La signora Teresa

Cara Irene, la signora Teresa è la mia vicina di casa. Lei 101 anni il prossimo ottobre, io 69 a settembre, da buoni vicini ci scambiamo ogni giorno chiacchiere minime, chiacchiere di vicinanza, di vicinato, chiacchiere che non scrivono la storia, raccontano soltanto tanta umanità. Ho pensato di condividerne, ogni tanto, una con te, così le tengo belle sistemate e me le posso rileggere, che io di queste chiacchiere qui non mi stanco mai.

CASELLE IN PITTARI, VIA INDIPENDENZA 84 – 86
30 AGOSTO 2024

Intorno alle 12:40 esco di casa per andare a pranzo.
“Signora Teresa, vado da Mario a mangiare una cosa”, dico a voce alta. I suoi passi mi avvertono che sta venendo verso la porta. Salgo i tre scalini, faccio due passi e mi fermo giusto davanti a lei.
“Prufessù, stammatina priesto sono passate due persone che volevano tuzzulià alla vostra porta, però io le ho fermate, ho detto vedete che ‘u prufussure a quest’ora dorme ancora, ho fatto bene?”
Ci penso su giusto un attimo e rispondo “avete fatto molto bene signora Teresa”, a prescindere. Alla fine chi era era, qualunque sia il motivo per cui voleva tuzzuliare, se è il caso tornerà, oppure me lo dirà la prossima volta che ci incontriamo all’Urmu.
“Come va con il piede?”, mi chiede ancora.
“Così e così signora Teresa”, rispondo. “Ogni tanto ricomincia a farmi male, una volta uno, una volta l’altro, oppure tutti e due. A Luglio mi sono fatto l’ecodobbler e per fortuna da quel versante è tutto a posto; bisogna capire che cos’è. Magari una forma di artrosi. O di artrite. Pure le mani mi fanno male, vedete?”, aggiungo mostrandogliele, “le dita non riesco a chiuderle più, bisogna capire di cosa si tratta.”
“Prufessù, nun ci dormite acoppa.”
“Scusate signora Teresa, in che senso?”
“Non ci dormite sopra, nun facite passà tiempo”, ripete lei con voce più alta. “I dolori sono brutti, e cchiù tiempo passa e peggio è. Però vedete che qua i medici specializzati non ci stanno, dovete vedere a Napoli, là ce ne stanno bravissimi.”
“Sarà fatto. Una di queste volte che torno a Napoli vedo di risolvere.”
“Va bene, mo’ jate a mangià, che s’è fatto tardi. Turnate priesto.”

CASELLE IN PITTARI, VIA INDIPENDENZA 84 – 86
27 AGOSTO 2024

Stamattina, otto e un quarto, minuto più, minuto meno. Apro la porta e mi ritrovo a pochi centimetri la signora Teresa, la mia vicina di casa, che ha quasi 101 anni. Sobbalziamo entrambi, poi lei fa un mezzo passo indietro.
“Prufessù, scusate, vi stavo venendo a bussare. Ieri non v’aggiu visto proprio né ‘a matina e né ‘a sera, ho detto mò vaco a bussà.”
“Vi ringrazio signora Teresa, in effetti ieri non mi sono sentito bene e sono rimasto in casa. Comunque grazie assaje, siete gentilissima.”
“Prego, e che significa, simmi anziani, ci dobbiamo guardare uno cù ll’ato.”

CASELLE IN PITTARI, VIA INDIPENDENZA 84 – 86
28 LUGLIO 2024

“Un calorio così in vita mia non me lo ricordo mai, prufessù.”
La signora Teresa, mia meravigliosa vicina di casa, 101 anni quasi. Secondo me le possiamo credere.