Caro Dario, #Humanless, l’algoritmo egoista l’avevo comprato e letto appena uscito, però di una lettura veloce, di quelle dettate dalla curiosità più che dall’accuratezza, il mio amico Massimo – nel senso di Chiriatti, l’autore del volume edito da Hoepli nella bella collana diretta da Paolo Iabichino – me ne aveva accennato a inizio Aprile a Matera, quando ci eravamo incontrati a Il valore delle stelle per ragionare di blockchain, di intelligenza artificiale e di altre possibilità. Poi, in questo improbabile inizio di Agosto, arrivato a #Cip, Caselle in Pittari, l’ho trovato da Jepis, in Bottega, e naturalmente ne abbiamo parlato, e quando il giovane maestro Jedi ha accennato alla piramide di Maslow per gli algoritmi mi sono detto che era il momento di rileggerlo, e così ho fatto, e ne sono stato contento assai. Perché sì, il libro di Massimo è ricco di spunti e di idee però senza avere la presunzione di dirti come andrà a finire, insomma non ti dice “amico mio questi sono i pesci e questi devi mangiare”, ti dice “vedi che se impariamo e impariamo e imparamo a pescare negli oceani quanto mai imprevedibili degli algoritmi noi umani ce la possiamo ancora fare a tenere botta con le macchine”, in pratica insieme ai contenuti ci propone un metodo, un approccio, un modo di guardare al rapporto tra uomo e macchina che ci aiuta a cogliere le opportunità e dunque a moltiplicarle, come direbbe Lao Tzu, oppure Lao Tse, Lao Tze, Lao Tzi, insomma il vecchio (Lao) saggio (Tzu, Tse, Tze, Tzi).
Come dici amico mio? Visto che ti ho incurosito hai deciso di comprarlo e di leggerlo anche tu? Sono convinto che non te ne pentirai, e comunque quando lo hai fatto inviami un tuo commento, che lo pubblico qui insieme agli altri che spero arriveranno.
Per quanto mi riguarda, sul lavoro di Chiriatti aggiungo solo due cose, anzi due citazioni, una che condivido molto e l’altra che invece no, così non faccio la parte dell’amico ultras anche se il suo libro mi è piaciuto molto:
Quella che condivido molto sta a pagina 62: “Non sarà né la miglior tecnologia né la miglior economia a fare la differenza, ma la miglior politica”.
Quella che invece no sta a pagina 101: “La tecnologia del martello è stupida, neutra e giusta”.
Ciò detto, ribadisco che i libri come quello di Massimo mi piacciono innanzitutto perché incuranti dell’imprevedibilità delle stagioni e del futuro hanno la capacità di mettere in moto i pochi neuroni che mi sono rimasti e da questo movimento lento sono nati un titolo in forma di hashtag che a me dice un mondo, un po’ di articoli da rileggere e qualche post it per future esplorazioni. Per adesso ti saluto, conto di tornare presto, se vuoi dare un’occhiata alle recensioni su Amazon clicca qui, se invece vuoi dire la tua sai come fare, basta scrivere a partecipa@lavorobenfatto.org e poi ci penso io a pubblicare.
HASHTAG DIT UN MONDE
Come sai l’hashtag #restiamoumani è il segnaposto social che ci siamo dovuti dare per testimoniare la volontà – mi viene da dire la necessità – di non tradire la nostra umanità, di non venir meno al rispetto che ciascuno di noi deve ad ogni essere, come noi, umano. Ironia della sorte, #restiamoumani potrebbe presto diventare l’hashtag di quelli che non vogliono diventare schiavi delle macchine, stupide o intelligenti che siano.
ARTICOLI DA RILEGGERE
La libertà è il diritto di sapere delle cose, Laurea.Com, in Come ti erudisco il pupo, Ediesse, Giugno 2007
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Quinto, se sei una macchina, non uccidere, 5 Novembre 2015
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Roberto, Asimov, le macchine che pensano e gli umani che invece no, 24 Ottobre 2017
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Toc Toc Italia, 13 Settembre 2018
Tiziano, Bianciardi e il battonaggio del lavoro intellettuale, 3 Ottobre 2018
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Star Trust, 11 Aprile 2019
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POST IT
1. Piantare alberi. Ma quando parliamo di lavori del futuro non è che persone come Massimo Chiriatti, Luca De Biase, Vito Verrastro, me e tanti altri debbono cominciare a mettere questo lavoro qui prima di tutti gli altri?
Il tema è serio, di quelli che non si possono trattare per seguire una moda, perciò mi impegno a ripensarci su, però intanto segnalo questa necessità, anzi possibilità, una possibilità a prescindere, che è vera sempre, che viene prima. Detto che non sto parlando d’altro, è ragionando sul libro di Massimo che mi è venuto il pensiero, aggiungo che magari scrivo a Luca, vediamo lui che dice.