IL LAVORO BEN FATTO – IL LIBRO
I CONTENUTI AGGIUNTIVI
Caro Diario, ce l’ho fatta. Il piccolo fumetto che segue è il risultato di un esperimento di narrazione nato nella Piccola Scuola Jepis Bottega. Io e i miei compagni di viaggio – Laura Ressa, Angelo Sciaudone, Gianluca Perazzo e mastro Jepis – dovevamo raccontare un’idea che ci piacerebbe realizzare, io ho scelto “La casa del lavoro ben fatto”, mi piacerebbe davvero tanto vederla finita prima di appendere le scarpette al chiodo. Buona lettura.
LA CASA DEL LAVORO BEN FATTO
LE COSE CHE HO IMPARATO
1. Tiene ragione Jepis, o comunque tengono ragione gli informatici da cui lo ha imparato, bisogna lavorare in beta permanente, si comincia, si procede, si aggiusta, si completa, se arrivano dei feedback si migliora anche. Specialmente se stai sperimentando, prima ti butti nella mischia e meglio è. Per fare un lavoro ben fatto bisogna creare, raccontare e ricreare senza sosta, o anche “una continuazione”, come diceva mia madre mentre ci faceva il bagno tra uno schiaffo e uno strillo perché giocando a pallone diventavamo neri per la polvere, per l’appunto, “una continuazione”.
PER SAPERNE DI PIÙ
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