Family & Business, il Libro
Cara Irene, con Luca Marcolin ci siamo conosciuti un po’ di anni fa a Bologna grazie a Fior di Risorse e ai nostri amici Osvaldo Danzi e Stefania Zolotti. Ricordo che eravamo a cena e che conversando sono stato da subito colpito da questa persona dalla voce mite, fermo nei valori, forte nei convincimenti, curiosa, interessata all’ascolto. Impiegammo poco a ritrovarci sul terreno comune del lavoro ben fatto, dell’innovazione, del valore e del rispetto del lavoro e di chi lavora, a qualunque livello, e così da quella sera ci siamo mantenuti in contatto, magari prima o poi riesco ad andare a trovarlo, o magari viene lui a trovare me, ma intanto in questi anni ci siamo parlati, abbiamo scambiato idee e punti di vista, e insomma quando qualche giorno fa ho letto del suo libro mi sono detto che questa era l’occasione giusta per raccontarlo. Il resto è facile da immaginare: l’ho contattato, gli ho mandato le mie tre domande e ieri ho trovato nella mail la sua storia. Prima di lasciarti alla lettura, amica mia, ti consiglio di guardare il trailer in cui Luca presenta il libro, secondo me aiuta a conoscere non solo il fondatore di Family Business Unit ma anche l’uomo, la sua autenticità, i suoi valori.
Un po’ di me, il background
Caro Vincenzo, nasco in una famiglia di origini contadine che è tornata a fare agricoltura in modi più moderni perché papà Bruno, avviato fin da piccolo a fare il falegname, voleva dimostrare ai suoi che si poteva vivere anche di agricoltura, se fatta in modo più imprenditoriale.
Entrambi i miei genitori venivano da famiglie contadine che erano ancorate a quel mondo magistralmente raccontato da Ermanno Olmi nel film L’albero degli zoccoli. Campagne da coltivare e stalle da governare e in cui fare il filò (ragionare del più e del meno) la sera con gli amici e i familiari.
Mio padre non aveva potuto studiare, si era fermato alla 5a elementare come tanti della sua generazione, ma la sua curiosità, la sua voglia di scoprire, di evolvere, lo avevano portato a sperimentare tante strade, mentre assicurava il pane quotidiano alla sua famiglia. Anzi, proprio la preoccupazione che non ci fossero le risorse per permettere ai figli di studiare, se lo avessero voluto, lo ha spinto e motivato ad intraprendere. È così che sono nati prima l’allevamento di conigli e poi la coltivazione dei primi kiwi in Italia. E tieni presente che in entrambi i casi è stata decisiva la sua volontà di fare impresa in modo sociale, che lo hanno portato a fondare e a guidare due cooperative agricole dedicate, e poi ad assumere responsabilità nel locale consorzio di bonifica.
Detto di mio padre, aggiungo che tutto questo non lo avrebbe fatto, come lui stesso diceva sempre, senza l’appoggio costante di mamma Marcella, il suo sostegno morale e sostanziale, il primo caso di family business che mi ha dimostrato che si può fare coppia, famiglia e impresa in modo virtuoso. Non che fosse tutto perfetto, per carità, ma i miei genitori mi hanno dato l’esempio virtuoso della complementarietà in coppia e nel team di lavoro che avrei capito in maniera più profonda molto più tardi, quando avrei compreso meglio il family business in cui ero cresciuto.
Io e mio fratello Domenico abbiamo così potuto studiare realizzando il sogno di papà e facendo quello che ci piaceva. Mentre Domenico dopo le superiori preferì dedicarsi al lavoro, prima in banca e poi prendendo proprio le redini dell’azienda di famiglia, io scelsi di continuare a studiare. Economia Aziendale era la scelta più naturale per chi voleva lavorare in azienda e fare il “manager”. E così qualche anno dopo mi ritrovai a lavorare “nell’università dei manager”, come il professor Costa mi descrisse la Zanussi da poco diventata Electrolux.
Anni di gavetta nell’area della Direzione del Personale prima e al Controllo di Gestione poi, persone e relazioni da una parte, numeri e risultati dall’altra, due esperienze che sono diventate le gambe su cui ho continuato a camminare nella mia vita professionale.
E poi, altro apprendimento per differenza cambiando azienda e settore, sono passato dal rigore del mondo metalmeccanico alla creatività della moda, nell’abbigliamento con Stefanel e nell’occhialeria con gli omonimi della Marcolin. Anche se ancora non lo capivo pienamente, c’era anche un altro passaggio importante, quello da aziende di stampo prettamente manageriale ad aziende governate da una famiglia imprenditrice.
L’avventura nel Family Business
Tutte queste esperienze si sarebbero dimostrate preziose più avanti, con il passaggio alla consulenza, ma prima sentivo di dover fare altro, l’esperienza manageriale non mi bastava, non era sufficiente per capire come gestire il cambiamento, il mio personale e quello dei miei clienti. E allora ecco il percorso come counselor, in seguito le estati in California a studiare programmazione neurolinguistica e poi ancora i percorsi con due maestri del cambiamento in azienda, Goldratt e Adizes, guarda caso entrambi israeliani. E insieme agli studi l’esperienza sul campo che mi ha fatto scoprire che l’impresa manageriale e le teorie che la spiegano poco sanno di imprenditori e di famiglie imprenditoriali.
Sta di fatto che quando comincio a condividere le mie riflessioni sul mio blog qualcuno mi prende sul serio e mi chiama come esperto, con mio grande imbarazzo. Per fortuna che, come diceva Andretti, mitico pilota di F1, se hai tutto sotto controllo vuol dire che vai troppo piano.
Accade così che quando dico che mi occupo di imprese di famiglia in uno dei miei soggiorni californiani scopro che tutto il mondo è paese. Quello che credevo un fenomeno tipico della mia area, quel nord-est fatto di piccole e medie imprese, è invece un fenomeno globale.
Vuoi venire a vedere come funzionano ad Istanbul, mi dice l’amico avvocato, e così in Argentina, in Brasile o a Taiwan. Tra le persone che incrocio in quel periodo c’è anche Stuart, che mi racconta della sua impresa di famiglia, lui figlio di un imprenditore del tessile che si era ritrovato in causa con il fratello nella Londra di qualche anno prima. E proprio Stuart mi stimola a fondare insieme The Family Business Unit, una rete di coach e consulenti dedicati specificamente alle imprese di famiglia.
Confesso che se ripenso oggi con quanta ingenuità e inesperienza siamo partiti un poco mi imbarazzo, ma la verità è che anno dopo anno quelle occasioni di formazione sono diventate l’occasione per consolidare i mesi di studio e di applicazione precedenti. È così che poco per volta è nato un modello che nella sua semplicità ha l’ambizione di poter essere d’aiuto a tutte le imprese: quelle più piccole che trovano una sistematizzazione nel loro percorso di crescita manageriale e quelle più grandi che trovano modo di fare sintesi tra le diverse prospettive sempre difficilmente conciliabili.
Due le polarità che ci guidano per dare ordine e struttura: da una parte la conciliazione tra continuità con il passato e sviluppo nel futuro e, dall’altra, l’integrazione tra armonia interna e risultati esterni.
Da queste polarità nascono quattro quadranti: lo Scopo, le Persone, l’Organizzazione e i Numeri. E quattro energie che differenziano le persone ma che devono trovare integrazione nel team e nella famiglia: l’Esplorazione dello Scopo, l’Integrazione delle Persone, la Custodia dell’Organizzazione e la Realizzazione dei Numeri.
Una integrazione che è un tendere verso un’unità che non è data in questo mondo, ma in una continua ricerca che diventa un circolo virtuoso. Altrimenti, temi ed energie diverse, non gestite e non integrate, terminano facilmente in un circolo vizioso che porta al baratro.
Quattro quadranti che richiedono una integrazione su tre livelli: quello personale, quello familiare e quello d’impresa.
Questo modello dei 4 quadranti e 3 livelli ci permette di mappare e lavorare su tutte le aree delle nostre imprese di famiglia. Ma ci ha permesso anche di mettere ordine e fare sintesi di tante esperienze vissute con le nostre imprese in un libro, Family & Business, che vuole celebrare e valorizzare le nostre imprese di famiglia. Un esempio prezioso di integrazione di lavoro ed affetti che è alla base delle nostre economie e delle nostre società, in Italia e nel mondo.
Perché è importante occuparsi di imprese di famiglia
Con il tempo, occuparmi di Family Business è diventata una missione: aiutare le imprese di famiglia, tutte le imprese che abbiano alla guida imprenditori e famiglie imprenditoriali ad essere la migliore versione di se stesse.
Lo abbiamo messo nello statuto della nostra società prima ancora che nascessero le società benefit: l’oggetto della società è la valorizzazione delle Imprese di Famiglia, ossatura dell’economia e della società, dando loro continuità e sviluppo affinché possano essere ambienti capaci di produrre risultati in armonia per tutti gli attori coinvolti, gli imprenditori, i membri della famiglia, i collaboratori dell’impresa, e tutto l’ecosistema dei clienti e fornitori, in modo da assicurare la valorizzazione dei talenti individuali e collettivi. La società si prefigge quindi l’obiettivo di essere una realtà capace di creare risultati e armonia per tutti gli attori con cui entra in relazione, i suoi soci e collaboratori, i suoi fornitori e i suoi clienti, al fine di servire il bene comune.
In realtà, l’umanità ha sempre legato lavoro e famiglia, solo dopo la rivoluzione industriale e da noi vuol dire solo nell’ultimo secolo e ancor più dal dopoguerra, le due realtà fondanti la base del nostro vivere sociale sono andate per strade separate.
Ma ora che tante grandi aziende stanno sperimentando la grande fuga, la perdita del coinvolgimento dei collaboratori che non trovano più senso nel loro lavoro, le imprese di famiglia, e quelle virtuose in particolare, sono un esempio di comunità e di generazione di senso per tutte le imprese più grandi. Lo conferma anche Edelman, grande società di relazioni pubbliche mondiale: le imprese di famiglia che sanno creare fiducia, coinvolgere e motivare collaboratori e clienti più di qualunque altra organizzazione.
Oggi lo posso dire ad alta voce, non abbiamo paura di raccontare e di testimoniare la bellezza di fare impresa insieme, valorizzando relazioni e lavoro, come fanno le imprese di famiglia. Diciamolo orgogliosamente che siamo imprese di famiglia, impegnandoci a testimoniare il fatto di essere capaci di connettere armonia e risultati, continuità e sviluppo.
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