Caro Diario, domani esce Parole Forgiate, Chiacchiere di Bottega tra Fare e Pensare, perciò per dirti quello che ti voglio dire usa una citazione, da pagina 22, il capitolo è Generazioni, tieni presente che sto parlando con Jepis, che come sai è il coautore del libro, anzi no, diciamolo bene, lui è il protagonista, il campione, io invece lo sparring partner.
“L’incontro con te è stato per me, su molti piani, una svolta, una porta che mi ha permesso di accedere a mondi che prima non conoscevo. Faccio un piccolo esempio, tra quelli meno rilevanti. Come sai sono un vecchio narratore e, prima di incontrarti, la scrittura era la mia principale se non unica forma di espressione. Oggi non è che mi posso definire un autore “transmediale”, mamma che brutta parola, però ho imparato che si può raccontare in tanti modi diversi e che tenerli assieme può dare più valore alle storie che raccontiamo. Quando penso che oggi riesco a realizzare da solo un podcast o anche, in momenti particolarmente ispirati, un video rudimentale, mi sembra un miracolo.”
Ora io lo so che mi conosci e che lo sai che a me dire cose così, tanto per dire, non piace, però intanto condivido il link al Canale Spotify con tutti i podcast pubblicati fin qui, uno al giorno, uno per parola, ci saranno presto tutti, ancora 5 parole, e 5 giorni passano in fretta.
Le ragioni principali per le quali ho scelto di raccontarti proprio questo, tra le tante possibilità che avevo, sono tre:
La prima, quella più importante, è per dare il posto che si merita al sottotitolo, Chiacchiere di Bottega tra Fare e Pensare, che diciamoci la verità, è un po’ schiacciato dal titolo, che come ha detto Riccardo quando glielo ho scritto nella chattarella, è ‘na bomba.
Vedi amico mio, “chiacchiere” è una parola meno ampollosa di “conversazioni”, ma non è meno impegnativa. Per questo Jepis e io, nel lavoro che abbiamo fatto per trasformare le chiacchiere parlate in chiacchiere scritte, ci siamo mantenuti fedeli al loro carattere, perché speriamo che leggendo il libro la lettrice e il lettore possano sentire le nostre voci, e un po’ anche vedere le nostre facce e le nostre mani che si muovono. Ascoltando i podcast su Spotify, anche se sono dei brevi estratti di ogni capitolo, pure chi non ci conosce può prendere confidenza con le nostre voci, e mentre legge ci può sentire, ci piacerebbe molto che fosse una lettura così.
La seconda riguarda la parola e il suo significato. Sì, caro Diario, perché anche se “trasmediale” è una parola che non mi piace, a un certo punto nel libro propongo di sostituirla con “polimediale”, “che obiettivamente non è questa gran trovata però almeno la riesco a pronunciare senza incespicare nelle lettere”, il concetto che la parola definisce è molto bello, aiuta a pensare e a creare storie più belle, e anche per un vecchio narratore come me la bellezza della storia viene prima di tutto, è la prima cosa, la bellezza non la puoi lasciare fuori dalla porta, come si diceva da ragazzi a Secondigliano sarebbe un peccato di Dio.
La terza riguarda il mio futuro, tengo ancora tanta voglia di migliorare e dunque di imparare, imparare a scrivere innanzitutto, ma anche imparare a usare nuovi canali per raccontare le mie storie, a cominciare dalla voce, Jepis dice che la mia è adatta, ma in ogni caso l’importante è andare, dove si arriva poi si vede, come diceva mio padre “addò arrivamme mettimo ‘o spruoccolo”, dove arriviamo piantiamo il paletto.
Direi che per ora è tutto, ti lascio con il video che abbiamo fatto con Jepis, sono stato molto contento, perché mi piace un sacco, e perché temo seriamente che possiamo perdere il filmaker, ormai il giovane jedi non pensa ad altro che ai podcast e alla scrittura. Sappi che mi opporrò con tutte le forze a questa deriva vocale, alla scrittura no, quella va bene.
Post Scriptum
Quando lo avrai letto fammi sapere se il libro ti è piaciuto.