Caro Diario, come e perché Elisa Gelso, 16 anni, di Caselle in Pittari, è entrata, prima via Jepis e poi via chat, nella mia vita, te l’ho raccontato qui, e come è nata questa storia te lo racconta lei, io ti voglio dire soltanto che la forza scorre potente a #Cip, senza limiti di età, che tu non hai ancora finito di meravigliarti per i 16 anni di Elisa che ti tocca meravigliarti per i 13 di Alfonso Croccia e tra un po’ di mesi quando Rosa Rivello potrà raccontare anche con le parole oltre che con i disegni sui muri della bottega ti toccherà meravigliarti dei suoi 2 anni.
A guardare Bottega Jepis, Cooperativa Terra di Resilienza, Monte Frumentario, Like a Coffee, Ristorante Pizzeria La Pietra Azzurra, Mastro Domenico, Patrizio Dolci e tanto altro ancora tu dici sì, è possibile, #Cip – Caselle in Pittari – può essere la piattaforma in grado di connettere il talento con l’organizzazione, la possibilità con la realtà, i sogni con i risultati. Io però adesso mi fermo, da qui in poi sono soltanto Elisa, ‘u canniddu e il Palio del Grano. Buona lettura.
‘U canniddu
di Elisa Gelso
Caro Diario, sono molto contenta e anche un poco emozionata di conoscerti. Giovedì scorso ho incontrato per la prima volta Vincenzo, il prof., che ho conosciuto qualche giorno prima via chat.
Abbiamo chiacchierato un po’ e poi il prof. mi ha dato un compito: raccontare la giornata del Palio del Grano dal punto di vista di un animale o un oggetto a mia scelta. Un punto di vista diverso, alternativo, di qualcuno o qualcosa che per il quale il palio non è proprio la stessa cosa che è per noi.
A me l’idea è piaciuto subito e tra le varie proposte che il prof. e Jepis hanno fatto, ho scelto di raccontare «U Canniddu», il piccolo oggetto che vedi nella foto e che serve per proteggere le dita del mietitore.
Perchè ho scelto ‘u canniddu? Probabilmente perchè è un oggetto importante, perché ha una funzione protettiva, perché, posso dirlo? i mietitori con i canniddi sembrano tutti dei samurai, e mi piace paragonare la figura del mietitore alla figura del lottatore.
Per sviluppare il mio racconto sono partita da queste tre domande : Com’è fatto U Canniddu? Cosa fa? Perché è così importante nella giornata del Palio? Sì, sono partito da qui e mi sono immedesimata nel protagonista. È stata una cosa strana, ma divertente, immaginare tutta la mattinata del Palio dal punto di vista di ‘u canniddu, il prof. ha poi deciso di raccontarlo anche a te, spero ti piaccia.
Ore 6:00 Tutti svegli, oggi ci tocca lavorare tanto!
Io sono un Canniddu e faccio parte degli strumenti usati durante la mietitura; sono fatto di canna e ho una forma strana, sembro un fischietto: da una parte il mio corpo è intero perchè serve ad avvolgere il dito e dall’altra parte purtroppo sono stato diviso a metà per poter proteggere al meglio la parte esterna della mano; inoltre lungo il mio corpo vi è un foro, perché il mio padrone ha deciso così.
Il mio compito, rispetto agli altri, ha molta importanza; non so se mi spiego amico mio, a me tocca proteggere le dita del mietitore, quindi ho una grande responsabilità sulle spalle. Io odio la giornata del Palio: tutti tranquilli, tutti ballerini, tutti pronti a festeggiare ed io, un piccolo canniddu, con una responsabilità del genere; devo soffrire le pene dell’inferno per tutta la mattinata.
Ore 7:00 Io e il mio padrone ci stiamo incamminando con tutta la compagnia al campo dove si terrà oggi il Palio. Sono ansioso come non mai: e se il mio padrone per colpa mia si fa male?; e se mi rompo durante la gara? Questi problemi non ci sarebbero stati se questi benedetti ragazzi dell’organizzazione si fossero fatti gli affari propri.
Ore 9:00 Manca poco, sono in posizione! Il mio posto in particolare è sul mignolo, quindi come ben sapete, sono il più piccolo; non vedo l’ora che inizi la gara per togliermi il pensiero!
Ore 9:30 Sta davvero per iniziare; Quaglialatte, uno degli organizzatori, è già posizionato per poter dare inizio alla gara. Passano ancora pochi minuti, suonano le campane e si inizia a mietere.
Sono stressato, il mio padrone suda particolarmente oggi; il grano è “straviatu” quest’anno, saranno stati sicuramente quei maledetti cinghiali.
Ore 10:00 Avanti e mieti, avanti e mieti, avanti e mieti, senza sosta fino all’aglio, quando per incanto tutto si ferma per ristorarsi a metà della gara; poi di nuovo avanti e mieti, avanti e mieti, fino a quando sono quasi vicino al traguardo. Il mio padrone va forte, è carico, ma come ogni storia o racconto, preferisco non svelarti il finale! Una cosa però è certa: dopo tutta questa fatica la vittoria sarebbe meritata.