Il talento di Gigi Tagliapietra e la ricetta dei miracoli ogni giorno

Caro Diario, il mastro tecnologo Gigi Tagliapietra l’ho conosciuto un po’ di vite fa, quando il web in Italia era ancora bambino e lui insieme a Fiorella De Cindio e Stefano Bonaga dava vita alle prime esperienze di rete civica nel nostro Paese. A proposito, girovagando sul web ho scovato questa lettera che Gigi e la De Cindio avevano scritto al prof. Bonaga nel 1994, ti consiglio di leggerla, non solo perché di queste cose qui tendiamo a perdere memoria, ma anche, direi soprattutto, perché la lettera in questione continua ad avere un’attualità sorprendente.
Ora tu lo sai come funzionano queste cose, un modo decente di impedire che gli anni passino ancora non è stato trovato, e anche con Gigi ogni tanto ci si ritrova, ci si ripromette di mettere su qualcosa da far assieme, ma la verità è che se non era per Giancarlo Carniani che ha deciso di inaugurare il nuovo anno di formazione della Big Band di To Florence Hotel con una lezione sul talento del nostro caro mastro tecnologo io ancora non ci sarei riuscito a trascorrere una serata e una giornata intera insieme a lui.
Perché sì, è stato bello proprio come me lo immaginavo. Già dalla sera prima a cena. Eravamo noi tre, Chiara Caliceti e Filippo Dispensieri, io mi sono seduto di fianco a Gigi, e non ti dico quando alla sezione amarcord è spuntato il PCI, sì, proprio lui, il Partito Comunista Italiano, una meraviglia, con Gigi che mi ha raccontato di quando è diventato giovane consigliere comunale di Desenzano perché sì, a Firenze le cene con le persone giuste producono anche questi effetti collaterali qui.
Come leggerai tra poco, il mitico Tagliapietra è uomo di molte vite ed esperienze, però di quelli senza polvere nascosta sotto al tappeto, ancora ieri in un messaggio mi ha scritto “questa tua idea del racconto è stata una magnifica scusa per rivangare una storia di cui sono orgoglioso”.
Come dici amico Diario? Sarebbe ora che la sua storia la raccontassi anche a te? Non ti agitare, certo che te la racconto, sono qui apposta, e poi ti dico anche un po’ di quello che lui ha raccontato a noi nel corso della sua lezione, perciò mettiti comodo e stai bello calmo.
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Cominciamo dalle Rete Civica di Desenzano, nata – come mi ha scritto Gigi – nel 1994 sulla spinta del fermento suscitato dall’arrivo del primo browser (Mosaic) e dalla diffusione del Web. “Vincenzo, qui trovi una sintesi di come è andata,  in realtà ho scritto il progetto dopo aver letto il Libro Bianco di Délors che apriva lo scenario della sfida Europea – e non solo – chiedendo che la tecnologia fosse vista come strumento di sviluppo del lavoro e dell’economia”.
Se posso darti un consiglio caro Diario, scaricati il documento, ti assicuro che  è un vero e proprio reperto di storia della rete in Italia. OnDe è stata la prima rete civica in un comune che non fosse capoluogo di provincia – le altre erano Bologna, Milano e Torino – a dimostrazione del valore della rete anche per le piccole comunità.
“Vincenzo, vedi che il server della rete è ancora accessibile, lo definirei un miracolo dopo 24 anni! Su Web Archive c’è ancora una serie delle pagine originali, la più “vecchia” è del 1996 con il riferimento alla Carta dei Diritti dei Bambini in Rete: fummo i primi al mondo a preparare questo documento e a farlo firmare.
A parte la rete civica, il progetto OnDe diceva che era indispensabile fare simultaneamente 5 Onde: 1. l’onda di informazione che intende stimolare le azioni volte a discutere i temi legati all’utilizzo dell’informatica presentandone in modo semplice gli aspetti culturali e pratici; 2. l’onda di divulgazione che punta a realizzare iniziative concrete che orientino famiglie e istituzioni sulle reali possibilità offerte e sulle esperienze esistenti; 3. l’onda della didattica che punta a realizzare iniziative concrete volte a stimolare l’azione dell’Amministrazione Statale in particolare aiutando gli insegnanti che desiderino ampliare le proprie conoscenze e avviare progetti sperimentali; 4. l’onda dell’ utilizzazione che promuove le azioni volte a migliorare l’utilizzo delle tecnologie informatiche nell’amministrazione e nel suo rapporto con i cittadini; 5. l’onda della Rete Civica che è lo strumento operativo per far dialogare i cittadini fra loro e con le istituzioni.
Ti assicuro che in quegli anni siamo stati davvero i primi ad avere una visione sistemica delle iniziative da mettere in campo, ancora oggi a mio parere tanti progetti di innovazione si arenano proprio perché mancano di questa visione.
Uno dei luoghi più interessanti fu il Laboratorio di Informatica Civica forse la prima “biblioteca pubblica” per alfabetizzare e divulgare le conoscenze tecnologiche ai cittadini, pensa che il progetto è stato preso a modello dalla città di Flemington in New Jersey che ne ha mantenuto il nome ed è tutt’ora attivo, lo puoi vedere qui.
Abbiamo poi dato vita alla prima conferenza su tecnologia e apprendimento che è stata un successo straordinario, l’avevamo chiamata Cuccioli e Multimedialità, e poi di anno in anno abbiamo affrontato i temi del Gioco (1995), del Tempo (1996), del Viaggio (1997).
Con i corsi di alfabetizzazione ai cittadini partendo dalle mamme e dai papà delle scuole, furono formate più di 2400 persone, su 25.000 abitanti non è numero banale, qui trovi un report del 2000 sulle diverse capacità di interazione tra le persone, tieni conto che Facebook non c’era ancora.
Tra le altre cose OnDe è stata la prima rete civica che ha fatto “gemellaggio” con un’altra rete civica, la rete Tinet, di Terragona, in Spagna.
Molti dei ragazzi che hanno fatto i volontari o hanno collaborato a diverso titolo con OnDe e il Laboratorio di Informatica Civica hanno poi trovato lavoro o addirittura creato imprese, la più importante è un’azienda che ha appena compiuto 15 anni e ha più di 10.000 clienti”.

Che dici caro Diario? Questa storia di Gigi è bellissima? Concordo, ma non finisce qui, perché non ti ho detto ancora che Gigi  fa da 9 anni il volontario alla Scuola di Musica del Garda e organizza da 7 anni una masterclass di musica classica diventata tra le più importanti in Italia. E neanche che è componente nel Consiglio di Amministrazione di Doc Servizi, la più grande cooperativa di professionisti nel mondo dello spettacolo (musicisti, tecnici, attori, ecc.) con 8000 soci, 33 uffici in Italia e circa 50 milioni di fatturato, ed è presidente di Doc Educational, cooperativa della rete Doc Servizi che si occupa degli insegnanti di discipline artistiche (musica, danza, teatro) che ha 900 soci e 5 milioni di fatturato. Né che è stato per 10 anni presidente del Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, di cui è attualmente presidente onorario. Infine devi sapere che è un grande  appassionato di musica, bassista in gioventù oggi impegnato con lo studio del violoncello, fa alfabetizzazione dei cittadini e insegna “lavoro ben fatto” ai giovani che vogliono capire le opportunità delle nuove tecnologie in un laboratorio di innovazione a Sirmione, è sposato con due figli e vive tra il lago di Garda e la Pusteria.

Ecco amico Diario, dopo questo bellissimo tuffo nella storia di Gigi Tagliapietra e del web in Italia, possiamo tornare a Firenze, a Giancarlo Carniani e al suo meraviglioso programma di formazione che coinvolge ogni anno tutte le persone che lavorano con lui, dai direttori alle addette e agli addetti dei singoli settori – camere, food e beverage, portineria, ecc. – con questa prima giornata di orientamento e visione, con le sessioni specifiche per le/gli addette/i di ciascun settore e con le sessioni open dove chiunque è interessato può partecipare, perché davvero le porte dell’apprendimento e del miglioramento professionale continuo a To Florence Hotel sono sempre aperte.
Come sai questo è il terzo anno che non mi perdo la giornata di apertura. Due anni fa nella prima giornata io e Giancarlo abbiamo raccontato il lavoro ben fatto, l’anno scorso è stata la volta di Giancarlo con la sua esperienza alla Cornell University e quest’anno è toccato a Gigi Tagliapietra con il talento.
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Per cominciare è utile che tu sappia tre cose:
1. il mastro tecnologo ha tenuto botta per 3 ore la mattina e 3 ore il pomeriggio (gli alberghi naturalmente non possono fermarsi perciò la giornata prevede una doppia sessione) senza battere ciglio e noi che lo abbiamo ascoltato siamo stati entusiasti del suo racconto, pensa che ancora la mattina dopo a colazione la persona che mi ha gentilmente portato il caffè mi ha ripetuto che è stato bellissimo, che è importante e stimolante portare le cose che sono state dette nella pratica di ogni giorno e così via discorrendo;
2. sono in possesso delle slide dell’intera lezione, me le sono riviste e rigodute già 3 o 4 volte, e   anche questo suggerisce qualcosa di significativo circa l’approccio del mio amico Gigi;
3. non ho nessuna intenzione di fare una sintesi di quello che ha detto il mio mastro tecnologo preferito, a parte le evidenti difficoltà, un’operazione di questo tipo non avrebbe senso; piuttosto prima ti dico che nelle sue Note di Viaggio –  sì, il suo è un fantastico percorso attraverso la musica, con tanto di preludio, movimenti e intermezzi con l’aiuto di Bernstein, Beatles, Debussy, Davis e di tanti altri – parla di miracoli, di talento, di complessità e di nuovi modi di fare le cose e poi ti passo due dritte, così magari ti incuriosisci, gli scrivi direttamente e gli chedi se viene anche da te a raccontare la ricetta dei miracoli che si ripetono, quella che ti può portare a valorizzare al meglio il talento, il tuo e quello delle persone che lavorano con te.
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La prima dritta è che in un mondo perennemente sottosopra bisogna cercare di abbandonare i modelli e  fare un piccolo miracolo ogni giorno. In musica si chiama Interplay – ci ha ricordato Gigi – , si riferisce alla possibilità che ciascuno faccia la propria parte al meglio, e poi ci ha fatto ascoltare un pezzo da Kind of blue, anno 1959, quello con Miles Davis alla tromba, Julian “Cannonball” Adderley al sax contralto, John Coltrane al sax tenore, Bill Evans al pianoforte, Paul Chambers al contrabbasso e Jimmy Cobb alla batteria.
Come dici? Con musicisti così è facile? Non correre, si può fare sempre, ma non perché lo dice Gigi, perché lo ha fatto, con un’orchestra di 100 ragazzi, l’abbiamo visto e sentito con i nostri occhi.
Tornando al punto, prima Tagliapietra ci ha parlato dell’importanza dell’intesa, dell’anticipo, del divertimento, del piacere della bravura altrui e poi ci ha mostrato gli ingredienti di una prima ricetta che aveva ideato per fare ogni giorno un piccolo miracolo: 1 kg di meticolosità, 300g di partner scelti, 600g di ascolto reciproco, 500g di stima, 1,5 kg di fiducia e poi cuocere a fuoco lento per mesi. Dopo l’esperienza con i ragazzi ha aggiunto però questi ulteriori ingredienti: una guida attenta, un progetto comune, un obiettivo ambizioso e una fiducia in gran quantità, perché un chilo e mezzo potrebbe non bastare. Ha insistito molto su questo punto, ribadendo con numerosi esempi che funziona se c’è convinzione, se c’è passione, se c’è allegria, se c’è fiducia, che dunque bisogna scegliere con cura gli spartiti e le persone, bisogna metterci non solo le mani e la testa ma anche il cuore.

La seconda dritta è che io che a pelle sono stato sempre un po’ più Rolling Stones che Beatles neanche lo immaginavo quante cose si possono imparare con le canzoni di Paul, John, Ringo e George, a partire dall’importanza di afferrare i dettagli, di ascoltare con attenzione e dedizione, di imparare facendo, di dare valore all’istinto.
Sì caro Diario, Gigi ci ha letteralmente rapiti con il coraggio di andare oltre, la cura maniacale dei dettagli, la conoscenza profonda della tecnologia, l’mportanza della sorpresa. Bisogna cogliere i segnali deboli, ha insistito, anticipare i tempi, saper cambiare radicalmente rotta, perché la routine uccide, se non capisci i nuovi fenomeni, se non li vivi, non riuscirai a innovare alcunché.

Mi fermo qui caro Diario, aggiungo solo che quando il mio amico ha detto che bisogna costruire team di talenti diversi, che ciascuno deve saper guardare in 3D, che l’eccellenza è nella collaborazione, che nessuno sa tutto, che ognuno sa qualcosa, che bisogna essere focalizzati ma non ottusi, che bisogna saper prendere per migliorare e condividere di nuovo sono stato troppo contento, è una vita che ci sbatto il muso, e insomma è bello quando queste cose le ascolti da persone come Gigi.
Come dici amico Diario? Non ti ho detto ancora qual è la ricetta per i miracoli?
La puoi vedere nella foto, te l’ho lasciata in fondo apposta, poi fammi sapere come ti sei trovato e se hai voluto sperimentare e aggiungere qualche ulteriore ingrediente. ricetta_miracoli