoletta Polliotto – tra mille altre cose autrice di Digital Food Marketing – sono su Muse Comunicazione e sul suo Canale Youtube. Ti dico solo che la puntata nella quale ha parlato di Novelle Artigiane è la numero #55, che è il mio anno di nascita, e pure questo mi sembra un bel segno. Sì, davvero solo questo, perché che sono contento assai lo puoi immaginare da te, per il resto ti lascio ai suoi Pensieri su Novelle Artigiane. Buona visione.
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