L’EdicolAcustica di Michele

Galeotto l’evento – Join Maremma Online – e chi lo organizzò – Robi Veltroni -. Perché si, anche se non andrò all’Inferno – spero -, anche io mi sono innamorato, della Maremma del #lavorobenfatto e delle tante belle persone che fanno il loro lavoro con amore. Michele Scuffiotti, si, proprio lui, l’ideatore di EdicolAcustica, è uno di loro. Mi ha colpito subito, come tante/i in quelle due giornate; mi ha colpito di più perché il suo posto di lavoro è un’edicola. Giuro, lui ha pronunciato la parola edicola e a me è venuto in mente Mimì, che il cognome neanche lo ricordo mannaggia a me e ai chip bruciati della mia memoria. Ricordo però che a ogni volta che il Partito Comunista Italiano non ce la faceva a vincere le elezioni mi accoglieva con «in questo Paese ci vorrebbe un terremoto sussultorio e ondulatorio del 10° grado della scala Ritter» che mi faceva morire dal ridere, sarà perché avevo neanche 12 anni, sarà per la faccia che faceva, sarà che la cosa mi sembrava così spropositata che non ce la facevo a non ridere. Mi ricordo anche che mi faceva leggere gratis il giornale – naturalmente l’Unità -, i fumetti di Tex e di Diabolik, i libri di Gramsci, di Gobetti, di Calvino, di Pavese e di Pasolini.
Edicola, che bella parola. Come dite? Perché vi sto raccontando dell’edicola di Mimì invece che di quella di Michele? Perché di quella di Michele vi racconto tra poco, che prima vi voglio raccontare di lui.
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Per cominciare dovete sapere che Michele è un uomo dalle molte vite, se non ci credete leggete qua: è perito agrario; ha una laurea breve in tecnologie dell’agroalimentare; suona le tastiere da sempre; già alle elementari la maestra gli faceva trovare a orecchio le canzoni con la diamonica; a 14 anni ha iniziato a suonare con una band e ho fatto tanta attività live; a 18 anni entra in contatto con Alberto Guazzi, presidente di un’associazione grossetana chiamata Stop e dintorni, che già da anni lavora nella musica, e inizia a fare service e ad appassionarsi al “dietro le quinte” del mondo musicale; alla voce lavoro ha fatto il ragazzo tutto fare, il postino, il tecnico di laboratorio, il grafico, insomma è uno che sta sempre lì a cercare di imparare cose nuove, che non si spaventa di fronte alle difficoltà, che non esita a lanciare il cuore oltre l’ostacolo.

Tornando alla musica, oltre dieci anni di service come back liner, tecnico palco e luci lo mettono a contatto con tutte le realtà musicali, dal Contest di band giovanili studentesche a concerti di jazz con artisti di calibro internazionale Sarah Jane Morris o Mike Stern. E mentre tutto questo accade continua a portare avanti la sua attività artistica e i suoi progetti musicali e con i Gramma, band etno/progressive tutta in italiano, fanno due dischi e partecipano a importanti iniziative come il Mei.
Ecco, adesso a voi magari viene difficile pensarlo ma accade che anche un tipo così, con due lavori – professionale e artistico – a un certo punto si possa ritrovare nei box, completamente fermo. Come dite? Per le persone come Michele un pit stop ogni tanto non guasta? Vero, ma non se il pit stop in questione dura un anno e mezzo. Si, Michele vive un anno e mezzo da disoccupato prima di inciampare in una nuova possibilità: comprare un’edicola. 

Non ve l’ho detto ancora ma Michele adora leggere, adora i fumetti, ama il cinema, diciamo che nella classificazione NERD si ritrova abbastanza, e così  quando nel 2011 gli si palesa la possibilità di acquistare questa edicola capisce che avrebbe potuto mettere alla prova le sue conoscenze e le sue passioni in quel chiosco di quattro metri quadri che gli si para davanti.

«Vincenzo – mi dice -, ti assicuro che l’impresa non era facile. Si trattava di ridare vita a un’edicola vicina al centro storico, proprio davanti al palazzo dell’agenzia delle entrate e del catasto, che però aveva avuto una gestione terribile, al punto tale che il chiosco era chiuso da un anno. Insomma quella che avevo intorno era terra bruciata, dovevo ripartire da zero, sia per rimetterla in condizioni estetiche idonee sia dal punto di vista commerciale. E poi c’è il fatto che la vita dell’edicolante è dura. Alle sei apri la saracinesca, arrivano i quotidiani e le casette con gli illustrati (settimanali e mensili), metti immediatamente a posto i quotidiani perché i clienti non hanno molta pazienza, vogliono un servizio veloce, un po’ per il sonno e un po’ per per la fretta di andare a lavoro.
Immaginati l’apertura delle cassette come la scatola di cioccolatini di Forrest Gump, non sai mai cosa ci puoi trovare dentro. Si passa dal vinile da 180 grammi di jazz per i clienti doc alla rivista vecchia di almeno cinque anni che ti propinano per la 300° volta e ogni volta ti chiedi se la casa editrice è masochista oppure se hanno paura che ti avanzi troppo spazio vuoto, cosa veramente impossibile, e sperano di aiutarti a riempirlo,  sperando che ti rimanga in qualche anfratto del chiosco in maniera tale che a te rimane sul gozzo e loro se ne liberano.»

Già, me lo diceva anche Mimì, la vita dell’edicolante è tosta, ma anche Michele non scherza.
«Sto aperto 14 ore al giorno, il chiosco della mia edicola è vecchio stampo, senza porte elettriche, aperto, ne vado orgoglioso, perché ormai ne sono rimasti pochi fatti così. È vero, stai alle intemperie, il freddo e il caldo diventano tuoi compagni di viaggio, ma la varietà di umanità che ti capita di servire è enorme. Sai Vincenzo, io vedo l’edicola come una finestra sulla quotidianità, i tic, le nevrosi di ognuno di noi, gli abbracci inattesi da parte di clienti sono la benzina che ogni giorno mi dà la carica.
Tre anni fa ho aperto un blog, “Il taccuino dell’edicolante”, racconto le  diverse vicissitudini che accadono in edicola, affronto le problematiche che attanagliano questo settore che sono molte e purtroppo sono sempre meno quelli che se ne occupano. Certo, l’editoria è in crisi, ma l’edicola, a mio avviso, è un punto fondamentale sia dal punto di vista culturale che di aggregazione sociale. Da questo punto di vista ci tengo a dire che non nasco con EdicolAcustica, che negli anni ho fatto scambi di figurine e altro per cercare di far avvicinare sempre più gente al chiosco, per far riscoprire l’importanza della nostra categoria sia professionalmente che umanamente,  perché altrimenti non esisterebbe “l’edicolante di fiducia”. Vedi, per me il lavoro non è solo fatica, sudore e lacrime, è fondamentale anche perché ti dà uno scopo, una meta da raggiungere, ti responsabilizza e ti gratifica. Ti parlo da uomo che per un anno e mezzo ha vissuto la condizione di disoccupato con le conseguenze anche psicologiche che essa comporta, e ti dico che trovare soddisfazioni lavorative gratifica la persona e tutto il mondo che gli ruota intorno.»

Come dite? Ancora non vi ho detto nulla di EdicolAcustica? Ma perché andate sempre di fretta, vi ho forse detto che abbiamo finito? Eccola.
 EdicolAcustica è il progetto a cui Michele dà vita nell’aprile del 2014. L’idea è quella di dare spazio alla musica inedita d’autore in un contesto e a un orario insolito, alle cinque di pomeriggio, accanto al chiosco dell’edicola, in modo tale da dare spazio alle realtà musicali locali e nello stesso tempo ridare vita ad una via vicina al centro storico che durante il fine settimana muore. Showcase acustici, minimali, in cui la canzone viene proposta nella sua forma piu genuina, quella in cui nasce, chitarra/pianoforte e voce.
A maggio 2015, grazie anche ad un crowdfounding andato a buon fine, parte la seconda edizione che annovera tra i partecipanti Vittorio De Scalzi, fondatore dei New trolls,  per un incontro sulla musica d’autore genovese, il suo rapporto con De Andrè, la carriera come autore per se e per gli altri (Mia Martini, Anna Oxa), un appuntamento che riscuote un’ottima risposta.
In due edizioni si sono esibiti in tanti, da Simone Avincola a Piergiorgio Faraglia, da Simone Baldini Tosi a Valeria Vaglio alla band Dark Quarterer.
A novembre 2014 le iniziative, come le pizze di Peppiniello, passano a due, questa volta a partire da un’idea di Alberto Guazzi, e così nasce “EdicolAcustica LAB”, che consiste nel creare un “salotto” per strada. La location è sempre quella del format originale, però questa volta si incontrano figure professionali legate al mondo della musica quindi insegnanti, turnisti, press agent, critici e consulenti musicali per parlare di tutto ciò che ruota intorno alla musica e delle varie professionalità che essa crea. Le interviste sono curate dallo stesso Alberto e tra gli altri vi partecipano Filippo Gatti, Alessio Buccella, Daniela Esposito, Enrico Deregibus, Fabrizio Murgante.
E poi c’è stata l’esperienza con FestAmbiente, noto festival legato a Legambiente che si svolge ogni anno a Rispescia, che ha dato la gestione per le edizioni 2014 e 2015 delle notti bianche ad EdicolAcustica, in questo modo giovani cantautori e band locali hanno avuto la possibilità di aprire e chiudere concerti ad artisti del calibro di Caparezza, Africa Unite,  Roy Paci, Stadio e Nicola Piovani.
E quest’anno è partita un’altra “spin off” dal nome EdicolAcustica Morning Glory, che consiste in 9 incontri il giovedì mattina alle 7 in live streaming tramite Streamago, una nuova app tutta italiana, prima, ora direttamente su Facebook, in cui si incontrano gli artisti che hanno partecipato alle vecchie edizioni, parlando dei loro progetti futuri e facendo aggiornamenti sull’andamento del crowdfounding.

Ecco, direi che ci possiamo fermare qui, anzi no, ci sono ancora due cose che mi ha detto Michele che mi piace condividere con voi. La prima è questa, e riguarda il futuro: «Vincenzo, in questi due anni ci siamo resi conto che la gran parte delle nuove realtà musicali nasce dai piccoli paesi e dunque stiamo pensando di  far diventare itinerante la nostra EdicolAcustica, di creare cioè una vera e propria edicola cablata audio e luci che appare nella piazza centrale del paese e diventa open stage per band e cantautori di ogni età che facciamo musica inedita, in modo tale da fare scouting e dare loro visibilità.» La seconda riguarda la vita e le sorprese che ci riserva: «Vincenzo, te lo giuro, mai avrei pensato di fare l’edicolante, e meno che mai avrei pensato che questo lavoro mi potesse regalare così tante soddisfazioni.» Meditiamo gente, meditiamo.
edia2016