Decido dunque sono

Cara Irene, è successo Sabato 9 Settembre in Jepis Bottega, la prima giornata di un percorso di ispirazione, formazione e design che Giuseppe e io abbiamo chiamato Think Tank Bottega. Oggi ho pensato di raccontarti il primo episodio di questa bella storia, cinque Giornate Alpha dedicate al Processo Decisionale, al Sensemaking, all’Efficacia, alla Leadership e alla Narrazione; lo faccio partendo dalla fine, dai due Artefatti Narrativi ideati e realizzati dai due gruppi in cui abbiamo suddiviso i nove partecipanti, sono il paio di scarpe e la vandera (grembiule di lavoro) che puoi vedere nelle foto.

DUE OUTPUT

NOVE PARTECIPANTI E NOVE DECISIONI
Detto della fine, torniamo all’inizio, al Lato Beta di Jepis Bottega, a Giuseppe che introduce la giornata e il percorso e alle decisioni che Andrea Canu, Antonio Speranza, Bianca Barone, Cinzia Massa, Giovanni Mariella, Maria Mariella, Mariantonietta Pisano, Michele Croccia e Pier Paolo Cartolano raccontano in 5 minuti.

Andrea, Azienda Vinicola Viticoltori de Conciliis: La mia decisione strategica è sicuramente quella di restare a lavorare nell’azienda di famiglia. Diciamo pure che la passione per l’uva e per il vino di mia madre e di mio zio sono state decisive. Per ora.
Antonio, Cilento È-Motion: Una decisione strategica, forse la più complicata, forse la più importante della mia vita, è stata quella di separare il mio percorso di agente e consulente di viaggio da quella che negli ultimi anni è stata la mia attività prevalente, la gestione, insieme alla mia famiglia, di un’azienda di autobus, ma soprattutto guidarlo un autobus, che è stato il mio sogno nel cassetto da quando ero piccolo.
In realtà la mia scelta era già stata presa nel momento in cui mi sono iscritto alla Facoltà di Economia del Turismo all’Università di Perugia, dove mi sono laureato nel 2011. Esigenze di diversa natura mi avevano portato per un po’ fuori strada, anche se comunque avevo aperto un’agenzia di viaggi, l’altro mio piccolo grande sogno nel cassetto.
È stato con l’arrivo del covid che ho avuto modo di riflettere e di valutare attentamente la mia strada, la mia direzione. Diciamo pure che ho avuto il tempo e  il coraggio di scegliere se continuare con la mia vita di autista e autonoleggiatore, oppure riprendere il mio cammino e portare avanti l’idea di essere un agente di viaggio, un agente di viaggio diverso dagli altri che si dedica alla promozione e alla valorizzazione della sua terra. Da qui nasce l’idea di lanciare Cilento è-motion, un marchio di prodotto di Speranza Viaggi che mi permette di portare avanti un progetto che da sempre fermenta dentro di me.
Bianca, Antropologa, Cultural Coach: Cambiare la mia vita, dare ascolto al mio corpo, ripensare il mio “essere  antropologa” affinchè diventi il mio mestiere.
Cinzia, Cgil Napoli e Campania: Disobbedire al mio dirigente del tempo e non abbandonare un progetto formativo che avevo contribuito a far partire e a portare avanti. Con la mia decisione non solo ho salvato il lavoro mio e di altre 4 persone che collaboravano con me, ma è cambiata radicalmente la mia vita dal punto di vista professionale.
Giovanni, Forgia Mariella: Le mie, più che scelte strategiche, sono scelte di vita dettate dalle necessità di lavoro che però faccio con passione e a volte anche per giocare con le cose che faccio e che creo. Una scelta che sono contento di raccontare è quella di aver aperto un negozio online che mi ha permesso di far conoscere i miei prodotti non solo in tutta l’Italia ma anche in alcune città europee. Questa scelta mi ha messo nella condizione di credere di più in me stesso e nel mio lavoro, dando importanza alla mia creatività.
Maria, Salaura: La mia decisione strategica è in realtà una scelta di vita: 15 anni fa, dopo la laurea in ingegneria ambientale, pur essendo stata assunta presso un’importante impresa energetica a Roma, ho deciso di rimanere nella mia comunità, Tortorella, per lavorare in proprio vicino alla mia famiglia come artigiana nella lavorazione della pianta di ginestra per uso tessile e produzione artigianale di tessuti in fibre vegetali.
Mariantonietta, Studentessa: Unirmi al Foum dei Giovani ed entrare a far parte del Direttivo; questa decisione mi ha portato a passare più tempo nella società di Caselle, a scoprire lati di questa società che non conoscevo e a incrementare il mio spirito e la mia voglia di aggregazione. In più, mi ha aiutato anche a sconfiggere la paura di parlare in pubblico.
Michele, La Pietra Azzurra: Una decisione sicuramente strategica che ho preso per la mia attività è stata quella di concentrarmi soltanto sulla pizzeria abbandonando la ristorazione. Ho avuto un anno di tempo per pensarci su, in concomitanza con la decisione della persona che curava la parte ristorante di lasciare il lavoro. Non è stato facile, molti mi avevano sconsigliato, ma ad oggi posso dire che è stata una decisione felice perché abbiamo avuto un aumento del fatturato annuo superiore al 10%. Perché è accaduto? Secondo me perché abbiamo concentrato tutte le nostre forze su quello che sappiamo fare meglio, la pizza, e in questo modo abbiamo migliorato sia come prodotto che come servizio e location. In questo modo sono migliorate anche le condizioni economiche dei miei collaboratori e ho potuto fare investimenti tecnologici che hanno migliorato l’ambiente di lavoro.
Pier Paolo, Cardan Ingrosso Alimentari: Una mia decisione strategica è stata sicuramente quella di lasciare il mio lavoro in una grossa multinazionale a Roma per tornare a Rocca Gloriosa, qui nel Cilento, per occuparmi dell’azienda di famiglia. A sostenere la mia scelta due spinte complementari, la prima in direzione della continuità (contribuire allo sviluppo di qualcosa di importante che fa e continuerà a far parte della mia famiglia), la seconda in direzione del cambiamento (portare dentro l’azienda le mie idee, i processi che ho appreso in contesti di dimensioni diverse, le pratiche aziendali, il modello di impresa). Insieme alle due spinte anche un’ambizione, un sogno, quello di creare un giorno posti di lavoro qui nella mia terra. Tornando con i piedi per terra, quello che posso dire è che, anche se non mancano mai le difficoltà, sono ogni giorno più contento della mia decisione.

UNO SPEECH
Dopo il racconto delle decisioni è stato il momento dello speech, dell’inquadramento teorico del processo decisionale, una teoria che però non è alternativa alla pratica, insomma la teoria che piace a me e a Giuseppe, quella della serie “fare è pensare”, “la teoria è la cosa più pratica che esiste”.
Questa parte è durata 50 minuti, 10 in più del previsto, ma ci sta, l’argomento ha molte facce, quella che vedi nella foto è solo una delle tante.

ABBINDAMMUNNI – PAUSA CAFFÈ
Una pausa caffè è una pausa caffè, un biscottino, un caffè, una chiacchiera, una domanda e 10 minuti passano in fretta. A volte anche troppo in fretta.

TRE MODELLI
Nel corso dello speech sono stati raccontati i 3 modelli principali del processo decisionale, che si ispirano prevalentemente (sì, prevalentemente, sono decisioni, non compartimenti stagni) alla logica della conseguenza, alla logica dell’appropriatezza e al garbage can (cestino dei rifiuti).
Durante la pausa caffè con Giuseppe abbiamo collocato nei diversi modelli le nove decisioni del gruppo, più una mia e una del mio amico Osamu, per avere qualche esempio anche relativo al garbage can.
Dopo di che la parola torna alla bottega, con un primo giro in cui ciascun componente dice se si ritrova nel modello in cui è stata collocata la sua decisione e perché, un secondo giro in cui commenta le decisioni e le collocazioni di tutti e un terzo giro in cui indica collocazioni diverse da quelle indicate.

NU STUOZZU RI PANI – LIGHT LUNCH
Mentre si mangiucchia qualcosa in compagnia di mezzo bicchiere di vino, chi ha voglia continua a pensarci su e a confrontarsi liberamente, chi invece no si rilassa e basta.

DUE GRUPPI E DUE ARTEFATTI NARRATIVI
Si formano due gruppi. Il primo, formato da Andrea, Antonio, Cinzia, Maria e Michele lavora nel Lato Alpha con le scarpe. Il secondo, formato da Bianca, Giovanni, Mariantonietta e Pier Paolo lavora nel Lato Beta con la vandera.
Le cose da fare sono le stesse per tutte e due i gruppi: scegliere una decisione tra quelle raccontate dai diversi componenti del gruppo, darle un titolo, raccontarla nel modo più libero e creativo possibile con l’aiuto del template che è stato assegnato a ciascun gruppo, individuare lo speaker che alla fine racconterà in 5 minuti il percorso seguito e il suo senso.

DUE GRUPPI E DUE SPEECH
La scelta del primo gruppo è caduta sulla decisione di Andrea, e sarà lui stesso a raccontare l’artefatto, che è stato intitolato Innesto su piedefranco.
“Il piedefranco, per chi non lo sapesse, è un innesto che sopravvive alle malattie, non ha bisogno di trattamenti o di altre cose così. Io sono questo innesto che viene fatto su piedefranco, che poi è la mia famiglia, le persone a cui mi ispiro e da cui prendo la forza. Naturalmente tutto questo si rifà, anche se in maniera diversa, anche alla storia di Cinzia, di Michele e del resto del gruppo.
Come vedete le due parole sul lato esterno della scarpa destra sono Brand e Innovazione, ciò che mi ha spinto a prendere la decisione di rimanere qui, la coesistenza di un brand già affermato che però ha bisogno anche di nuova aria, di innovazione, e questa è la prima spinta. Sull’altra scarpa, invece, abbiamo scritto Valori e Radici, che sono anch’esse parte integrante della mia decisione. Anche queste due parole sono molto importanti nelle decisioni e nei valori di tutto il nostro gruppo. Tornando alla scarpa destra le altre parole sono Comunità e Restare e si raccontano da sole. Per quanto riguarda me, il mio essere giovane, il mio essere intraprendente, gli studi che intendo fare testimoniano la mia voglia di fare qualcosa qui in Cilento, in questo senso di restare, di contribuire ad aggiungere valore alla mia comunità. E abbiamo concluso con il percorso, che si addice molto alle scarpe che ti accompagnano in un cammino, e assieme al percorso l’orgoglio che in qualche modo dovrebbe contraddistinguere il mio cammino all’interno dell’azienda, la spinta a fare meglio, nel tempo, delle persone che mi hanno preceduto. Sulle punte c’è il sole, che descrive l’identità, la famiglia, l’identità familiare, e poi c’è l’uva, che rappresenta la vita, il percorso. Ultima cosa, i disegni sono di Mariella.”

La scelta del secondo gruppo è caduta invece sulla decisione di Giovanni, a raccontarla è Pier Paolo e il titolo è Cancello Aperto.
“La nostra decisione strategica è quella di aprirsi alla vendita online, all’inizio chiaramente ispirata dalla logica della conseguenza. Le due alternative erano Tradizione (rimanere nel business di sempre) ed Evoluzione (aprirsi alla vendita online), e la scelta dell’evoluzione fa sì che al centro ci sia la parola Apertura. Questa apertura ha però indirizzato la scelta verso la logica dell’appropriatezza, perché parte dalla domanda sull’identità di Forgia Mariella e cambia il contesto, il core business, la stessa mission dell’azienda. Insieme alla produzione su commissione del cliente (porte, cancelli, altro) diventa sempre più importante la produzione di manufatti creativi da parte dell’azienda, con una produzione più libera che non è più solo artigianale ma anche artistica.
Detto in altro modo Giovanni ha l’idea di creare prodotti destinati al mercato online, manufatti che non hanno più una utilità specifica ma rispondo ai criteri del bello, come ho detto è l’artigianato che diventa arte. Ritorno sulla parola Apertura, che è stata la prima pronunciata da Giovanni, per dire che attraverso questa apertura, attraverso questo cambiamento, ha ampliato non solo la sua attività ma le basi stesse dell’identità di Forgia Mariella. Da un disegno su un foglio bianco si sviluppa una vena creativa che si traduce in manufatti destinati non più solo al mercato locale ma anche a quello globale. Le altre due parole che sono in vario modo collegate, strumenti di questa evoluzione sono Fusione e Ricerca. Entrambe possono avere un doppio significato. Fusione come fusione dei materiali e come contaminazione delle idee e delle possibilità, come apertura verso l’esterno. Ricerca come ispirazione e nuove idee ma anche come lavorazione dei materiali, come tecnica. Questa di Giovanni è una decisione strategica perché con essa ha aggiunto valore alla sua attività, ha creato un nuovo ramo d’azienda e un nuovo mercato dando valore alle sue idee e alle sue capacità. Ad avviso del gruppo si tratta di lavori che sicuramente hanno uno spessore maggiore di quelli più tradizionali e sono assimilabili ad una forma d’arte. Per finire abbiamo introdotto la parola Generazione, intesa sia come lavoro che si tramanda da generazioni sia come generazione di valore, valore che si incrementa.

NOVE PICCOLE INTERVISTE
La giornata si è conclusa con brevi interviste ai partecipanti che hanno risposto a due domande:
1. Cosa ti porti a casa.
2. Quale decisione strategica c’è nel tuo futuro prossimo venturo.

OTTO SCATTI

UN VIDEO