Cara Irene, l’incontro tra la maestria di Debora Lorenzotti e Giuseppe Jepis Rivello e le bolle di sapone mi ha lasciato senza parole. Penso che prima o poi cerco Debora e le propongo di raccontarmi la sua storia, non lo so, intanto ti lascio con la videoclip girata da Giuseppe e una manciata di aggettivi, di immagini, di definizioni che le bolle di Debora raccontate da Jepis mi hanno ispirato.
Cangianti come le nuvole in cielo, in certe giornate di vento
Danzanti come le zingare del deserto di Battiato, ma senza candelabri in testa
Eleganti come le inquadrature di Jepis, che colgono gli attimi e il senso
Eteree come l’arte di Klimt, e le fotografie di nebbia
Fugaci come la vita, e i fiori di ciliegio
Giocose come a volte gli esseri umani, e più spesso i delfini
Leggere come le pagine di Italo Calvino, le persone, le città e i pianeti
Libere come un giorno le parole e i pensieri, in ogni parte del mondo
Poetiche come Debora che soffia nell’acqua e sapone, e dà forma all’aria
Polimorfe come l’astuto Ulisse alle prese con Poseidone e il destino
Rifrangenti come gli arcobaleni dopo la pioggia, sotto lo sguardo del sole
Sorridenti come i volti delle bimbe e dei bimbi, che le inseguono saltellando
Trasparenti come il velo del Cristo di Sanmartino, ma solo per un lampo