La tboxchain, la fiducia e nonna Angiolina

Caro Diario, qui a Cip il sole e la pioggia hanno continuato a rincorrersi per tutto il mese di Agosto, anche Domenica scorsa a Palinuro, con annesa precipitosa fuga dalla spiaggia insieme a Rosa, Margherita, Cinzia, Jepis e il resto dei nostri amici.
Questa storia di Potenza è venuta fuori proprio mentre andavamo a mare, tra una chiacchiera e l’altra, con Jepis che prima ci ha detto che aveva appuntamento con Michele Cignarale, Fausto Villani e il resto della band di Tboxchain e poi ha aggiunto che il pomeriggio sarebbe andato a intervistare la nonna di Michele, sì, proprio lei, Angiolina Morimando, quella che coma ha raccontato Michele “quando ero bambino, mi chiamava e mi diceva: vai da Graziella e prendi mezzo chilo di pane, un pacco di pastina, 500 lire di giardinetto, una composizione di salumi. Però al posto dei soldi mi dava un foglietto su cui erano scritte le cose da comprare, le quantità, i prezzi. Lei, a casa, aveva un quaderno su cui appuntava le stesse cose. Arrivato al negozietto, Graziella prendeva il mio foglietto, apriva un suo quaderno e appuntava le stesse cose. Quindi mia nonna, io e Graziella condividevamo le stesse informazioni. È da lì che è cominciato tutto.»
L’appuntamento era alle 8:00 per gentile concessione di Jepis che se fosse stato per lui si sarebbe avviato anche prima; causa colazione siamo partiti una ventina di minuti dopo il previsto, ma in ogni caso siamo arrivati in perfetto orario, qualche minuto prima delle 10:00.

Prima cattiva notizia: il bar dove mi precipito – come gli Hobbit la mattina mi tocca la seconda colazione – ha finito i cornetti e prendo solo il caffè.
Seconda brutta notizia: di fianco al palazzo dove ha sede Tboxchain c’è un altro bar pieno di cose buone, ma io ormai ho sprecato la mia chance.
Terza brutta notizia: Tboxchain è al quarto piano e l’ascensore non funziona.
Fine delle brutte notizie, arriviamo su, Fausto c’è e Michele no, ma questa non è una brutta notizia, fa semplicemente parte del copione.
I saluti, un po’ di chiacchiere con Fausto mentre mastro Jepis prepara gli attrezzi, dopo di che mi siedo, metto in moto il mio Mac, apro il file e mi dico “e adesso?”.
Perché sì amico Diario, la decisione di raccontarti questa storia l’avevo presa subito, ma in realtà l’unica cosa che avevo stabilito era che ti avrei raccontato l’incontro con la nonna di Michele, per il resto no, sapevo cosa volevo fare e naturamente anche perché, ma come farlo no, e come sai anche quello è importante, perché funziona proprio come dice il grande Morpheus a Neo, “una cosa è conoscere la via e un’altra cosa è percorrerla”.
tbox2
Lo ammetto, è stato Fausto a salvarmi, perché mi ha detto “vieni che ti presento un po’ delle persone che lavorano con noi” e insomma neanche ci eravamo avviati che mi si è accesa la lampadina di Archimede e mi sono detto che va bene Michele, i suoi sogni e il sonno perduto, va bene Fausto l’imprenditore che ti spiega che le tecnologie vanno e vengono mentri i pensieri e i sentimenti sono persistenti, ma alla fine Tboxchain senza le persone che ci lavorano non potrebbe essere, perché sì, questa volta a raccontarla giusta è il lettore operaio di Bertolt Brecht, della serie “Il giovane Alessandro conquistò l’India. Lui solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta fu affondata. Nessun altro pianse? Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi vinse oltre a lui?”.

Lo sai come funziona caro Diario, le cose mi piace pensarle ma ancora di più mi piace farle, e così ho chiesto a un po’ delle persone che in quel momento erano presenti in sede di raccontarmi qualcosa di loro e del loro lavoro, cosa che hanno fatto di buona lena, e quello che ne è venuto fuori lo puoi leggere di seguito, senza tanti fronzoli da parte mia, nell’ordine in cui le diverse mail sono arrivate, perché per adesso te li presento i protagonisti di questo sogno chiamato Tboxchain, poi magari ritorno lì e mi invento qualche altre cosa. A proposito, con appena 30 minuti di ritardo è arrivato anche Michele, che il genio alla fine è così, è vero che “può essere confinato dentro un guscio di noce e ciò nonostante abbracciare tutta la pienezza della vita” come ha scritto Thomas Mann, ma non è che puoi pretendere pure che sia preciso.

Francesco Abenante
Sono un uomo orgogliosamente lucano e allo stesso tempo cittadino del mondo. Ho cinquanta anni, vivo a Potenza e per lavoro giro parecchio anche all’estero.
Sono laureato in Economia e Commercio e dal secolo scorso lavoro nel settore della consulenza: di direzione, dei sistemi di gestione per la qualità, ambiente e sicurezza delle informazioni nonché nella finanza di progetto a valere su fondi nazionali e comunitari.
Sono un grande appassionato di pasticceria e cucina, mi piace l’arte in ogni sua forma, trovo che sia una delle espressioni umane universalmente più qualificante per la nostra specie.
Amo viaggiare e conoscere la cultura dei luoghi che visito.
Tutto questo lo porto sempre con me, ogni giorno ed in ogni luogo compreso nei posti di lavoro e nei progetti in cui sono coinvolto.
Un progetto che mi sta molto a cuore è TBoxchain, all’interno di questa startup mi occupo della sicurezza dei dati personali e collaboro con i mie colleghi tecnici nella definizione di soluzioni che tutelino in ogni momento tutti gli interessati all’utilizzo degli strumenti TBox messi a disposizione delle persone, vogliose come me di trovare recensioni certificate disponibili in un sistema distribuito e sempre consultabili sul proprio smart phone e/o sito web.
Nel corso dello sviluppo di questa iniziativa mi sono occupato anche di stringere relazioni con diversi rappresentanti del mondo della ristorazione e della gestione del patrimonio culturale (museale ed artistico) ed è stato esaltante constatare che la nostra idea di creare, con gli strumenti della blockchain e della comunicazione informatica, una community affidabile subito incontri grande e sincero interesse tanto da ricevere incondizionatamente collaborazione. Immaginare di avere un punto di riferimento certificato delle recensioni su possibili luoghi di soddisfazione delle passioni legate al cibo ed all’arte oltre che per i nostri interlocutori è uno stimolo fortissimo a portare nel nostro lavoro le nostre energie e il nostro sapere.

Giusy Cancro e Valeria Palermo
Siamo due giovani sviluppatrici di 32 e 33 anni che, dopo aver terminato gli studi in informatica presso l’università degli studi della Basilicata, ci siamo affacciate nel mondo dello sviluppo software appassionandoci sempre più.
Da qualche tempo facciamo parte del team di sviluppo di Tbox. Abbiamo visto un’idea concretizzarsi in un progetto che vede coinvolte diverse figure professionali.
Vedere un progetto che cresce, con difficoltà e soddisfazioni è un’esperienza di crescita professionale e personale.
Il nostro ruolo è quello di sviluppare tutta la parte che riguarda l’interazione con l’utente. Stiamo sviluppando rispettivamente un’app mobile per dispositivi Android e IOS e un’applicativo Web, per permettere all’utente di usufruire delle funzionalità da qualsiasi piattaforma (browser e device).
Pensiamo che questa sia un’attività fondamentale perché è ciò che “l’utente vede”. Per questo bisogna puntare ad interfacce chiare e semplici da utilizzare senza rinunciare ad un look creativo, piacevole e attraente.
Confidiamo nel successo di questo progetto perché crederci è già un successo!

Gianluca Pinto
Sono un giovane sviluppatore di 24 anni, laureato in Scienze e Tecnologie Informatiche e con solo un esame da portare a casa per la seconda laurea in Ingegneria Informatica. Lucano fiero e pieno di hobby e passioni, fremo per portare in alto il valore del Sud Italia spesso criticato ingiustamente, quindi quale occasione migliore se non TBox?
TBox è un progetto stupendo, con un enorme potenziale, e sono molto orgoglioso di lavorare in questo progetto che sta mettendo tutti a dura prova.
In TBox mi occupo prevalentemente della parte Server, “il motore dell’applicazione”, ciò che fa muovere il tutto ma che nessuno vede. Ogni volta che consultate una pagina web oppure utilizzate una app mobile chiamate in causa un servizio server, che vi offre le funzionalità che state usando.
In poche parole, il Server è ciò che sta dall’altra parte di internet; se spegnete la vostra connessione le applicazioni non si muovono più, sono ferme, manca il motore.
Il secondo aspetto da me curato in TBox è la BlockChain, che può esser visto molto semplicemente come un enorme registro dove risiedono le attività svolte dagli utenti. Questo registro è visibile a tutti ed è immutabile, grazie a strumenti di crittografazione. Morale della storia?  TBox è sicuro e trasparente, perciò potete dire addio alle recensioni false!
Un’ultima cosa: qualsiasi cosa facciate mirate sempre in alto; no, non così in alto, ancora di più!

Giovanni Scaramuzzo
Ho 35 anni e mi piace considerarmi un lucano-gitano. Sono rientrato in Basilicata dopo anni passati fuori, prima il periodo universitario a Siena, dove ho conseguito la laurea specialistica in Scienze Internazionali, poi la Polonia e la Romania, passaggi obbligati per un Master in Studi Europei, e poi ancora le esperienze professionali in Belgio, Regno Unito, Spagna.
Da diversi anni mi occupo di progetti internazionali in materia di ricerca, innovazione e sviluppo di Piccole e Medie Imprese.
Nel corso della mia esperienza ho costruito una fitta rete di relazioni a livello internazionale che mi ha aiutato a comprendere le culture di diversi paesi ed i relativi mercati, oltre che analizzare meglio gli attuali trend economici.
La continua voglia di rafforzare le mie competenze mi ha spinto ad intraprendere un percorso MBA (Master of Business Administration), concluso a luglio 2018, presso la Business School del Politecnico di Milano che, oltre a fornire competenze chiave relative alla gestione di un’azienda, ha fatto crescere in me la voglia di confrontarmi con nuovi progetti ed iniziative imprenditoriali.
Ho approfondito le conoscenze sul modello lean startup e sui percorsi che hanno portato delle piccole realtà a diventare degli unicorni.
Pronto a seguire ancora una volta la mia voglia di emigrare mi sono imbattuto in TBoxChain. Ho rifiutato prima Cambridge e poi Barcellona per sposare completamente il sogno di Michele, Fausto, Mimmo, Peppe e Vito.
Affascinato dal mondo blockchain, ho iniziato a divorare articoli, blog, in modo da capirne i meccanismi e poter partecipare a quella che Don Tapscott chiama Blockchain Revolution.
In tutto questo fermento, dedico gran parte delle mie energie alla nostra piccola rivoluzione della fiducia, con le mie competenze in materia di modelli di business, marketing, networking.
Ah, parlo fluentemente inglese e spagnolo e la mia valigia è già pronta per portare TBoxChain nel mondo.

Come dici Amico Diario? Tboxchain è un crocevia incredibile di entusiasmi, conoscenze e competenze? Sono d’accordo con te, è anche per questo – oltre che per l’affetto per Michele, Vito, Fausto – che cerco sempre di dare una mano nei piccoli modi in cui posso.

Con questo siamo finalmente arrivati alla partenza per Melfi, città natale di Michele, dei genitori e di nonna Angiolina. A proposito, a volo a volo siamo riusciti anche a mangiare una cosa al bar bello che mi ero perso la mattina, dopo che Jepis aveva fatto un altro po’ di riprese.
Arrivati a Melfi abbiamo trovato ad attenderci la splendida signora Giovina, la mamma di Michele, zia Annarita e naturalmente lei, la mitica nonna, e qui purtroppo mi devo fermare, o quasi.

Come dici caro Diario? Se faccio così ti arrabbi? Ma come, sono partito per raccontarti la nonna e adesso mi fermo? Ti capisco amico mio, però devi avere pazienza, non posso bruciare il lavoro di Jepis, ti prometto che appena sarà pronto il video ritorno e te lo faccio vedere. Per ora ti posso dire solo che nonna Angiolina ha 96 anni e non è solo molto lucida e presente a sé stessa, è bella tosta, te ne accorgi subito che è abituata a tenere le redini, insomma Michele quando dice che la sua è una famiglia matriarcale non dice per dire, funziona proprio così, e come direbbe il saggio cinese non è detto che non sia un bene. E visto che ti voglio bene davvero aggiungo anche che la parola chiave che unisce nonna Angiolina con la Tboxchain è fiducia, tienilo bene in mente, perché come direbbe Fausto la tecnologia è importante, la fiducia di più. Ritorno presto.
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4 Settembre 2018
Caro Diario, è trascorsa appena una settimana e come ti avevo promesso sono tornato, questa volta con il video, se lo guardi fino alla fine scopri che cosa ha detto la nonna di Michele, che poi è una cosa semplice, però una di quelle cose semplici che se una comunità la mette in pratica la vita di tutti i suoi componenti cambia, altro che se cambia.