La canzone del lavoro narrato

Caro Diario, giuro, ho fatto anche questo, nel senso che mi sono svegliato presto una mattina e ho pensato di scrivere il testo di una canzone che racconta il lavoro.
Vuoi sapere cosa ho fatto dopo? L’ho mandata a quattro persone che mi vogliono bene e che dunque non avrebbero avuto problemi a dirmi “Vincenzo, lascia perdere” e poi quando ho visto che a loro è piaciuta l’ho inviata a Lelio Morra chiedendogli se aveva voglia di provare a trasformare il mio testo in una canzone.
Deve essere stato il mio giorno fortunato, perché Lelio invece di dirmi «Vincenzo, lascia perdere» ci ha lavorato un poco su e così il testo è diventato davvero una canzone. È la canzone del lavoro narrato, per ora l’ho chiamata Work Song, ma per me rimane una canzone d’amore.

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LA CANZONE DEL LAVORO NARRATO
WORK SONG
Moretti – Morra

Le mani di mio padre, la forza del cuore
la fatica che a volte diventa dolore
la gioia negli occhi, le rughe guadagnate
il vino e il suo sorriso nelle sere d’estate

Un chicco nella terra, radici da piantare
la zappa, il sole, l’acqua e pure il pane da sfornare
un sogno nel cassetto, la paura di sbagliare
la valigia è sempre pronta e un destino da cambiare

Work song, è una canzone per te
la testa nel cuscino, le labbra un po’ spaccate dal sole
Work song, è una canzone d’amore
per le cose belle che sai, per le cose belle che fai

Un sandalo di legno, la bici da stampare
Tiziana che ogni sera ha un nuovo straccio da lavare
Antonio che cucina, il piano di Giovanni
Elisa che traduce mentre Lucio appende i panni

Il treno di Stefania, le ansie di Maria
con l’Ape Duccio vende ancora i libri per la via
il fegato di Agnese, la rabbia di Catello
Jepis che ogni giorna cerca il buono e  trova il bello

Work song, è una canzone per te
la testa nel cuscino, le labbra un po’ spaccate dal sole
Work song, è una canzone d’amore
per le cose belle che sai, per le cose belle che fai

Ancora un po’ di Lelio Morra
Dedicata a chi
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