Si chiama «La bellezza come fattore di sviluppo economico e sociale» ed è la versione italiana del paper che Rodolfo Baggio and me abbiamo scritto e pubblicato in inglese qualche mese fa (la versione breve è stata pubblicata su Nòva, se andate di fretta per ora leggete quella). Perché vi racconto tutto questo è presto detto, è che più passa il tempo e più sento il bisogno di connettere le idee a progetti, a cose da fare, a cambiamenti anche piccoli – che come sapete più di portare il mio mattoncino non riesco a fare – però reali, veri. Insomma avere idee mi piace, lo trovo meraviglioso, eccitante, ma vedere almeno un pezzetto dell’idea che si realizza mi piace ancora di più. E dato che non sono mica il solo a pensare e a vivere la vita così creo connessioni con altre/i come me e diverse/i da me, persone con le quali percorrere tratti di strada, costruire pezzetti di futuro. Il lavoro tra lavoro ben fatto e uso civico delle tecnologie che con Nicola Cotugno, Maria D’Ambrosio, Colomba Punzo, Alessio Strazzullo, Mariateresa Turtoro ci ha portato a «Il coltello e la rete» è un esempio di questo tipo. Il lavoro con Cinzia Massa sul Rione Sanità anche. E questo con Rodolfo e con Giorgio Ventre, Francesco Escalona, Antonio Grillo e tante/i altre/i – che adesso è meglio che mi fermi altrimenti non la finisco più – pure. Alla fine si tratti di lavoro ben fatto, di tecnologie, di identità, di bellezza, di comunità, di senso per quanto mi riguarda penso che per fare la differenza bisogna mettere assieme belle cape (teste) che da punti di vista e con approcci diversi cercano risposte a un determinato problema. L’ho scritto quasi 10 anni fa in un articoletto su Il Sole 24 Ore che avevo conservato qui, lo riscriverei adesso uguale, anzi adesso stiamo cercando di farlo, che è meglio, con Rodolfo ci abbiamo lavorato assai nel corso della sua recente «vacanza napoletana». Si, direi che l’idea del Serendipity Lab continua a piacermi, e che anzi adesso è quasi ora di farlo diventare un Serendipity Fab, ma di questo vi racconto la prossima volta, che l’argomento merita, e va trattato con rispetto.
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