Caro Diario, Gianluca Minei ha 37 anni e abita a Marigliano, in provincia di Napoli. Nel 1996 consegue il diploma da ragioniere e lascia un sogno nel cassetto, quello di continuare gli studi, perché hai voglia a dire che l’università è per tutti, non è mica sempre vero, che se hai la testa sulle spalle e vivi in una famiglia normale ti rendi conto dei sacrifici che si fanno in casa per tirare avanti, soltanto il papà che lavora e tante spese da affrontare ogni mese. E così il futuro di Gianluca fa tappa a Falconara Marittima, in provincia di Ancona, per la leva militare, al tempo ancora obbligatoria, e dopo un anno il ritorno a casa, alla ricerca di un lavoro, che per fortuna arriva abbastanza presto, magazziniere alla N.T.W., Neapolitan Tool Works S.r.l. di Teverola, in provincia di Caserta, dove inizia ufficialmente la sua vita da mediano.
La NTW è un’azienda certificata specializzata nel settore della meccanica di altissima precisione, produce e affila utensili industriali tipo frese, punte, inserti, alesatori, che poi a loro volta vengono montati su macchine che eseguono altri tipi di lavori come nel caso delle punte che le aziende automobilistiche utilizzano per fare dei fori sugli ammortizzatori delle auto. E Gianluca ha tanta voglia di imparare, di fare, di crescere, anche professionalmente, e nel corso degli anni ci riesce, grazie anche alla lungimiranza di chi dirige l’azienda, e così man mano acquisisce nuove abilità e competenze fino a svolgere l’attuale mansione di “addetto macchina a controllo numerico”. Cosa vuol dire in pratica? Tante cose, in particolare che in base al disegno che gli forniscono lui programma la macchina affinché costruisca o affili l’utensile, dopodiché procede al controllo del pezzo lavorato dalla macchina e annota i valori riscontrati sulla scheda d’officina. Però intanto il sogno è rimasto nel cassetto, starete pensando. E invece no, è qui che viene il bello, che dato che è bello soprattutto grazie alla tenacia, all’impegno, alla voglia di migliorarsi di Gianluca, te lo faccio raccontare da lui medesimo.
«Quando si ha la fortuna di avere un lavoro a tempo pieno quello si prende la maggior parte dei tuoi pensieri e delle tue energie giornaliere, del resto con un orario di lavoro che va dalle 8.00 alle 17.00, e poi aggiungici il tempo per andare e tornare, non è tanto facile dedicarsi ad altro, e così il mio sogno è rimasto tale per 7 anni, fino al 2005, l’anno della svolta, quello in cui l’azienda decide di riorganizzare il ciclo di produzione su due turni, una settimana dalle 6.00 alle 14.00, l’altra dalle 14.00 alle 22.00. Nella nuova condizione ho un po’ più di tempo da dedicare alle mie aspirazioni e così decido di coronarlo il sogno di una vita e mi iscrivo a Scienze politiche, più precisamente Corso di laurea in Scienze del governo e dell’amministrazione, all’Università di Salerno. Ve l’ho detto, la mia voglia di mettermi in gioco è davvero tanta, ma sono tanti anche gli anni trascorsi dalle scuole superiori, quasi dieci, e naturalmente la mia forma mentis nel frattempo è mutata, e ho perso l’abitudine a studiare e metti insieme questo e quello la naturale conseguenza è che l’inizio della mia nuova avventura risulta estremamente complicata, una montagna altissima, di quelle assai difficile da scalare. Perché nasconderlo, ho avuto tantissime difficoltà e ho fatto davvero tanti sacrifici pur di raggiungere il mio obiettivo. Tornare a casa dopo otto ore di lavoro, stanco, svuotato mentalmente e subito mettermi sui libri a studiare, soprattutto nei primi tempi, è stato veramente distruttivo. Eppure ho tenuto duro, pian piano mi sono abituato a questa nuova routine e ho realizzato il mio sogno. È accaduto il 26 ottobre del 2010, il giorno in cui sono stato proclamato dottore col voto di 105/110.»
Ecco caro Diario, adesso non dire che sono troppo tifoso se dico che quella di Gianluca è l’Italia che piace a me, perché il tifo non c’entra, è questione di applicazione, di approccio, come dimostra ancora lui, Gianluca, che a quel punto ha due possibilità innanzi a sé: rilassarsi e dedicarsi finalmente a tutte le cose che ha rimandato a causa dello studio, oppure rimettersi nuovamente in discussione, continuare a studiare per raggiungere la laurea magistrale.
«Prof., la seconda che ha detto. Ci ho pensato un po’ ma poi è prevalsa la voglia di non fermarmi e così ho continuato per altri tre anni a fare enormi sacrifici sia fisici che mentali. Lo scopo che mi ero prefissato e gli ottimi risultati conseguiti sono stati per me la linfa vitale che ha permesso che tutto questo potesse accadere, la benzina che ogni giorno ha fatto si che mi sedessi alla mia scrivania ed entrassi nuovamente, stavolta già con una laurea, nel mondo dei libri e dello studio. L’11 febbraio del 2014 i miei sforzi vengono ripagati nuovamente: vengo proclamato dottore magistrale con la votazione di 106/110. Credetemi, sono stati nove anni durissimi, nove anni fatti di continui sacrifici e difficoltà, ma sono stati anche nove anni di soddisfazioni, sia accademiche che personali, perché in questo lasso di tempo ho capito qual è la mia vera forza, quanto è grande la mia costanza, qual è la mia capacità, una volta che mi sono prefissato un obiettivo, di raggiungerlo».
Il tuo sogno prossimo venturo?
«Migliorarmi, migliorarmi, migliorarmi. Nel lavoro e nella vita. Per quanto per quelli della mia età e della mia estrazione sociale la strada continui ad apparire impervia, soprattutto in questa nostra Italia che non ne vuole sapere di lasciarsi alle spalle la crisi, so che molto dipende anche da me, e dunque sono pronto a tuffarmi ancora una volta nel mare delle possibilità e a mettere in gioco me stesso, consapevole dei sacrifici e delle difficoltà che ne deriveranno. La speranza è che tutto questo possa essere un giorno ripagato, lo considero umano e anche giusto, però se ci penso anche così sto dando un senso importante alla mia vita, e questo nessuno me lo potrà mai togliere».