Gianni Rodari Follonica | Il lavoro ben fatto in 3° A

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IL LAVORO BEN FATTO | LIBRO

PROGETTO
A scuola di lavoro ben fatto, di tecnologia e di consapevolezza

SCUOLA
Scuola Primaria Gianni Rodari, Istituto Comprensivo Follonica 1, Dirigente Scolastica Elisa Ciaffone

3° A | DIARIO SCOLASTICO 2023 – 2024
26 Gennaio 2024 | 31 Gennaio 2024 | 1 Febbraio 2024 | 8 Febbraio 2024 | 20 Febbraio 2024 | 26 Febbraio 2024 | 4 Marzo 2024 | 10 Marzo 2024 | 18 Marzo 2024 | 23 Marzo 2024 | 13 Aprile 2024 | 20 Aprile 2024

LA NUOVA PAGINA DEL DIARIO

20 Aprile 2024 | Raffaella Barbato
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Caro Vincenzo, sono Raffaella, la collega di Irene, e ti scrivo per raccontarti cosa è successo in terza: ci è venuto a trovare un nonno speciale, il mio babbo Raffaele.
Lui è un maresciallo dell’aeronautica in pensione e alla nostra proposta di venire a raccontare la sua passione per gli aerei, ha risposto con molta emozione.
I bimbi lo hanno accolto con entusiasmo, anche perché è venuto vestito da aviatore e con tanti modellini di aeroplani, strumenti e fotografie che loro hanno guardato a bocca aperta.
Il mio babbo ha raccontato che lavorava alla torre di controllo del 4° Stormo di Grosseto, ci ha spiegato come la sua passione sia continuata anche dopo la pensione, tanto che si è preso anche il brevetto per guidare i piccoli aerei e che spesso organizza manifestazioni in giro per l’Italia e nella nostra bella Maremma.
Questo mi è sembrato davvero importante, perché quando si ama quello che si fa, si continua ad amarlo sempre! E mi sembra proprio che i bimbi e le bimbe lo abbiano potuto leggere nei suoi occhi e nella passione dei suoi racconti.
Alla prossima, Vincenzo, e speriamo di poter organizzare una bella gita all’aeroporto di Grosseto, dove sei ovviamente invitato.

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13 Aprile 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, i “giovedì” continuano ad arricchire la nostra esperienza di “lavoro” e “cura del nostro lavoro”, la scorsa settimana è stato nostro ospite Cristiano Marzocchi, babbo di Samuele. Con lui abbiamo affrontato aspetti in parte nuovi, che conserviamo con cura perché ci saranno preziosi nel nostro percorso di riflessioni.
Cristiano è un artigiano, e questo per noi conta molto, con un suo amico ha fondato molti anni fa una azienda, bottega altamente specializzata, la Fi.Ma. dove si costruiscono porte e finestre in alluminio. Mentre ci raccontava con tanta passione del suo lavoro, mi sono ritrovata a pensarti, Vincenzo, quando racconti del tuo babbo che ti spiegava “perché chi fa bene il proprio lavoro, la sera, quando mette la testa sopra al cuscino, è contento”.
L’entusiasmo con cui ci ha raccontato la cura e l’attenzione dei particolari, l’importanza della precisione a partire dalle cose più semplici, l’affetto che lo lega al metro, il suo strumento principale, ha coinvolto tantissimo tutti noi, portandoci a riflettere con molta serietà su come ogni cosa che abbiamo intorno e che spesso diamo per scontata, come ad esempio porte e finestre, sia in realtà risultato di impegno e fatica.
Nella sua azienda, oltre al metro, ci sono macchine enormi e rumorosissime, fondamentali per costruire e che hanno alleviato tanto la fatica dell’artigiano, ce le ha fatte vedere alla lim. E il suo racconto è stato così bello che abbiamo chiesto di poterlo andare a trovare nella sua bottega, e, ovviamente, Cristiano ha accettato, appena possibile andremo! Pensa, poi, che Marc ha raccontato che il portone della casa di suo nonno è uno dei più antichi di Follonica, e ci ha portato anche la foto che ti mando. Insomma, a conclusione dell’incontro con il babbo di Samuele abbiamo deciso che, a storia, faremo anche qualche approfondimento su porte e finestre e sull’evoluzione del loro uso! Al prossimo appuntamento!

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LE PAGINE PRECEDENTI

26 Gennaio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, eccoci pronti a ripartire, mi ritrovi con una bellissima compagnia, te li voglio ricordare tutti, Emily Bianca, Vittoria B., Mia, Vittoria G., Regina, Penelope, Micol, Samuele, Marc, Alice, Michelle, Filippo, Karol, Valerio, Michelangelo , Alessandro e Gaia.
Tu li hai conosciuti appena arrivati in prima, giusto il tempo di capire quanto fossero curiosi, vivaci, frizzanti. Poi purtroppo come talvolta succede alle persone, la vita mi ha portato in percorsi che non avrei mai voluto incontrare e nei quali ho dovuto impiegare tutte le mie energie, ma ora rieccomi qua, pronta a riprendere quel filo del discorso interrotto.
Nel frattempo loro sono cresciuti, sono diventati una meravigliosa squadra con la quale sicuramente ne faremo delle belle. Ognuno di loro avrà una storia incredibile da raccontarci, e nel raccontarla diventeranno sempre più consapevoli protagonisti della loro crescita. E che dici, forse proprio questo è il nostro obiettivo più importante, che queste bambine e bambini protagonisti della propria crescita siano, nel nostro futuro, cittadini consapevoli del mondo con tanta voglia di fare un lavoro ben fatto e con la volontà di cambiarlo, questo mondo.
Intanto abbiamo fatto il primo passo, abbiamo preparato le domande per una piccola intervista che faranno ai loro genitori, le puoi vedere nella foto.

Per la foto di copertina ti invio invece la foto alla Biblioteca della Ghisa, vedi, Biblioteca, Magma, i luoghi del cuore del Lavoro Ben Fatto, così ti fai un’idea di quanto sono cresciuti e di quali sono le nostre frequentazioni. Conto di tornare presto, giovedì prossimo verrà in classe il babbo di Valerio, che lavora in tipografia e ci ha fatto il timbro del lavoro ben fatto. Ci viene a parlare del suo lavoro, e così noi avremo altre cose da raccontare a te, le nostre lettrici e i nostri lettori.

31 Gennaio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo ho una novità che spero ti piaccia. Ricorderai che avevamo già pensato che lavoro ben fatto può diventare, per noi a scuola, un riconoscimento di valore equivalente all’ottimo, quando il lavoro è svolto tenendo insieme le mani, la testa e il cuore, come hai scritto nel Manifesto. La valutazione formativa è una parte importante del nostro lavoro di insegnanti, ne abbiamo parlato spesso, e l’idea è che i tanti elementi che la compongono, tutti essenziali e delicati, si possano armonizzare e sintonizzare nel lavoro ben fatto. Ecco perché abbiamo pensato di far realizzare il nostro timbro, “#lavorobenfatto”, secondo me è veramente bello, tutto di legno, importante, ma naturalmente poi dimmi anche tu che cosa ne pensi.

E le sorprese non finiscono qui, dato che da domani verranno a trovarci in Bottega 3° A i genitori, che ci racconteranno il loro lavoro, si faranno conoscere dai compagni dei loro bambini e potranno vedere come si lavora da noi. Il primo genitore che verrà a trovarci è Dario Semboloni, babbo di Valerio. Sorpresa nella sorpresa, Dario lavora in una storica tipografia di Follonica, la Poligrafica, ed è lui l’artigiano che ha disegnato e realizzato il nostro timbro. Ti prometto che torno presto per raccontare a te, alle nostre lettrici e ai nostri lettori come è andato questo primo incontro.

1 Febbraio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, oggi è stata una mattinata bellissima, almeno così hanno scritto i bimbi; “oggi è andata molto bene” hanno detto tutti. All’inizio, ti dico la verità, c’è stata un po’ di emozione per tutti, grandi e piccoli! Ma una volta che Dario, il babbo di Valerio, ha iniziato a raccontare, non ci siamo fermati più. Credo che abbiamo sforato le ore di permesso e gli abbiamo fatto fare tardi al lavoro.
Dario, che da piccolo voleva fare il calciatore e così si è accattivato l’interesse di tutti, ha fatto belle esperienze lavorative, fino ad arrivare a fare il grafico. La Poligrafica ora è una grande, innovativa e interessante realtà nella zona industriale che andremo presto a visitare. È una azienda storica di Follonica e oggi ho ricordato improvvisamente tanti dettagli, come l’armadio pieno di piccole bottigliette di china colorata che, quando ero piccola, andavamo a comprare per colorare i nostri quaderni.
Così, dalla stampa dei libri alla china, siamo arrivati ai tempi moderni con le stampe di libri. Uno molto bello su Follonica e la Ghisa La Poligrafica ce lo ha regalato, ma anche stampe su tessuto, vetro, plastica, auto e quant’altro.
Dopo questo racconto, è stato il momento delle domande delle nostre bambine e dei nostri bambini, che sono state davvero tante. E tante altre anche sul Lavoro Ben Fatto, mentre Valerio era molto orgoglioso del suo babbo.
Ecco, per ora mi fermo qui, ribadisco che siamo felici di questo nostro primo incontro, del resto lo hai visto anche tu come era contenta la Bottega 3° A quando ti sei collegato.
Ti mando anche qualche foto e il link al podcast di 3 minuti che abbiamo registrato, perché sì, qui cerchiamo tutte/i di imparare e fare sempre cose nuove. Ti saluto, conto di tornare tra qualche giorno, ho ancora un sacco di cose da raccontarti della giornata di oggi.

Il lavoro ben fatto di Dario Semboloni, Tipografo | Podcast

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8 Febbraio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, eccoci di nuovo con tante belle novità. Oggi è venuto a trovarci il babbo di Michelangelo, Pierluigi, e subito è accaduta la prima cosa bella della mattinata, i bambini hanno voluto spiegare da soli i motivi per i quali stiamo invitando i genitori in classe. A parole loro, gli hanno detto che sono felici di conoscere i genitori dei compagni, vogliono prendere ispirazione per il loro lavoro, vogliono farsi conoscere e, cosa molto importante, vogliono capire meglio il lavoro dei propri genitori perché non è che ne sappiano poi così tanto.
Credo e spero che a Pierluigi sia piaciuta molto questa presentazione, e poi siamo rimasti tutti a bocca aperta ad ascoltarlo parlare di lettura, scrittura, parole, notizie e giornali. Abbiamo imparato davvero tante cose. Pierluigi lavora a Il Tirreno, il giornale del nostro territorio, ci ha spiegato come nasce un giornale parlando di notizie quotidiane molto vicine a noi e alla nostra realtà, ci ha raccontato come abbia cominciato a scrivere da giovane e non abbia più pensato ad altri lavori possibili. E ci ha portato i suoi strumenti di lavoro, in particolare il taccuino e la penna che ormai, è vero, sono un po’ in disuso tra i giornalisti più giovani, ma non perdono mai il loro fascino.
Tantissime le domande, ti racconto per ora solo le due più curiose, “Come si diventa e che cosa fa un inviato di guerra?” e “Che effetto ti fa essere intervistato da noi, visto che di solito sei tu che intervisti?”.
Ti confesso che anche io avrei voluto fare il giornalista, da piccola e da giovane, e ascoltando i racconti di Pierluigi, l’ho invidiato molto! Per concludere, abbiamo pensato di ideare un diploma di partecipazione che consegneremo a tutti i genitori che verranno a trovarci. Te lo posso dire? La sensazione è che anche oggi un nuovo mattoncino di consapevolezza lo abbiamo posato. Alla prossima.

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20 Febbraio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, ripensando all’incontro di giovedì scorso con il babbo di Michelangelo, mi entusiasma sempre di più il fatto che i bimbi abbiano chiesto di  spiegare loro stessi il motivo dell’invito in classe. E sicuramente per  loro l’elemento più importante è la presenza del genitore in classe e la  possibilità di conoscere, o comprendere meglio, il lavoro del proprio babbo e della propria mamma.
Una cosa sorprendente è stata anche che sono stati sempre loro, le bambine e i bambini della 3A, a definire  “domande fondamentali” le tre domande sulle quali stiamo lavorando da tempo: “Quale lavoro volevi fare da piccolo?” “Che lavoro fai?” “Ti  piace il lavoro che fai?”.
L’incontro in classe non può prescindere, nel  loro format, da queste domande. La naturalezza con la quale i bimbi si approcciano all’esperienza che stiamo vivendo è già da sola una risposta al senso che intendiamo dare a questo percorso. Non possiamo pensare ad una classe come bottega artigiana nella quale ognuno porta il suo contributo e il suo lavoro senza che ci sia consapevolezza del lavoro stesso. Spesso noi adulti e insegnanti in particolare, ci rivolgiamo agli studenti invitandoli a fare seriamente il loro lavoro, ma a queste parole, perché siano più significative, dobbiamo dare un senso. È questo che stiamo provando a fare nel piccolo della nostra 3A.

26 Febbraio 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, che divertimento l’incontro di giovedì scorso con la mamma di Emily, Emanuela Pecorella, ci ha fatto volare con la fantasia, lasciando che le nostre bambine e i nostri bambini creassero il loro ristorante del cuore. Non ti racconterò ora tutti i dettagli, stiamo pensando a cosa potremo realizzare con tutte le loro idee. Ma intanto ti sorprenderai per il nome che hanno scelto per questo bel ristorante sul mare,  “L’artigiano sul mare”, un locale aperto tutto l’anno.
La fantasia e la creatività dei bambini è stata sapientemente guidata dalla mamma di Emily, Emanuela, che di lavoro fa la manager nella progettazione di attività commerciali, un lavoro molto complesso il suo, ma lo abbiamo riassunto così. Dall’ora e mezzo di chiacchiere, appunti e correzioni il risultato è stato la creazione di un locale molto raffinato e allo stesso tempo con molti spazi dedicati ai bambini e agli animali. E quanti collegamenti abbiamo trovato anche con i genitori che l’hanno preceduta, perché il ristorante ha bisogno di un logo, che potrebbe fare Dario il babbo di Valerio, e ha bisogno di essere pubblicizzato, ed ecco apparire il nome di Pierluigi, babbo di Michelangelo, che potrebbe scriverlo sul giornale. Anche così può prendere forma e concretezza l’idea di rete e connessioni all’interno di una comunità!
Vedrai dalle foto l’impegno nel lavoro da parte di tutti, delle bambine e dei bambini nel prendere appunti e fare mappe e schizzi, e della mamma che non si è certo risparmiata nel regalare questa possibilità disognare. E poi, come sembra diventato ormai essenziale, potrai ascoltare alcune delle “domande fondamentali” sul lavoro ben fatto. Che dire, ogni incontro lascia bellissime sensazioni ed emozioni a grandi e piccini!

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4 Marzo 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, che il lavoro ben fatto fosse un approccio multidisciplinare nell’attività didattica ce lo siamo sempre detto, e lo abbiamo detto anche al nostro amico Vito Verrastro nella bellissima intervista che ci ha dato l’opportunità di fare insieme. Ma quello che è successo in classe giovedì scorso con il babbo di Mia, Marco Chiti, ne è la conferma più chiara e desidero veramente ringraziarlo per la disponibilità a seguire con attenzione e con tanto garbo lo strano percorso sul quale ci hanno portato, questa volta le domande del “pubblico” di intervistatori.
Dal fascino di scoprire come è nato e come si fa il formaggio, al provare a capire le differenze di sapori e consistenze, ai problemi del lavoro, fino ai temi della gestione delle emozioni e della collaborazione e solidarietà all’interno del gruppo, è stato un vero turbinio di domande impegnative, oltre a quelle “fondamentali” e il nostro babbo non si è mai tirato indietro.
Ecco raccolti con senso e semplicità storia, tecnologia, educazione alimentare, scienze e soft skills. E se qualcuno vorrà poi ascoltare il nostro audio, ci sarà davvero da sorridere. Perché sì, abbiamo fatto tutte queste cose, ma ci siamo divertiti molto e il finale è simpaticissimo. E poi, Vincenzo, io sono davvero convinta che il nostro mondo sia una rete dove tutto si interseca, pensa il babbo di Mia, Marco, lavora al caseificio del babbo della nostra Noemi della 5Z, il Caseificio di Spadi Fortunato, che ci riporta alla memoria tanti ricordi bellissimi. Quante belle sorprese nel giovedì dei genitori!

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10 Marzo 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, sono sicura che sarai curiosissimo di sapere che cosa è successo nel nostro ultimo incontro con i genitori, infatti ogni settimana cose belle! Giovedì scorso sono stati nostri ospiti il babbo e la mamma di Filippo, dentista e assistente. L’arrivo del dottore, con la sua divisa bianca e celeste, e dell’assistente, sempre con la divisa bianca ma la giacca rosa, anche se babbo e mamma di Filippo, ha in un primo momento intimorito tutti, ma è stato solo un attimo. La loro emozione e la nostra contentezza hanno subito travolto tutti e tutto, e siamo stati protagonisti di una lezione di scienze ed educazione sanitaria davvero interessante e coinvolgente. Il nostro dottore, aiutato dalle immagini alla lim, ci ha spiegato bene come è fatto un dente, la funzione di ogni parte della nostra dentatura e, sorprendendoli, con una immagine dell’arcata dentaria ha fatto vedere loro cosa sta succedendo nelle loro bocche, tra denti permanenti che spingono per venire fuori e denti di latte che se ne vanno. Enrica invece ha fatto vedere come prenderci cura dei nostri denti e mantenere in salute e ben pulita la nostra bocca, e addirittura le bambine e i bambini hanno potuto anche provare, con una simulazione ben fatta, a pulire e curare qualche dente cariato.
Speriamo che questo incontro sia servito anche a sfatare il mito della paura del dentista che purtroppo ancora qualcuno ha. Dopo la loro sperimentazione sul campo, tutti hanno ricevuto anche un graditissimo regalo, una clessidra e uno spazzolino di bambù, e dato che sai che io cerco sempre le relazioni puoi immaginare quante ne ho trovate in questi due elementi!
È stata una giornata davvero speciale anche per un altro motivo; dopo poco che Michele ed Enrica erano arrivati nella nostra bottega, nove piccoli amici, la classe 1 Rodari, sono venuti a bussare alla porta chiedendo di potersi unire a noi. Puoi immaginare l’entusiasmo con cui li abbiamo accolti, a noi piace molto lavorare insieme e, nel plesso in cui siamo provvisoriamente ospitati, noi della 3A siamo i più grandi quindi siamo molto impegnati a prenderci cura dei più piccoli. Hanno partecipato con entusiasmo alla conversazione, nell’audio della giornata si riconosce anche qualche loro intervento.
A proposito di audio, caro Vincenzo, grazie a Michelangelo che è uno dei più acuti intervistatori, troverai anche uno spunto di riflessione sul lavoro molto importante, di quelli che sicuramente ti piacciono tanto, ma che ti racconterò in un’altra occasione.
Grazie alla mamma e al babbo di Filippo, Enrica è anche la nostra grande rappresentante di classe, e il suo lavoro ben fatto in questo campo è molto molto importante per la nostra bottega! Ti saluto, al prossimo giovedì!

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18 Marzo 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, eccomi a raccontarti un altro giovedì di emozioni, con Fabio, babbo di Alice, un fisioterapista dalle mani d’oro, mani grandi che sanno come muoversi per aiutare ad alleviare il dolore, a massaggiare e curare tutti noi, grandi, piccoli, anziani, giovani, feriti nel corpo ma anche provati psicologicamente dal dolore. E Fabio è stato bravissimo a presentarci i tanti aspetti del suo lavoro con leggerezza, attenzione e sensibilità, portando tanti strumenti con i quali le nostre bambine e i nostri bambini hanno giocato, divertendosi ma comprendendo, pian piano,la loro importanza per le persone che soffrono.
A proposito, a momenti dimenticavo un dettaglio importante, Fabio non è venuto solo, si è fatto accompagnare dal suo scheletro, un simpatico scheletro snodatissimo e dinoccolato, che ha conquistato subito tutti. Quando i nostri giovani
studenti hanno saputo che non aveva ancora un nome, hanno fatto delle proposte e alla fine, all’unanimità, è stato scelto “Scimmione” (chissà che non ci entri qualcosa il fatto che stiamo affrontando lo studio dell’origine dell’uomo). Così, ora, nel Laboratorio di Fisioterapia Serafini, dove lavora il babbo di Alice, Scimmione, oltre a far capire bene ai pazienti gli interventi di fisioterapia che dovranno affrontare, potrà anche “raccontare” la sua esperienza scolastica!
Dopo aver incerottato tutti con uno speciale cerotto verde, aver fatto fare i pesi, il gioco di equilibrio, il nastro da tirare e la palla per verificare i riflessi, a me è sembrato anche un pochino commosso nel raccontare il senso del suo lavoro ai piccoli intervistatori. Ma questo lo capirà meglio chi ascolterà il nostro podcast.
Grazie a Fabio e a tutto quello che fa nel suo lavoro! Il prossimo giovedì non sarà con i genitori, andiamo in gita con il nostro esperto Mario Matteucci a visitare una grotta residenza dell’uomo primitivo sulle colline qui intorno a noi, sarà una esperienza fantastica di sicuro, te la racconteremo e ti assicuro che Mario di lavoro ben fatto ne sa molto.
Alla prossima.

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23 Marzo 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, dopo aver tanto ospitato giovedì scorso siamo stati ospiti del nostro grande amico Mario Matteucci, che ci ha condotto in quella che ormai è una meta tanto attesa dalle bambine e dai bambini che si apprestano a muovere i primi passi nella storia dell’uomo, la grotta preistorica dell’Artofago, un vero gioiello del nostro territorio.
Questa volta però non è della grotta che voglio raccontarti, ma di Mario e del suo lavoro ben fatto.
Mario Matteucci lo abbiamo ricordato anche nel nostro libro, lui è una guida ambientale che da decenni ormai dedica la sua attività alle giovani generazioni, cercando di trasmettere conoscenza, rispetto e amore per l’ambiente che ci circonda, comprese le nostre colline e il nostro mare. Lo fa con quelle modalità essenziali del lavoro ben fatto, mettendoci le mani, la testa e il cuore. La sua esperienza e l’entusiasmo con il quale affronta ogni attività dedicata a grandi e piccoli coinvolgono ogni volta noi che lo seguiamo, e ci lasciano non solo ricordi preziosi ma soprattutto un modo diverso e attento di vivere il nostro ambiente, questa nostra casa comune, questo tesoro prezioso del quale dobbiamo urgentemente prenderci sempre più cura.
L’educazione ambientale, il rispetto e la consapevolezza della natura in cui siamo immersi sono le nuove frontiere verso le quali deve dirigersi la nostra scuola con maggiore impegno e coerenza, e in questo non facile percorso Mario ci aiuta con la sua grande professionalità e disponibilità.
La verità Vincenzo è che siamo davvero fortunati ad avere amici ed esperti come lui che ci affiancano nel nostro lavoro e arricchiscono con le cose che sanno e che sanno fare la nostra comunità educante.

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13 Aprile 2024 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, i “giovedì” continuano ad arricchire la nostra esperienza di “lavoro” e “cura del nostro lavoro”, la scorsa settimana è stato nostro ospite Cristiano Marzocchi, babbo di Samuele. Con lui abbiamo affrontato aspetti in parte nuovi, che conserviamo con cura perché ci saranno preziosi nel nostro percorso di riflessioni.
Cristiano è un artigiano, e questo per noi conta molto, con un suo amico ha fondato molti anni fa una azienda, bottega altamente specializzata, la Fi.Ma. dove si costruiscono porte e finestre in alluminio. Mentre ci raccontava con tanta passione del suo lavoro, mi sono ritrovata a pensarti, Vincenzo, quando racconti del tuo babbo che ti spiegava “perché chi fa bene il proprio lavoro, la sera, quando mette la testa sopra al cuscino, è contento”.
L’entusiasmo con cui ci ha raccontato la cura e l’attenzione dei particolari, l’importanza della precisione a partire dalle cose più semplici, l’affetto che lo lega al metro, il suo strumento principale, ha coinvolto tantissimo tutti noi, portandoci a riflettere con molta serietà su come ogni cosa che abbiamo intorno e che spesso diamo per scontata, come ad esempio porte e finestre, sia in realtà risultato di impegno e fatica.
Nella sua azienda, oltre al metro, ci sono macchine enormi e rumorosissime, fondamentali per costruire e che hanno alleviato tanto la fatica dell’artigiano, ce le ha fatte vedere alla lim. E il suo racconto è stato così bello che abbiamo chiesto di poterlo andare a trovare nella sua bottega, e, ovviamente, Cristiano ha accettato, appena possibile andremo! Pensa, poi, che Marc ha raccontato che il portone della casa di suo nonno è uno dei più antichi di Follonica, e ci ha portato anche la foto che ti mando. Insomma, a conclusione dell’incontro con il babbo di Samuele abbiamo deciso che, a storia, faremo anche qualche approfondimento su porte e finestre e sull’evoluzione del loro uso! Al prossimo appuntamento!

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