Confiscati Bene. Open Data meglio.

Facciamo così, partiamo dal fatto che ho scoperto, per genio e per caso, diciamo grazie al mio affetto per la  serendipity, che Spaghetti Open Data  e  OpenPompei ci hanno fatto un bel regalo.
Si chiama Confiscati Bene,  è stato realizzato a partire dallo scraping del sito dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC)  ed è il risultato dell’hackaton dal titolo  “Gli OpenData per liberare l’Energia Potenziale dei beni confiscati alle mafie” organizzato in seno a SOD14, il raduno di Spaghetti Open Data.
Perché lo hanno fatto? Perché, parole loro, “la disponibilità di informazioni semplici, dirette e ricche sui beni confiscati alle mafie permette alle imprese sane e alla società civile di costruire su di essi progetti di impresa sostenibile e di creazione di valore sociale. Ciascun bene confiscato ma non riassegnato imprigiona in sé energia potenziale che dovrebbe invece essere liberata sul territorio. Noi siamo arrivati fino a qui, ma moltissimo si può ancora fare. Per proseguire insieme, chiediamo all’ANSBC di aprire questi dati in modo che possano essere Confiscati bene.”

Ora non correte perché prima di fare entrare in scena Andrea Borruso, che poi sarà lui a raccontarci l’intera storia, vi devo dire che senza Ilaria Vitellio e Cristina Da Rold, a detta di Andrea due dei “pericolosi” civic hacker che hanno dato vita all’hackathon suddetto, io non avrei “scoperto” il progetto, non ne avrei saputo di più e non avrei neanche capito che in un mondo di uguali come quello dei civic hacker Andrea è stato un po’ più uguale degli altri.

Foto di Matteo Fortini

Foto di Matteo Fortini

Calma, che adesso ve lo dico che  Andrea è un geomatico che si occupa di rilevamento e trattamento informatico dei dati relativi alla terra e all’ambiente, ha una società che costruisce sensori per droni, la Panoptes, ed è uno degli autori delle linee guida Open Data dei Comuni di Palermo e di Matera. Questo di giorno, perché di notte fa il civic hacker. E’ lui che ci racconta la storia di Confiscati Bene.  Così:

“Ciao Vincenzo,
Sul sito dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata i dati sono presentati in due modi:
1. una  aggregazione  su base regionale;
2. una distribuzione di dati su migliaia di pagine che fa sì che per risalire ad esempio ai beni confiscati e sequestrati nel Comune di Palermo, la mia città, bisogna fare prima click sulla regione, poi sulla  provincia, poi sul  comune  e infine selezionare il tipo di bene.
Il che vuol dire che se vuoi mettere insieme i dati di tutto il territorio per fare una indagine giornalistica/economica/sociale e pensi che i Comuni italiani sono più di 8000, sei costretto a un numero di “copia e incolla” da togliere la salute.

Visto lo stato dell’arte, abbiamo pensato che raccogliere in un unico dataset le informazioni distribuite nella maniera che ho descritto sul sito dell’ANBSC fosse un modo per dare maggiore forza a un’iniziativa dall’enorme energia potenziale e che pubblicare il tutto in open data fosse la cosa più utile e giusta da fare.
I dati presenti sul sito dell’ANBSC sono finalmente disponibili “comodamente” in un unico file e sono corredati da una descrizione e si trovano  qui. Al momento si tratta dei soli beni immobili.
Avendo i dati “tra le mani” abbiamo iniziato anche a ragionare su come visualizzarli ed abbiamo realizzato delle semplici carte che per Comune, Provincia e Regione danno conto del numero di beni per unità territoriale. Scorrendo il sito, si trova la sezione coroplete e la possibilità di visualizzare le tre carte. Questo l’esempio della carta con lo zoom per comune.
sicilia
Poi ci è venuta voglia di pesare meglio questa Energia Potenziale dei beni confiscati (EPbc) di cui parlavo prima, e abbiamo incrociato questi dati con quelli ISTAT del Censimento dell’industria e dei servizi 2011.
Abbiamo quindi preso in considerazione i soli beni in gestione e quindi non ancora assegnati e li abbiamo messi in relazione con gli addetti del settore non-profit secondo questa formula:
EPbc = N * Y_np
Dove N è il numero dei beni confiscati non assegnati e Y_np l’occupazione nel settore non profit nello stesso territorio.
Questa energia è stata rappresentata ancora una volta tramite coropleta. Cliccando qui si trova quella per province.
Un altro aspetto a mio avviso importante del nostro lavoro è che assieme ai dati e alle visualizzazioni abbiamo messo a disposizione anche il metodo e in questo wiki di progetto ci sono si trovano le “noiose” spiegazioni tecniche che illustrano ad esempio come abbiamo estratto i dati.
E’ stato un lavoro di gruppo, che è iniziato a Bologna per l’hackathon di SOD14, che ha mescolato competenze, attitudini e tempi, e che sta attualmente evolvendo verso una seconda fase.
Ci sono infatti tante associazioni, Libera è solo un esempio tra tanti, che da anni si impegnano su questo tema, e noi ci vogliamo rivolgere a loro per raccogliere quanto già fatto in tante realtà locali e renderlo disponibile a tutti. Esistono ad esempio diversi geoblog comunali/provinciali che raccolgono dati di qualità sui beni confiscati e il fatto che siano divisi su più siti/progetti ne indebolisce la forza.
In questa seconda fase lavoreremo insieme agli amici di Monithon per replicare il monitoraggio civico sui beni, dato che oltre a conoscerne la posizione, la tipologia e la destinazione, è molto importante vedere se “ha ripreso a vivere”.
Mi fermo qui, consigliando agli irriducibili in cerca di ulteriori informazioni di leggere un mio articolo che trovano qui.”

Foto di Matteo Fortini

Foto di Matteo Fortini

Cosa aggiungere ancora?
Forse che ci sono più cose nel cielo del lavoro ben fatto di quante la nostra fantasia ne possa immaginare.  Di certo che questa storia non finisce qui, nel senso che continueremo a seguirla e a raccontarne gli sviluppi. Perché l’idea dei beni confiscati e sequestrati che riprendono a vivere, magari nelle mani di giovani creativi, artigiani, sturt-upper, lavoratori, ci piace un sacco, così come il nesso tra legalità, lavoro e sviluppo delle città, dei distretti, dei territori italiani. Restate sintonizzati.