Caro Diario, metti da parte l’insopportabile stupidità dei razzisti di ogni genere e anche l’autoironica genialità degli inventori del sapone «Magma del Vesuvio», a Napoli da sempre se dici che una persona «jesce ‘a dint’ ‘o fuoco» vuoi dire che quella persona è sveglia, capace, scaltra, iperattiva, in grado di districarsi nelle situazioni più complesse.
Ecco, Luigi Strino, quando l’ho incontrato per la prima volta a un’iniziativa promossa dalla comunità di NaStartup, me lo sono immaginato proprio come uno «ca jesce ‘a dint’ ‘o fuoco», e così non è mi sono meravigliato più di tanto quando ho letto che la sua idea stava per approdare a H-Farm con l’obiettivo di crescere, di creare un servizio migliore grazie all’ambiente sociocognitivo serendipitoso e di accelerare – anche grazie all’investimento ricevuto – il passaggio, mai banale, dall’idea – progetto all’impresa.
La cosa buffa è stata che quando l’ho cercato per chiedergli di raccontarmi della sua idea e di come intende svilupparla ho «scoperto» che Luigi dal fuoco ci esce in maniera letterale, nel senso che da quando aveva 22 anni – adesso ne ha 31 -, lavora nei Vigili del Fuoco, attività che svolge con dedizione e impegno.
Ora non so tu, ma io che in fondo avevo già deciso di raccontarla la sua storia, di fronte al pompiere startupper proprio non ho resistito, perché è evidente che quando cerchi di far bene quello che devi fare e però non vuoi rinunciare al tuo sogno, e alle tue idee, e alla possibilità di vederle realizzate, devi mettere in conto di fare molti sacrifici, di dover impegnare ore di sonno, di tempo libero e di ferie, di essere un po’ come Arlecchino servo di due passioni.
Si, hai letto bene, due passioni, non due padroni, perché anche il papà di Luigi è un Vigile del Fuoco e fin da ragazzo lui ha sperato di poterlo emulare, perché in una città come Napoli se a 22 anni hai un lavoro con la L maiuscola non è che lo puoi rifiutare, e perché se non vuoi rinunciare alla tua voglia di essere digitale, e di diventare ingegnere (sta al secondo anno di ingegneria civile, spera l’anno prossimo di prendere la laurea triennale), e insomma vuoi tenere insieme tutte queste cose lo devi mettere in conto per forza che devi stringere i denti, e andare avanti anche quando ti sembra di non avere la forza di farlo, perché l’importante è crederci, e fare bene le cose che devi fare.
È così che è nata PonyU, che ancora non te l’ho detto ma si chiama così la sua idea.
Di cosa si tratta?
«Di un servizio di spedizioni urbane che permette a chiunque di guadagnare effettuando spedizioni nel tempo libero, mentre offre a chi ha bisogno di una consegna di trovare una soluzione economica e sicura. Sarà possibile spedire o ricevere a casa qualsiasi cosa in max un’ora.»
In che modo sarà organizzato questo servizio?
«Realizzeremo una applicazione e un sito internet, con l’applicazione i pony gestiranno in tempo reale tutto l’iter di spedizione, dal ritiro alla consegna e chi spedisce potrà usufruire di un servizio di tracking real time che oggi nessuno offre, in più potrà contattare direttamente il pony per qualsiasi problema e lo stesso potrà fare il destinatario, il tutto risulta anche più conveniente, oltre che permettere un guadagno per i pony fino a 20 euro ad ora.»
Cosa farete nei 4 mesi che sarete a H Farm?
«Contiamo di completare il prodotto, migliorare il servizio, preparare il lancio sul mercato, avviare la campagna di marketing, debuggare la beta.»
Detto che tu sei il founder, chi lavora con te a questa idea?
«Alessandro Melorio, Luca Oliano, Mauro Tarallo, Marco Acito e Raffaele Aprea.
Sono dei ragazzi fantastici, che si sono uniti a me in varie fasi. Naturalmente per adesso è tutto molto informale, lavoriamo tutti insieme per provare a costruirci un futuro, poi se e quando ci riusciamo si vede come strutturarci.»
Ecco, questo è il Luigi che ci aiuta a capire meglio che cos’è la sua idea e che cosa intende fare. Poi però c’è il Luigi visionario, quello che tu lo contatti per dirgli che vorresti saperne di più su di lui e sulla sua creatura e lui ti scrive che « A Napoli, in una giornata qualunque, con il sole che ti bacia e il mare che ti sussurra bellissime parole nelle orecchie, non è poi così difficile che succedano cose straordinarie.
Ed è così che con un’idea in testa e la perseveranza ci siamo resi conto di essere attori di una storia fantastica che non fa altro che stupirci ogni giorno di più.
PonyU nasce dall’idea di creare un’opportunità concreta di lavoro per chiunque voglia investire un po’ del proprio tempo in maniera innovativa e libera e di offrire a chi ha bisogno di una consegna, di trovare una soluzione economica e sicura.
Offrire un servizio innovando il metodo con cui oggi questo avviene, non più uno spedizioniere per tante consegne, costretto a districarsi nel traffico cittadino tra mille difficoltà con costi sempre elevati e tanto tempo sprecato, ma tante persone qualunque che si accreditano per offrire un servizio di qualità e sicuro, riuscendo ad essere sempre veloci ed economici grazie a PonyU.»
E non finisce qui il nostro Luigi che lui con tutte le cose che fa ci tiene a dire che ama la lettura, la musica e il cinema, il mare, la montagna e lo sport, che soprattutto ama scrivere.
Certo che lo so che non è detto che la sua idea funzioni, che in particolare nel mondo delle Startup non farcela fa parte del gioco, però io ci spero tanto lo stesso, di più, sono fiducioso, perché quando è buono il seme e sono buone le radici e più facile che la pianta possa crescere forte.
Io incrocio le dita, tu resta sintonizzati, che questa storia non finisce qui.
Post Scriptum del 6 Gennaio 2018
Caro Diario, c’è voluto un po’ di tempo ma alla fine ci sono riuscito, eccomi perciò con un po’ delle cose che sono accadute e stanno accadendo intorno a PonyU raccontate dal nostro Luigi Strino.
«Ciao Vincenzo, a giugno 2016 abbiamo iniziato le nostre attività commerciali, grazie ad un accordo con JustEat leader mondiale del food delivery, offrendogli la nostra soluzione software e il servizio di consegne. Abbiamo iniziato a Napoli con un test che sarebbe dovuto finire a fine settembre invece già a inizio agosto trattavamo per firmare il nostro primo vero contratto commerciale. Oggi serviamo JustEat in 5 città italiane: Milano, Monza, Roma, Napoli e Catania.
Abbiamo effettuato quasi 80mila consegne, con un tasso di precisione che supera il 98% e la soddisfazione dei nostri clienti che si conferma essere uno degli aspetti più importanti per noi. Ti assicuro che su questo ci lavoriamo tutti i giorni.
In azienda siamo diventati 8 al di fuori dei soci, e questo 2018 ci vedrà aprire almeno altre 5 piazze , e servire altri clienti del calibro di Amadori, Picard e altri di cui non posso ancora fare il nome. Insomma ci aspetta un anno pieno di sfide, e noi siamo pronti a diventare protagonisti.»
Come dici amico Diario? Ti sarebbe piaciuto saperne di più, conoscere più particolari, le paure, le gioie, le difficoltà, i problemi risolti e quelli che ancora no? Pure a me. Però aggiungo anche che è importante non fermarsi, è importante seguire le/i protagoniste/i delle nostre storie nel loro cammino. Perché sì! Noi siamo quelle/i del lavoro ben fatto, vogliamo cambiare l’Italia e il mondo, non finire in un album di figurine, in un blog o in un museo. Grazie Luigi, ci risentiamo presto.
POST SCRIPTUM DEL 28 DICEMBRE 2020
Caro Diario, un altro pezzo della sua storia Luigi l’ha raccontata ad Antonio Piemontese, la trovi qui, ti consiglio di leggerla, è bella assai.