Caro Diario, Michele Cignarale l’ho conosciuto un settembre di due anni fa, a Potenza, nel corso di una bella festa realizzata ogni anno dalla Cgil Basilicata.
Lo arruolo abbastanza presto nel dipartimento sognatori, reparto più talento che organizzazione, ufficio ho tante idee ma faccio a pugni con il tempo, però lo sai come funziona, alla fine a me i tipi così piacciono assai e insomma diventiamo amici, e quando a Novembre dello scorso anno me lo ritrovo a BTOTEN che racconta della sua scatoletta mi fa letteralmente ingrippare.
Come dici caro Diario? Che cos’è questa scatoletta?
Non andare di fretta, che tra poco te la racconta lui, che io ti devo dire prima che ha 42 anni, è appassionato di musica e di relazioni umane e ha 2 Figli (sì, con la maiuscola, dice che non la usa a caso) Bianca e Antonio, della serie «mi piace coprirli di notte, vederli mettersi in discussione e anche quando mi abbracciano con naturalezza).»
E poi ci sono la moglie Luciana, viva, ironica e super tifosa di calcio, mentre lui no. «Cosa dirti ancora Vincenzo, mi piace il colore e il modo in cui la natura riesce a combinare le sfumature, progetto sistemi per la valorizzazione culturale e credo che la fiducia tra le persone sia, insieme al tempo, il valore più prezioso di cui possiamo disporre. Poi sono volontario nell’oratorio Don Bosco a Potenza, sono fondatore dell’associazione USienaAlumni e sono fautore della conoscenza condivisa. Basta?»
Sì, basta, il resto te lo faccio raccontare da lui.
«Caro Vincenzo devi sapere che A71 è il nome in codice di un piccolo pezzo di silicio in grado di avviare il percorso che ci porta ad affermare con ragionevole certezza che tra qualche mese, le recensioni online gestite attraverso il sistema TBOXCHAIN, avranno una certificazione garantita tale da poter combattere in modo massiccio il fenomeno dell’astroturfing. A proposito, ti dispiace se inizio a raccontartela così la storia di quella che tra di noi – Mimmo, Giusi, Giuseppe, Simone, Giovanni, Valeria, Alessandro, Fausto, Vito ed io – chiamiamo “La Scatola”? Per me è un po’ come il monolite di Kubrick.»
«No, non mi dispiace. Piuttosto mi devi dire che cos’è l’astroturfing.»
«Astroturfing è se io retribuisco persone allo scopo di creare storie positive intorno alla mia scatoletta. Ciò detto, aggiungo che qualche giorno fa sono entrato nella stanza di Simone, uno dei ricercatori che sta partecipando al progetto di sviluppo, e gli ho chiesto di dirmi a parole sue cosa stiamo facendo. Mi ha risposto questo: “Allora, in estrema sintesi, l’A71 rilascia un codice crittografico attraverso una procedura passiva. Successivamente l’ARM comunica con il chip e fa richiesta di una HMAC. Solo dopo l’applicazione comunica, attraverso un sistema NFC con il processore ARM, autorizzando al rilascio di dati che verranno validati su una matrice di identificazione geografica e di identità”. Non so tu, ma io mi sono emozionato a guardare una persona parlare la mia lingua e allo stesso tempo cercare di trasformare delle procedure informatiche ed elettroniche in parole.
Quando ho pensato al tuo diario ho immaginato due occhi increduli a leggere parole e stringhe di codice e poi pensato di nuovo che la sfida sarebbe stata tradurre in vita comune tutto quello che questi marchingegni devono fare per generare la tecnologia abilitante utile a garantire il trasferimento di fiducia tra le persone di una comunità temporanea, mi spiego?»
«Non tanto. Che cosa sono sono ARM, HMAC e sistema NFC? Anzi no, lascia stare, me li cerco su Wikipedia e metto il link così facciamo prima.»
«Bravo, così io posso partire dall’inizio per capire insieme cosa veramente è questa “internet del valore e della fiducia” che vogliamo nutrire.
Personalmente ho iniziato a mettere le basi per la comprensione del concetto di fiducia grazia a mia nonna. Lei, quando ero bambino, mi mandava poco distante da casa sua a comprare pane, formaggio o altre piccole cose. Un po’ lo faceva per tenermi impegnato, un po’ perché davvero le ero utile e per responsabilizzarmi. Insomma, mi chiamava e mi diceva: vai da Graziella e prendi mezzo chilo di pane, un pacco di pastina, 500 lire di giardinetto. Non mi dava dei soldi, però. Mi dava un foglietto su cui erano scritte le cose da comprare, le quantità, i prezzi. Lei, a casa, aveva un quaderno su cui appuntava le stesse cose. Arrivato al negozietto, Graziella prendeva il mio foglietto, apriva un suo quaderno e appuntava le stesse cose. Quindi mia nonna, io e Graziella condividevamo le stesse informazioni. Ripensandoci, mia nonna e Graziella applicavano un principio molto vicino a quello sotteso al sistema della fiducia che stiamo elaborando con TBOXchain. Questo è chiaro?»
«È chiaro!»
«Bene, allora andiamo avanti. Personalmente mi ha sempre appassionato la possibilità di costruire sistemi basati sulla fiducia tra le persone. Attualmente mi occupo di progettazione di sistemi per la valorizzazione della cultura sul territorio. Circa 2 anni fa, lavorando ad progetto di valorizzazione del territorio, mi stavo arrovellando sulla questione della reputazione e della fiducia collegata ad un sistema di accoglienza. Come può un potenziale turista sapere davvero se un determinato territorio, con tutte le attività commerciali e non profit sottese, risponde a determinate caratteristiche di qualità? Come fa a sapere se le recensioni che legge in rete sono valide, come fa a fidarsi di chi, in rete, gli offre stelle e ranking a vari livelli?»
«Ecco, come fa?»
«Aspetta Vincenzo. Devi sapere che oggi esiste una tecnologia dirompente che ci fornisce gli strumenti per avviare un processo di evoluzione del sistema di raccolta e verifica delle recensioni, attraverso l’utilizzo di una particolare declinazione del paradigma blockchain. Nello specifico noi abbiamo fatto riferimento a un progetto implementato dalla Linux Foundation. Questo sistema sfrutta la tecnologia blockchain per ospitare smart contract specifici. Fabric (è questo il nome di questo modello di blockchain) è il risultato di uno dei primi hackaton organizzati in materia di registri distribuiti e quindi il suo sviluppo continua a conservare l’anima open-source del progetto, che si basa principalmente sull’intelligenza collettiva.
Insomma, Vincè, immagina di poter effettuare una recensione certificata dopo essere stato autorizzato, attraverso il posizionamento del tuo smartphone su una “bella scatola” posta sul bancone del ristorante, accanto alla cassa, oppure nella reception dell’hotel, o ancora, prima dell’uscita di un museo.»
«E allora?»
«E allora la scatola che assegna il token per poter effettuare la recensione fa anche parte della rete blockchain implementata per gestire il valore reputazionale delle strutture aggregate nel sistema. In pratica, ogni volta che un utente rilascia una recensione questa viene inviata alla rete che la deve convalidare, aggiungere ad una catena di blocchi e memorizzare su tutti gli altri registri distribuiti.
Il recensore, dopo aver acquisito la registrazione della sua recensione e la convalida, si vedrà caricato sul suo wallet un certo numero di punti fedeltà da poter utilizzare non solo in quella attività ma in tutte le altre che hanno deciso di utilizzare il sistema TBoxChain. In pratica, abbiamo applicato le caratteristiche di distribuzione del valore (trasparenza, certezza e immutabilità) ad un settore delicatissimo all’interno della catena di valore del turismo. Che dici Vincenzo, sono stato chiaro?»
Non so cosa ne pensi tu, caro Diario, quello che penso io è che questa di Michele, di Fausto e del resto della loro band sia una gran bella sfida, e aggiungo che faccio un gran tifo per loro, perché la loro soluzione è bella, è intelligente ed è made in Sud.
Post Scriptum del 10 Maggio 2018
Caro Diario, Michele mi ha hatto trovare una mail con un link e questa frase: «TBoxChain prima classificata con 93 punti su 100».
Naturalmente ho cliccato sul link e ho trovato questo: «Grande successo della call di FactorYmpresa Turismo, il programma promosso dal Ministero dei Beni Culturali e gestito da Invitalia che offre servizi di tutoraggio e contributi economici alle imprese e agli aspiranti imprenditori della filiera turistica, con l’obiettivo di far crescere qualitativamente l’offerta e rendere l’Italia più competitiva sui mercati internazionali. Sono infatti oltre 120 le startup che hanno presentato il loro progetto ad Invitalia, ma solo i 20 migliori sono stati selezionati per partecipare all’Accelerathion sull’innovazione del turismo nelle top destination italiane, che si terrà a Napoli il 17 e il 18 maggio 2018.»
A seguire il link a Graduatoria Startup, l’immagine te la metto tra un minuto, prima ti devo dire che sono felice. Felice per Michele, Fausto e tutta la big Band della TBoxChain, ma un poco anche per il mio fiuto, perdonamelo questo attacco di felicità, ma quando dico che un lavoro è ben fatto è ben fatto, punto.
Post Post Scriptum del 17 Maggio 2018
Caro Diario, che poi io l’ho chiamata scatoletta mentre invece lei, la TBox, è una cosa seria, e insomma visto che Michele Cignarale si è incontrato con Giuseppe Jepis Rivello e tra i mille impicci che avranno messo in piedi ci sta anche questo video, ho pensato di condividerlo con te. Dura 30 secondi, guardalo che a vederle le cose oltre che a pensarle fanno un bell’effetto.