I LIBRI
A scuola con il lavoro ben fatto
Il lavoro ben fatto
I PENSIERI, LE AZIONI, IL PROGETTO
A scuola di lavoro ben fatto, di tecnologia e di consapevolezza
Appunti per una Didattica Artigiana
LA SCUOLA
Istituto Comprensivo Follonica 1
Dirigente Scolastica Elisa Ciaffone
Maestre Irene Costantini e Raffaella Barbato
LA SERIE
Il lavoro ben fatto della 4° A, Scuola Primaria Gianni Rodari, 2024 – 2025
Racconto per parole, voci e immagini
Episodio 1 | Episodio 2 | Episodio 3 | Episodio 4 | Episodio 5 | Episodio 6 | Episodio 7 | Episodio 8 | Episodio 9 | Episodio 10 | Episodio 11 | Episodio 12
L’ULTIMO EPISODIO
Episodio 12 | Irene Costantini
Torna al diario
Caro Vincenzo, i giovedì con gli ospiti della nostra classe IV Rodari si sono conclusi con un appuntamento speciale, quello con la nostra dirigente professoressa Elisa Ciaffone.
La dirigente, per la natura del suo lavoro, incontra e si relaziona regolarmente con studenti, famiglie, insegnanti, lo racconterà lei stessa nel podcast, ma averla seduta in mezzo a noi e poterla intervistare nella nostra modalità è stato diverso, proprio in ragione del suo ruolo di dirigente, quindi guida, riferimento, autorità dell’ Istituto, caratteristiche che avrebbero potuto frenare la spontaneità e genuinità con cui le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno sempre affrontato questi incontri.
D’altra parte, è pur vero che abbiamo sempre cercato di tenerla aggiornata e quando possibile coinvolta nelle nostre attività, e la sua figura personale e professionale è sempre stata presente ai nostri alunni. Tutto questo per dire che l’esito di questo incontro non era scontato, poteva esserci il rischio che tutto si esaurisse in una formalità che, anche se piacevole, non lasciasse un segno significativo nelle nostre esperienze, e invece …
Invece appena è venuta in classe e si è seduta in mezzo a noi, mettendo la sua seggiolina tra le nostre, è venuto subito fuori il suo autentico interesse verso questa esperienza e si è mostrata non solo disponibile ad ogni domanda, non solo quelle relative al nostro lavoro, ma anche curiosa sulle modalità di svolgimento dei nostri incontri e sulle motivazioni dei nostri ragazzi.
Ecco quindi che il clima è stato sin da subito disteso e sereno, creando la possibilità di condividere pensieri e riflessioni, in qualche caso importanti e profonde, in altri mettendo in campo concetti un po’ difficili, come quello della burocrazia, che i ragazzi non hanno ancora compreso bene, ma avremo tempo per ritornarci su.
Insomam ci sono stati momenti simpatici e di risate, momenti più impegnativi e riflessivi, in un contesto autentico e talvolta familiare.
Come sai caro Vincenzo la nostra dirigente conosce bene il nostro percorso, ci segue con attenzione sin dall’inizio, quando abbiamo cominciato a fare i primi passi in questo modo originale per abitare il mondo scuola, creando e realizzando il nostro spazio. Le ragazze e i ragazzi hanno trovato in lei un interlocutore che, meglio di chiunque altro, poteva interpretare le loro domande direttamente, comprendendone l’esatto significato, e credo che sia stata proprio questa condivisione che i ragazzi hanno percepito e che li ha resi molto felici e orgogliosi di questo incontro.
Creare occasioni di condivisione è importante per dare senso al vivere in comunità, al sentirsene parte, allo sviluppo di sinergie tra quanti la con-vivono. Anche da questo punto di vista mi sento di dire che ho colto nei nostri ragazzi la capacità di essere curiosi, ponendo domande in alcuni casi molto serie e impegnative, in altri più ovvie, ma sempre animati dalla voglia di capire e dalla comprensione del ruolo istituzionale della nostra ospite. Penso che il nostro percorso di apertura alla comunità che ci circonda non poteva che avere conclusione migliore di questa!
Come sempre, quello che ci siamo detti tu e i nostri lettori lo ascolterete nel podcast! Ti lascio perciò con un grazie di cuore da parte di tutti noi della IV A Rodari ad Elisa Ciaffone, la nostra dirigente del Lavoro Ben Fatto (così hanno concluso i ragazzi), per averci dedicato il suo tempo!
Anzi no, aggiungo ancora, caro amico mio, che se pensi ad un altro dei nostri ultimi appuntamenti che ha molto in comune con quello che ti ho appena raccontato potrai anche immaginare la curiosità nata nei ragazzi. Ricordi il nonno di Marc, anche lui preside, così si chiamava, non dirigente, delle scuole follonichesi? Il prof. Emilio Mezzetti. Anche lui ha raccontato il suo lavoro a contatto con molte persone, la soddisfazione a fine giornata per aver fatto un lavoro ben fatto, il cuore come fulcro di ogni azione. Inevitabile e spontaneo nell’immaginario delle ragazze e dei ragazzi, il confronto tra le due realtà, a distanza di venti anni più o meno. Ritorneremo su questo aspetto, analizzandolo secondo una prospettiva storica che ci faccia scoprire le differenze ma anche individuare quanto sia sempre attuale.
Ecco, adesso è davvero tutto, l’appuntamento è al nuovo anno, che tanto arriverà presto, intanto ti auguro buone vacanze.
P.S.
A proposito di podcast, gli audio sono sempre stati originali e spesso disturbati, ma dalla prossima serie avremo strumenti migliori, promesso.
GLI EPISODI PRECEDENTI
Episodio 1 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, siamo ormai nel vivo del nuovo anno scolastico e le nostre bambine e i nostri bambini, potremo chiamarli così ancora per poco, sono sempre orgogliosi del loro “giovedì dei genitori” ma anche molto curiosi di quello che li aspetterà ora.
L’esperienza di lavoro ben fatto che ci aspetta quest’anno l’abbiamo pensata dedicata prevalentemente
all’outdoor, andando a scoprire gli spazi aperti e pubblici del nostro territorio e quello che succede in questi spazi, e alla dimensione embodied delle nostre esperienze, per un coinvolgimento e una partecipazione intensi e allo stesso tempo rispettosi delle differenze di ciascuno.
Sperimenteremo la nostra partecipazione civile alla vita della città, in una pratica di cittadinanza attiva, critica e propositiva, renderemo i bambini protagonisti di scelte che dovranno saper motivare e sostenere, in sintonia anche con la postfazione che hai scritto per la nuova edizione de “Il lavoro ben fatto” e con il percorso che abbiamo deciso di avviare con Knots 4 Change.
Il lavoro sarà sempre al centro di tutto quello che succederà nella nostra bottega artigiana, e a proposito di questo, sono felice di dirti che tutti ora cominciano a dare significato alla bottega artigiana e ad
apprezzare il fatto che la loro classe possa essere considerata una bottega artigiana.
Ma intanto pensavo di raccontarti quello che è già successo, in questo inizio di anno scolastico.
Come ben sai, la lettura è uno dei punti fermi della mia attività didattica, e fin dall’inizio ho trovato sempre molto costruttivo partecipare all’iniziativa di #ioleggoperché che conosci bene.
La prima partecipazione è stata quella dell’intero ciclo della sezione A che nel nostro libro abbiamo chiamato 5 Z. Non so se te lo ricordi, eravamo in classe prima e, senza nessuna sovrastruttura come quelle seguite poi, ce ne siamo andati a metà mattinata davanti alla nostra libreria in via Roma e, in cerchio seduti per terra, abbiamo letto e ascoltato tante storie di Gianni Rodari.
Abbiamo sempre continuato a partecipare con entusiasmo, ma quest’anno, nel leggere il titolo del Contest, evento nell’evento al quale nessuno aveva ancora mai partecipato a Follonica, ho notato quanto fosse collegato agli argomenti principali che vorremmo sviluppare in questo anno di scuola e che tu hai evidenziato negli scritti e nelle letture più recenti. Abbiamo deciso di partecipare, creando anche una nostra pagina fb “Il nostro futuro inizia adesso” sulla quale abbiamo documentato tutto il lavoro svolto in classe, che poi abbiamo raccontato al pubblico.
Il titolo del contest recita “Grazie ai libri cresce la curiosità, e con essa l’immaginazione e il pensiero libero, essenziali per coltivare i propri sogni affrontare le sfide che il futuro ha in serbo, diventare gli adulti di domani. La lettura è una compagna fedele che ci affianca fin dalla prima volta in cui apriamo un libro.”
Il tema del futuro con tutte le sue implicazioni sarà forse la linea guida, ne abbiamo già parlato molto, tanto che alcuni dei bambini hanno scritto anche questo nei loro lavori per il contest: “Noi vogliamo aggiungere un nuovo diritto, il diritto a immaginare, inventare, disegnare, costruire il nostro futuro.”
Sta a noi adulti rispettare questo diritto e fare in modo che sia un futuro di pace, perché troppa violenza e addirittura guerra sta entrando nel loro mondo, e lasciando in eredità un ambiente sostenibile.
Abbiamo riflettuto insieme anche su questo: “Il futuro non è scritto, ma è un insieme di possibilità. I progressi tecnologici e le innovazioni devono essere strumenti che aiutano noi a costruire un futuro possibile e giusto. Sulla soluzione dei problemi ecologici si misura la capacità degli esseri umani di costruire con saggezza il nostro futuro.”
E su questo: “Per il nostro lavoro siamo partiti dai libri, tra i tanti che abbiamo nella nostra biblioteca, che conosciamo o che le insegnanti ci hanno presentato, ne abbiamo scelti alcuni e altri ancora ne leggeremo”.
Da queste tracce possiamo elaborare le parole chiave che ci accompagneranno quest’anno, con gli obiettivi che ci siamo sempre dati, offrire una possibilità per sviluppare autostima, pensiero critico, empatia, creatività, originalità, spirito di iniziativa: lavoro ben fatto, libri, futuro, pace, ambiente, scuola.
Episodio 2 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, tra le parole che abbiamo voluto custodire con cura per poterle poi capire e studiare bene, la parola futuro occupa un posto importante per tante ragioni. Chi meglio delle nostre bambine e dei nostri bambini rappresenta il futuro, quel futuro che comincia oggi e chissà quanto, e come, lontano li porterà. Un futuro sul quale vediamo calare troppe ombre, anche ombre di disastri ambientali e di guerra. Le nostre bambine e i nostri bambini della IV A, nelle prime riflessioni sulla Dichiarazione dei Diritti del fanciullo hanno pensato addirittura ad aggiungere un loro nuovo diritto “Diritto a immaginare, inventare, disegnare, costruire il nostro futuro!”.
Ed è soprattutto per loro che noi adulti abbiamo il dovere di “garantire” oggi un futuro migliore.
Proprio per parlare di futuro, abbiamo avuto ospite nella nostra bottega Linda Bartalini, ricorderai, la messaggera di #ioleggoperché che ci ha aiutato in occasione del contest. Linda è una operatrice culturale che, grazie al suo splendido lavoro, ha modo di incontrare molte persone, molti giovani e giovanissimi, e con la sua narrazione è riuscita a far sognare il futuro a tutti noi. Ma questo potrai ascoltarlo nel nostro nuovo podcast.
Linda ha poi fatto immergere bambine e bambini nel futuro, regalando loro la capsula del futuro, una splendida valigetta nella quale chiuderemo le lettere che stiamo scrivendo ai noi del futuro e che io ho avuto l’incarico di custodire accuratamente fino alla terza media, quando la riapriremo insieme. Già si cominciano ad intravedere degli incipit molto curiosi, vedremo poi a fine lavoro prima di chiudere
la valigia, se vorranno raccontarci qualche cosa di più. È importante intanto anche solo imparare a pensare al futuro in modi diversi da quelli ai quali facilmente ricorriamo e che ci esonerano da ogni azione, pensiero, impegno. Per aiutare a trovare l’approccio giusto all’argomento “futuro” mi è stato di grande aiuto il libro di Luca De Biase “Apologia del futuro, quello che il domani può fare per noi” , che spesso ricorrere nei nostri pensieri. Molti gli spunti che mi ha dato per parlarne in classe e per provare a immaginarlo. Per cominciare, abbiamo pensato a come potrebbe trasformarsi il lavoro, e come sempre, le narrazioni sono significative. Qualcuno dei nostri vorrebbe diventare un pediatra youtuber, insegnando ai genitori come dare le medicine tramite video, un altro vorrebbe fare il giocatore di calcio nell’anno 3000, quando forse le partite si terranno tra le galassie. Abbiamo anche la guida turistica dello spazio, ma anche chi vorrebbe che il lavoro restasse come è oggi, uguale a quello dei genitori, o chi ha paura che a causa delle guerre di oggi non esistano più varie nazioni della terra, e allora auspica l’invenzione di uno strumento “ferma guerra” che garantisca la pace nel mondo. E questa pace, che tutti desideriamo, è un
altra delle nostre parole chiave che approdondiremo. Insomma tanti racconti, tante suggestioni, tanta fantasia e possiamo concludere che il nostro futuro inizia oggi!
Abbiamo volato con la fantasia, abbiamo sognato e immaginato, cresce il nostro bagaglio di strumenti per affrontare i prossimi appuntamenti con le nostre parole chiave: lavoro, futuro, pace, ambiente.
Episodio 3 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, per la nostra bottega e per il progetto che ci siamo proposti con le nostre parole chiave, lavoro – futuro – pace – ambiente, c’ è stato un giorno speciale. Con il nostro amico Mario Matteucci che già conosci e che, come sai, è amico del nostro lavoro ben fatto, siamo andati a visitare la miniera di Gavorrano, una delle più grandi miniere del nostro territorio che non a caso è chiamato Colline Metallifere, miniera adibita a museo, non solo per i turisti ma anche e soprattutto per il territorio, perché rimanga memoria della nostra storia, perché i più giovani abbiano consapevolezza della storia e della realtà del territorio in cui vivono offrendo, e questo è quello che più ci interessa in questo momento, una profonda riflessione sul senso e sul mondo del lavoro.
Dopo quello che Mario ha raccontato alle nostra bambine e bambini sulla dura realtà del lavoro di miniera, narrazione che, se vorrai, potrai ascoltare anche tu nel podcast che abbiamo condiviso, è venuta spontanea la domanda del perché fare questo lavoro e soprattutto del perché farlo bene. Come possiamo immaginare che anche in questo caso, farlo bene convenga? Per la sicurezza, propria e dei compagni di lavoro, per il rispetto verso quello che sappiamo fare bene, perché così si deve fare sono state le prime risposte che ci siamo dati. Ma siamo solo all’inizio della nostra riflessione e credo che, come sempre, le bambine e i bambini ci sorprenderanno con i loro pensieri. La visita alla Miniera era un evento molto atteso, peché alcuni nonni, ma soprattutto bisnonni nostri o conoscenti dei quali comunque abbiamo ascoltato le storie, hanno lavorato proprio nelle miniere qui intorno.
E, forse lo sai già, proprio tra le gallerie della miniera di Gavorrano mio babbo ha concluso la sua carriera di perito minerario e al tempo stesso ha concluso la vita e la storia di quella miniera, occupandosi delle lunghe procedure per la chiusura agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso. Mi piace molto che questa sia l’attività con la quale chiudiamo il nostro anno 2024, è una esperienza che ci aiuterà a riprendere con energia nuova le attività e le storie che ci spettano nella seconda metà del nostro anno scolastico. Intanto, per Natale si quest’anno, ci saluteremo sui versi di una bellissima poesia di Gianni Rodari, “Dopo la pioggia”.
Sarebbe una festa per tutta la terra fare la PACE prima della guerra!
E noi ci abbiamo messo le nostre … mani!
Episodio 4 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, il nuovo anno è cominciato alla grande nella nostra quarta. Lo spirito di bottega artigiana comincia a farsi sentire nella nostra piccola comunità. E il lavoro fatto in autonomia da alcuni dei nostri bambini durante le vacanze invernali ne è una ulteriore conferma.
Ricordi senz’altro che abbiamo concluso il nostro 2024 con l’attività alla ex Miniera di Gavorrano insieme al nostro amico Mario Matteucci ed era stata un’esperienza piaciuta molto a tutti. L’ultimo giorno prima delle vacanze avevo detto ai bambini di guardarsi bene intorno durante le feste, che senz’altro nelle loro case o comunque intorno a loro avrebbero potuto trovare storie di miniera.
Ebbene, alcuni di loro non solo hanno realizzato che nonni, amici dei nonni, conoscenti hanno lavorato in miniera, anche proprio a Gavorrano, ma li hanno anche intervistati, con domande appropriate che dimostrano l’esperienza acquisita sul campo.
Abbiamo Marcello, di 81 anni, che ha lavorato proprio a Gavorrano ed è amico del nostro Samuele. E Samuele, ricordando il lavoro svolto a scuola, ha elaborato queste domande:
In miniera che mansione avevi? Per quanto tempo hai lavorato in miniera? Il tuo lavoro era complicato? A che profondità e con cosa scendevi? Ti piaceva il lavoro che facevi?
E Marcello risponde: “Piaceva proprio no, ma quello dovevo fare e ho cercato di farlo sempre nel miglior modo che potevo.”
Regina invece ha il nonno che era medico di fabbrica a Niccioleta, orgoglioso di aver aiutato tante persone quando stavano male.
Invece il nonno di Michelangelo, Paolo, era figlio di un minatore di nome Giuseppe che ha lavorato nella miniera di Gavorrano per circa trent’anni facendo esplodere esplodere la dinamite.
E poi Filippo che ha un amico che è stato in miniera da quando aveva 11 anni e che aveva il babbo, Olinto, direttore della miniera.
Riuscire ad organizzare in maniera autonoma il proprio lavoro con questi risultati significa che l’esperienza formativa è stata significativa e ha prodotto consapevolezza. Per ora concludo così, sperando di poterti fare presto una simpatica sorpresa!
Episodio 5 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, nella nostra bottega le belle esperienze si susseguono. Continuano le nostre storie di lavoro, che è la prima delle cinque parole chiave (Lavoro, Libri, Futuro, Pace, Ambiente) che accompagnano questo anno scolastico.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato del lavoro dello scrittore, che esercita sempre un fascino speciale sui giovani lettori. Sono infatti venuti a trovarci due scrittori professionisti che hanno pubblicato tanti libri, molti tradotti in diverse lingue: Sacha Naspini e Valentina Santini.
Per noi è stato curioso e molto interessante il fatto che loro appartengano alla nostra comunità cittadina e abitino proprio a Follonica, molti dei loro racconti sono ambientati in spazi e luoghi vicini a noi. I grandi scrittori, abbiamo pensato, non sono necessariamente lontani nello spazio e nel tempo da noi!
Quando ci siamo presentati, prima di tutto abbiamo con parole nostre cercato di spiegare il lavoro ben fatto, quello che stiamo facendo nella nostra bottega, aiutati dal manifesto dei 10 articoli del Lavoro Ben Fatto che teniamo bene in vista. Ed ecco la prima grande e bella sorpresa: i nostri due nuovi amici si sintonizzano perfettamente e così scopriamo che i nostri concetti chiave (bottega artigiana; mani, cuore e testa; impegno e costanza) sono anche per loro fondamentali. Ascolta questo primo podcast e lo scopri da solo.
Anche nella nostra intervista, siamo diventanti espertissimi ormai, ci hanno raccontato molto di loro, del loro rapporto con il lavoro, con la scrittura, con la fantasia, anche se molte nostre curiosità sono rimaste sospese, abbiamo avuto troppo poco tempo! Ti consiglio comunque di ascoltare il secondo podcast.
Cosa aggiungere ancora, caro Vincenzo? Che molte volte ci siamo raccontati storie di lettura, alla lettura dedichiamo molto del nostro tempo, ma anche la scrittura occupa un posto importante nel nostro progetto.
La narrazione delle nostre storie è fondamentale, in un processo di interiorizzazione e metacognizione delle esperienze che è anche uno degli obiettivi formativi della nostra bottega artigiana. Raccontiamo quello che facciamo per capire meglio, ma la scrittura è uno strumento potente per dare voce anche alla nostra fantasia, e quella nella 4 A non manca.
Per questo, il momento più entusiasmante della mattinata è stato per noi sicuramente quello della condivisione di una esperienza di scrittura di racconto fantastico. Il fatto è avvenuto quando Sacha e Valentina ci hanno guidato nella creazione di un personaggio strano, che vive in un ambiente fantastico e che avrà avventure incredibili.
Io, con l’aiuto della nostra lettrice Rita Gallarate, che ha condiviso con noi questa giornata, sono orgogliosa del mio personaggio, una simpatica coccodella, incrocio tra un coccodrillo e una padella, ma ognuno di noi ha trovato personaggi originalissimi, un camascatola (camaleonte e scatola), un ghelampo (ghepardo e lampadina), un barbonplenta (un barboncino e una pentola) e un leoletto (leone con letto), solo per dirne alcuni. Ovviamente su questo dovremo ancora lavorare, con passione e impegno come stiamo cercando di imparare a fare, ma Sacha e Valentina, ormai nostri amici, hanno promesso che torneranno a sentire le nostre storie. Speriamo accada presto perché sarà anche l’occasione per concludere la nostra intervista. Intanto ti dico che mentre uscivano dall’aula si è sentito un entusiastico “Tornate presto, ma proprio presto per favore!” che mi ha rallegrato il cuore.
Ora però rimettiamoci al lavoro con le storie, con te ci risentiamo al prossimo appuntamento!
Episodio 6 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, anche questa che sto per raccontarti è stata una bella giornata nel nostro percorso di crescita di bottega artigiana.
Come buoni mastri di bottega, conserviamo ogni cosa con cura; ricorderai che ti avevo raccontato delle interviste che alcuni dei nostri bambini avevano fatto a nonni, parenti o amici sul lavoro di miniera. Recentemente, le abbiamo riprese, ognuno ha cercato di lavorare sul suo testo per migliorarlo e renderlo più efficace, insieme abbiamo scritto una presentazione che unificasse le parti di ciascuno e, a conclusione di questo lavoro di “narrazione di lavoro”, trascritta da ognuno al computer, abbiamo letto, riletto e ancora letto e infine registrato il nostro primo podcast, primo realizzato completamente da noi. Lo abbiamo registrato, come puoi vedere dalle foto, in maniera molto professionale, con grande impegno, nell’aula laboratorio della nostra scuola Pacioli, dove abbiamo potuto inaugurare una attrezzatura da registrazione molto ben funzionante e adatta a noi. E anche andare a lavorare alla scuola media, per la prima volta, accanto alle ragazze e ai ragazzi più grandi, è stata una piccola cosa ma interessante. Alcuni di loro sono anche venuti a trovarci, con la loro insegnante Chiara Lorenzoni, per salutarci e programmare attività da svolgere insieme.
Registrare è stato un lavoro collettivo molto divertente ed emozionante, tutte e tutti, comprese le insegnanti che dovevano gestire l’aspetto tecnico, supportate nella preparazione dalla prof. Rita Licata, molto paziente, avevamo paura di sbagliare e di dover rifare tutto molte volte, invece… buona la prima! Insomma, buona la prima perché un altro prof., Francesco Nencini, ci ha aiutato nel taglia e cuci!!!
Il risultato del nostro lungo lavoro si può ascoltare nel podcast, ma, superata la tensione della registrazione, quello che rimane per noi molto importante è l’essere riusciti a comprendere bene quanto il lavoro della miniera abbia dato al nostro territorio ma allo stesso tempo quanto sia stato un lavoro duro, faticoso e pericoloso. Insomma, le nostre riflessioni sul lavoro continuano e sono sempre più pertinenti, serie ed impegnative, e in cantiere abbiamo ancora molte altre cose da elaborare e raccontare! Oggi, però, ascoltiamo con grande soddisfazione il nostro primo podcast! Che dici, Vincenzo, cosa ne penserà il nostro amico Giuseppe che di podcast se ne intende davvero? Alla prossima.
Episodio 7 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, la nostra 4° A ne ha fatte di cose belle durante La Notte del Lavoro Narrato, veramente così tante che è difficile raccontarle tutte. Intanto però ti dico come l’abbiamo organizzata, e come abbiamo utilizzato il tempo prezioso del nostro amico prof. Simone Rossi e del suo collega Alessandro Giannotta sia per i grandi che per i più piccoli e i più giovani.
Come ogni anno, da nove anni a questa parte, abbiamo occupato ogni angolo del Magma con le cose più significative e belle delle nostre scuole di Follonica, ma la cosa più bella in assoluto è stata la nostra mattinata con i professori di Siena a parlare di intelligenza artificiale.
Mentre i compagni delle altre scuole hanno illustrato l’argomento in varie forme, noi e le classi quarte del plesso Don Milani con le maestre Luciana Barraco e Michela Galeotti, abbiamo preparato una serie di belle domande per aprire il dibattito con i nostri ospiti. Fare domande e interviste sta diventando una nostra specializzazione!
Le classi quinte di Cimarosa stanno discutendo da tempo, con interessanti debate (metodologia didattica che prevede un confronto strutturato tra due squadre, che sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento; tale attività mira a sviluppare competenze di argomentazione, pensiero critico e comunicazione) questo argomento, e ci hanno fatto ascoltare alcune loro riflessioni.
Invece i nostri colleghi della scuola di via Buozzi, con le maestre Ilaria Scarpettini e Marta Vinciarelli, ci hanno raccontato così il loro lavoro:
*Bee-Bot Universe: Mondi che si incontrano!!*
Ciao a tutti! Siamo la classe quarta A della scuola primaria Buozzi e vogliamo raccontarvi una bellissima avventura digitale! Tutto è iniziato con Bee-Bot, una simpatica ape-robot che si muove seguendo dei comandi. Dopo aver imparato a programmarla, ci siamo lanciati in un progetto speciale: costruire dei mondi fantastici in cui farla viaggiare! Abbiamo creato ambientazioni diverse — la montagna, il mare, la città e il bosco — e poi le abbiamo collegate tra loro, immaginando passaggi e punti di incontro come in un vero videogioco.
Ogni mondo aveva bonus da raccogliere e ostacoli da evitare, e noi dovevamo programmare la Bee-Bot per completare delle missioni.
Ma non ci siamo fermati qui! Per rendere il gioco ancora più interessante, abbiamo inventato delle carte “SURPRISE” con regole tipo “SE… ALLORA…” che obbligavano l’apetta a cambiare percorso. Così abbiamo cominciato a
ragionare come dei veri programmatori e a riflettere su cos’è l’intelligenza artificiale: Bee-Bot non pensa da sola, ma siamo noi a darle istruzioni… proprio come farebbe una vera IA!
È stato un lavoro lungo ma divertente: abbiamo progettato, costruito, programmato, collaborato e soprattutto ci siamo divertiti un sacco. Ora sappiamo che la tecnologia non è solo utile, ma anche creativa e piena di sorprese!“
Gli amici della scuola Arrigo Bugiani invece, ci hanno raccontato così il loro intervento:
“Dall’Idea alla Realtà: Esperienze di Creatività Tecnologica”
Gli studenti hanno esplorato il mondo della tecnologia attraverso tre esperienze pratiche e creative: la coltivazione di piante con serre idroponiche automatizzate, la progettazione e stampa 3D di scacchi e scacchiera accompagnata da un torneo, e la programmazione di robot in grado di eseguire comandi tramite Scratch. Ogni attività ha stimolato il pensiero logico, la manualità e l’uso consapevole delle tecnologie digitali.”
Le classi II della scuola Pacioli invece hanno raccontato recitando il viaggio di Ulisse, immaginando come sarebbe stato diverso se Ulisse avesse potuto avere l’aiuto di IA e ci hanno dimostrato l’uso di alcune interessanti piattaforme online.
Noi della 4° A con la maestra Raffaella Barbato abbiamo presidiato, con altri compagni, anche il pomeriggio del Magma, dedicato ad un dibattito tra “adulti” sull’intelligenza artificiale, portando la nostra lettura del manifesto, e tante gru della pace. È stato un piacevole onore, per noi, leggere gli articoli del manifesto insieme al coro “Eli E Le Tanto Pe’ Canta”. Ci puoi risentire nel podcast.
Anche questa edizione del Lavoro Narrato è stata ricca di esperienze e di possibilità, generate dall’energia, dall’entusiasmo e dalla fantasia che a scuola non mancano, o non dovrebbero mancare mai!
Episodio 8 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, alle volte succedono cose che non avevi programmato, capitano delle occasioni e hai poco tempo per decidere, se afferrarle o lasciarle andare. Una cosa un po’ simile è capitata anche a noi della 4 Rodari in compagnia della 4 B del plesso Cimarosa. Come, nella teoria del caos, un battito di ali di farfalla può cambiare la nostra vita, così, non troppo per caso ma tramite amicizie, abbiamo incontrato il prof. Paolo Frumento, insegnante di statistica all’Università di Pisa, che, per sua grande passione, talvolta si offre di fare dei laboratori alle bambine e ai bambini della scuola primaria, laboratori di matematica e, più nello specifico, di statistica.
Con le colleghe Raffaella, Alessandra, Federica e Maria, che di matematica se ne intendono, ci siamo chieste se le nostre classi sarebbero state adatte per questo evento, ne abbiamo parlato un po’, abbiamo concordato che tutti sono in gamba, maturi per questa esperienza, e abbiamo deciso di provare. Ed eccomi qui a raccontarti quanto siamo felici della scelta fatta!
Per due giorni il “maestro” Paolo, così si è voluto presentare, ha stupito, interessato e divertito bambine e bambini che hanno preso appunti e osservato con occhi sgranati le sue spiegazioni sul calcolo delle probabilità e sulle statistiche, sul calcolo combinatorio, abbiamo visto generare frattali meravigliosi, abbiamo creato la nostra esclusiva sequenza della IV A Rodari. Potrei raccontarti molte cose del prof. perché siamo stati insieme un giorno e mezzo e, conoscendomi, sai che ho cercato di “chiacchierare” il più possibile, ma non è necessario perché le
“principali”, le cose più importanti e belle, le ha raccontate nella nostra intervista, ti consiglio di ascoltarla con attenzione perché ricca di spunti su cui riflettere. Ci siamo anche scambiati opinioni su come questa intelligenza artificiale modificherà, se modificherà, il nostro essere umani, ma questo è un altro capitolo.
“Alla curiosità che muove le persone e le cose, alla matematica che gioca con gli angeli”, questa volta ti saluto così, caro amico mio. Alla prossima.
Episodio 9 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, quella che ti racconto oggi è una storia davvero bella e commovente. Tutti, grandi e piccoli, nell’ascoltarla, ci siamo ritrovati con gli occhi lucidi, e uno strano silenzio di rispetto e riflessione ha aleggiato in classe per qualche secondo.
L’ospite del nostro giovedì, che quest’anno è stato dedicato alle persone della nostra comunità educante in senso esteso, è stato Cristian Varinelli, uno degli autisti dello scuolabus che quotidianamente, la mattina presto e all’ora di pranzo o nel pomeriggio a seconda dell’orario scolastico, accompagna a scuola e riporta a casa le bambine e i bambini che usufruiscono del servizio comunale di scuolabus.
Come tutto il personale della scuola, anche lui e il suo collega ogni giorno si occupano di loro, e, ti assicuro, svolgendo un lavoro ben fatto, con mani, testa e cuore. Ogni mattina li vedono arrivare un po’ addormentati, il giorno capiscono dai
loro occhi se la giornata è stata buona o se sono tristi o arrabbiati; ci accompagnano nelle nostre uscite sul territorio, quando le gite sono solo mattutine, insomma i bambini loro affidati li conoscono bene.
I nostri piccoli utenti del servizio, che come sappiamo hanno antenne ben recettive nel percepire i sentimenti degli adulti, ricambiano attenzione e affetto anche con disegni di ogni tipo che Cristian, con molto intuito, ha deciso di esporre sullo scuolabus, rendendolo un luogo vissuto dove regna sempre della bella musica. Come il momento della mensa, anche quello del trasporto può diventare occasione di condivisione a pieno titolo! Aggiungiamo poi che Cristian, con il suo entusiasmo, sorriso, disponibilità e attenzione vera, ha veramente conquistato affetto e rispetto dei bambini e ragazzi che lo incontrano ogni giorno. Abbiamo immaginato che la sua energia e il suo approccio derivassero da una esperienza di vita significativa per lui, e così Cristian, con grande generosità, ci ha raccontato la sua storia! Siamo sicuri, Vincenzo, che tutti, ma proprio tutti, avrete un attimo di commozione.
Quanta bellezza circonda la nostra scuola, dobbiamo solo scoprirla e raccontarla.
Episodio 10 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, ti avevo preannunciato cose belle, e quest’anno, fortunatamente, di cose belle ne abbiamo viste tante. Tra gli ospiti del “giovedì”, a fine anno scolastico sono venute a raccontarci la loro storia Eli E Le Tanto Pe’ Canta’.
Le loro voci sono potenti, delicate, armoniche. Insomma, ascoltarle e condividere il loro entusiasmo è stata una esperienza coinvolgente e piacevole.
Sono un gruppo di ragazze, perché anche alla mia età siamo ragazze!, Roberta Tozzini la mia amica di sempre, Romina Comparini, Donatella Bertaccini, Francesca Signori, Elisa Totti, Concetta Scalise, Roberta Tagliabracci, Ilaria Narcisi, Laura Raffaelli, che appartengono alla comunità, vengono dal mondo della partecipazione associazionistica, dal coro della maestra Lorenza Baudo. E poi hanno trovato la loro dimensione, ma questo lo scoprirai solo ascoltando. E potrai scoprire anche il dono che ci hanno portato, un inedito della prossima stagione che ha lasciato a bocca aperta ed occhi sgranati dalla meraviglia le nostre ragazze e i nostri ragazzi.
Ascoltando tutto, capirai l’emozione grande che abbiamo avuto quando, il giorno prima della Notte del Lavoro Narrato di quest’anno, ci hanno detto che avrebbero cantato Give peace a chance sostituendo le strofe con gli articoli del Manifesto che le avevano colpite particolarmente, gli articoli 28, 11, 12, 13, 23, 24 e 25.
Tutto il resto lo potrai ascoltare,con un po’ di pazienza perché l’audio non è perfetto, intanto ti dico che questo è solo l’inizio di una collaborazione che sarà preziosa! A presto con il prossimo ospite!
Episodio 11 | Irene Costantini
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Caro Vincenzo, l’anno scolastico delle nostre ragazze e ragazzi, perché ormai direi che possiamo chiamarli così, volge verso la conclusione quando abbiamo il piacere di ospitare, nel nostro giovedì, un nonno, il nonno di Marc. È un nonno speciale, e tutti i nonni sono speciali, non solo perché si prende quotidianamente cura di Marc e dei suoi due gemelli, sì hai capito bene sono tre gemelli, Magali, Remi e Marc, ma anche perché è stato per tanti lunghi anni preside della scuola media follonichese e la sua memoria storica sulla nostra città e comunità è importante. La sua esperienza, la sua visione di scuola, le sue osservazioni, come sempre le potrai ascoltare nel podcast, quello che a noi che lo abbiamo potuto ascoltare direttamente ha commosso tanto è il suo senso di affetto rimasto intatto verso quella scuola e quei tanti studenti che oggi vede donne e uomini, protagonisti della nostra vita sociale, politica ecc.
Il prof. Emilio Mezzetti è un follonichese doc, ci faremo raccontare da lui ancora tante cose sulla nostra cittadina oltre a quelle che ci ha già raccontato nel podcast, ma una curiosità i nostri hanno voluto chiedergliela, e riguarda il portone della casa di famiglia, proprio nel centro del paese. Si tratta infatti di uno dei portoni più vecchi di Follonica, che la famiglia sta cercando di mantenere in forma senza però alterarne l’originalità. Insomma, con grande gioia di Marc, nonno Emilio, il prof Mezzetti, inizialmente un po’ timoroso all’idea di “tornare” a scuola, ha trascorso una bella, piacevole mezza mattinata nella nostra classe raccontandoci tante cose molto, ma molto interessanti. Lui il nostro Lavoro Ben Fatto lo conosce e lo condivide, e alla domanda “Quando pensi di aver fatto un lavoro ben fatto” ha risposto “Quando la sera appoggiando la testa sul cuscino mi sento a posto con me stesso!”
Con questo ti saluto, ci aspetta l’ultimo appuntamento di quest’anno, a sorpresa, per il prossimo podcast.