Caro Diario, quest’anno la Befana arriva anche per te, nella calza trovi la storia di Luigi Nicoletti, di sua moglie Olga e della loro libreria, Straccidilino, un posto di magia, la trovi a Sapri, poco distante dalla stazione ferroviaria, se ci capiti ti consiglio di farci un giro.
Luigi, Olga e la libreria Straccidilino sono entrati nella mia vita un sabato di Aprile di cinque anni fa, in occasione della presentazione di Testa, Mani e Cuore.
Jepis, sì amico mio, sempre lui, aveva avuto l’idea e con la complicità loro e di Antonio Pellegrino, Angelo Avagliano, Antonio e Rossella Torre, Rocco Benevento, l’aveva realizzata.
Non ho mai dimenticato la magia di quella sera, le emozioni, le facce, la gentilezza di quelle persone che poi sarebbero diventati miei cari amici, le idee buone quasi come il pane con l’olio che condividemmo alla fine.
Mentre Luigi ci racconta un po’ di lui, di Olga e di Straccidilino, davvero solo un poco, la discrezione e la timidezza sono due caratteri fondamentali di casa Nicoletti, tu segnati da qualche parte la parola gentilezza amico Diario, perché quella è una parola importante sempre, in questo racconto anche di più.
«Caro Vincenzo, Straccidilino nasce nel 2004 da un’idea del sottoscritto condivisa da mia moglie. Per noi la nostra piccola grande libreria è da sempre un luogo dove poter trascorrere piacevolmente del tempo alla ricerca di qualcosa di misterioso e magico come una emozione, un diletto, un’evasione, insomma un posto dove cercare risposte a un po’ delle domande che affollano le nostre vite.
Il nome Straccidilino nasce dalla produzione della carta che veniva fatta nell’antichità tramite le fibre contenute negli stracci o cenci. Il piacere di soddisfare – purtroppo non sempre date le nostre dimensioni – la sete di lettura crea in noi una grande soddisfazione, così come organizzare eventi culturali come la presentazione di un libro. La possibilità di mettere assieme persone, di creare occasioni di incontro e di scambio di idee e passioni ci è sembrata sempre e continua a sembrarci semplicemente fantastica, è parte di noi e del nostro lavoro.
Dato che mi hai chiesto di parlarti con grande sincerità, aggiungo che oggi, rispetto ai primi anni, le attività come la nostra vivono con una particolare tensione che mette a dura prova la passione e l’energia con la quale abbiamo iniziato. In questo sistema chiamato globalizzazione realtà come Straccidilino devono confrontarsi, misurarsi, in qualche modo fare i conti con colossi economici come Amazon – tanto per fare l’esempio più evidente – e come puoi immaginare non è facile tenere botta. Proviamo a distinguerci con qualcosa di originale e unico, con il nostro modo di essere, con la nostra umanità, con la nostra serietà e onestà professionale, ma ti garantisco che è dura. Il domani è incerto e noi siamo qui per cercare di renderlo il meno incerto possibile non solo perché Flavia e Greta – le nostre figlie – hanno il diritto di crescere, come tutte le figlie e i figli del mondo, serenamente, ma anche perché per noi confrontarci quotidianamente con lo studente, con l’operaio, con la casalinga, con il pensionato significa vivere. Perché sì caro prof., per noi Straccidilino è sicuramente lavoro ma è anche passione e vita, è la libreria che ci ha permesso di conoscere delle persone uniche come te, come Jepis che orgogliosamente definisco amico, come le professoresse Zammarrelli, Forabosco, Acone, come l’amico Goffredo e tantissimi altri.
È difficile, ma noi speriamo che ce la caviamo, anzi no, facciamo di più, ci inventiamo ogni giorno qualcosa per farcela e contiamo di riuscirci, anche quest’anno è stato così, si arriva a Dicembre e ci si chiede come andrà a Natale e poi va, perché noi siamo qui e le persone sanno che ci siamo, e ci siamo proprio come diresti tu, con le nostre teste, le nostre mani e i nostri cuori.
Ti saluto, Olga e io siamo stati davvero felici di rivederti, tornaci a trovare presto.
Luigi»
Ecco caro Diario, questo è il testo della mail che il mio amico Luigi mi ha inviato ieri sera sul tardi, però adesso ti devo raccontare cosa era successo nel corso della giornata, perciò ritira fuori la parola gentilezza e anche la parola magia, o meglio ancora serendipity, perché davvero quello di ieri è stato un incontro serendipitoso.
Scusa, prima di raccontarti di ieri ti devo dire che dopo quella volta di 5 anni fa avevo rivisto Luigi la scorsa estate, in un piovoso pomeriggio di Agosto, e che in quella occasione ho conosciuto anche il padre Vincenzo, scalpellino artista che con Jepis speriamo prima o poi di riuscire a raccontare. Anzi, in realtà ieri mattina è stato proprio a causa dell’intervista che Jepis mi ha parlato della possibilità di andare a Sapri, della serie “Vincè, devo andare a ritirare dei libri, che ne dici se scendiamo insieme e vediamo se riusciamo a farci raccontare dal padre di Luigi la sua storia?”.
Come puoi immaginare ho risposto che questa possibilità mi piaceva un sacco, e anche se poi l’intervista non è andata in porto – ti ricordi quello che ti ho detto in mrito alla discrezione e alla timidezza di casa Nicoletti? – sono sceso con Jepis a Sapri molto volentieri.
Nel frattempo in mattinata a Cip, tra la preparazione di una salsiccia e di una soppressata, è accaduta anche un’altra cosa che è importante che tu sappia caro Diario, è stato quando Jepis è montato sopra i suoi fantastici tre scalini e ha tirato fuori un libro dallo scaffale. Autore, Carlo Rovelli. Titolo, Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza. L’ho sfogliato, mi sono ripromesso di comprarlo e l’ho ridato a Jepis per rimetterlo a posto.
A pranzo da Antonia, la mamma di Jepis, tanta allegria e amicizia, nel giorno del maiale è usanza, a casa Rivello – Pisano normalità. Ah, a momenti dimenticavo, anche tanto cibo, e insomma quando poi la sera, tornati da Sapri, Antonia mi ha chiesto se volevo ancora mangiare qualcosa, l’ho ringraziata, salutata affettuosamente e me ne sono scappato.
Siamo arrivati a Sapri intorno alle 17:00, Jepis ha parcheggiato l’auto nei pressi della stazione e in pochissimi minuti siamo arrivati a Straccidilino.
Prima di tutto sorrisi, tanti sorrisi. E abbracci. E luce negli occhi. Poi un po’ di pensieri su papà Vincenzo che non si vuole raccontare e però bisogna convincerlo, parole del figlio Luigi, perché è importante che la sua storia sia tramandata. “Papà ha fatto cose importanti, anche se è stato autodidatta i suoi disegni sono bellissimi, ha lavorato il marmo come pochi, pensate che a soli 14 anni lo hanno mandato da solo in Sicilia per il restauro del marmo di una chiesa, la sua è una bella eredità, per noi figli, per i nipoti, per chi l’ha conosciuto, vedrete che prima o poi lo convinciamo”.
Ci sta dicendo del rapporto tra umanità e tecnologia quando arriva un giovane con un documento di diverse pagine da fotocopiare, “te lo stampo, hai una pennetta, te lo invio via mail?”, chiede, “sì, mandamelo via mail per favore”, la risposta.
Il giovane esce, Luigi mi spiega che è un talento che lavora a Milano, io colgo l’occasione per dirgli che quello che abbiamo appena vissuto è un buon esempio del rapporto tra umano e tecnologico, tra atomi e bit, tra sorrisi ed efficienza.
Arriva un’altra signora che deve stampare un documento del figlio in formato pdf., in realtà è formato pages, sul pc non si può stampare, la signora ritorna a casa, lo fa risalvare al figlio nel formato giusto e lo invia via mail a Luigi che lo stampa.
La terza è una signora che arriva con un vassoio di frittelle calde con il miele, Luigi e Olga li offrono a noi e a tutte le altre persone presenti, Jepis e io cerchiamo di schivarle, non c’è verso, “facciamo così, una sola, a metà”, è buonissima.
Jepis tra una cosa e l’altra ha fatto quello che deve fare, si avvicina il momento di tornare, Luigi tutto emozionato mi porge un libro accompagnandolo con parole confuse e una dedica. Autore, Carlo Rovelli. Titolo, Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza. Rimango senza parole, cosa come sai per me non proprio abituale, Luigi ne approfitta per scrivere la dedica al libro che ha deciso di donare a Jepis, Il primato della volontà di Arthur Schopenhauer.
Come dici caro Diario? Ha ragione Shakespeare? Ci sono più cose in cielo e in terra di quante noi ne possiamo sognare? Ne sono convinto amico mio, ieri sera quando ho messo la testa sul cuscino sono stato veramente assai contento. Buone fatte feste.