Il lavoro ben fatto
e-learning. Electric Extended Embodied
Appunti per una Didattica Artigiana
Università Suor Orsola Benincasa
L’INCIPIT
Ogni corso è un racconto, ogni classe una bottega che apprende, ogni studente un autore.
IL SENSO
Cara Irene, quest’anno l’incontro per “impastare” il corso di quest’anno, il riferimento al pane come puoi immaginare non è casuale, è cominciata con una risata. La prof. Maria D’Ambrosio e io ce la siamo fatta quando a un certo punto, erano quasi 2 ore che stavamo lavorando e ci apprestavamo a salutarci, ci siamo detti quasi ci fossimo messi d’accordo “quest’anno dobbiamo fare un salto quantico.” Perché si, anche le cose belle e che funzionano hanno bisogno di essere rinfrescate, rinnovate, e questo mi riporta al lievito, qui a Caselle in Pittari ‘o luvato, ma giuro che è l’ultima volta che lo faccio.
Allora, martedì 1 Ottobre si comincia e i cambiamenti più interessanti mi sembrano due, li condenso in un rigo ciascuno tanto poi avrei modo di seguire il racconto nel suo dipanarsi: il primo si riferisce proprio alla struttura del corso, che ha una parte che si sviluppa intorno al sapere, al saper fare e al pensare e un’altra che si sviluppa intorno ai casi-studio come ‘materia viva’ da trasformare in racconti crossmediali; il secondo ci porta invece dritti al sistema di relazioni, alle connessioni che come Bottega O intendiamo sviluppare con i cantieri che alla voce embodied e lavoro ben fatto sono aperti a Follonica, a Grumo Nevano e a Monte Echia.
Per il resto, come puoi vedere già dall’incipit, la bottega rimane tale con la sua didattica artigiana, la sua idea che fare è pensare, la sua capacità di uscire dalla classe e di ritornarci insieme ai tanti che nei piccoli mondi antichi dell’apprendimento, che non pochi, sono destinati a restare fuori.
Per ora direi che basta, se man mano che andiamo avanti segui i link avrai modo di saperne di più e di approndire, senza dimenticare che alla fine del post hai la possibilità di commentare, domandare, raccontare la tua esperienza e tanto altro ancora. Buona partecipazione.
IL PERCORSO, LE ATTIVITÀ E LA PROVA D’ARTE
L1 | Siamo il nostro racconto
L2 | La metodologia embodied 1
L3 | Il lavoro ben fatto come approccio 1
L4 | Il lavoro ben fatto come approccio 2
L5 | La metodologia embodied 2
L6 | Materia Viva – Euploia | Monte Echia 1 | Caso Studio
L7 | Gianni Rodari Follonica | Caso Studio
L8 | Materia Viva – Euploia | Monte Echia 2 | Caso Studio
L9 | Questo lo abbiamo fatto noi | Verifica 1
L10 | Prova d’Arte | Verifica 2
Le lezioni si terranno il martedì dalle 13:30 alle 17:30 secondo questo calendario: 1, 8, 15, 22, 29 Ottobre; 5, 12, 19, 26 Novembre. La prova d’arte si terrà il 3 Dicembre.
IL LAVORO IN BOTTEGA
1 Ottobre 2024 | Siamo il nostro racconto
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C: La dimensione narrativa e autobiografica nella definizione di sé e nella produzione di storie
A: Produzione della propria biografia | Individuale
Siam molti | Pablo Neruda
Di tanti uomini che sono, che siamo,
non posso trovare nessuno:
mi si perdono sotto il vestito,
sono andati in altre città.
Clicca qui e leggi tutta la poesia che è bellissima.
Cara Irene ieri abbiamo cominciato con i fuochi d’artificio. È ancora per presto per dirlo, e a prescindere incrocio le dita, ma la bottega di quest’anno sembra proprio di quelle destinate a lasciare il segno, vediamo.
Ogni anno che passa con la mia amica prof. Maria D’Ambrosio diventa sempre più stimolante, coinvolgente e divertente lavorare, ieri abbiamo ripetuto il gioco della poliziotta buona e del poliziotto cattivo, ci riesce bene, e insomma io ho raccantato di regole, di libri che vanno presi e letti da subito perché abbiamo un contesto da condividere, del senso della bottega, di quello che ci impegnamo a fare noi e di quello che ci aspettiamo da loro. Maria ha introdotto i due libri e ha raccontato di narrazione, di etica e di estetica della comunicazione, del percorso che intendiamo percorrere insieme, di come e perché essere professionisti della comunicazione ha senso e significato, con un un paio di passaggi sul come semplicemente fantastici. Dopo di che tutte e tutti al lavoro.
Per prima cosa abbiamo chiesto a tutte/i di definirsi con tre parole, ad Antonio Belardo di trascriverle sulla lavagna e ad Alessandra Fuina di riunirle in un file. Il risultato lo potete vedere e leggere di seguito.
Maria: ulivo, vento, danza; Vincenzo: lavoro, racconto, relazioni; Antonio: empatia, costanza, intraprendenza; Giulia: verità, empatia, amore; Marzia: determinazione, ascolto, fantasia; Sabrina: gratitudine, sacrificio, sensibilità; Mattia: solarità, connessione, supporto; Celeste: curiosità, adattamento, ascolto; Ruben: resilienza, altruista, pragmatico; Jacopo: instancabilità, precisione, onestà; Andrea: curiosità, empatia, ascolto; Alessandro: simpatia, onestà, curiosità; Francesca: scrittura, emozione, natura; Samuele: attenzione, adattabilità, pazienza; Antonio: condivisione, passione, sogni; Mirea: viaggiare, simpatia, musica; Laura: volubilità, caparbietà, estetica; Camilla: sincerità, passione, resilienza; Luca: rispetto, lealtà, passione; Francesco: calma, comprensione, riflessione; Alessandro: genuino, tenace, spontaneo; Pasquale: onestà, sacrificio, amore; Lucienne: attenzione, verità, pazienza; Enza: gratitudine, condivisione, fotografia; Giulia: libri, quiete, romanticismo; Sara: empatia, calma, lettura; Ilaria: sensibilità, onestà, crescita; Gianluca: sfrontatezza, entusiasmo, mediazione; Chiara: maturità, sportività, famiglia; Viviana: sensibilità, contatto, vita; Alessandra: libertà, integrità, poesia; Anna: testarda, solarità, schiettezza; Giuseppe: leale, positivo, egocentrico; Mariacarla: fragilità, animazione, sogno; Simona: ordine, entusiasmo, bovarismo; Francesco: creatività, musica, sensibilità; Antonio: disponibilità, coraggio, riservatezza; Alex: scrittura, sport, insoddisfazione; Bruno: attenzione, coraggio, tenacia.
Detto delle parole, il passo successivo è stato quello in cui abbiamo chiesto a ciascun componente della bottega di raccontarsi, con le parole, le immagini, la musica, quello che meglio rappresenta ciascuna/o di loro. Con la prof. Maria ci siamo detti che è meglio non illudersi, ma forse quest’anno Bottega O darà a chi la frequenta, e a noi, belle soddisfazioni. Ogni anno pubblichiamo la storia più bella su questo blog, quest’anno penso che ne dovremo pubblicare più di una, vediamo, per ora sono racoclte tutte nel file .pdf che puoi leggere qui. Insieme ai testi, ci trovi i link agli audio, ai video e alle foto. Per ora mi fermo qui e ti auguro buona lettura, conto di tornare nel pomeriggio o nella mattinata di domani per dirti delle opinioni della bottega sulle cose che sono piaciute e su quelle che invece no della prima lezione.
Eccomi, ricordo che la prof. D’ambrosio e io avevamo chiesto una cosa della prima lezione che era piaciuta e due che invece no, se non ne ho saltato qualcuno solo in 8 hanno risposto, soffermandosi per di più sugli aspetti positivi, che pure suggerisce qualcosa di significativo. Eccoli senza i nomi che nella versione pubblica non servono, noi tanto li abbiamo, perché come abbiamo detto ogni cosa verrà valutata ai fini del percorso di apprendimento:
1. La nota positiva è senza dubbio l’empatia dei due docenti, la disponibilità e l’umiltà con in quale si sono presentati e soprattutto la voglia di dare qualcosa del proprio sapere a noi ragazzi che siamo qui per imparare.
2. Ho trovato il corso interamente interessante. le parti che mi sono piaciute di più sono i discorsi motivazionali dei proff. e il lavoro di classe finale.
3. Ho apprezzato molto la lezione perché è stata un’esperienza alternativa, lontana dalle classiche lezioni frontali che spesso risultano ‘noiose’.
4. Della prima lezione mi è piaciuto il metodo innovativo di insegnare, l’inclusione connessa ad esso e la possibilità di interagire con la lezione.
5. La cosa che mi è piaciuta: il discorso sulla narrazione e condivisione.
La cosa che non mi è piaciuta: io che non riesco ad interagire quando voglio per vergogna.
6. Quello che mi è piaciuto molto di questa prima lezione è stato il lavoro di presentazione dove dovevamo parlare di noi stessi ed è una cosa che non fanno tutti i prof a cui interessa solo lo studio e il rendimento di ognuno, invece qui i proff., oltre alla loro simpatia, sono persone a cui interessa conoscere le persone con la quale interagiscono e lo aprezzo molto.
7. Per quanto riguarda questa prima lezione la cosa che senza dubbio mi ha affascinato, è il fatto che mi è stata data la possibilità, cosi come per gli altri, di dare uno spunto per capire qual’è la mia persona, magari anche a qualcuno o qualcuna, con il quale non ho ancora legato più di tanto.
8. La cosa che mi è piaciuta di più di questa lezione: la possibilità di esprimersi liberamente per quello che si è senza dover filtrare le negatività.
8 Ottobre 2024 | La metodologia embodied 1
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C: L’estetica del conoscere, dell’esistere, del comunicare.
A: Produzione di contenuti in ‘pillole’ per ‘tradurre’ il testo di studio ‘e-learning’ | Individuale e di Gruppo
Cara Irene, per il lavoro in bottega di oggi con la prof. Maria D’Ambrosio abbiamo pensato di procedere in questo modo:
13:30 – 14:00 Feedback dei lavori realizzati la settimana precedente;
14:00 – 14:30 Visione del video e commento della prof. D’Ambrosio
14:30 – 15:10 Ogni componente della bottega riassume video e commento con tre parole;
15:10 – 15:50 Speech della prof. Maria D’Ambrosio
15:50 – 17:30 Ogni componente della classe scrive un testo di 980 battute, spazi compresi, per raccontare i pensieri, il senso e le possibilità che le/gli sono state ispirate/i dal lavoro di oggi.
Rieccomi cara Irene, in diretta da Bottega O ecco le tre parole che sono state scelte dopo aver visto il videoclip e aver ascoltato e partecipato alla discussione con la prof. Maria D’Ambrosio:
Alessandro: Sensazione, pensieri, liberazione; Andrea: Cupo, opprimente, ritmo; Pasquale: Dinamismo, silenzio, roteazione; Viviana: Algoritmo, intreccio, armonia; Celeste: Gravità, trappola, incorporazione; Enza: Relazione, movimento, suono; Sabrina: Connessione, ricerca, enigma; Francesco: Caos, liberazione, illusione; Mirea: Illusione, esplorazione, visione; Francesca: Virtuale, psichedelico, spazio; Alessandro: Rotazione, movimento, silenzio; Alessandra: Movimento, sperimentare, astrattismo; Antonio: Dinamismo, coesione, tocco; Luca: Approccio, messaggio, gruppo; Giacomo: Caos, psichedelico, illusiorio; Ruben: Ricordi, psichedelia, viaggio; Alessia: Roteanza, inquietudine, labirinto; Camilla: Algoritmo, azione, alternatività; Giulia: Groviglio, individui, rete; Samuele: Distorto, confusione, inquietudine; Emanuele: Intreccio, sensazione, illusione; Giulia: Magmatico, geometrico, cupo; Marzia: Ricerca, immaginazione, connessione; Chiara: Confusione, unione, movimento; Bruno: Surreale, ritmo, anticonvenzionale; Anna: Libertà, emozione, smarrimento; Mariacarla: Dinamicità, astrattezza, irrealismo; Simona: Colori, intrecci, pratico; Francesco: Confusione, chiusura, astratto; Christian: Spazio, connessione, illusione; Angelo: Caos, rete, movimento; Gianluca: Impattante, riflessivo, aleatorio; Alex: Confusione, dinamismo, apnea; Sara: Intreccio, rappresentativo, innovazione; Jacopo: Danza, bolla, purezza; Lucienne: Reazione, movimento, cupo; Giorgio: Filo spinato, colore, psichedelico; Antonio: Disordine, rumore, movimento; Antonio: Avanguardistico, sconnesso, veloce; Marika: Angoscia, irrealtà, bagliore; Giulia: Groviglio, individui, rete; Ilaria: Connessione, rete, algoritmo.
Grazie al video “sistema roteanza antigravitazionale”, abbiamo scoperto un nuovo approccio all’apprendimento.
L’ambiente è l’albero maestro dell’approccio embodied. Per essere più precisi, il rapporto tra corpo, mente e ambiente. Nel video si vedono vari movimenti realizzati dalle persone partecipanti. Proprio per sfruttare l’ambiente circostante a proprio favore.
Altri aspetti fondamentali sono l’arte e il suono, per far sì che ognuno di noi viva nel miglior ambiente possibile per apprendere. La tecnologia ci aiuta molto in questo, grazie ai nuovi dispositivi riusciamo sempre di più a estendere i nostri pensieri e trovare migliori possibilità di apprendimento.
Anche la mobilità è necessaria. Il corpo e la mente devono mutare, per raggiungere risultati sempre migliori. La scena-live del video mostratoci parla proprio di questo.
Clicca qui e leggi i lavori di Bottega O che sono arrivati entro venerdì sera.
15 Ottobre 2024 | Il lavoro ben fatto come approccio 1
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C: L’approccio artigiano al lavoro, la filosofia e il senso del lavoro ben fatto ad uso del comunicatore, i processi di produzione di contenuti e prodotti.
A: produzione di contenuti in ‘pillole’ per ‘tradurre’ il testo di studio ‘lavoro ben fatto’ | Individuale e di Gruppo
Cara Irene, come ti avevo anticipato per il lavoro in bottega di domani con il lavoro ben fatto seguiremo più o meno lo stesso format della scorsa settimana:
13:30 – 14:00 Visione del video “I 5 passi del lavoro ben fatto e mio commento;
14:00 – 14:40 Ogni componente della bottega riassume video e speech con tre parole;
14:40 – 15:20 Mio speech
15:20 – 17:00 Ogni componente della classe scrive un testo di 980 battute, spazi compresi, per raccontare i pensieri, il senso e le possibilità che le/gli sono state ispirate/i dal lavoro di oggi;
17:00 – 17:30 Feedback dei lavori realizzati la settimana precedente.
Eccomi cara Irene, anche oggi, dopo aver visto assieme il video relativo ai 5 passi del lavoro ben fatto, abbiamo chiesto alla bottega di commentarlo con tre parole, ecco quello che è venuto fuori:
Luca: Educativo, significativo, motivazionale; Giulia: Tranquillità, tatto, breve; Pasquale: Passione, determinazione, volontà; Bruno: Giusto, schematico, metodo; Antonio: Fuoco, gentilezza, caparbietà; Alessandro: Manualità, motivazionale, volontà; Viviana: Mani, esperienza, passione; Celeste: Anima, tradizione, desiderio; Alessandra: Dedizione, opportunità, motivazione; Chiara: Inclusione, speranza, determinazione; Alessandro: Responsabilità, dedizione e disciplina; Gianluca: Motivazione, appassionante, propositività; Anna: Opportunità, manualità, coraggio; Giorgio: Dedizione, passione, artigianale; Emanuele: Passionale, educativo, motivazionale; Mariacarla: Semplicità, innocenza, genuino; Camilla: Dedizione, passione, responsabilità; Alessia: Impegno, missione, vita; Marzia: Abitudine, senso, genuinità; Francesca: Amore, mani, mestiere; Ruben: Nostalgia, eredità, tradizione; Andrea: Etica, sistema, sforzo; Jacopo: Azione, impasto, dialogo; Francesco: Naturale, vero, costruito; Mirea: Mentalità, sacrificio, soddisfazione; Giacomo: Esperienza, cinismo, manuale; Francesco: Stimolante, formazione, semplice; Gaetano: Dedizione, quotidianità, interesse; Christian: Utilità, dedizione, ambizione; Angelo: Devozione, intenzione, sacrificio; Samuele: Concreto, giusto, volontà; Antonio: Veritiero, attuale, mani; Enza: Riflessione, motivazione, impegno; Lucienne: Impegno, speranza, collettività; Alex: Intelletto, gratitudine, sacrificio; Giulia: Cuore, anima, lavorazione; Ilaria: Impegno, amore, pratica; Sabrina: Dedizione, futuro, scintilla; prof. Maria: Cura, artigiano, anima.
Finita questa parte ci abbiamo ragionato un poco su, e abbiamo invitato la bottega a tornarci su, rileggendo tutte le parole che sono state usate e immaginandone di nuove. Dopo di che è stato il momento del mio breve speech, che puoi guardare lbf_unisob o sull’immagine.
Concluso il breve speech ne abbiamo discusso tutti assieme ed è stata l’occasione per condividere alcune testimonianze della bottega e vedere il insieme il trailer del film “Perfect days” di Wim Wenders, dopo di che abbiamo fatto una breve pausa e infine la prof. D’Ambrosio ci ha dato i suoi feedback ai lavori invati dalla bottega e ne abbamo discusso. Per ora direi che è tutto, entro venerdì arrivano le riflessioni in 980 battute sul lavoro ben fatto da parte della bottega e appena le avrò messe assieme ritorno.
Rieccomi amica mia, i lavori di Bottega O alla voce “lavoro ben fatto” li trovi qui.
22 Ottobre 2024 | Il lavoro ben fatto come approccio 2
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Cara Irene, oggi si ritorna in Bottega O per scavare nel concetto di lavoro ben fatto come approccio e fare una prima importante verifica della capacità di riflessione, approfondimento e critica della bottega, a partire dallo studio del libro.
Con la prof. D’Ambrosio abbiamo pensato di partire da “Lieviti”, un piccolo film diretto da Giuseppe Jepis Rivello, il maestro pizzaiolo Michele Croccia come protagonista e io che faccio da spalla. Bottega O ha bisogno di Lievito per crescere, di lievito madre, ‘o luvato come direbbe Michele. Ritorno nei prossimi giorni.
Eccomi cara Irene. Allora, martedì la prima mezzora se n’è andata come avevevamo immaginato, con me e la prof. D’Ambrosio che siamo ritornati su cosa vuol dire studiare un testo, sul perché non ha senso studiare sui riassunti, sull’importanza di tornare sulle cose, scavare, approfondire, che dovrebbero essere tutte cose scontate al secondo anno di un corso di studio universitario e invece non lo sono. Il risultato lo vedi poi in alcuni lavori che fanno, dove queste mmancanze emergono in maniera evidente.
Finita questa parte siamo passati alla visone di “Lieviti”, dopo di che abbiamo chiesto alla bottega di raccontarlo in tre parole e il risultato eccolo qui: Francesco Scotti: Passione, impegno, manualità. Alessandro Caterino: Lavoro, ambizione, passione. Andrea De Felice: Tradizione, umiltà, sudore. Pasquale D’Ambrosio: Passione, studio, determinazione. Camilla Rener: Manualità, tradizione, rappresentanza. Vincenzo Tesoro: Emozionante, origini, famiglia. Angelo Licciardello: Ricordo, crescita, infanzia. Antonio Sternotti: Tradizione, ricordo, dedizione. Francesco Antonio Leopardi Barra: Cura, semplicità, riscatto. Samuele Di Pinto: Dedizione, rispetto, vita. Francesca Mainardi: Nascita, famiglia, proibito. Emanuele Arinelli: Rispetto, solidarietà, passione. Cristian Nappo: Tradizione, umiltà, determinazione. Viviana Ruggieri: Radici, volontà, racconto. Celeste Pinto: Contatto, fermento, tempo. Bruno Stampa: Impegno, emozione, dedizione. Chiara Sepe: Innovativo, manuale, sapori. Sabrina Coseglia: Consapevolezza, intraprendenza, unicità. Gaetano Pio Gargiulo: Sacrificio, trasmissione, qualità. Alessandro Ruggiero: Campagna, manualità, tradizione. Giulia Salaccione: Manualità, rinnovare, generazioni. Ruben D’Agostino: nonni, speranza, curiosità. Francesco Simiani: Disagio, interesse, cambiamento. Giacomo Maraucci: Tradizione, riscatto, pazienza. Jacopo Staiano: Agricoltura, mescolare, gustare. Mariacarla Sorice: Focolare, bianco, calore. Antonio Rapuano: Mani, rispetto, pratica. Antonio Belardo: Costanza, tenacia, amore. Mirea Guariglia: Rispetto, nostalgia, immortalare. Simona Scala: Conforto, calore, comprensione. Giorgio Frappoli: Esperienze, affetto, generosità.
Una volta che ogni componente della bottega ha inviato le sue parole le abbiamo lette e discusse, non tutte ma quelle più particolari e uniche si.
Finita questa parte abbiamo chiesto di scrivere una cosa che era èiaciuta e due che invece no del libro !Il lavoro ben fatto”, e così la bottega si è rimessa al lavoro, questa volta il risultato lo puoi leggere qui.
Infine la vandera, il grembiule di lavoro. Abbiamo illustrato i 5 campi organizzativi (identità, talenti, valori, storia, visione) e l’importanza della posizione, dei colori, delle parole che la compongono, abbiamo formato 3 gruppi e abbiamo chiesto a ciascun gruppo di disegnarne due, una per il libro Il lavoro ben fatto e una per il libro e-learning. Electric Extended Embodied.
Per consegnare questo lavoro, con la prof. D’Ambrosio abbiamo deciso di dare tempo ai tre gruppi fino a venerdì di questa settimana. Direi che per ora è tutto, conto di tornare domani.
29 Ottobre 2024 | La metodologia embodied 2
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Cara Irene, oggi giornata molto bella e coinvolgente a Bottega O. Già solo il titolo dice un mondo: Se fossi Giotto … da Velasquez a Giotto a Eve Sussman … l’arte della comunicazione in tutti i sensi.
La prof. Maria D’Ambrosio partirà dagli Artifici di Giotto e racconterà Las Menisas di Diego Velázquez e da lì a Eve Sussman e a 89 Seconds at Alcázar sarà un viaggio davvero entusiasmante.
Concluso lo speech della prof. e guardato il video toccherà alla bottega raccontare il tutto in tre parole per poi discuterne tutti assieme. Finita questa parte, ancora le/i componenti della bottega saranno protagoniste/i scrivendo una cosa che è loro piaciuta e due che invece no del libro e-learning. Electric Extended Embodied. Infine la ripresa del lavoro sulla vandera, che dovrà essere consegnato entro venerdì prossimo. A dopo.
Rieccomi cara Irene. Ho chiesto alla prof. D’Ambrosio di mandarmi qualche riga che desse il senso dello speech che ha introdotto il percorso da Giotto a Velasquez e a Eve Sussman, ed eccolo qui:
“Di maestri. Abbiamo bisogno di maestri per dare spessore all’arte del comunicare, alle professioni dell’industria culturale che ci fanno risalire nel tempo a chi come Giotto è parte di un sistema che tiene insieme committenza e produzione, genera opere che parlano al loro tempo, aprono un varco ad un tempo nuovo, anticipano la Modernità, sono il ponte verso nuovi universi di significato. Se torniamo alla Cappella degli Scrovegni a Padova è perchè possiamo intenderlo come spazio immersivo dove lo sguardo è strumento di indagine che apre alla volta celeste e tende ad unire terreno con ultraterreno.”
Come dici amica mia? È bellissimo? Sono d’accordo. E queste invece sono le prole della bottega che poi abbiamo commentato e discusso:
Pasquale D’Ambrosio: Fusione, descrizione, simbolico. Mirea Guariglia: Connettività, rigenerazione, formazione. Viviana Ruggieri: Sensi, illimitato, dettaglio. Ruben D’Agostino: Percorso, immersione, proiezione. Mariacarla Sorice: Visione, osservazione, concezione. Sara Mazzone: Colore, precisione, innovazione. Martina Vastola: Percezione, immaginario, rivelare. Alessandro Ruggiero: Arte, cultura, religione. Anna Maresca: Tattilità, cognizione, autonomia. Angelo Licciardello: Spazio, immaginazione, colore. Vincenzo Tesoro: Creatività, pensiero, osservazione. Alex Iozzi: Viaggio, contemplazione, estasi. Emanuele Arinelli: Espressione, innovazione, simbolismo. Samuele Di Pinto: Attenzione, sovrapposizione, immaginazione. Francesco Antonio Leopardi Barra: Tecnologia, personalizzazioni, interattività. Giorgio Frappoli: Multimediale, immersione, diverso. Celeste Pinto: Sentire, dubbio, conoscenza. Lucienne Polito: Natura, realtà, intuizione. Gaetano Pio Gargiulo: Prospettiva, stile, osservazione. Andrea De Felice: Limiti, sensi, traccia. Francesca Mainardi: Oltre, sogni, tempo. Giacomo Maraucci: Estetica, incarnazione, trascendenza. Alessandro Caterino: Creatività, stimolante, immaginazione. Cristian Nappo: Flessibilità, autonomia, dimensione. Luca De Brasi: Arte, significato, assemblamento. Alessandra Fuina: Interpretazione, immersione, esplorazione. Anna Russo: Intreccio, profondità, passaggio. Antonio Belardo: Immagine, legame, sensazione. Marzia Della Rossa: Cielo, unione, terra. Antonio Rapuano: Immaginazione, ambiente, colori. De Falco Ilaria: Racconto, pensiero, introspezione. Franesco Simiani: Connessione, produzione e pensiero. Giulia Rodontini: Chiarificatore, estetico, scientifico. Camilla Rener: Coinvolgente, sensazionale, immaginario. Enza Gallo: Osservazione, attenzione, unione.
Per ora è tutto, sono cominciati ad arrivare i lavori con 1 cosa che è piaciuta e 2 che invece no del libro della prof. D’Ambrosio e per fine settimana arriveranno anche le vandere. Ancora due elementi di ispirazione per la bottega prima di lasciarti. Il primo è un video che si riferisce al dipinto di Velasquez, la seconda è la foto del grande Nicolangelo Marsicani che indossa la vandera Scritte® dedicata al suo frantoio. So che apprezzerai la qualità e la quantità delle parole che sono state usate per realizzarla.
Tutti i lavori di Bottega O con 1 cosa che è piaciuta e 2 che invece no del libro della prof. D’Ambrosio li potete leggere qui.
Per quanto riguarda le vandere (i grembiuli) relativi ai due libri è stata chiesta e concessa una settimana di proroga, e dato che settimana prossima ci sarà la visita a Monte Echia se ne discuterà nel corso della settima lezione, il 12 Novembre, dopo l’incontro con la maestra Irene Costantini.
I CASI STUDIO
5 Novembre 2024 | Il caso Materia Viva – Euploia 1
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Cara Irene, oggi breve incontro in Bottega O e poi visita a Monte Echia con la prof. D’Ambrosio.
Le ragazze e i ragazzi di Bottega O hanno naturalmente utilizzato diversi formati per raccontare la giornata: solo testo, testo più immagini e/o video, solo immagini e solo video.
La parte raccontata con le parole la puoi leggere qui.
I lavori multimediali che accompagnano i testi o raccontano per intero la storia li trovate raccolti in questa pagina.
Buona lettura e buona visione.
12 Novembre 2024 | Il caso Gianni Rodari
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Incontro con la maestra Irene Costantini e la 4° A, l’esperienza dell’approccio del lavoro ben fatto e dell’emboded education.
Dopo le presentazione, chiederemo alla maestra Irene di introdurre i lavori della giornata con il suo speech.
Al termine, ciascun componente di Bottega O riassumerà con 3 parole, quelle a proprio avviso più significativo, il senso e il significato dello speech ascoltato, e le invierà ai proff. nel solito modo. Una volta inviate le 3 parole le leggeremo e le discuteremo in plenaria.
Il passo successivo sarà finalizzata alla realizzazione, sempre da parte di ogni componente della bottega, di un articolo o un’intervista alla maestra Irene.
I materiali da utilizzare verranno fuori dalle domande, una ciascuna/o, e dalle risposte. Naturalmente per gli articoli o le interviste si potranno utilizzare tutte le domande e tutte le risposte, non solo le proprie. I lavori andranno consegnati entro venerdì 15 novembre corredate da titolo e occhiello.
Rieccomi cara Irene, queste sono le 3 parole con cui la bottega ha sintetizzato il racconto della maestra Irene Costantini: Francesco Scotti: Percorso, Dedizione, Particolari; Bruno Stampa: Approccio, Rivoluzione, Visione; Antonio Sternotti: Cuore, Crescita, Valori; Luca De Brasi: Outdoor, Leggerezza, Capacità critica; Vincenzo Tesoro: Impegno, Insieme, Esperimento; Francesco Simiani: Sviluppo, Crescita, Originalità; Alessandro Ruggiero: Approccio, Passione; Esperienza; Giorgio Frappoli: Approccio, Percorso, Coinvolgimento; Ilaria De Falco: Apprendimento, Immersione, Crescita; Alessandra Fuina: Unicità, Impegno, Consapevolezza; Gaetano Pio Gargiulo: Leggerezza, Insegnamento, Curiosità; Alessandro Caterino: Visione, Educazione, Crescita; Camilla Rener: Metodo, Approccio, Unione; Mariacarla Sorice: Reimparare, Innocenza, Adattamento; Giulia Salaccione: Fare, Formare, Fuori; Celeste Pinto: Filosofia, Consistenza, Consapevolezza; Sabrina Coseglia: Essenza, Attesa, Fantasticare; Enza Gallo: Impegno, Cura, Consapevolezza; Chiara Sepe; Approccio, Formazione, Oltre; Antonio Rapuano: Testa, Mani, Cuore; Pasquale D’Ambrosio: Unione, Comunità, Impegno; Andrea De Felice: Unione, Metodo, Esplorazione; Mirea Guariglia: Approccio, Condivisione, Esperienza; Angelo Licciardello: Continuità, Visione, Metodo; Francesco Antonio Leopardi Barra: Interazione, Percorso, Creativo; Simona Scala: Audacia, Coraggio, Cuore; Cristian Nappo: Percorso, Unione, Esperienza; Marzia Della Rossa: Introduzione, Voglia, Volontà; Sara Mazzone: Cambiamento, Trasmettere, Crescita; Viviana Ruggieri: Competenza, Unicità, Consapevolezza; Francesca Mainardi: Formazione, Applicazione, Alternanza; Emanuele Arinelli: Esperienza, Approccio, Insegnamento; Giulia Rodontini: Dedizione, Amore, Futuro; Ruben D’Agostino: Sperimentazione, Avvenire, Metodo; Alez Iozzi: Assimilazione, Impegno, Fobia; Lucienne Polito: Scuola, Approccio, Speranza; Jacopo Staiano: Outdoor, Coesione, Prospettive; Antonio Belardo: Preparazione, Propedeutica, Curiosità.
Rieccomi cara Irene con gli articoli e le interviste di Bottega O alla maestra Irene Costantini, le puoi leggere o scaricare qui.
19 Novembre 2024 | Il caso Materia Viva – Euploia 2
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Si ritorna a Monte Echia.
LE VERIFICHE
26 Novembre 2024 | Questo lo abbiamo fatto noi
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Cara Irene, oggi in Bottega O ci si confronta sul lavoro svolto durante il percorso, a partire dalla metodologia, dalla cultura del lavoro ben fatto e dell’e-learnig education, insomma dai contenuti pensati e realizzati. In particolare abbiamo lavorato sulle interviste e sugli articoli realizzati dalla Bottega dopo l’incontro con la maestra Irene Costantini, che è un lavoro individuale, e con le vandere, i grembiuli di lavoro, realizzate, che è invece un lavoro di gruppo.
I lavori con la maestra Irene li puoi scaricare e leggere cliccando qui.
Questi invece sono i gruppi e i lavori realizzati sulla vandera:
G1: Ruben Antonio D’Agostino, Andrea de Felice, Jacopo Staiano, Ilaria de Falco, Marzia della Rossa, Giacomo Maraucci, Camilla Rener, Simona Scala, Camillo Meschi Battimiello | Vai alla Vandera
G2: Pasquale D’Ambrosio, Alessandro Caterino, Vincenzo Tesoro, Pio Gaetano Gargiulo, Cristian Nappo, Antonio Sternotti, Alessandro Ruggiero | Vai alla Vandera
G3: Francesca Mainardi, Enza Gallo, Giulia Salaccione, Lucienne Polito, Mariacarla Sorice, Antonio Rapuano, Francesco Scotti, Angelo Licciardello | Vai alla Vandera
G4: Celeste Pinto, Chiara Sepe, Gianluca Vaino, Bruno Stampa, Mirea Guariglia, Antonio Belardo, Anna Maresca, Sara Mazzone, Carmen Fico, Samuele Di Pinto, Francesco Leopardi Barra | Vai alla Vandera
G5: Viviana Ruggieri, Emanuele Arinelli, Sabrina Coseglia, Luca De Brasi, Giorgio Frappoli, Alessandra Fuina, Alex Iozzi, Giulia Rodontini, Francesco Simiani, Martina Vastola | Vai alla Vandera
Alla fine della giornata la prof. Maria D’Ambrosio e io abbiamo pensato di chiedere a Celeste Pinto e Francesca Mainardi, due delle ragazze che meglio hanno interpretato il senso e il significato del nostro lavoro in bottega, di declinare con alcune parole il percorso di quest’anno.
Ha cominciato Celeste, che ci ha pensato un minuto e poi ha detto “Circolarità”.
“Trovo che la circolarità sia stata una delle dimensioni essenziali del nostro lavoro in bottega. Le possibilità che ciascun “apprendista” ha avuto di mettersi in gioco attraverso l’attività creativa, l’esplorazione dei luoghi, il perenne confronto con i lavori e le idee altrui, sia dei colleghi che dei “maestri artigiani”, sono a pieno titolo espressione di una mobilità circolare.
Così la nostra esperienza ha prodotto un intreccio concreto e reale tra i due approcci analizzati durante il corso, sia “Lavoro Ben Fatto” che “Embodied education”. Condotto con questa logica, messa da parte la gerarchia e l’impostazione classica dell’insegnamento, il nostro percorso ha reso necessaria la partecipazione e la collaborazione di ogni componente del gruppo, al fine di portare a compimento l’opera.”
“E insieme a Circolarità?”, a chiesto la prof.
“Insieme a Circolarità direi Responsabilità”, ha risposto pronta Celeste. “L’approccio che ciascuna/o ha adottato nel corso di questo viaggio ha indirettamente fatto emergere un certo senso di responsabilità rispetto al nostro operato, la qual cosa è sempre auspicabile. Lavorare con criterio, metodo, amore, entrando nello spessore della materia trattata, restituisce, di volta in volta, senso e significato profondi al ‘fare’.
In ogni ambito, sia esso lavorativo, sentimentale, sociale, il sentirsi responsabili, il rispondere con consapevolezza agli stimoli proposti e percepiti, sono segno di rispetto, sia per se stessi che per i destinatari delle nostre azioni.”
Come dici cara Irene? Sì, sono d’accordo con te, davvero niente male. Dopo Celeste è stata la volta di Francesca, che ha messo in fila tre parole: Capillarità, Profondità e Possibilità.
“Capillarità, come la capacità di passare dal generale al particolare, di diramarsi come le radici di un albero e affondare, andare a fondo: approfondire.
Andare in Profondità, rompere la superficie per capire e scoprire ciò che è dentro le cose, la materia viva di cui sono composte.
Entrare nelle cose per osservarle da nuove prospettive e aprire infinite Possibilità.”
Mi credi amica mia?, avrei voluto fare un applauso a tutte e due, ma Celeste mi ha anticipato dicendo che aveva anche altre parole.
“La prima è Sinestesia: Non c’è stata ora di lavoro durante il corso, che non abbia contemplato una visione multisensoriale. Abbiamo letto, ascoltato, sentito nel profondo, attraversato la realtà, abbiamo scritto, dialogato, pensato, immaginato, abbiamo fatto cose. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza intrecciare i sensi.
La sinestesia, intesa come contaminazione e sovrapposizione di percezioni sensoriali, si è concretizzata e ha dato forma a lavori altrettanto sinestetici. Sono stati prodotti contenuti in cui coesistono più codici, tecnologie, competenze, linguaggi, registri, cosa che prima sarebbe stata difficile da immaginare.
La seconda è Racconto: Il racconto, inteso come narrazione, è stato la bussola di questo viaggio. Ha fatto ricordare a noi quanto, nella comunicazione tra individui, si esprima la capacità dell’uomo di inventare altri mondi grazie alle parole. In fondo siamo quel che siamo perché qualcuno ci ha raccontato storie e questo ci distingue dagli altri animali. Storie di persone, di tempi e luoghi lontani, così ognuno ha trovato un senso di appartenenza a se stesso, alla vita, al proprio immaginario.
Allo stesso modo, Vincenzo Moretti raccontando storie di eroi del nostro tempo nel loro lavoro, Maria D’Ambrosio raccontando di luoghi del passato e di possibilità infinite per l’apprendimento del futuro, hanno lasciato una traccia indelebile sul nostro cammino.
Gli intrecci tra le storie che loro ci hanno fatto conoscere e i contributi che tutti i ragazzi hanno dato con le attività, altro non sono che la trama perfetta di una storia che sa come insegnare.”
Detto questo, Celeste ha parlato anche di un’altra parola, non ricordo se Partecipazione o Ascolto, ma purtroppo la registrazione di questa parte è saltata, comunque come sono entrambe paorle cruciali.
Nonostante l’ora tarda, era tutto così interessante che con Maria abbiamo chiesto chi voleva contribuire a definire il corso con una parola al resto della bottega se parola con cui definire il percorso.
Viviana Ruggieri ha scelto Perturbazione.
“Perché siamo passati, grazie a questi nuovi approcci, da un livello energetico più basso, di equilibrio, ad uno ad energia più alta. Questa transizione energetica è avvenuta proprio grazie al percorso svolto, in cui ognuno ha sviluppato una propria autorialità, che ha dato maggiore valore all’identità di ognuno, anzi, che l’ha arricchita, aggiungendo tasselli nuovi e che solo dopo esserci posizionati come osservatori esterni è possibile notare.
Aggiungerei anche altre due parole: consapevolezza e umano. La prima è stata acquistata durante il corso attraverso ogni attività svolta, attraversando una dimensione collettiva, ma anche personale, dando vita a risvolti positivi su tutti i versanti del nostro cammino; la seconda, invece, la intendo come un realizzare effettivamente di essere umana, di sentire, di percepire e di accettare anche i limiti umani, perché ci sono, ma trasformarli in punti di forza per raggiungere i propri obiettivi.”
Sabrina Coseglia ha declinato Gratitudine.
“L’ho scelta perché è quella che riassume al meglio il percorso che abbiamo affrontato insieme; a mio avviso un viaggio nella scoperta di noi stessi e del prossimo. Avere l’opportunità di osservare anche i lavori degli altri permette di ampliare i nostri orizzonti mentali. Sono grata per aver vissuto lezioni non monotone e soprattutto dinamiche; non sono scontate.”
Ruben D’Agostino ha scelto invece un verbo, Inseguire.
“Inseguire nella sua accezione positiva. Il proiettarsi verso il futuro.
Inseguire un sogno, un passione, una verità, un’ ambizione. Il gesto di inseguire come proiezione verso la conquista di un obiettivo. Il corpo si prolunga, si distende, si protende verso la meta, verso il traguardo che diventa più vicino, quasi fosse a portata di mano. Atto inteso come atteggiamento propositivo per facilitare il raggiungimento di uno scopo.”
Infine Chiara Sepe ha definito la parola Oltre.
“Perché è sicuramente un approccio che non intende fermarsi alla staticità delle cose. Oltre ogni limite, pregiudizio anche, ma soprattutto una visione che si spinge oltre. Attraverso l’approccio del lavoro ben fatto e l’applicazione Embodied il nostro approccio va oltre.”
Questo è tutto cara Irene, che non è poco, perché sai una cosa? Se avessimo avuto più tempo sarebbe venuti fuori altre parole interessanti, ma alla fine basta così, è comunque un bel modo di chiudere il racconto di quest’anno delle cose pensate e fatte in Bottega O.
3 Dicembre 2024 | Prova d’Arte
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Le ragazze e i ragazzi di Bottega O fanno la prova d’arte.