IL LAVORO BEN FATTO | IL LIBRO
APPUNTI PER UNA DIDATTICA ARTIGIANA
I 3 PASSI DI GIULIANA, VITO E VINCENZO
30 Marzo 2023
IL RACCONTO
Cara Irene, quello di ieri a Potenza è stato un giorno buono. E bello. La Didattica Artigiana ha funzionato anche in condizioni non semplici, con solo 4 ore a disposizione e una classe di 20 ragazze e ragazzi provenienti da scuole diverse e che non conoscevano questo approccio. Ci hanno aiutato molto la passione e l’impegno delle ragazze e dei ragazzi, direi che è stato l’aspetto decisivo, perché sulla loro intelligenza e sulle loro capacità non ci sono dubbi, anche se a volte loro stesse/i non lo sanno.
Per cominciare abbiamo visto tutti assieme il breve filmato che racconta i 5 passi del lavoro ben fatto e poi lo abbiamo commentato, facendo degli esempi, con l’aiuto della classe, per comprendere meglio che cos’è il lavoro ben fatto, in che senso ci si abitua, perché fare bene le cose è bello, è giusto, ha senso e soprattutto conviene, da che punto di vista è una metodologia che ci aiuta a pensare, a fare e dunque a vivere meglio, in che senso se ognuna/o fa bene quello che deve fare funziona tutto e un po’ di altre cose ancora.
Finita questa parte, abbiamo presentato i 4 casi studio che abbiamo scelto per aiutarli, ispirarli, in qualche modo guidarli, nel loro lavoro in Bottega: Lavoradio; Scritte; Bella Ciao (versione iraniana per Jina Mahsa Amini); La Notte del Lavoro Narrato.
Qui le parole chiave sono state ispirazione, come abbiamo detto, creatività, metodo, progetto, ricerca, brain storming, diversità, team, fasi, sviluppo, collaborazione, talenti da valorizzare e mettere in campo. A partire da qui che abbiamo formato i 4 gruppi. Ogni gruppo ha scelto o gli è stato attruibuito (nel processo di brain storming i confini tra le cose non sono mai troppo netti) il contenuto al quale ispirarsi e i finalmente hanno cominciato a lavorare, con noi che facevamo da facilitatori, motivatori, sfruculiatori (dal verbo sfruculiare, solleticare, sollecitare). Qualche foto, amica mia, ti può aiutare a farti un’idea più compiuta, se poi le vuoi guardare tutte, ti assicuro che ha senso, puoi cliccare qui.
Se ti dico che i ragazzi ci hanno dato dentro mi puoi credere, amica mia. Pensa che quando poco dopo le 13:00, quando li abbiamo dovuti interrompere per dire che era ora che ogni gruppo presentasse il proprio progetto, non l’hanno presa proprio bene, comunque io e Vito ci siamo impegnati a seguirli ancora nel caso decidessero di continuare a lavorarci su.
Gli speech dei 4 portavoce, uno per ogni gruppo, sono raccolti nella playlist video qui di seguito, ci sono tutti, ti prego di leggere anche le descrizioni, che aiuta a comprende meglio l’approccio e il senso.
Come dici cara Irene? Sembra incredibile che in 4 ore di lavoro in bottega si sia potuto fare tutto questo lavoro? E invece è proprio così che è andata, se non lo hai fatto ti invito ancora a guardare la galleria fotografica con le sue tante istantanee, le ragazze e i ragazzi al lavoro, il testo dell’Inno alla Gioia dedicato alla musica Olivier Romaniello, il bellissimo disegno di Giulia Missanelli, le varie fasi dei 4 progetti che sono stati raccontati nei video.
Il testo della poesia te lo ripropongo anche qui, dice un mondo, è davvero un bel “manifesto”, proprio come è stato definito.
Impareremo mai ad accettare?
In questo mondo, in cui ogni bellezza ha un gusto,
vi è anche un tratto tremendamente ingiusto.
In un mondo in cui la tecnologia avanza,
facciamo ancora guerre per la diseguaglianza.
In una società in cui vige la supremazia razziale,
l’uomo e il suo desiderio di potere creano solo del male.
E tu?, riesci a uscire da questa tossica visione
e vivere secondo il principio di coesione?
Prova dunque a cambiare questo mondo sbagliato
in cui tutti ci illudiamo ma nessuno è accettato.
Per cambiare, forse, basterebbe solo ascoltare.
Ascoltare chi è in difficoltà, ascoltare chi è meno fortunato.
Ad esempio le donne in Iran, dove si commette un grande reato.
In alcuni luoghi ci divertiamo e facciamo feste,
in altre parti del mondo ci sono persone che non sono libere di essere se stesse.
Luoghi in cui non possono pensare o vestirsi come gli pare,
per paura di ciò che un uomo possa pensare.
Amare, creare, rispettare.
Queste sono le parole che dobbiamo tenere a cuore,
per rendere questo posto un mondo migliore.
Direi che è quasi tutto cara Irene, ma solo per ora, perché su questa storia bisognerà tornarci su.
Prima di salutarti voglio condividere con te l’articolo che riassume la giornata scritto da Priscilla Campagna e Marco Venezia e un po’ di link che ti potranno essere utili per ulteriori curiosità e approfondimenti.
Questo è l’articolo:
Il lavoro ben fatto arriva a Potenza
Potenza – 29 Marzo
Durante la mattinata di mercoledì 29 marzo, presso la sala b del consiglio regionale di Regione Basilicata, si è tenuto l’incontro con il sociologo Vincenzo Moretti e il giornalista Vito Verrastro per l’iniziativa promossa da Regione Basilicata con la collaborazione dell’ufficio scolastico regionale e le consulte degli studenti di Potenza e Matera. Il progetto è denominato ‘’Next Generation – Costruttori di futuro’’ nell’ambito dell’anno europeo dei giovani. L’obiettivo è trasformare la sala consiliare in una bottega di idee, dove sperimentare parole e azioni in movimento, dove dar forma alle svariate forme di creatività e scoprire il valore dell’attività formativa.
L’incontro è iniziato con un saluto istituzionale da parte del Presidente del consiglio regionale Carmine Cicala e con una presentazione del lavoro da parte del sociologo Moretti e da parte di Vito Verrastro.
Successivamente si è proceduto ad una suddivisione della giornata in tre fasi differenti:
– Presentazione da parte del sociologo della metodologia della didattica artigiana.
– Individuazione degli strumenti che possono aiutare nell’estrapolazione delle conoscenze implicite dei ragazzi.
– Portare i ragazzi al ragionamento tramite il confronto.
Il professor Moretti ritiene che oltre al raggiungimento di una meta sia molto più importante il percorso attuato.
Il filo conduttore dell’intero progetto è il “lavoro ben fatto”.
Ma come nasce l’idea? L’iniziativa nasce da una frase che gli disse il padre durante la sua gioventù: “il lavoro va preso di faccia”. […]
Dopo il breve racconto introduttivo di Vincenzo Moretti ha preso parola il giornalista Vito Verrastro spiegando che il lavoro ben fatto è una “metodologia”. I problemi e gli ostacoli non vanno vissuti unicamente in senso negativo ma vanno visti sotto un’ottica imprenditoriale, ovvero, nello smantellamento e nel superamento di essi. È questo il principio della “didattica artigiana”.
Vito invita i ragazzi ad agire con spirito critico e si chiede se può fare qualcosa per aiutarli. Decide dunque di realizzare un podcast “Lavoradio” che, con una durata di 15 minuti, va in onda settimanalmente portando, nelle radio di tutti i ragazzi italiani, un messaggio diverso dal classico “non c’è lavoro” invitando loro a agire nell’ottica dell’opportunità. L’incontro è proseguito con un ulteriore intervento del sociologo Moretti che illustra ai ragazzi la sua metodologia del lavoro ben fatto suddividendola in quattro punti esposti sotto forma di domanda.
1) Come si fa? Ci si abitua: agisci senza pensare, con spontaneità e abitudine; è così che si fa il lavoro ben fatto.
2) Perché fare bene le cose? Perché è bello ed è giusto. Il lavoro fatto bene degli altri è un nostro diritto, il nostro lavoro ben fatto è un dovere sottolineando che il tempo è una risorsa importantissima e bisogna sfruttarla correttamente.
3) Chi lo può fare? Tutti.
4) Che cosa succede? Funziona tutto se ognuno fa bene quello che deve fare in modo che tutto funzioni alla
perfezione.
Il lavoro ben fatto è un approccio; bisogna distinguere l’approccio e il risultato: quando faccio qualcosa lo faccio con l’obiettivo di essere il primo al mondo nell’approccio ma nel risultato non conta essere primo, la posizione in cui mi colloco si posiziona in ultima istanza e dipende unicamente dalla qualità del prodotto con una variazione dal risultato qualitativo che dipende da fattori esterni.
Nella seconda parte della mattinata i ragazzi sono stati divisi in quattro gruppi con lo scopo di realizzare quattro bozze di progetti scelti in base a degli spunti proposti dal giornalista Vito Verrastro (podcast, parole, bella ciao cantata in persiano, la notte del lavoro narrato).
Durante il lavoro i ragazzi hanno lavorato con passione e dedizione suscitando nel professor Moretti profonda ammirazione. Al termine delle tre ore concesse per la realizzazione delle bozze i lavori sono stati presentati e commentati dal professor Moretti.
La giornata si è conclusa con un caloroso abbraccio e un augurio a tutti i presenti.
Questi invece i link:
Next Generation – Costruttori di futuro, la forza delle idee, RaiNews, TGR Basilicata, Minuto 12:20
A Potenza penultimo step di “Next Generation – Costruttori di futuro”, Antenna Sud
Next Generation, Cicala: “I giovani capaci di grandi cose”, Consiglio Informa
La Next Generation Approda in bottega, TRM H24
Cicala: “#Lavorobenfatto come approccio alla vita”, Consiglio Informa
La Next Generation approda in “Bottega”, Consiglio Informa
Ecco, adesso è davvero tutto, o forse ancora no amica mia, mancano le parole di Vito Verrastro, senza il quale niente di tutto questo sarebbe potuto accadere. A mio avviso ha riassunto come meglio non si potrebbe la giornata di ieri e gli lascio volentieri la parola:
“Disegni, workflow, idee di cortometraggi, serie TV, azioni di impegno civico, videogiochi. In poche ore di lavoro con Vincenzo Moretti sono venute fuori tante idee dagli studenti della Consulta, grazie alle poche ispirazioni e alla notevole creatività dei ragazzi, che si sono sentiti liberi di fare brainstorming in team.
Chi è stato più concettuale, chi più operativo, chi si è diviso i compiti e chi ha lavorato cambiando in corsa l’idea iniziale. Proprio come accade in azienda. Ci hanno fatto proprio venire voglia di #futuro.
Grazie anche a Giusy Laurino e Annamaria Pomilio, che hanno agito spontaneamente da facilitatrici affiancando Vincenzo e me in questa giornata. E a Giuseppe Sabia per il supporto logistico e operativo.
Next step: la proposta di un portale interattivo per i giovani da parte della Consulta al Presidente del Consiglio Regionale.”
24 Marzo 2023
IL PROGETTO
Cara Irene, Mercoledì 29 Marzo, a Potenza, nella Sala del Consiglio Regionale della Basilicata, 28 ragazze e ragazzi della Consulta Studentesca che frequentano l’ultimo e il penultimo anno delle scuole superiori di Potenza, Matera e delle loro province saranno in bottega con me e Vito Verrastro. Sarà la giornata conclusiva del percorso “Next Generation – Costruttori di Futuro” nato per iniziativa dal Consiglio Regionale della Basilicata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale nell’ambito delle attività legate alle Celebrazioni dell’Anno Europeo dei Giovani.
L’IDEA DALLA QUALE PARTIAMO
Il lavoro ben fatto come approccio, metodologia, modo di essere e di fare per abituarci a mettere la testa (quello che sappiamo), le mani (quello che sappiamo fare) e il cuore (la passione, la voglia di farcela) in ogni cosa che pensiamo e facciamo.
Se parte da qui, questa la nostra idea, la Next Generation ha più possibilità di definire con appopriatezza e accuratezza le proprie parole e le proprie azioni e dunque di costruire il proprio futuro.
Le parole e le azioni, i ferri con i quali pensiamo e facciamo, i mattoni delle nostre vite e delle nostre storie.
Parole e azioni con le quali ci prendiamo cura di noi stessi, delle nostre famiglie, delle organizzazioni e delle comunità nelle quali viviamo e con le quali in varo modo interagiamo.
Parole e azioni che cambiano il mondo, i suoi assunti di base, i suoi valori espliciti, i suoi artefatti, le convinzioni più profonde.
Stiamo parlando di comune sentire, amica mia. Stiamo parlando di idee, di modelli di comportamento, di valori che definiscono le nostre identità, di senso di appartenenza, di solidarietà, di simboli, di rituali, di architetture.
SU COSA INTENDIAMO LAVORARE
Sulla bellezza e l’importanza di ascoltare e imparare sempre, per tutto il corso delle nostre vite.
Per fare che? Per essere più capaci di risolvere i problemi. Di cogliere le opportunità e moltiplicarle. Di imparare dagli errori che si fanno. Di dare valore all’identità, alla creatività, ai valori, alla visione e al talento, delle persone e delle organizzazioni. Di gestire l’incertezza e l’ambiguità. Di utilizzare in maniera consapevole le tecnologie vecchie e nuove. Di competere (innanzitutto con sé stessi) e di collaborare. Di fare la fatica necessaria per spostare in avanti i propri limiti. Di conoscere a fondo il proprio lavoro e di avere cura dei propri ferri del mestiere. Di considerare la diversità un valore. Di avere rispetto del lavoro e di chi lavora, a prescindere dal lavoro che fa. Di fare bene le cose perché ha senso, è bello, è giusto, è possibile e, soprattutto, conviene. Di dare più valore a quello che sappiamo e sappiamo fare e meno valore a quello che abbiamo. Di raccontare la nostra storia personale e sociale. Di essere agenti partecipanti invece che spettatori. Tu chiamale se vuoi, soft skills.
IL NOSTRO MOTTO
Ogni corso è un racconto, ogni classe una bottega che apprende, ogni studente un autore.
CHE COSA È LA BOTTEGA
Un’organizzazione che apprende, un luogo sociocognitivo serendipitoso in cui le cose che ciascuna/o sa e sa fare si connettono e si moltiplicano nella relazione con il sapere e il saper fare di ogni altra/o sua/o componente.
Lo spazio, non solo fisico, nel quale fare è pensare, con l’accento sulla e.
Lo spazio dell’apprendimento, della sperimentazione, della prototipazione di pensieri, azioni e progetti che diventano manufatti culturali, sociali, imprenditoriali.
Lo spazio nel quale condividere un metodo e imparare a usare meglio gli arnesi che servono per scrutare i segni del tempo, come ci ha raccontato Kant, per esplorare il futuro, come invece avrebbe detto Eliot, insomma per ideare, organizzare e realizzare idee e progetti.
LE ESPERIENZE CHE ABBIAMO ALLE SPALLE
La metodologia con la quale lavoriamo è da almeno due decenni sperimentata con successo in diverse scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola elementare all’università, come puoi vedere in parte qui seguendo i link delle varie attività.
Detto in estrema sintesi i processi di apprendimento e di crescita personale e professionale sono basati sulla comprensione dei casi e dei contesti, sul loro studio, sulla condivisione, sulla sperimentazione, sull’applicazione in contesti reali (famiglia, scuola, terzo settore, impresa) di quello che si è capito, studiato, fatto esperienza. In ogni caso, cara Irene, ti consiglio di leggere i miei Appunti per una Didattica Artigiana, sono il mio passo più recente in questa direzione. Per quanto riguarda invece i casi studio ti segnalo gli ultimi tre in ordine di tempo, raccontano le Lezioni Arigiane della Bottega Rodari, della Bottega HIA e della Bottega O.
Come potrai vedere, l’attività in bottega assume sempre di più caratteri tipici dei processi di apprendimento, di sperimentazione e di pratica collaborativa. È un approdo che tende a fare della Bottega una organizzazione che ancora una volta utilizza idee, contenuti, informazioni per apprendere, costruire significati, creare conoscenza, realizzare progetti, sperimentare possibilità (cultura, sociale, lavoro, impresa).
IL WORK FLOW
Con Vito abbiamo organizzato la nostra giornata più o meno così:
l’introduzione di Vito e il mio speech;
l’attività di brain storming (discussione, domande e risposte, altro);
i lavori dei 4 gruppi ispirati ciascuno a un caso studio (Lavoradio, Scritte, Bella Ciao versione iraniana per Jina Mahsa Amini e Storie di brand) e finalizzati a progettare e realizzare un progetto (prodotto, manufatto narrativo, ipotesi di lavoro o di impresa, altro);
lo speech di un portavoce per ciascun gruppo che racconta il lavoro fatto e il suo perché (senso);
la valutazione e l’individuazione dei punti di forza e di debolezza del lavoro di ciascun gruppo a partire dal progetto, prodotto, manufatto narrativo, ipotesi di lavoro o di impresa, realizzato.
Per saperne di più, amica mia, basta cliccare qui.
GLI ARTIGIANI
Vincenzo Moretti e Vito Verrastro; Priscilla Campagna, Armando Mastromartino, Francesca Santandrea e Marco Venezia, IIS GIUSTINO FORTUNATO, Rionero in Vulture; Gabriele De Carlo, Francesca Mancino, Elisa Oliviero e Giulia Padula, IIS DA VINCI-NITTI, Potenza; Simone Carcuro, Noemei D’Andrea, Carmine Manzella e Antonio Sanchirico, Liceo Scientifico GALILEO GALILEI, Potenza; Mario Fucci e Alessio Martorano, Liceo ROSA-GIANTURCO, Potenza; Umberto Guarino, Liceo Scientifico P. PASOLINI, Potenza; Federica Tomasulo, Liceo Scientifico FEDERICO II DI SVEVIA, Melfi; Federica Di Nicola, Alessia Fine, Giulia Missanelli, Olivier Romaniello, Donato Telesca, Liceo Artistico Musicale Coreutico W. GROPIUS, Potenza; Andrea Pepe, ITIS EINSTEIN-DE LORENZO, Potenza; Agostino Montedoro, Liceo Classico QUINTO ORAZIO FLACCO, Venosa; Martina Montemurro, Liceo STIGLIANI, Matera; Alexandra Mastrogiovanni e Cristina Padula, IIS PARISI-CASSOLA, Ferrandina; Eustachio Ambrosecchia, ITCG LOPERFIDO OLIVETTI, Matera; Michele Ferrara, IPSSEOA TURI, Matera.
IL RACCONTO DELLA GIORNATA IN BOTTEGA
Per questa parte qui, cara Irene, devi ripassare tra qualche giorno.