Caro Diario, ti ricordi come comincia il primo episodio di Star Wars, “A long time ago in a galaxy far, far away …”, ecco, in piccolo – le cose mie sono sempre in piccolo – il racconto di Simona De Martino mi sarebbe piaciuto cominciarlo più o meno così, “tanto tempo fa, in una città chiamata Firenze …” ma come stai per leggere Simona mi ha bruciato l’incipit e insomma lascio volentieri la parola a lei, tanto io torno dopo, alla fine.
«Caro Vincenzo, come ti ho promesso ormai da troppo tempo, oggi mi fermo un po’ per scriverti di me, esercizio che non mi viene proprio facile come avrai ben capito.
Già quando ci siamo incontrati la prima volta a BTO, nel 2016, e ti ho parlato del mio sogno nel cassetto, cioè di lasciare il lavoro che facevo al tempo per aprire il mio bed and breakfast per viaggiatori mi avevi chiesto di raccontarti la mia storia, non so se ti ricordi, perché io ti avevo risposto aspettiamo, vediamo come va, vediamo se posso dirlo che il mio è un lavoro benfatto, vediamo se riesco veramente a realizzare quello che ho nella mia testolina, perché a me non piacciono i chiacchieroni, quelli che raccontano, scrivono e poi è tutta aria fritta.
Ecco, dopo 3 anni di Mòsì Firenze, questo come sai è il nome del mio b&b, un primo punto lo possiamo mettere, perché posso affermare con orgoglio e un pò di timidezza che sì, il mio lavoro è ben fatto, perché ogni giorno ci metto amore, tempo, cura e dedizione, perché i miei ospiti sono felici e lo sono anche io, anche se a volte torno a casa senza un briciolo di energia per me stessa.
Tu mi hai detto di scrivere come mi pare, spero che come pare a me ti piaccia, perché parto dal mio bed and breakfast per raccontare di me, delle mie origini, dei miei viaggi, del mio amore per la cultura cinese del passato (la Cina di oggi mi piace molto di meno, non ne condivido i valori), del mio carattere da sognatrice, della malinconia nei miei vecchi vinili, degli oggetti vintage trovati nei vari mercati in giro per il mondo e del mio romanticismo, anche se questa è un’altra storia, forse meglio dire una tragedia, ma visto che tu non scrivi di amore lasciamo perdere.
Ho studiato Scienze Politiche all’Università L’Orientale di Napoli, e ho studiato cinese quando ancora la Cina era lontana. Ho studiato e vissuto a Pechino per un po’ di tempo. La Cina mi ha cambiato, sono partita la prima volta nel periodo della SARS, la polmonite atipica, che tragedia, ho dovuto fare le valigie dopo 3 mesi e tornare a casa, poi però in Cina sono tornata tante volte per studio.
Avevo 22 anni Vincenzo, ero una studentessa piena di paure e di diffidenze e sono ritornata forte, indipendente e con tanta voglia di vedere il mondo.
Ho iniziato a viaggiare da sola, con lo zaino in spalla alla scoperta di nuovi luoghi con gli occhi grandi di meraviglia ma senza pregiudizi. I miei genitori sono fantastici, mi hanno sempre supportato, ma io lo so che ogni volta che prendo lo zaino stanno male, sono anche figlia unica, pensa tu.
La mia passione per i viaggi ha ispirato Mòsì, un sogno che è finalmente uscito dal cassetto e diventato realtà nel 2017. Come sai “mò sì” in napoletano sta per adesso sì, “è venuto il momento”, e io ci tengo tantissimo alle mie origini, alla mia famiglia, al senso di ospitalità che ho ereditato e ho imparato dalla nostra storia, dalle nostre radici, dalla nostra terra.
Come dici Vincenzo? Perché Mòsì si trova nel cuore di Firenze e non a Napoli? Ma allora è vero che ti scordi le cose, non è un vezzo.
Come ti ho detto vivo ormai da 11 anni a Firenze e mi sono trasferita non per amore, come molti pensano, ma per lavoro. Ho lavorato per un ente della CCIAA di Firenze per 4 anni, poi ho lavorato come consulente export per il mercato cinese, ho scoperto che il business quello aggressivo non è per me e così ho deciso di cambiare, restando però in questa bellissima città che amo. Anche se non sono fiorentina ci tengo a dirlo, il fatto di essere orgoglioso delle proprie origini è una cosa, non avere la capacità di essere obiettivi è un’altra.
MòSì è davvero un sogno realizzato, io sono una viaggiatrice e mi piace accogliere viaggiatori come me, persone con lo sguardo spalancato sul mondo e mille culture nelle tasche, amo quelle emozioni che si riescono a creare solo tra i viaggiatori, l’entusiasmo, i racconti e quella luce che scorgi loro negli occhi mentre progettano nuove mete.
Vincenzo, ti ho fatto aspettare tre anni però adesso me lo devi far dire, Mòsì è più di un B&B, rispecchia il mio modo di viaggiare, è quello che vorrei trovare io quando viaggio, un luogo intimo, accogliente, con tanti dettagli che ispirano, mi sono divertita tanto ad arredarlo, a scovare tante piccole cose semplici, economiche, particolari, un posto dove a colazione incontri il tuo host e gli altri ospiti e scambi quattro chiacchiere intorno a un unico grande tavolo.
Come ti ho detto sono una viaggiatrice solitaria, nel senso che viaggio da sola e dato che ormai ho un’età sono anche stufa di andare negli ostelli e mi piacerebbe trovare proprio un luogo come il Mòsì e così ho dedicato una stanza ai soli travelers cioè una stanza in condivisione con solo 4 letti, super pulita e comoda ma a costi ragionevoli, questa stanza e il giardino sono il mio orgoglio al Mòsì.
Invece non ti ho detto ancora che un’altra mia parola mantra è condivisione. Mòsì apre le sue porte non solo ai viaggiatori ma a anche ad amici e persone del luogo, organizzo feste, cene, incontri chiamati “Giraffe in città”, in pratica le persone che sognano luoghi lontani, ma sanno trovare l’avventura anche dietro casa. Tema? Il viaggio, ovvio! Ospito blogger, fotografi di viaggi, cantautori che si ispirano a luoghi visitati, insomma tutti quelli che hanno il desiderio irrequieto di partire e condividere esperienze.
Vincenzo una cosa che vorrei fosse chiaro, a cui tengo tanto e che ho imparato viaggiando, che ho imparato dai miei ospiti, dai miei genitori, è che bisogna avere fiducia nell’altro, che bisogna essere gentili sempre, ma parlo della gentilezza dell’animo, non del sorriso finto stampato sul viso, parlo di empatia.
Accogliere è faticoso, è fare delle piccole rinunce personali, ma è bello.»
Ecco caro Diario, questo è un po’ di Simona e del suo Mòsì, in pratica la sua versione
B&B, io però prima di scrivere la parola fine un paio di cose ancora te le devo dire.
La prima riguarda ancora la sua gentilezza, non sto qui a farti gli esempi, ti dico solo che tu la guardi negli occhi e o capisci che è gentile, mio padre avrebbe detto che “la tiene stampata in fronte”, l’avrebbe detto in napoletano, ma questo avrebbe detto.
La seconda riguarda a sua determinazione, la sua capacità di prendere decisioni, la sua forza nel “farsi carico di …”.
Vedi amico mio Mòsì è stato ed è da molti punti di vista una scommessa assai impegnativa, non è che tutti possono fare una cosa così nel centro di Firenze, e invece Simona lo ha fatto, con il sostegno della famiglia certo, ma lei è quella che sta in prima linea da tutti i punti di vista, ed è questo quello che mi ha colpito più di tutto quando ci siamo incontrati la prima volta, la sua gentilezza e le sue spalle larghe.
E poi li hai visti i verbi della sua viti quali sono, amare, viaggiare, accogliere, ispirare, condividere, insomma quando dico che ce la possiamo fare tu mi capisci vero? Ecco, adesso è davvero tutto, alla prossima.