TITOLO
A scuola di lavoro ben fatto, di tecnologia e di consapevolezza con Il Piccolo Principe
PROGETTO DI RIFERIMENTO
A scuola di lavoro ben fatto, di tecnologia e di consapevolezza
SCUOLE PARTECIPANTI
Corso di Comunicazione e Culture Digitali, Scienze della Comunicazione, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli; I.C. Samuele Falco, Scafati; I.C. Follonica 1, Follonica; I.C. 83 Porchiano Bordiga, Napoli.
BOARD
Elisa Ciaffone, Maria D’Ambrosio, Antonio D’Amore, Luigi Maiello, Luca Moretti, Anna Pumpo, Colomba Punzo, Vincenzo Moretti
INIZIO ATTIVITÀ
Ottobre 2017
DIARIO
5 Aprile 2017; 16 Maggio 2017; 16 Giugno 2017; 18 Giugno 2017;
5 Aprile 2017 Torna al Diario
Caro Diario, non so tu, ma io al Piccolo Principe ci sono arrivato tardi, è stata la “mia” Cinzia a presentarmelo quando avevo attraversato già da un po’ il confine dei cinquanta. Adesso non fare il saputello perché capita, soprattutto se a 17 anni hai studiato I manoscritti economico-filosofici del 1844 e a 18 Il Capitale, studiati non letti, e poi anche Aristotele, Kant e Hegel, nonostante frequentassi l’istituto tecnico, perché insomma l’unico Principe che conoscevo io a quei tempi era quello di Machiavelli, che poi non era – non è – niente male neanche lui. In ogni caso, una volta che l’ho conosciuto, Il Piccolo Principe, me ne sono innamorato pazzamente proprio come capita a quelli di una certa età. Non ti dico poi come mi sono emozionato quando è uscita l’edizione in lingua napoletana, quella di Roberto D’Ajello, che secondo me è un capolavoro. Facciamo così, ti dico solo tre cose per farti capire fino a che punto «mi sono azzeccato», nel senso che sono diventato un nerd: 1. ne Il coltello e la rete l’ho citato più volte, compresa la quarta di copertina; 2. quando ho pensato al regalo che mi sarebbe piaciuto portare a Valentina, la figlia di 8 anni di un mio amico di Firenze, non ci ho pensato su neanche tre minuti e ho scelto ‘O princepe piccerillo; 3. quando ho pensato al tema che mi sarebbe piaciuto proporre alla mia amica prof. Maria D’Ambrosio per il corso di Comunicazione e Cultura Digitale del prossimo anno a Unisob ci ho messo un po’ di più di tre minuti ma sempre a lui ho pensato, al Piccolo Principe, perché come sai lo scorso anno abbiamo lavorato su Star Wars, e per rimanere a quel livello non è che puoi scegliere un argomento qualunque.
Come dici amico Diario? Cosa mi ha risposto Maria quando glielo ho detto? Non mi ha risposto, ha cominciato a dire «certo, anche lì ci sono l’asteroide B612 e i pianeti», e poi «sarebbe decisamente un bel viaggio di scoperta anche questo», e poi «potremmo chiedere agli studenti di reinterpretarlo e rappresentarlo non solo alla luce delle nuove tecnologie ma anche dal punto di vista dei diversi linguaggi, e dei diversi personaggi, ma non solo l’Aviatore e il Piccolo Principe, anche il Cappello, il Serpente, l’Asteroide, un po’ come hai fatto tu in Testa, mani e cuore con la Piazza, le Nuvole, il Vobolario e tutto il resto», e poi «sarebbe bello che i ragazzi raccontassero in quanti più modi è possibile che cos’è oggi l’essenziale».
Come dici caro Diario? L’essenziale al tempo di Internet sarebbe un bellissimo titolo? Non lo nego, ma io e Maria preferiamo il nostro, come sai è un format, dalla prima elementare all’università. A proposito, io quando ho scelto ‘O princepe piccerillo non lo sapevo, ma Valentina in quel periodo stava già leggendo di suo proprio Il Piccolo Principe, e quando l’ho raccontato a Maria lei mi ha detto che a Ottobre dobbiamo trovare un modo per coinvolgerla nei nostri lavori questa ragazzina, e a me la cosa è piaciuta molto, non sappiamo ancora come faremo ma tanto il tempo per organizzare la squadra c’è, e qualcosa mi dice che in qualche modo della squadra farà parte anche Valentina, a patto che ne abbia voglia naturalmente, anche se adesso che la conosco sarei portato a pensare di si. Ti dico di più, il prossimo anno sarei portato a proporre Il Piccolo Principe come tema unificante delle nostre attività. Sì, mi piacerebbe che tutte le classi che parteciperanno al progetto dalla prima elementare all’università, come piace dire a me, lavorassero su questo tema, perché poi se ci pensi Il Piccolo Principe sul terreno del lavoro ben fatto, delle tecnologie e della consapevolezza può dire a ciascuno di noi tante cose, a prescindere dall’età. Sì, dai, l’idea mi piace, provo a lanciarla, ti faccio sapere presto.
16 Maggio 2017 Torna al Diario
Caro Diario, come ti sarai già reso conto dalle voci «Board» e «Altre scuole partecipanti» l’idea di «usare» il Piccolo Principe per ragionare di lavoro ben fatto, di tecnologia e di consapevolezza dalla prima elementare all’università è piaciuta tantissimo, ho ragione di ritenere che anche altre scuole si aggiungeranno, e che insomma anche il prossimo anno, accademico e scolastico, si potranno produrre e realizzare tanti bei contenuti. Naturalmente ciascuno lo farà con il proprio approccio e i propri contenuti specifici, ma nessuno sarà un’isola, piuttosto una rete, di idee, di creatività, di progetti.
Questi mesi ci serviranno per l’appunto per preparare bene le diverse attività e per coinvolgere nuove classi, ma insomma tu resta sintonizzato, che io appena ho qualche novità mi faccio vivo.
16 Giugno 2017 Torna al Diario
Caro Diario, oggi è la giornata del mio racconto del #lavorobenfatto al Festival delle Emozioni, a Terracina, e come sempre sono arrivato un’ora prima della partenza alla stazione mi sono ricomprato il libro.
Come quale libro? Il Piccolo Principe.
Come perché? Perché rileggendolo mi vengono nuove idee per l’anno che verrà.
A proposito, prima di cominciare, ti avverto che a pagina 11 dell’edizione BUR cartonata ho trovato un refuso, al quartultimo rigo, «riconsocere» al posto di «riconoscere».
Com’è che sono diventato così preciso? Innanzitutto io non sono diventato preciso, io sono nato preciso, segno zodiacale Vergine, non so se mi spiego. In secondo luogo sono contento che queste cose qui capitino anche agli altri, perché quando capita a me mi arrabbio come una biscia. Ciò detto, aggiungo due cose: la prima è che ho ricominciato a leggere il libro, così all’andata prima di arrivare a Formia sono arrivato a pagina 103 e al ritorno da Formia a Napoli l’ho finito nonostante abbia dovuto leggerlo senza occhiali perché me li sono persi; la seconda è che nonostante la lettura leggera (lo so che veloce sarebbe la parola più adatta, ma è un periodo che veloce non mi piace come parola, perciò leggera va bene) ho preso degli appunti e il risultato è questo che puoi leggere di seguito:
Lavoro ben fatto: disegni dell’aviatore; viaggio del piccolo principe; la volpe addomesticata; l’acqua tirata fuori dal pozzo; le risate delle stelle; l’aereo aggiustato; il piccolo principe che torna sul suo pianeta.
Tecnologia: cappello, matita colorata, aereo, motore, scatola, corda, paletto, telescopio, scatola di colori e matite, attrezzi, martello, bulloni, paravento, campana di vetro, bottiglie, lampione, libri, tavolo, scrivania, penna, treno.
Consapevolezza: i grandi che hanno sempre bisogno di spiegazioni; non rinunciava mai a una domanda dopo averla formulata; non gli aveva creduto nessuno a causa dell’abbigliamento; dicendolo con l’abito elegante tutti furono d’accordo con lui; i grandi amano le cifre; i bambini devono avere molta pazienza con i grandi; all’inizio, prima di crescere, i baobab sono piccoli; questione di disciplina; il signore paonazzo; fregarsene della sete e della morte; è molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri; i grandi sono assai bizzarri; sulle cose serie il piccolo principe aveva idee molto diverse da quelle dei grandi; almeno il suo lavoro ha un senso; le direttive non sono cambiate; Ne esistono credo sei o sette. Li ho intravisti qualche anno fa. Sono sprovvisti di radici, il chi gli causa non pochi problemi; gli uomini non hanno più tempo per conoscere niente, comprano le cose già belle e pronte nei negozi, ma siccome negozi che vendono amici non ce ne sono, gli uomini non hanno più amici; gli uomini?; l’essenziale è invisibile agli occhi; non si è mai contenti dove si è; io se avessi 53 minuti da spendere mi incamminerei piano piano verso una fontana; gli uomini si infilano nei rapidi ma non sanno più cosa cercano. Perciò si agitano e girano a vuoto; ma gli occhi sono ciechi, bisogna cercare con il cuore.
Come dici? Così non si capisce niente? Non sono d’accordo, è che a volte tu vai troppo di fretta e non dai il tempo di spiegare bene, perch alla fine quello che sto cercando di fare è semplice, sto cercando di rileggere Il Picclo Principe alla luce del lavoro ben fatto, della tecnologia e della consapevolezza. In ogni caso non ti lamentare, che anche solo la frase «gli uomini non hanno più tempo per conoscere niente, comprano le cose già belle e pronte nei negozi, ma siccome negozi che vendono amici non ce ne sono, gli uomini non hanno più amici» dice un mondo, ci si potrebbe riflettere su per una vita intera e anche di più, e non dico per dire. A presto.
18 Giugno 2017 Torna al Diario
Caro Diario, come speravo e un po’ avevo anche immaginato questa idea di raccontare il lavoro ben fatto, la tecnologia e la consapevolezza a partire da Il Piccolo Principe sta piacendo assai, e cominciano ad arrivare le prime richieste di approfondimento, per ora dall’interno del gruppo di lavoro – tanto per capirci Irene Costantini, Amalia Muneghina, Mariagiovanna Ferrante, Loredana Ricchiari – ma ti faccio vedere che presto ne arriveranno tante/i altre/i, che questa storia qui funziona alla grande, nel senso che produce risultati, che le/i ragazze/i che partecipano sono contente/i assai, dalla prima elementare all’università.
In particolare Irene e Amalia mi hanno suggerito di cominciare a delineare qualche possibile output, insomma un po’ delle cose che possiamo fare in classe, e dato che mi sembra un ottimo suggerimento eccomi qui con un primissimo elenco di possibilità, perché poi come accade spesso le cose che penso io sono meno belle di quelle che pensano loro, e insomma a questa discussione qui sulle cose da fare spero che siano davvero in tante/i a partecipare, compreso tutto il gruppo che l’anno scorso ha interagito con Maria D’Ambrosio e me a Unisob, insomma Roberto Paura, Luigi Maiello, Luca Moretti e almeno qualcuna/o di Aula O.
Allora, ecco il mio primissimo elenco:
1. Leggere/Rileggere Il Piccolo Principe con l’occhio rivolto al lavoro ben fatto, alle tecnologia, e alla consapevolezza, un po’ come ho fatto io nel post precedente (tutte le classi).
2. Gli attrezzi di lavoro – le tecnologie – dell’autore, non solo Antoine de Saint-Exupéry, ma anche noi, i nuovi autori che abbiamo intenzione di ripensarlo, di riscriverlo, di rieditarlo in tutti i modi e con tutti i linguaggi possibili, testo, immagini, video, musica, altro (tutte le classi).
3. L’ultimo viaggio del Piccolo Principe, ovvero come tornare sul proprio pianeta a proteggere il fiore senza farsi mordere dal serpente (tutte le classi).
4. Il Piccolo Principe in 10 disegni (scuole elementari e medie).
5. Il Piccolo Principe in 10 tavole (istituti e scuole di arte).
6. Il Piccolo Principe in musica (scuole di musica e conservatori).
7. Il Piccolo Principe in video (scuole superiori e università).
8. Il Piccolo Principe storia collaborativa (scuole superiori e università).
9. Il Piccolo Principe in brand (università).
10. Il Piccolo Principe in 3D (tutte le classi, fablab, makers).
Come dici amico Diario, detto così ti piace un sacco? Pure a me, però ti ripeto che questo è solo l’inizio, perché adesso chiedo a tutta la big band di partecipare e ti faccio vedere quante cose più belle e meno generiche verranno fuori. A presto, e mi raccomando, se viene qualche idea anche a te non esitare a condividerla con noi.
CASI DI STUDIO
Stazione Università: Corso di Comunicazione e Cultura Digitale 2017 – 2018, Scienze della Comunicazione
Stazione Follonica: I.C. Follonica 1
Stazione Modugno: 3° Circolo Didattico Don Lorenzo Milani
Stazione Porchiano: I. C. Bordiga Porchiano
Stazione Scafati: I. C. Samuele Falco
Stazione Università: Comunicazione e Cultura Digitale 2016 – 2017, Scienze della Comunicazione
Stazione Scampia: ITI Galileo Ferraris
Stazione Roma: Istituto Comprensivo Pablo Neruda
Stazione Torre Annunziata: Liceo Artistico Giorgio de Chirico
Stazione Soccavo: 33° Circolo Didattico Risorgimento
Stazione Ponticelli: I. C. Marino Santa Rosa
Stazione Marcianise: Istituto Novelli
Stazione Nola: Liceo Carducci
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