Il più giovane ha dodici anni, il più vecchio – che poi è il fratello più grande -, diciassette, e fin dal giorno in cui sono arrivato li ho visti darsi da fare di qua e di là come tanti Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc ne Il Signore degli Anelli, quelli a cui non tocca la parte di Aragorn né di Frodo Baggins, e neanche quella di Gandalf e Samvise Gamgee, e però sono assai importanti lo stesso, della serie «dovrete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci». La loro Terra di Mezzo si chiama Caselle in Pittari, i teatri delle loro imprese sono il Camp e il Palio del Grano, e perciò adesso mi tocca raccontare almeno un po’ di cosa si tratta, perché anche se molti lo sanno tra molti e tutti c’è una bella differenza.
#Campdigrano quest’anno è alla quarta edizione e si è caratterizzata come summer school del progetto di ricerca Rural Hub organizzata da Proloco Caselle in Pittari in collaborazione con Cumparete, Cia Salerno e Condotta Slow Food Camerota e Golfo di Policastro e rivolta agli attori della rural social innovation. Sono state discusse in particolare due linee di intervento:
1. tecnologie abilitanti, con un corso tecnico agronomico con il supporto della Deafal Ong e il metodo dell’Agricoltura Organica Rigenerativa e un approfondimento sull’hi tech rivolto al problem solving in agricoltura con il supporto dei tecnici di Primo Principio;
2. innovazione sociale rurale, con un approfondimento teorico a cura di Rural Hub sui modelli innovativi di organizzazioni socio economiche rurali e un focus sui modelli di disintermediazione e di redistribuzione del valore nelle comunità locali.
Poi ci sono state le novità del Palio del Grano – giunto invece alla undicesima edizione -, con i rioni di Caselle in Pittari (Castieddu, Forgia-Mardedda, Chiazza, Maronna ra Grazia, Urmu, Taverna, Pandanedda, Scaranu) che quest’anno si sono gemellati non solo con i cumpari cilentani (Rofrano, Sanza, Sala Consilina, Atena Lucana, Morigerati, San Giovanni a Piro, Castel Ruggero, Massicelle) ma anche con quelli di Sturno (Avellino), Ruviano (Caserta), Sassinoro (Benevento), Comunità del Grano dell’Aspromonte (Reggio Calabria), Terranova del Pollino, Masseria dei Monelli (Bari), Bagno a Ripoli (Firenze), Val Camonica (Brescia) tutti assieme appassionatamente a #Cip per mietere fianco a fianco con i rioni di Caselle.
Ma torniamo alla nostra Compagnia del Grano, a cui ho dato appuntamento sabato 18 Luglio alle 7.15 a. m. a InOutLab e loro sono arrivati (quasi) puntuali, e così abbiamo avuto il tempo di fare una specie di intervista collettiva che poi ho cercato di sintetizzare e il risultato è più o meno questo che potete leggere di seguito.
Angelo Greco, 16 anni, secondo anno scuola superiore nautico – geometra; lavori svolti: aiuto nell’allestimento della frescura (l’area attrezzata dove si mangia dopo la gara di mietitura del grano); trasporto attrezzi; sistemazione dei tavoli; accoglienza per i ragazzi del camp che vengono da fuori paese per partecipare alla settimana del palio del grano; motivazioni: una grande voglia di partecipare e di imparare delle cose su come lavorare e rispettare la terra; aiutare i ragazzi a fare tutte le cose per il camp di grano; conoscere nuove persone; sentirmi parte della comunità che per me é la cosa più bella al giorno d’oggi; gioiosa attesa della domenica, il giorno del Palio, quello più bello sia per noi ragazzi che per tutta Caselle.
Francesco Pio Rivello, 16 anni, terzo anno liceo scientifico; lavori svolti: componente gruppo media (composto oltre che da lui da Michele Rivello, Filippo Rivello, Michele Soria, Lorenzo Pellegrino) incaricato di realizzare foto, video, ecc.; aiuto nell’allestimento della frescura; motivazioni: è sempre bello aiutare un paese in questo tipo di manifestazioni soprattuto poi se proprio nel tuo paese si incontrano varie culture; quando poi con il Palio tutto finisce ci accorgiamo di aver ottenuto molte soddisfazioni e ci rendiamo conto che il sudore che abbiamo versato è servito a qualcosa, anzi anche e soprattutto a noi stessi, perché abbiamo imparato tantissimo in queste settimane.
Michael Risoli, 15 anni, seconda ragioneria; lavori svolti: aiuto nella costruzione delle coperture per mangiare al fresco; dare una mano a chi serve e dove serve; motivazioni: anche se la settimana del camp e del palio è molta dura io faccio tutto questo perché so che il risultato alla fine sarà superiore a tutte le mie fatiche.
Angelo Barbella, 13 anni, terza media; lavori svolti: aiuto a costruire le frescure, aiuto dove serve; motivazioni: poter conoscere nuove persone e culture, imparare qualcosa di nuovo sull’agricoltura, sentirmi parte di qualcosa di fantastico.
Michele Soria, 15 anni, secondo liceo scientifico; lavori svolti: fotografo, cerco di immortalare i momenti più belli di questa edizione; motivazioni: partecipo al Camp perché è un’opportunità per imparare qualcosa in più sull’agricoltura; amo il Palio perché è una grande occasione per stare tutti insieme, per lavorare ma anche scherzare, ridere, giocare. Il Palio racchiude tantissime emozioni in un’unica giornata, è un’esperienza da provare assolutamente.
Michele Rivello, 13 anni, terza media; lavori svolti: aiutare a costruire la frescura e fare foto e video; motivazioni: poter passare una settimana diversa da tutte le altre, riscoprire tradizioni ormai perse, poter imparare qualcosa di nuovo sull’agricoltura.
Lorenzo Pellegrino, 13 anni, terza media; lavori svolti: aiuto nella costruzione della frescura, dell’aia, della staccionata, dove serviva; motivazioni: è divertente, un modo per stare insieme agli altri e imparare delle cose.
Filippo Rivello, 17 anni quarta classe istituto alberghiero; lavori svolti: fotografare e filmare i momenti più belli della settimana e dare una mano dove serviva; motivazioni: partecipare alla settimana del camp di grano è diverso da qualsiasi cosa faccio nei restanti giorni dell’anno perché si possono conoscere nuove persone e culture provenienti da tutta Italia; per me è straordinario poter iniziare a conoscere il mondo dell’agricoltura, poter far parte di qualcosa di grande, poter riscoprire tradizioni ormai perse; anche se la settimana del camp può essere dura non importa visto che quando arriverà la domenica, il giorno del Palio, tutti i tuoi sforzi saranno ripagati.
Giuseppe Rivello, 12 anni, seconda media; lavori svolti: aiuto ad attrezzare il campo; le mie motivazioni sono come quelle di mio fratello Filippo.
That’s all, folks. O anche «ho detto tutto» se preferite, perché non sono capace di raccontare meglio di questi ragazzi il valore di parole come identità, comunità, condivisione, partecipazione, senso, educazione. Si, potrebbe essere davvero tutto, perché a volte il sapere, quello con la S maiuscola, può avere il sapore di un chicco di grano, le facce, lo stupore e il futuro di questi ragazzi, che si sentono parte di «qualcosa di fantastico», e tanto potrebbe bastare. O anche no, perché proprio la passione e la voglia di fare di questi ragazzi ci dice che bisogna fare qualcosa affinché questa volta la Compagnia del Grano non si sciolga, non torni cioè in cantina fino al Camp e al Palio del Grano del prossimo anno.
Lo abbiamo detto tutti insieme nel corso del dibattito che ha concluso Campdigrano, adesso bisogna farlo. Creando le condizioni per andare oltre l’evento – per quanto straordinario – e farlo diventare esperienza, pratica, ricerca, lavoro quotidiano. C’è la possibilità di far crescere, di consolidare, di organizzare, di modellizzare, di mettere a valore una straordinaria esperienza di innovazione e di creazione di senso che può diventare un esempio per tutto il Paese, un esempio educativo, culturale, sociale, economico, un’economia bella perché fondata sul rispetto della terra, del lavoro e delle persone. Se non ora, quando?