Il medico Simone, che se deve fare una cosa o la fa bene o non la fa

Caro Diario, Simone Cilio è un giovane medico, l’ho conosciuto in ospedale mercoledì 14 Luglio 2021, e chi se lo scorda, come direbbe il grande Eduardo è stato un giorno dispari, o forse no, intanto attendo fiducioso il lieto fine. Ero stato operato da poche ore e avevo da affrontare un nuovo tabù, il catetere, che nella mia testa non dico era peggio dell’operazione ma quasi.
Come dici amico Diario? Sono esagerato? Il catetere è un dispositivo medico di uso molto comune? Fossi in te non farei tanto il saputello, ognuno combatte con le sue fobie, sta di fatto che quando verso le 21:00 è arrivato il medico io stavo teso peggio di una corda di mandolino, e il giovane medico se n’è accorto, e non ha fatto finta di niente, anzi prima prima mi ha rassicurato e poi mi ha suggerito come respirare per non sentire dolore, così io gli ho creduto e ho seguito il suo suggerimento, ed è filato tutto via come l’olio, il suo è stato davvero un lavoro ben fatto.
Come dici? Questa volta il mio uòsemo, il mio sesto senso, avrebbe potuto tradirmi? Quando gli ho chiesto se voleva racocntare la sua storia ero troppo condizionato dallo scampato pericolo? Ammetto che non hai torto, questa volta il mio istinto l’ho messo alla prova fino al limite di rottura, però quando ho letto che cosa gli diceva sempre il padre ho capito che anche questa volta ce l’avevo fatta. Buona lettura.

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Caro Moretti, da bambino ero molto svogliato nello studio, sicuramente molto poco stimolato, sono sempre stato così, per raggiungere qualcosa ho bisogno di essere stimolato e motivato. Inizialmente cercavo questo stimolo all’esterno, ho imparato negli anni a trovarlo invece in me stesso. Da sempre ho saputo di voler intraprendere la strada del medico, la curiosità mi ha sempre caratterizzato, quando mi sembra di non avere nulla da scoprire, come se tutto fosse fermo, mi sento morto dentro. Molti aspetti della mia vita erano indicativi di questo modo di essere, non mi curavo molto di me stesso, a scuola facevo il minimo indispensabile, mi dedicavo un poco in più solo alle cose che mi appassionavano come la lettura, lo sport e i videogiochi.

Ho sempre praticato sport. Prima sport vari, di prova, poi partendo dai 10 anni, fino al termine degli studi liceali, ho praticato pallavolo, che resta una grande passione, anche se ormai mi capita di praticarla poco. Lasciai per infortuni e problemi fisici, per i quali sono stato sottoposto a due interventi ad entrambe le ginocchia. Da qui la scelta del nuoto, prima ho dovuto imparare a galleggiare e nel giro di 2 anni ho iniziato con l’agonismo in campo regionale concorrendo negli stili libero e delfino.

Mentre tutto ciò accade gli studi liceali erano terminati. Primo test di accesso a medicina, impreparato, non entrai. Decisi allora di iscrivermi a Biotecnologie presso l’Università del Sannio. Studiai duramente per sostenere tutti gli esami e poter così approfondire le materie che avrei poi ritrovato nei test di accesso, media altissima, e ritentare il test. Seconda prova di accesso, secondo fallimento. Fu dura, per una risposta sbagliata, mi sentivo alquanto a terra. Feci l’unica cosa che ho sempre saputo fare, con fatica, reagire. Mi dedicai pienamente allora allo studio delle biotecnologie, partecipai al concorso per l’Erasmus con meta Siviglia, lo vinsi. Arrivò la nuova estate e con essa la possibilità di un nuovo test. Tutti mi dicevano di non ritentare, ero stato emotivamente davvero sottoterra dopo il secondo tentativo, la frase che ripetevo era “delusione o meno, anche se dovrò provarci a 40 anni, io sarò medico e nulla importa”. Decisi quindi di ritentare il test e stavolta ce la feci!

Iniziai anche gli studi in Medicina presso l’università di Salerno. Campus ben organizzato, ho avuto le mie soddisfazioni, culminate al terzo anno nella bellissima esperienza di studio anatomico su cadavere presso il D’Youville College di Buffalo (NY), esperienza per la quale devo ringraziare l’allora professoressa di Anatomia che avrà colto qualcosa in me che l’ha portata ad investire del tempo nella mia formazione e in lunghe chiacchierate sulla vita. Lì mi si accese definitivamente la consapevolezza, che fino ad allora era piuttosto un pensiero, che mi portò a capire che il mio percorso non sarebbe mai stato separato dalla pratica chirurgica in sala operatoria.

Dopo questa esperienza sentivo il bisogno di dover volare altrove, avevo la sensazione che ormai il luogo dove mi trovavo non potesse più darmi tutto ciò che cercavo. Avevo bisogno di cambiare ambiente e soprattutto stile di vita. Come dicevo prima, mi sono sentito fermo e quindi ho deciso di terminare gli studi a Napoli, presso l’università Federico II.

Non conoscevo bene la città, anche se vicina a dove vivevo, ma mi ha stregato, come non amare Napoli? Per quanto fosse difficile ambientarsi in un luogo nuovo, a metà degli studi, mi sono sentito a casa da subito, alcune delle amicizie strette ormai 8 anni fa perdurano e non si affievoliscono.

A proposito, non le ho detto che un’altra mia passione sono i miei amici, mi piace far parte delle loro vite, vivere insieme le gioie ed anche le delusioni, sono per me una seconda famiglia. Capita purtroppo che per via degli impegni giornalieri non riusciamo a vederci tanto, talvolta nemmeno a sentirci, però almeno ho la consapevolezza che se ho bisogno di qualcosa sicuramente non sono da solo.

Dopo la morte di mio padre ho avuto un periodo difficile, dopo il quale mi sono rimesso sotto con lo studio, ho fatto il massimo per reagire e renderlo fiero di me e così nel luglio 2018 mi sono laureato con il massimo dei voti.

Anno infernale il successivo, da noi funziona così, ti laurei, ma non sei nessuno (le cose fortunatamente sono migliorate molto negli ultimi due anni). Chi sarai lo deciderà un test di ammissione alle scuole di specializzazione. Fortunatamente il mio andò benissimo e riuscii a coronare il sogno di diventare specializzando in Urologia, branca magnifica che permette di far pratica medica e chirurgica, davvero il massimo per uno come me! Nel complesso il percorso di studi non è stato per nulla facile, la difficoltà di studiare medicina è famosa, ma talvolta dire solo difficoltà non è abbastanza. Tornassi indietro lo rifarei? Ogni giorno!

Come ho già detto amo fare sport, pratico attualmente pesistica, per me la salute mentale passa per la salute fisica e l’unione di sport e corretta alimentazione consentono di raggiungere quel leggero equilibrio che tutti cerchiamo. Sento davvero che mi aiuta a superare i giorni più pesanti, ci si sente più leggeri quando i muscoli tirano.

Quando voglio rilassarmi da solo ci sono varie cose che amo fare. Una di queste è la lettura, sono stato grande divoratore di romanzi di genere Fantasy, una completa fuga dal mondo reale, passione nata con Harry Potter e dilagata verso varie sfaccettature del genere. Ultimamente mi sta piacendo cambiare generi, leggendo classici come le opere di Shakespeare o storie di vita vissute, ne traggo sempre un insegnamento.

Sono anche un grande appassionato di videogames (fortuna varie ricerche dicono che un bravo videogamer ha maggior manualità chirurgica, uso sempre questa come scusa nelle varie sessioni di gioco) di qualsiasi genere, anche se preferisco il genere Gioco di Ruolo giapponese, ricchi di storie appassionanti e sicuramente divertenti per distendere i nervi.

Viaggiare è un’altra attività che adoro, mi piace scoprire culture, luoghi, cibi tipici, storie di grandi re, imperi, di sogni realizzati o meno, di quello che ci sta dietro ad ogni grande opera che vediamo oggigiorno (porto in esempio dall’ultimo viaggio il sogno di Versailles di Luigi XIV, un’opera che, per quanto possa essere discutibile nella sua realizzazione visto ciò che ha portato il suo eccesso al popolo francese dell’epoca, è di una bellezza inaudita). L’eredità del passato mi affascina da sempre, sin da bambino ero solito guardare documentari con mio padre nel tardo pomeriggio e non ho perso questa abitudine. Spesso la sera prima di addormentarmi guardo documentari di vario genere che vanno da esplorazioni di terre selvagge fino ai misteri dell’universo.

Per me è così bello scoprire storie di uomini e storie della scienza, soprattutto la spinta che ha portato ad arrivare a certe conquiste, da intuizioni verso la rivoluzione della conoscenza. Talvolta mi sembra più importante scoprire cosa ci sia dietro la scintilla che ha portato a qualche scoperta, come ha vissuto lo scopritore, cosa l’ha spinto, qual è stato il suo percorso, più che le scoperte in sé. Colgo da ogni storia raccontata un insegnamento, porto ciò anche nel lavoro, ogni persona ha qualcosa da raccontare e ci si conosce in momenti di prove non facili da superare molto spesso, curare non è per me inquadrare una patologia e mettere in pratica in modo sterile le cose che si studiano. Curare è, potenzialmente, rivoluzionare la vita di una persona, prendendosene cura, si affrontano insieme le difficoltà, si può aiutare davvero arricchendosi vicendevolmente.

Tra le varie passioni della mia vita metto sicuramente il lavoro sopra ogni cosa, sto vivendo il mio sogno, cosa ci può essere al di sopra.
Nella vita mi sono sacrificato molto, forse troppo, per raggiungere determinati obiettivi. Forse non ce n’era bisogno, avrei potuto godermi di più molte cose, ma sono testardo ed inseguo sempre i miei pensieri. Non ho viaggiato molto fino a qualche anno fa, ma i viaggi più importanti che ho fatto sono stati: il precedentemente menzionato viaggio in USA per lo studio dell’anatomia su cadavere in cui ho scoperto la passione per il lavoro minuzioso e di precisione, il viaggio a Londra che ho fatto in seguito alla Laurea ed il recente viaggio a Parigi. Sono stati i viaggi in cui mi sono sentito più arricchito, abbracciato da realtà vicine ma differenti, ricche di cose da raccontare.

Provengo da una famiglia con nonni di origini contadine. I miei nonni attualmente vivono in campagna e da bambino spesso trascorrevo settimane in campagna con loro. In quei giorni mi piaceva aiutarli, ricordo che talvolta mi sono arrabbiato perché non mi hanno svegliato alle 5 per andare con loro nei campi. Mi divertiva andare con loro, vedere i colori della natura, vedere quali alberi davano quali frutti e raccoglierli per assaporare i sapori più genuini possibili, una semplicità che non è più semplice da trovare.

Mia madre lavorava in un’impresa nel campo della contabilità, ora in pensione si occupa più di se stessa e di noi figli (siamo io e mia sorella, più grande di me di 5 anni, che ci vogliamo un bene che solo chi ha una famiglia unita può sperimentare ed anche da medico mi considera sempre il suo piccolino), mentre mio padre era autista di autobus di linea urbana ad Avellino. I miei genitori sono stati entrambi grandi lavoratori. Mi hanno insegnato che ogni cosa va conquistata e guadagnata e che fare ciò che si ama nella vita è molto più importante di qualsiasi cosa.

Tramite mia madre mi sono anche avvicinato alla fede, da bambino e adolescente mi portava con sé in alcuni pellegrinaggi. Il posto più importante resta Medjugorje. Non è semplice da descrivere a parole, sono sensazioni, serenità e calma soprattutto. Dio va oltre qualsiasi dottrina, lo sento come una guida, Dio lo troviamo dentro di noi e ci guida nel quotidiano, ci mette su una strada che se vogliamo possiamo percorrere accettando le difficoltà della vita un poco più serenamente, perché è qualcosa di più grande che ci aspetta dopo ogni curva inaspettata.

Il mio primo vero lavoro l’ho fatto al primo anno di medicina come promoter in un negozio per prodotti da rasatura di barba, periodo di Natale. Molto divertente, soprattutto l’ultimo giorno quando terminai tutti i prodotti a mia disposizione e potetti passare mezza giornata su una poltrona massaggiante in promozione con un’altra collega. Negli anni successivi ho preferito dedicarmi di più a studio e sport.

Non lo considero un lavoro, ma non saprei dove inserirlo, quindi le racconto dell’esperienza nel SISM (Segretariato Italiano Studenti Medicina). Un’associazione studentesca nata per poter sopperire alle mancanze che riscontriamo nel corso di studi, divisa in più aree di competenza. Io ho fatto parte prima dell’area riguardante gli scambi culturali (partecipando anche ad uno di questi, nell’agosto 2017 ho avuto la possibilità di frequentare per un mese il reparto di Ginecologia ed Ostetricia all’università di Thessaloníki in Grecia, insieme a ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, dalla Siberia o Taiwan, realtà molto diverse dalle nostre, mi hanno fatto sentire più fortunato a stare in Italia) per passare poi all’area di salute sessuale e riproduttiva. Associazione molto attiva a Napoli, abbiamo collaborato con il centro psicologico di ateneo con il quale abbiamo organizzato dibattiti a tema salute fisica e mentale LGBT+ e con varie associazioni locali in occasione della giornata internazionale per la lotta all’omo-bi-transfobia e lotta all’AIDS per effettuare in quest’ultimo caso raccolte fondi in favore della ricerca.
Il percorso nel SISM è costellato da riunioni nazionali a scadenza semestrale in modo da poter arricchire i nuovi arrivati di conoscenze non facilmente accessibile in altro modo. È un’associazione in cui ci si confronta molto. Dovevo inserire questa esperienza vissuta perché al momento della scelta della specializzazione ho pensato a tutto ciò, a quanto mi facesse piacere occuparmi di queste tematiche considerate da tutti ancora un tabù e quanto ci fosse bisogno di sfatare questi tabù per parlarne liberamente, diffondere, educare e sensibilizzare. Mi è sembrato tutto così consequenziale come quando ci si rende conto che è tutto un cammino ed ogni cosa arriva e si compie per un motivo. Come detto prima, sono credente, Cristiano, nei momenti di difficoltà mi ripeto che ogni cosa accade per un motivo, che non riusciamo a comprendere se non a distanza di molto tempo, ed ogni esperienza nasconde un insegnamento da portarsi dentro.

Attualmente lavoro come medico di Continuità Assistenziale (ex-Guardia medica) nel weekend o nei giorni festivi, per non perdere contatto col territorio e con vari aspetti della medicina che altrimenti non affronterei più, e come specializzando. Nel lavoro metto tutto me stesso, sono affamato di raggiungere competenze e conoscenze. Non mi accontento facilmente nel lavoro, mi porto dentro l’insegnamento di mio padre, che mi ripeteva “se devi fare una cosa, la devi fare bene o non la fare”. Sì, questa frase la penso spesso, per me non è importante cosa si fa nella vita, l’importante è farla bene e seguire le proprie passioni, realizzarsi.

Soddisfazioni piccole e grandi le posso raccogliere spesso, le migliori le ricevo dai pazienti, poi mi dico che non è che ho fatto chissà cosa, solo il mio lavoro al meglio possibile. Il mio sogno è sempre stato di poter essere il miglior medico che i miei pazienti si possano trovare davanti, è questo che mi spinge a fare sempre di più e sempre meglio.

La paura del fallimento è sempre presente, sono il primo critico di me stesso e mi ripeto sempre che vivere con me stesso non è facile. Guardo ogni singolo errore che faccio, ogni singola mancanza e me la prendo proprio come una questione personale, infatti spesso mi capita che quasi mi auto-saboto per paura di non essere all’altezza delle aspettative, che poi forse non sono nemmeno le aspettative che hanno gli altri, ma sono quelle che ho io verso me stesso. Pretendo da me, dalla mia vita, il massimo, perché di sofferenze e prove ne ho avute e non voglio accontentarmi del medio; forse sbaglio, forse pretendo troppo, ma voglio spingere e spingo per arrivare alle vette, per non essere uno dei tanti.

Sto investendo tutto in questo percorso di specializzazione, mi sto privando di esperienze, talvolta di occasioni uniche, perché ho questo obiettivo, essere al di sopra della media. Nella vita ho conosciuto molti medici anche prima che lo diventassi, da paziente e parente di pazienti, quindi so cosa significa essere dal lato opposto e non trovare una risposta, una soluzione, un percorso da fare per poter star meglio, appunto mediocrità. Non posso permettere che accada anche a me, ai miei attuali e futuri pazienti, non siamo macchine che lavorano con numeri, siamo professionisti, esseri umani che lavorano con persone in cerca di aiuto, sta a noi aiutare questa ricerca.

Per me la strada che ho intrapreso è tutto, mi permetterà di vivere nel modo che voglio, assistendo le persone nel modo che voglio, e tutto questo è straordinario!

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