A scuola con il lavoro ben fatto | Note a margine

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Punti di vista, sottolineature, riflessioni e piccoli segreti intorno al libro e al suo viaggio, che è un po’ anche il nostro.
Vincenzo Moretti e Irene Costantini

L’ULTIMA NOTA

Lunedì 1 Aprile 2024 | Irene Costantini
Mille gru per la pace
Indice delle Note

Caro Vincenzo, le mille gru della pace vengono da molto lontano, nel nostro libro la piccola Irene, il giorno della festa finale in quinta, le ricorda così: “Il viaggio più lontano ci porta alle Gru. Le mille gru stanno unite tutte insieme e la leggenda narra che solo allora il proprio desiderio potrà essere esaudito. Abbiamo realizzato le Gru ed abbiamo espresso i nostri desideri.”
Il viaggio più lontano perché questo evento era iniziato con loro, la mitica 5Z, quando erano ancora piccolini, in prima elementare, nel 2017, ha superato anche il covid, con le gru virtuali realizzate in collegamenti on line, ed ancora oggi conserva la sua caratteristica di evento collettivo, una comunità scolastica e cittadina che senza distinzioni di Istituti o di età riesce a dar voce ad un bisogno sempre più urgente di pace.
In giorni così inquieti come questi, dove quasi sembra che la nostra mente si sia abituata ad immagini di guerra che fino a poco tempo fa ci avrebbero indignato, riuscire a parlare ai più piccoli di guerra e di pace con delicatezza ma allo stesso tempo schiettezza non è facile. Eppure è questo che è successo con i bambini delle scuole di Follonica, affascinati dal fotografo Massimo Bersani che ha raccontato la storia di Sadako, della sua malattia, di Hiroshima e Nagasaki, del desiderio di pace che ognuno di noi porta dentro di sé e di come possiamo realizzarlo, in un modo e con uno stile veramente unici e coinvolgenti per tutti, grandi e piccoli. E Massimo, come altri amici che abbiamo incontrato, ha un approccio naturale verso il lavoro ben fatto, ieri ce lo ha dimostrato nuovamente. Ma questa esperienza condivisa è anche strettamente legata all’essenza del lavoro ben fatto e al suo forte contributo nella comunità educante, è uno dei percorsi diversi attivati dal nostro sperimentare sul campo e ne testimonia il valore formativo nel favorire la crescita di una coscienza civica, di una capacità critica e del senso di responsabilità a partire, come piace a noi, proprio dai più piccoli.
Vedi che, alla fine, come ci siamo detti nella conversazione che conclude il libro, tutto torna quando è coerente e consistente nei contenuti, e permette ad una comunità di crescere insieme e seminare possibilità.

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LE NOTE PRECEDENTI (LA PIÙ RECENTE IN ALTO)

Mercoledì 20 Marzo 2024 | Irene Costantini
Un libro d’oro e d’argento
Indice delle Note

Caro Vincenzo, sono stato molto contento di leggere le parole che ha scritto Michele Bianchi, Assessore alla Cultura del Comune di Scarlino, dopo aver letto il nostro libro. Avrei piacere di condividerle con le nostre lettrici e i nostri lettori insieme alla sua foto. Un abbraccio e alla prossima.

“… C’è soprattutto la voglia di raccontare una storia che è anche un po’ un seme, un innesto, una possibilità. Perché le storie belle, quando sono vere, bisogna lasciarle andare in giro per il mondo.”
Io, che amo mettere in pratica la semplicità, tra le pagine del vostro lavoro Irene Costantini e Vincenzo Moretti, devo dirvi che mi sento proprio a casa e mi sto immedesimando nei bambini della Gianni Rodari di Follonica e sto cogliendo l’essenza che sottende al #lavorobenfatto, una possibilità di cambiamento culturale e sociale. Lavoro assai interessante.

Lunedì 5 Marzo 2024 | Vincenzo Moretti
Con Vito a Lavoradio
Indice delle Note

Cara Irene, ho riascoltato la bella chiacchierata che abbiamo fatto con Vito Verrastro lo scorso 1 Marzo e ho pensato di condividerla qui a beneficio delle nostre lettrici e dei nostri lettori. Passa parola.

 

Lunedì 5 Febbraio 2024 | Irene Costantini
Un libro d’oro e d’argento
Indice delle Note

Caro Vincenzo, l’augurio che ci siamo fatti a #Cip, che il nostro racconto girasse per il mondo, un poco alla volta sta diventando realtà. Oggi ti racconto una persona speciale, Vanessa Roghi, l’ho potuta ascoltare ancora una volta qualche giorno fa, ed è stata come ogni volta una splendida occasione.
Mi devi credere, non è mai abbastanza anzi, sentire Vanessa che racconta don Milani, Gianni Rodari e Mario Lodi, in un modo in cui solo lei sa raccontarli, ti sembra di vederli, di sentirli presenti, direi che ti viene voglia di tenerli sempre di più al tuo fianco, presenti nella quotidianità, quella scolastica ma non solo.
Sai, penso che chi vuole comprendere appieno le potenzialità della scuola debba partire da loro. E poi, pensare che “Cipì” e “Lettera a una professoressa” sono cugini, beh, mi è sembrato stupendo. Per farla breve ho deciso che non posso non regalare alle nostre bambine e ai nostri bambini della 3A la lettura di Cipì questa primavera.
“La grammatica della fantasia” è il capolavoro di Rodari che orienta, seguendo i tanti e preziosi suggerimenti di Vanessa, i miei tentativi di approccio alla scrittura in classe, e proprio questo è l’ultimo suo lavoro letterario, uscito a gennaio, Un libro d’oro e d’argento, Intorno alla Grammatica della fantasia di Gianni Rodari. Così, nell’ incontro del 2 febbraio alla Casa del Popolo di Bagno di Gavorrano, dove tante cose nuove e belle stanno nascendo, ci siamo scambiate i libri. Ti confesso che non vedo l’ora di scoprire ancora qualche nuovo segreto di Rodari e Vanessa mi ha promesso, appena avrà tempo e senza stress, di leggere la nostra storia, nella quale credo potrà riconoscere anche qualche seme partito da lei. Ti saluto sottolineando ancora che sono stata molto felice di questo incontro!

Venerdì 19 Gennaio 2024 | Claudia Mori
Un libro che dovrebbero leggere tutti
Indice delle Note

Cara Irene, caro Vincenzo, penso che se si è motivati nel cercare di fare bene quello che si sta facendo – che sia un compito scolastico, una professione, un’azione quotidiana – ecco che il risultato sarà migliore, e anche se raggiunto con lentezza, alla fine ci avrà fatto guadagnare tempo perché non va rifatto una seconda volta.
Cosa vuol dire fare bene? Fare con la testa, con il cuore e con le mani, dice Vincenzo, che è venuto un giorno al museo Magma a raccontare questo, ed ha fatto breccia nella tua anima Irene, ma anche in quella di tutti i presenti.
Tra le insegnanti che ho conosciuto nella mia esperienza lavorativa, molte per fortuna sono motivate, preparate, ma soprattutto consapevoli che l’approccio con i ragazzi e le ragazze non può essere quello che avevano gli insegnanti e i genitori della nostra generazione.
Una di queste è appunto sei tu Irene, insegnante della scuola primaria che, senza fuochi d’artificio o rivoluzioni, hai accolto umilmente la filosofia di Vincenzo Moretti del lavoro ben fatto, e intelligentemente l’hai messa in pratica con i tuoi alunni e le tue alunne, e poi ne hai scritto un libro.
“A scuola con il lavoro ben fatto” è un libro che tutti dovrebbero leggere, è un manuale che racconta una storia, ma parla anche di un metodo da seguire non solo a scuola, ma nella vita di tutti i giorni.
Un po’ mi sento coinvolta direttamente in questo bel progetto, perché il Magma è stato il luogo dove tutto questo è nato, e non solo; il museo ha accolto ogni anno il lavoro ben fatto dei bambini e delle bambine, e loro stessi/e sono stati l’esempio lampante e più significativo che il tuo lavoro, Irene, è stato davvero ben fatto.
Grazie Irene, grazie Vincenzo, con la speranza che il concetto di lavoro ben fatto diventi un modello virtuoso e uno stile di vita sempre più diffuso, non solo tra i bambini.

Lunedì 8 Gennaio 2024 | Irene Costantini
Un cammino ancora tutto da fare
Indice delle Note

Caro Vincenzo, questa panchina all’Urmu, all’ombra dei platani di Caselle, nella scorsa stagione estiva ci ha visto spesso dialogare. Spero abbia sentito tutto il nostro entusiasmo nel parlare delle cose di scuola, di quanto la scuola sia stata e debba continuare ad essere un punto di riferimento importante per le nostre comunità, di tutta la bellezza che la scuola può trasmettere alle giovani generazioni e, quindi, di quanto importante sia il ruolo dell’insegnante. La quarta di copertina del nostro libro dice che “c’è soprattutto la voglia di raccontare una storia che è anche un po’ un seme, un innesto, una possibilità. Perché le storie belle, quando sono vere, bisogna lasciarle andare in giro per il mondo.” E allora, adesso che abbiamo segnato la mèta di un nuovo anno, auguriamo alla nostra storia di andare tanto tanto in giro per il mondo e alla scuola di essere sempre e sempre di più spazio e tempo di crescita e condivisione. Un abbraccio, alla prossima.

Mercoledì 20 Dicembre 2023 | Elisa Diana
Un libro emozionante, bello, intenso
Indice delle Note

Buongiorno maestra Irene, per tante ragioni scrivo a te poi ci pensi tu a passare queste mie righe a Vincenzo. Da un po’ di giorni ho iniziato a leggere il libro in maniera ben fatta, perché prima, seguendo un po’ la mia natura salterina, avevo letto un pezzo qua, un pezzo là, andando un po’ avanti e indietro finché ho deciso di sedermi e iniziare un lavoro ben fatto!
Grande entusiasmo, mi ha molto emozionata, è una lettura semplice che immediatamente ti porta a vedere le cose che avete fatto, un po’ come averle vissute! Molto bello, intenso!
E voglio leggerlo anche con Stefano, mio figlio, insieme, ad alta voce, così che possa cogliere che tra fare una cosa ben fatta e farla tanto per fare c’è una grande differenza ma non cambia poi tanto il tempo che si impiega!
Che dire? Che fortuna questi bambini della 1a A! E anche io come Vincenzo non vedo l’ora di vedere delle foto di questi momenti così creativi.
Intanto andrò avanti con la lettura, così ricca di temi, di spunti e di valori. Valori! Comunque io che un po’ ti conosco, conosco la tua storia, la tua famiglia, vi rispecchia completamente! Perché l’educazione è una specie di vocazione sociale e chi ce lha a volte riesce ad essere così travolgente da mettere in moto tutta una rete di persone, muovere delle situazioni, creare dei rapporti e tante opportunità. Una cosa molto bella, che effettivamente vi caratterizza e che oggi si riflette in questo progetto scolastico, ieri in molte iniziative di integrazione sociale e culturale e domani chi lo sa cosa potrà accadere. Complimenti per questo lavoro ben fatto!
Un grande abbraccio, Elisa.

Sabato 9 Dicembre 2023 | Rita Gallarate
Un metodo di lavoro e uno stile di vita
Indice delle Note

Cara Vincenzo, sono un’insegnante di matematica amica di Irene, ho letto prima le bozze e poi il libro nella sua edizione definitiva e ti voglio dire, vi voglio dire, che ci ho trovato un metodo di lavoro e uno stile di vita. Il “lavoro ben fatto” è un progetto ambizioso ma semplice, che attraverso dialoghi ed esperienze accompagna gli alunni di una classe primaria, guidati da Irene e da te, suo grande amico, verso un luminoso futuro. Un caro saluto.

Venerdì 1 Dicembre 2023 | Barbara Catalani
Una storia fatta di fiducia
Indice delle Note

Cara Irene, caro Vincenzo,
il vostro libro è un autentico diario di viaggio durato diversi anni, a dimostrazione che per fare bene un lavoro occorre il tempo necessario e il contributo congiunto di più forze.
Quando, come assessore allo sviluppo delle politiche culturali e educative del Comune di Follonica, introdussi il manifesto del lavoro ben fatto come principio cardine del Museo Magma, mai avrei immaginato di arrivare ad un risultato così significativo sia nella sostanza che nel metodo. Oggi possiamo dire che solo la congiuntura di visione politica, di lavoro amministrativo e di risposta civica è la chiave per arrivare a scrivere una storia diversa fatta di fiducia, coraggio, passione e impegno.
A voi va tutta la mia gratitudine per aver accolto un invito e averlo trasformato in un progetto che diventa un modello.

Domenica 26 Novembre 2023 | Elisa Ciaffone
Il nostro percorso con la classe Z
Indice delle Note

Caro Vincenzo,
parto da una premessa, a mio avviso importante: il lavoro ben fatto è un approccio, non è un progetto, pertanto può adattarsi a qualsiasi contenuto, non è un metodo perché non è riconducibile ad una serie di tappe. Poiché è un approccio, cambia secondo le persone, il contesto, le relazioni. Detto questo, ecco le mie riflessioni sul nostro percorso con la classe Z.

1. Credo che una delle frasi che meglio rappresentano questo approccio è quella che dice che il lavoro ben fatto presuppone il coinvolgimento di “mani, testa, cuore”, perché educa alla responsabilità.
Come educatori dobbiamo spostare l’attenzione dal misurare la qualità del lavoro con riferimento a target, a livelli, a obiettivi raggiunti e spingere gli alunni a concentrare l’attenzione sull’impegno.
Dare il massimo come impegno, questo è educare alla responsabilità. Lavorare con competenza (mani e testa) e con passione (cuore). Poi magari i risultati vengono da sé.
Porre l’attenzione sull’impegno, chiedere il massimo come impegno non come performance, vuol dire insegnare ai ragazzi a misurarsi da soli, valutare se hanno dato il proprio massimo. Bisogna passare da una valutazione esterna ad una interna. Porre l’attenzione sull’impegno vuol dire anche riconoscere che ogni individuo ha un ‘suo’ massimo. È un approccio inclusivo perché riconosce le differenze.
Vediamo troppi ragazzi che si confrontano con una sorta di empireo popolato di modelli irraggiungibili di perfezione, quasi che il punto di riferimento debba essere uguale per tutti. Vediamo troppi ragazzi a cui viene chiesto il massimo misurato con i voti, con il primeggiare nello sport, con la bellezza e la forma fisica.
La perfezione non esiste e la sfida è persa in partenza. Tutto ciò è stressante, li rende deboli emotivamente ed incapaci di accettare le sconfitte, di confrontarsi con i fallimenti e la frustrazione che fanno normalmente parte della vita. Dovremmo insegnare loro invece che dagli errori si imparano lezioni che non si scordano più, mentre i successi si dimenticano in fretta.
Una piccola provocazione: perché non provare a fare loro un regalo di fine anno prima di vedere la pagella, per premiare l’impegno e non il risultato? Per esempio dicendo loro che siamo orgogliosi perchè sono state/i brave/i a prescindere? Sì, a prescindere dal voto.

2. Questo percorso di cinque anni con la classe Z ha potuto dare i risultati che ha dato anche perché le famiglie si sono fatte coinvolgere. Hanno partecipato preparando un pranzo comune, venendo agli appuntamenti, portando esempi del loro lavoro, entrando a scuola attivamente e non in maniera passiva come si fa quando si viene per assistere ad una recita.
Il genitore che viene a scuola in questo modo, valida l’impegno del figlio a scuola. Se vengo a scuola e partecipo alla vita scolastica, vuol dire che il tuo lavoro mi interessa, è importante per me. Le persone di scuola sanno che dietro agli insuccessi scolastici c’è spesso un disinteresse verso la scuola da parte dei genitori e di conseguenza anche da parte del figlio.

Sabato 25 Novembre 2023 | Irene Costantini
Prendersi cura
Indice delle Note

Caro Vincenzo,
tra le tante cose belle e sulle quali riflettere che ho ritrovato nelle nota a margine della nostra amica Preside, come le chiami tu, Paola Brunello, volevo sottolineare questa:

In un tempo in cui accadono molte cose brutte, noi vogliamo insegnare cose belle: prendersi cura di sé, degli altri e del pianeta nostra casa comune, fare la pace, promuovere i diritti umani, attuare la Costituzione, sradicare la violenza sulle donne, trasformare il futuro, costruire un mondo più umano.

Non so se riesco a spiegarmi bene, non è facile, ma è come se in questi giorni così pieni di racconti di violenza, guerra, oscurità, il fatto che la dirigente Brunello abbia sottolineato questo aspetto importante del nostro racconto mi ha rincuorato, e ci ho trovato anche risposte a cosa può e deve fare la scuola. Niente, solo questo, ma te lo volevo dire.

Mercoledì 22 Novembre 2023 | Paola Brunello
Pensieri erranti
Indice delle Note

Carissimo Vincenzo,
ti invio come mi hai chiesto le mie note a margine, le parti in corsivo sono quelle che ho trovato nel vostro libro e che hanno guidato i miei pensieri.

TRE COSE SEMPLICI
Tre cose semplici, della semplicità che può cambiare la vita:
1. fare bene il proprio lavoro, qualsiasi lavoro si fa, è bello, ha senso, è possibile e soprattutto conviene;
2. le tecnologie, tutte le tecnologie, quelle analogiche, come il coltello, l’ago e il martello, e quelle digitali, come il computer, lo smartphone, l’intelligenza artificiale, per sé non sono né belle né brutte, né buone e né cattive, dipende da come le usiamo;
3. ogni vita è un racconto e ogni persona è un autore.

Da questi tre presupposti nasce, secondo me, un percorso didattico, ma soprattutto un percorso didattico da cui si può trarre una metodologia di lavoro.
E questo è l’importante, perché rende il tutto non solo replicabile, ma consente di uscire dall’idea del buon progetto, della buona pratica, qualcosa di speciale che si può fare una volta e diventa una modalità di lavoro che può essere attivata nella didattica quotidiana.

A mia volta ho individuato 3 parole/senso che possono essere la chiave di lettura del metodo:

Futuri Possibili
Trasformiamo il futuro, i futuri …
Il rapido susseguirsi di tanti accadimenti improvvisi, la precarietà e l’incertezza che respiriamo un po’ dappertutto hanno fatto crescere una diffusa preoccupazione per il futuro. La società, la scuola hanno il compito di insegnare ai propri giovani/cittadini a lavorare con il futuro, a immaginarlo e a inventarlo, ad affrontare le sfide, i cambiamenti, le incertezze e le paura, a minimizzare i rischi e a cogliere le opportunità, a capire cosa è meglio fare oggi per costruire un domani migliore, a diventare protagonisti della proria vita e del proprio tempo (Scuole per la pace)

Tutto il percorso che ci avete presentato ha come traguardo il futuro, sia quando pensate alla scuola che vorreste, che quando pensate alla città che vorreste (Pinnacoli Pendenti); quindi lavorate nel presente per un futuro che può sembrare un sogno, ma mentre si lavora il futuro si realizza.
Così facendo si lavora sul territorio e insieme al territorio.

Dare senso e significato alle nostre esistenze e alla comunità in cui viviamo.Basta abituarsi a fare bene le cose e la nostra vita cambia e cambia anche la vita delle persone con cui interagiamo ogni giorno.

CURA
In un tempo in cui accadono molte cose brutte, noi vogliamo insegnare cose belle: prendersi cura di sé, degli altri e del pianeta nostra casa comune, fare la pace, promuovere i diritti umani, attuare la Costituzione, sradicare la violenza sulle donne, trasformare il futuro, costruire un mondo più umano.
Bene comune

Il lavoro ben fatto come prendersi cura.
La cura dei rapporti umani è il senso più profondo della vita.
Aiutare.
Ascoltare gli altri, leggere le cose che hanno scritto gli altri.
Lavorare insieme.
Chiacchierare insieme, Brain storming.
Impariamo, miglioriamo, cresciamo.
Se dai la conoscenza agli altri, rimane tutta anche per te.
Capacità di ripensarci su

Incontrarsi e Confrontarsi
Tante teste che pensano insieme: 2 teste sono meglio di 1, 4 sono meglio di 2, ecc.

ORIENTAMENTO
“Non si può tornare indietro e cambiare l’inizio,
ma puoi iniziare da dove sei e cambiare il finale”
(Le cronache di Narnia, C. S. LEWIS)

Linee guida orientamento (2022)
4. Il valore educativo dell’orientamento
4.1 La persona necessita di continuo orientamento e ri-orientamento rispetto alle scelte formative, alle attività lavorative, alla vita sociale. I talenti e le eccellenze di ogni studente, quali che siano, se non costantemente riconosciute ed esercitate, non si sviluppano, compromettendo in questo modo anche il ruolo del merito personale nel successo formativo e professionale. L’orientamento costituisce perciò una responsabilità per tutti gli ordini e gradi di scuola, per i docenti, per le famiglie e i diversi attori istituzionali e sociali con i quali lo studente interagisce.
4.2 L’attività didattica in ottica orientativa è organizzata a partire dalle esperienze degli studenti, con il superamento della sola dimensione trasmissiva delle conoscenze e con la valorizzazione della didattica laboratoriale, di tempi e spazi flessibili, e delle opportunità offerte dall’esercizio dell’autonomia.
4.3 L’orientamento inizia, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia, all’autostima, all’impegno, alle motivazioni, al riconoscimento dei talenti e delle attitudini, favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento.

È necessario creare esperienze di apprendimento che producano senso e significato.

BOTTEGA – DIDATTICA ARTIGIANA
Capacità indispensabili per tutti: prendere decisioni; risolvere problemi; dare senso e significato a ciò che si è e si fa; essere leader nel proprio lavoro; relazionarsi nel modo giusto con gli altri.

Albero delle cose che so fare bene.
Importanza delle storie e del raccontare storie.
Scrittura collaborativa.
Imparare facendo divertendosi.
Diversità – Complessità: nella bottega artigiana ognuno è protagonista nella sua diversità.
Lentezza come elemento di inclusione.
Lentezza come uso del tempo: essere responsabili del proprio tempo.

Valutazione: la bottega artigiana è un luogo in cui la valutazione aiuta a gestire l’errore e la sconfitta, diventa opportunità per migliorarsi e stimolo alla collaborazione; il lavoro ben fatto come criterio di valutazione.

Famiglia: il bambino vede interesse da parte della famiglia e il messaggio che ne trae è quello che fa a scuola è importante e apprezzato.

Quale rapporto con la famiglia: genitori in classe per lavorare insieme, per condividere il percorso.

Impegno, tranquillità e contentezza: si può solo vincere.

DA IL MANIFESTO DEL LAVORO BEN FATTO
10. Il lavoro ben fatto non può fare a meno dei doveri di chi lavora, del suo impegno a mettere in campo in ogni momento tutto quello che sa e che sa fare per fare bene il proprio lavoro, come persona e come componente delle strutture delle quali fa parte, con spirito collaborativo, indipendentemente dal lavoro che fa.
16. Non importa quello che fai, quanti anni hai, di che colore, sesso, lingua, religione sei. Quello che importa, quando fai una cosa, è farla come se dovessi essere il numero uno al mondo. Il numero uno, non il due o il tre. Poi puoi essere pure il penultimo, non importa, la prossima volta andrà meglio, ma questo riguarda il risultato non l’approccio, nell’approccio hai una sola possibilità, cercare di essere il migliore.

Lunedì 20 Novembre 2023 | Irene
Solo 13 parole
Indice delle Note

Caro Vincenzo, questa idea di raccontare le nostre giornate tra Follonica e Caselle in Pittari con delle parole chiave accompagnate da brevi pensieru mi piace un sacco, eccoti le mie, spero ti piacciano.
Viaggio: partire con il proprio bagaglio per ritrovare sé stessi.
Libreria: luogo speciale dove i libri possono ascoltare e ascoltarti.
Accoglienza: quando le persone sanno cosa fare per farti stare bene.
Amicizia: la sensazione di contentezza, serenità e condivisione che ho trovato arrivando a Caselle in Pittari.
Origami: arte del piegare la carta che può trasformarsi in magia.
Pizza: può diventare un elemento significativo per rappresentare una identità di comunità, speciale per noi quella di Michele.
Albero: albero delle cose che so fare, albero che ci protegge, albero che abbracciamo.
Classe: lo spazio dei bambini, dei loro insegnanti e degli adulti che vi ruotano intorno ricco di bellissime opportunità.
Scrivere: arte della narrazione che può appassionare bambine e bambini, se li rendiamo protagonisti.
Gentilezza: un esercizio che se praticato con il cuore e con la mente fin da piccoli ci preserva dal diventare aggressivi e violenti.
Lavoro ben fatto: quel modo di stare a scuola che, in serenità, ci fa studiare, pensare, crescere e imparare con responsabiltà e capacità critica.
Curiosità: quando bambine e bambini non mettono mai fine ai loro perché.
Entusiasmo: dedicarsi quotidianamente ai più giovani è una fonte di entusiasmo assicurata.

Mercoledì 15 Novembre 2023 | Vincenzo
From Follonica to Caselle in Pittari
Indice delle Note

Cara Irene,
tra mezzora, minuto più minuto meno, sarò a Follonica a quasi 4 anni dall’ultima volta e, come puoi immaginare, sono contento ed emozionato. Penso che abbiamo avuto una bella idea organizzando le due presentazioni così vicine, a pensarci tra me a Follonica e te a Caselle passeremo quasi 5 giorni assieme ed è una cosa che non è mai successo.
Sono sicuro che saranno due bellissime esperienze, ma insomma avremo modo di tornarci su, intanto volevo condividere con le nostre lettrici e i nostri lettori le due locandine. A presto.

Giovedì 09 Novembre 2023 | Irene
Un piccolo seme
Indice delle Note

Caro Vincenzo,
stasera guardando alcune foto mi è tornata in mente una delle motivazioni essenziali che mi hanno spinto a scrivere con te il libro e che ti avevo detto che ci saremmo raccontati.
La possiamo cogliere in queste foto, Viola che legge alcune cose scritte da lei alle bambine e ai bambini della attuale 5, che la guardano con occhi sgranati: “Ma proprio tu lo hai scritto?” e Iris che vuole in qualche modo prendere il testimone del nostro Mattia, è affascinata, perché per lei, e per Mattia, ora, è importante cogliere il tempo.
E allora se noi abbiamo lasciato un piccolo seme, ebbene stasera ti vorrei dire che intanto una comunità del lavoro ben fatto comunque la stiamo formando! Certo, non risolveremo i problemi del mondo, che ora ne ha proprio tanti, ma un piccolo contributo alla pace lo daremo!
“Noi siamo quelli del lavoro ben fatto e vogliamo cambiare il mondo”, così ti avevano salutato i nostri “bimbi”, te lo ricordi vero?

Mercoledì 1 Novembre 2023 | Irene
Katia e il Podere Camaiano
Indice delle Note

Ciao Vincenzo, te la ricordi Katia Gugnani, la volontaria che hai conosciuto a Siena quando io, lei e Osamu siamo passati a salutare te e Cinzia?
Ha comprato due copie del nostro libro, una per sé e una, come puoi vedere dalla foto, per Podere Camaiano, un posto incantevole, prima o poi vi ci porto, sono sicura che piacerebbe tanto anche a Cinzia. Niente, piano piano il nostro libro si mette in cammino, direi anzi che prende il volo, perché al Camaiano si prende davvero il volo con Katia e Fabrizio, Gianni e tanti amici che vengono da ogni dove e troveranno anche noi lì! Spero che ci restituiscano i loro pensieri, non vedo l’ora di sapere cosa pensano del nostro racconto le persone che lo stanno leggendo.

Domenica 29 Ottobre 2023 | Irene
Viola e la mamma Enrica
Indice delle Note

Caro Vincenzo,
questi sono giorni in cui il mio pensiero, per tanti motivi, frulla tra spazi e tempi apparentemente lontani e diversi tra loro, anche se in realtà sappiamo che tutto è sempre legato da una rete di fili spesso trasparenti e che non si collegano solo per caso.
Uno di questi pensieri è stato quello di andare a ricordare le motivazioni essenziali che mi hanno spinto a condividere con te la scrittura del nostro libro, essenziali per ripartire con nuova energia e consapevolezza nel mestiere di maestra, mestiere privilegiato perché ogni giorno permette di vivere nel futuro. Sono tempi che ci richiamano ad impegnarci in ogni campo, specialmente con le nuove generazioni, e avremo tempo e occasioni per declinare nello specifico quello in cui crediamo e ci vogliamo impegnare, ma intanto è già una felicità vedere il libro che comincia a viaggiare, come vedi nella foto con la “nostra” Viola che “spera di rivederti presto” e la sua mamma Enrica.

Giovedì 26 Ottobre 2023 | Vincenzo
Ddoje presentazioni
Indice delle Note

Cara Irene, dopo due giornate impegnative assai mi stavo facendo due risate con l’aiuto di youtube quando sono inciampato sul secondo episodio di Gli effetti di Gomorra, La Serie dei The Jackal.
Perché ti racconto questo? Perché secondo me non sto bene. Ma sì, perché mi stavo facendo un mare di risate quando, non appena Ciro ha detto “ddoje fritture” ho pensato “ddoje presentazioni”, quella del 16 Novembre al Magma Follonica, e quella del 18 dello stesso mese in Jepis Bottega.
Come dici amica mia? Sono d’accordo con te, te l’ho appena detto, nun sto bbuono, altrimenti non si spiega. Comunque, una volta che mi sono sontinizzato sul pulsante “serio” ho pensato di scriverti per raccontarti che ieri sera le amiche maestre Elisabetta e Bruna hanno preso il nostro libro, spero che lo leggeranno prima della presentazione, mi farebbe molto piacere, perché le chiacchiere con le persone su un libro, non solo il nostro, tutti i libri, vengono molto meglio se tra il pubblico c’è qualche persona che lo ha letto.
Ecco, detto questo aggiungo che aspetto con un pochino d’ansia i primi commenti, magari anche una recensione, da parte di chi lo sta leggendo; non tanta ansia, davvero solo un pochino, perché ce l’abbiamo messa tutta per scrivere un bel racconto e quando ce la metti tutta la testa sul cuscino la puoi mettere tranquillo, però un pochino c’è, e mi fa piacere, penso non ci si debba mai abituare del tutto alle emozioni, dunque va bene così.
P. S.: Nella foto il mio amico Mauro Di Maio con la sua copia del libro, me l’ha inviata qualche giorno fa.

Giovedì 19 Ottobre 2023 | Irene
Sono una maestra
Indice delle Note

Caro Vincenzo, l’emozione nel vedere raccontato nelle pagine di un libro quello che per cinque anni abbiamo vissuto, condiviso, pensato, scritto, con i nostri 27 giovanissimi compagni di viaggio è grande.
Ritornare sull’esperienza fatta, coglierne gli aspetti più rilevanti per condividerla, raccontarla nuovamente non è stato facile, per me. Non mancheranno motivi di riflessione e suggerimenti critici che ci apriranno nuovi orizzonti.
Ma in questo momento, come l’emozione così è grande la curiosità di sentire le impressioni e i pensieri che ci racconteranno dopo essersi letti, le ragazze, i ragazzi e le loro famiglie. Sono una maestra, è la mia professione, la cosa che amo fare, spero sempre meglio, e quindi il mio pensiero non può che andare, prima di tutto, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi della 5° Z! Grazie di vero cuore a Anita, Anna, Cesare, Benedetta, Benjamin, Carlotta, Chiara, Daniele, Filippo, Francesco, Gabriele, Gaia, Ginevra, Irene, Ismaele, Leonardo, Marco, Mattia, Melissa, Noemi, Pietro, Riccardo, Samuel, Viola e a Emma, Francesco, Lorenzo e al loro lavoro ben fatto.

Martedì 17 Ottobre 2023 | Vincenzo
25, 5, 20 e 13
Indice delle Note

Ciao Irene, lo so che a leggere il titolo sembra che ti voglia consigliare una quaterna da giocare al lotto, sono pure napoletano, capisci a me, difficile sfuggire al luogo comune e alla tentazione.
Invece no, il fatto è che stamattina ho aggiunto il nostro libro alla pagina dedicata sul mio blog e mi sono apparsi questi tre numeri.
Come dici? No, non sfottere, non in sogno, mi sono apparsi per modo di dire, anzi in realtà mi è apparso solo il 25, che sono i libri che ho scritto o contribuito a scrivere fin qui, gli altri me li sono cercati più o meno velocemente, e allo stesso modo te li racconto.
5 sono quelli che ho scritto da solo.
20 quelli scritti con un altro o più complici.
13 quelli scritti con autrici e autori alla loro prima esperienza come tali, tra i quali naturalmente ci sei anche tu.
Tutto questo sostanzialmente per condividere con te e chi ci legge due piccolissimi pensieri che ovviamente non hanno nessun valore generale, valgono soltanto per me, ma del resto sono io che ti sto scrivendo, perciò non c’è problema:
Il primo è che mi piace molto condividere la fatica di scrivere, per molte ragioni, la principale è che lavorando insieme ci si conosce di più, si diventa più intimi, è un processo di senso straordinario, soprattutto se ti sai scegliere le persone con cui scrivere e io, modestamente a parte, come diceva mio padre, fin qui le ho scelte molto bene, quasi sempre più brave/i di me.
Il secondo è che scrivendo con gli altri si impara di più, vale per il verbo scrivere e vale per il verbo vivere, lo abbiamo visto anche con le ragazze e i ragazzi in quarta, secondo me è uno dei punti di grande forza del nostro libro, anche se in alcuni tratti leggere è più faticoso.
Ti ripeto ancora che sono due piccoli pensieri erranti, come dice Jepis nel doppio senso di errare, cioè sbagliare e camminare.
Ti saluto, oggi è una giornata impegnativa, ci sentiamo stasera.

Lunedì 16 Ottobre 2023 | Vincenzo
Questioni di senso
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Cara Irene, mi piace molto l’idea di cominciare anche qui dalla dedica a Osamu, aggiunge senso a un lavoro che, dal punto di vista del vecchio sociologo che porto con me, è prima di ogni altra cosa proprio questo, la condivisione della meravigliosa esperienza di senso che abbiamo portato avanti con le ragazze e i ragazzi. È stata una scoperta, una rivelazione continua, sono cresciuti loro e siamo cresciuti noi, durante il percorso che noi abbiamo guidato e che però abbiamo costruito insieme alla classe, proprio come avviene nei migliori processi di sensemaking, e qui mi fermo, c’è un libro intero da leggere, avremo tempo e modo di tornarci su.

Domenica 15 Ottobre 2023 | Irene
A Osamu
Indice delle Note

A Osamu
Alla curiosità che muove le persone e le cose
Alla matematica che gioca con gli angeli

Caro Vincenzo, a pensarci adesso non poteva che cominciare così! Perché Osamu, con la sua curiosità, la sua capacità critica e la sua logica ha sempre affiancato e sostenuto la mia esperienza. E perché la curiosità, la logica, il senso di responsabilità, il senso di umanità, sono le cose che abbiamo cercato di condividere con le nostre ragazze e i nostri ragazzi, dalla 1° alla 5° A, che poi è diventata la 5° Z.
Se penso che domani potrebbe uscire il libro un po’ mi emoziono, vediamo che succede, intanto buon cammino.

INDICE DELLE NOTE

A Osamu; Questione di senso; 25, 5, 20 e 13; Sono una maestra; Ddoje presentazioni; Viola e la mamma Enrica; Katia e il Podere Camaiano; Un piccolo seme; From Follonica to Caselle in Pittari; Solo 13 parole; Pensieri erranti; Prendersi cura; Il nostro percorso con la classe Z; Una storia fatta di fiducia; Un metodo di lavoro e uno stile di vita; Un libro emozionante, bello, intenso; Un cammino ancora tutto da fare; Un libro che dovrebbero leggere tutti; Un libro d’oro e d’argento; Con Vito a Lavoradio

INDICE DEL LIBRO

Piacere, mi presento
Giovanni Darrio, voce narrante pag. 9

Cinque anni formidabili
Diario di classe 2016 – 2017 | Prima A pag. 11
Diario di classe 2017 – 2018 | Seconda A pag. 25
Diario di classe 2018 – 2019 | Terza A pag. 31
Diario di classe 2019 – 2020 | Quarta A Avanti Covid pag. 47
Diario di classe 2019 – 2020 | Quarta A Dopo Covid pag. 59
Diario di classe 2020 – 2021 | Quinta A pag. 135
Diario di classe 2020 – 2021| Quinta A Festa di Fine Anno pag. 149

L’importanza di ripensarci su
Giovanni Darrio ritorna pag. 159

All’ombra dei platani
Dialogo tra una maestra e un narratore pag. 161

Due piccole storie d’autore
Vincenzo, Irene, la scuola e il lavoro ben fatto pag. 187

  • Raffaella |

    “Nella bottega artigiana ognuno è protagonista nella sua diversità.È un luogo e un contesto in cui la valutazione vera non penalizza,anzi aiuta a gestire l’errore e la sconfitta,diventa un’opportunità per migliorare e migliorarsi,uno stimolo alla collaborazione…”
    Queste parole prese dal libro riassumono l’essenza del nostro lavoro di docenti e comunità educante.Una cronaca perfetta del lavoro svolto in questi anni dalla collega Irene ,con Vincenzo e con tante persone che ancora credono nell’importanza della scuola.Con l’augurio di scriverne tanti e di poterne ancora,anche in piccola misura,farne parte.
    Raffaella

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