Lavoro ben fatto, tecnologie, consapevolezza: stazione di Ponticelli

Caro Diario,
con la maestra Colomba Punzo abbiamo pensato di coinvolgere le ragazze e i ragazzi in un racconto collettivo che ha come protagonisti gli uomini, le macchine, il lavoro, il futuro, i cambiamenti che sono avvenuti e quelli che ancora avverranno. Come è cominciata questa storia l’ho raccontato in questo post, qui invece abbiamo pensato di raccontare tutte le nostre attività, proprio come si fa con diari come te, così chi ci legge si fa un’idea già mentre i lavori sono in corso, che poi naturalmente verrà il tempo delle riflessioni e dei ragionamenti, ma intanto il cantiere rimane aperto e chi ha suggerimenti, idee, proposte può inviarle a partecipa@lavorobenfatto.org
Buona partecipazione.

Venerdì 10 Aprile 2015
Ponticelli, Area Est di Napoli. I.C. Marino Santa Rosa. Classe Quinta A.
Sono troppo felice. Giuro, non so neanche io da che parte incominciare. Faccio così, comincio dal fatto che oggi ho conosciuto un gruppetto di ragazzine e ragazzini di una decina di anni veramente speciale. No, no, se comincio così è scontato, alla fine tutte le ragazzine e i ragazzini di quell’età sono speciali, e lo diventano ancora di più quando hanno maestre come Colomba Punzo, che non è mica un caso che nei paesi dove l’istruzione è veramente una cosa seria chi insegna ai bambini è più importante di chi insegna all’università.
Va bene, allora faccio così, comincio dal fatto che appena arrivato – mentre il resto della Big Band si ricomponeva dopo la pausa per la merenda – ho fatto una partita a dama con Daniele (o con Paolo?, mannaggia a me e alla mia memoria ballerina) e abbiamo pareggiato, così settimana prossima mi tocca arrivare un po’ prima così facciamo lo spareggio e vediamo chi è più forte. No no, se comincio così è troppo personale, mentre oggi davvero ogni ragazza/o è stata/o una scoperta.
Va bene, allora faccio così, comincio dal fatto che anche se già quando sono arrivato ero convinto che per me questa sarebbe stata una bellissima esperienza umana e professionale, e che da questa 5° dell’I.C. Marino Santa Rosa verranno fuori tante ma tante cose belle me ne sono andato convinto molto ma molto di più. Diciamo la verità, neanche questo come inizio è particolarmente brillante, però faccio finta di si, che altrimenti questo post diventa un romanzo.
Provo a fare un breve riassunto di quello che abbiamo fatto:

1. Abbiamo raccontato la maestra Colomba io che cosa vogliamo fare insieme a loro.
Si, abbiamo fatto proprio questo, abbiamo raccontato di essere umani, di macchine, di lavoro, e di rapporti tra gli esseri umani e le macchine, e dei cambiamenti che sono avvenuti e di quelli che ancora avverranno.
Naturalmente abbiamo cercato di farlo con linguaggio adatto a ragazze/i di 10 anni – cosa che a Colomba viene naturale a me un po’ meno -, però lo abbiamo fatto sul serio, con impegno, in maniera precisa, e quando dico abbiamo non mi riferisco mica solo a Colomba e a me, mi riferisco anche e soprattutto alla classe.

2. Per dare meglio il senso di questa parte del lavoro, provo a ricordare alcune delle parole di cui abbiamo discusso (molte sono state proposte da loro, e a loro chiedo di aiutarmi segnalandomi le tante altre che sicuramente ho dimenticato):
aspirapolvere, avere, cervello, cuore, essere, essere umani, facebook, fotografia, frigorifero, futurama, futuro, internet, lavagna, lavagna luminosa, lavatrice, lavoro, macchine, motore di ricerca, penna, phone, potere (associato al controllo del telecomando), responsabilità, robot, smartphone, telecomando, tempo (risparmio di), transformers, video.

3. Finita questa prima parte abbiamo letto, spiegato e discusso le 7 domande a cui abbiamo chiesto di rispondere entro lunedì, per quello che possono adesso, perché poi gliele rifaremo alla fine per vedere di trarne qualche indicazione utile dal punto di vista del processo di apprendimento. Le 7 domande – ricordiamolo ancora – sono queste: i. Conosci lavori nuovi che prima non esistevano? ii. Quali macchine usi comunemente nella tua vita di tutti i giorni? iii. Scrivi alcuni lavori che fanno le macchine al posto delle persone. iv. Scrivi il nome di tre invenzioni importanti e spiega perché sono importanti. v. Che cos’è Internet e a che serve? vi. Sapresti dire alcuni dei lavori che si “nascondono” nella produzione di uno smartphone? vii. Se tu dovessi inventare una cosa che oggi non c’è cosa inventeresti?

4. Infine abbiamo chiesto loro di fare liberamente un disegno che a loro giudizio fosse rappresentativo della discussione che abbiamo fatto, nelle immagini potete vederne i primi esempi, assieme a un paio di immagine della classe.

Ecco, direi che per adesso ci possiamo fermare qui. Sapete come la penso quando sono impegnato in un lavoro: i. ciò che va quasi bene non va bene; ii. una cosa è fatta quando è fatta; iii. le cose prima bisogna farle e poi bisogna dirle. Non è che adesso voglio fare l’eccezione alla regola, dico solo che sono molto fiducioso, di più, come ho scritto nel titolo sono felice, perché questa idea di parlare di uomini, lavoro e macchine con una quinta classe elementare, una prima superiore e un gruppo di studentesse e studenti universitari è una buona idea, che portare tante altre buone idee, e ci aiuterà nel nostro piccolo a pensare il futuro con più consapevolezza e meno paura.

Lunedì 13 Aprile 2015
Di mamme robot, di penne disegna pensieri e di altri futuri.
Siamo stati un paio d’ore a chiacchierare di essere umani, di macchine, di lavoro, di rapporti tra gli esseri umani e le macchine, dei cambiamenti che sono avvenuti e di quelli che ancora avverranno dopo di che abbiamo chiesto abbiamo chiesto alle ragazze e ai ragazzi di fare in tutta libertà un disegno che a loro giudizio fosse rappresentativo della discussione fatta assieme. Il risultato? Quello che potete vedere di seguito.
Naturalmente i disegni – come pure le sette domande a cui abbiamo chiesto di rispondere – rappresentano prima di tutto il tentativo di visualizzare un punto di partenza del percorso di apprendimento che intendiamo sviluppare con la classe, però Colomba e io siamo contenti di questo primo passo, e ci fa piacere condividerlo.
Quello che stiamo provando a fare è sperimentare le possibili caratteristiche di un processo di apprendimento che sostenga e abiliti l’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie ad ogni età, dalla scuola elementare all’università.
Vi terremo informati passo passo delle nostre attività, però voi non fateci mancare il vostro contributo. Come mi ripeteva spesso un amico scienziato nei miei giorni giapponesi, quattro occhi sono meglio di due, otto meglio di quattro, sedici meglio di otto e così via, fino all’infinito e oltre. Ciò detto, ecco i disegni.

Alessia: Nel futuro avremo le ali elettroniche
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Mascia: Cervello che fa tante invenzioni
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Claudia: Prima ci sono i camerini con le ragazze che provano i vestiti , dopo c’è una macchina che tu premi un pulsante e ne esce il vestito che tu vuoi
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Mascia: Prima le donne per lavare i vestiti si stancavano, ma adesso grazie alla lavatrice non fanno nessuna fatica.
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Francesco: Le auto adesso camminano con le ruote sulla strada in futuro ci sono le auto volanti
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Ivan: Il palazzo senza pareti
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Ivan: Il banco che prepara il pranzo che tu vuoi
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Ivan: Se indossi questi occhiali diventi supereroe
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Ivan: Se indossi questi occhiali diventi famoso
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Ivan: La pistola che spara e non muori perché il colpo gira
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Ivan: Se accendi il faro anteriore e ti colpisce diventi gigante e se invece accendi il faro posteriore e ti colpisce diventi piccolo.
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Ivan: Se spari un colpo con questa pistola, ti esce un telefono che fa tutto
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Ivan: Se tu pensi una cosa, la matita te la disegna
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Paolo:  P.R.M. (Pistola Raggi Mutanti) e portale spazio-temporale. La P.R.M. è una pistola che trasforma due cose in una cosa che non esiste come per esempio il pentopollo gigante. Invece il portale spazio-temporale è una specie di teletrasporto che ti fa andare al presente, al futuro o al passato.
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Luigi: le macchine ad attrazione magnetica
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Raffaella: adesso le persone camminano, e in futuro volano
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Daniele: in futuro ci sarà il cuscino elettrico
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Sara: la tecnologia risparmia l’energia umana
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Maurizio: in futuro ci sarà la città dei robot
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Le invenzioni di Giovanni
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Salvatore: Penna in 3D
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Santino: in futuro ci sarà il portapastelli touch
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Salvatore
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Le invenzioni di Francesco
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Martina: una mamma robot
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Denisèe: in futuro ci saranno le persone con le ali elettriche e le macchine parlanti
icmsr29Davide: oggi la tecnologia risparmia molto lavoro
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Giovedì 16 Aprile 2015
Tutti da Re Mida a costruire i prototipi
di Colomba Punzo
Che cos’è e cosa fa Remida Napoli Centro di Riciclaggio Creativo lo racconta Anna Marrone qui, è importante saperlo perché proprio lì siamo stati stamattina io e le ragazze e i ragazzi della quinta A che con Vincenzo stiamo portando avanti questa bella iniziativa.
Il nostro scopo era chiaro: passare dalle idee (quelle che vedete nelle foto sotto) ai prototipi, non ancora i prodotti finali, che per fare quello ci vuole altro tempo e altro lavoro, proprio dei prototipi, dei manufatti che partissero dalle idee e si avvicinassero a dei prodotti.
Remida è proprio il posto giusto per fare di cose di questo tipo, ma oggi era giusta anche l’occasione, perché a Remida c’era in visita il Sindaco Luigi de Magistris, perché a volte accade che anche i posti giusti come Remida siano a rischio chiusura, e così il nostro Sindaco è stato invitato a venire a vedere di persona di cosa si tratta.
Un po’ di quello che abbiamo combinato lo potete vedere tra un attimo nelle foto e nel video, prima vi voglio dire però quali sono dal mio punto di vista le due cose più importanti che sono accadute, che tanto domani ci rivediamo a scuola anche con Vincenzo e abbiamo modo di risistemare assieme ai ragazzi un po’ di idee:
1. Nella costruzione dei prototipi le/ii ragazze/i non si sono focalizzate/i sulla realizzazione della propria idea, ma hanno cooperato alle idee degli altri; chiamiamolo lavoro di gruppo, chiamiamola intelligenza collettiva al lavoro a me questa cosa qui è piaciuta tantissimo, la considero molto importante, e mi fa piacere condividerla con voi;
2. ho potuto parlare con il Sindaco de Magistris e ne ho approfittato per dirgli non solo di questo progetto, Uomini e Macchine, ma anche di West4 e de La Notte del Lavoro Narrato. L’interesse del nostro primo cittadino mi è sembrato sincero, mi ha lasciato la mail, e noi sicuramente lo terremo informato sul nostro lavoro, dopo di che, come si dice in questi casi, se son rose fioriranno.

vasVenerdì 17 Aprile 2015
Oggi appena arrivato in classe è stato emozionante vedere i protoripi dei ragazzi.
Abbiamo chiesto a due di loro di riprenderli e di fare un breve video per raccontare meglio di cosa di tratto, in quello di ieri le voci di sottofondo erano troppo forti e impedivano l’ascolto. Il risultato lo potete vedere poco più sotto, per quanto mi riguarda sottolineo soltanto che sono colpito dalle capacità di queste/i giovanissime/i makers, e dalla cura che metteno nei particolari, come ad esempio nel caso dei due floppy disk nelle ali elettroniche per far volare noi umani.

Il passo successivo è stato – in attesa di sistemare le risposte a tutte le domande del questionario -, la discussione collettiva della risposta delle ragazze e dei ragazzi all’ultima domanda, la settima:
Se dovessi inventare una cosa che oggi non c’è cosa inventeresti?
Per chi non le avesse già lette ecco le risposte:
Davide: una porta portatile tridimensionale che ti fa viaggiare nello spazio e nel tempo
Francesco: un computer che quando tu parli e dici accenditi lui si accende
Mascia: una bici con i comandi elettronici a touch
Luigi: una batteria che non si scarica mai
Santino: un casco che scannerizza un libro e non lo leggi ma lo ascolti e con un ologramma ti fa vedere le figure
Domenico: una barretta di cioccolato chiamata «cocho pek», una barretta che fa addormentare le persone
Maurizio: una macchina volante che serve per arrivare velocemente in ogni luogo
Deniseè: ali elettroniche e macchine parlanti
Alessia: ali elettroniche
Ivan: pentole robot
Daniele: un robot che fa tutto al tuo posto
Sara: le scarpe con il wi-fi
Francesco: un’auto che ti porta nell’anno che vuoi
Paolo: la batteria che non si esaurisce mai

Tra le parole che abbiamo utilizzato nella discussione (oltre a quelle già utilizzate da loro) ricordo: spazio; tempo; stelle; anni luce; Sole, imbuto; Terra, futuro, passato, cannocchiale, ologramma, nani, giganti, viaggio, intelligenza collettiva, collaborazione.
Particolarmente interessanti sono state le loro reazioni quando abbiamo parlato del fatto che non è che la Terra gira, lei se potessse andrebbe dritta, è lo spazio che è curvo, proprio come quando fai girare una biglia in un imbuto e quella non può fare altro che rotolare sulle sue pareti (grazie Carlo Rovelli, senza di te non ce l’avrei mai potuta fare); c’è voluto un po’ di tempo per spiegarci, ma quando mi hanno detto «è come con gli scivoli dell’acqua park, non sei tu che vuoi fare tutte quelle giravolte, sono gli scivoli che te le fanno fare» sono stato contento.
va3Martedì 21 Aprile 2015
Colomba Punzo pubblica le risposte delle ragazze e dei ragazzi alla seguente domanda:
«Ma perché abbiamo pensato proprio a quell’invenzione?»

ALI ELETTRONICHE
Perché servono a non far stancare la gente; perché si può andare più veloce da un posto all’altro; per evitare il traffico (speriamo non ci sia traffico di ali); perché sono fashion.

MAMMA ROBOT
Perché fa risparmiare fatica alla vera mamma; aiuta chi non ha la mamma; potrebbe essere anche un fratello/sorella per i figli unici; ma anche una compagnia per gli anziani che sono soli.

AUTO AD ATTRAZIONE MAGNETICA
La facciamo perché risparmia la benzina; e non inquina.

SCARPE CON WI-FI:
Perché sei sempre connesso; sono comode e sono alla moda;

MACCHINA DEL TEMPO
Ti fa andare nell’anno che vuoi tu; Puoi andare nel passato per ricordare qualcosa che hai dimenticato o che non hai saputo o per rivivere momenti belli; puoi anche andare nel passato per cambiare qualcosa di brutto o di male che hai fatto e non farlo più .
Puoi andare nel futuro per vedere cosa ti accadrà o anche per diventare più grande.
Questa macchina del tempo potrebbe essere anche pericolosa se usata da persone malintenzionate.

ZAINO MASSAGGIASPALLINE
Perché mentre porti il peso di libri o di altre cose ti massaggia le spalle o anche la schiena.

IL PALAZZO SENZA PARETE
Perché puoi vedere il panorama, puoi risparmiare la luce, vedi tutte le scale e la gente che passa, è come se i palazzi non ci fossero.
Questo palazzo può essere anche pericoloso perché puoi cadere, i ladri possono entrare più facilmente.

Mercoledì 6 Maggio 2015
Nelle settimane scorse le ragazze e i ragazzi hanno risposto al questionario e hanno completato i lavori relativi alle loro «invenzioni». Nell’ultima settimana sono stati impegnati nella preparazione della seconda edizione de La Notte del Lavoro Narrato.
In mattinata sono stato a Scampia con i ragazzi del Galileo Ferraris e i prof. Nicola Cotugno e Rodolfo Baggio. A sera decidiamo con la maestra Colomba Punzo di coinvolgere anche i ragazzi  le ragazze della Marino Santa Rosa nella progettazione del videogioco.
«Vincenzo – mi dice a un certo punto Colomba – naturalmente poi i ragazzi di Scampia faranno quello che ritengono più opportuno, però secondo me è importante non lavorare a compartimenti stagni, bisogna fare in modo che in qualche modo tutti interagiscano con tutti, altrimenti che senso ha?».
Non solo sono d’accordo, ne sono convinto, dunque decidiamo che venerdì lavoriamo su questo tema.

Venerdì 8 Maggio 2015
Arrivo a scuola come previsto alle 10.30, chiacchieriamo 5 minuti con Colomba mentre i ragazzi finiscono la pausa e poi cominciamo.
Provo a raccontare del videogioco che i loro «colleghi» più grandi faranno a Scampia, a spiegare perché ci piacerebbe avere anche il loro aiuto, a dire perché è importante definire bene l’obiettivo del nostro videogioco, ma mentre parlo mi accorgo che sto dicendo troppe cose tutte assieme. Infatti Colomba mi ferma e propone di fare un passo indietro, che invece in realtà è il passo giusto: «prima di parlare del nuovo video gioco – dice – è bene che parliate dei video giochi che fate voi».  Alla fine questo diventerà il compito a casa dei ragazzi, che scriveranno qual è il video gioco che preferiscono, su quale piattaforma lo giocano (telefonino, playstation, tablet, xbox, altro), come si svolge, quali sono i meccanismi che ti fanno guadagnare punteggio, qual è la finalità del gioco.
Settimana prossima contiamo di fornirvi tutte le risposte, però intanto tre cose che ho capito dal lavoro che abbiamo fatto in classe con i ragazzi ve le voglio dire subito, perché mi hanno colpito molto:
1. quasi sempre chi vince guadagna dei soldi, che possono servire a seconda del videogioco per una pluralità di cose, ma i soldi sono quasi sempre il simbolo del poter fare delle cose (acquistare giocatori, armi, altro);
2. molto spesso i poliziotti fanno la parte antipatica, non voglio dire che sono i nemici ma sono comunque gli antagonisti del protagonista;
3. quasi sempre i ragazzi giocana senza porsi domande sulle finalità e gli obiettivi del gioco, e sulle capacità che attivano; giocano e basta, e però quando abbiamo spiegato loro eprché è meglio farsele queste domande hanno acchiapato subito il nocciolo della questione.

Detto che se queste due ore sono state così belle e ricche di cose il merito è stato soprattutto di Colomba (non lo dico né per dire né per farle un complimento, solo per sottolineare che una «maestra» è una combinazione straordinaria di teoria, competenze, saperi, saper fare che non ha eguali, almeno quando lo fai come lo fa lei) aggiungo che finito il giro sui videogiochi che già conoscono abbiamo provato a immaginare chi potessero essere i protagonisti del nostro videogeoco, uomini e macchine.
Ecco un elenco ancora provvisorio di quello che è venuto fuori dalle straordinarie teste di queste/i ragazze/i.
Personaggi:
una donna come protagonista dal lato umano; tanti umani e tanti robot; un umano ambiguo, nel senso che non si sa se sta con gli uomini o con le macchine; dei cyborg (per metà umani e per metà macchine); un grande robot, nel senso del gran capo di tutti i robot.
Azioni:
robot che cercano minerali che fanno diventare le macchine più cattive; umani che cercano metalli che aiutano a costruire robot più intelligenti e collaborativi; umani e robot mutanti che diventano cyborg particolarmente feroci; sconfiggere i robot non vuol dire ucciderli ma umanizzarli; gabbia con umano imprigionato dai robot che deve essere liberato; colpire robot vuol dire portarli dalla propria parte;
Ambientazione iniziale:
laboratorio scientifico; città in fiamme con i palazzi caduti; l’interno di un vulcano (vesuvio); spazio; casa di una bambina; parco giochi; bosco; deserto.
Cosa aggiungere ancora? Ah, che a un certo punto gli abbiamo parlato della  lookdown generation e gli abbiamo spiegato perché la definiscono così.
Volete sapere cosa hanno risposto quando gli abbiamo chiesto «ma voi siete contenti di far parte della lookdown generation?». «Noooooooooo». Ma convinti, ve lo garantisco.

Lunedì 18 Maggio 2015
UN ROBOT PER AMICO
Se avessi un robot con lui giocherei multiplayer alla XBOX 360 e andrei a giocare a pallone. Gli racconterei le cose che ho fatto durante la giornata o in settimana e cosa ho fatto durante il weekend. Non gli racconterei che non lo sopporto quando non sa perdere o che fa il presuntuoso. Mi piace quando fa le battute, non mi piace quando canta perché ha una brutta voce. 

Domenico

Io se avessi un amico robot gli farei fare tutto ciò che dovrei fare io ma lo faccio fare a lui anche pulire per terra, fare il caffè e andare a fare la spesa.
Saverio

Un giorno trovai un robot in mezzo alle piante del giardino di mio zio;
esso era alto circa 1,37 metri facemmo amicizia subito,da quel giorno sta sempre con me. Lui ogni mattina mi sveglia e poi facciamo colazione insieme. Lui mi accompagna a scuola e nel pomeriggio mi aiuta a fare i compiti. Quando vado a calcio, lui rimane da solo nella mia stanzetta. Appena torno mi chiede come è andata  e io gli racconto di quante belle parate ho fatto io non gli tengo segreti e così quando torno a casa, gli racconto cosa ho fatto durante la giornata. Di lui mi  piace che è simpatico e spesso mi racconta barzellette . Di lui non mi piace il fatto che, quando è nervoso,si mette in un angolo e non vuole parlare con nessuno.
Maurizio

Con lui giocherei a dama,a palla,con lui farei i compiti,e quando torno dalla piscina gli racconterei cosa avevo fatto li, le cose che più mi divertono nella vita. Gli racconterei quelle storie sulla mia vita e quella di mio padre che sono molto divertenti. Gli terrei segreto le mie cose più intime. Di lui mi piacerebbe  la sua gentilezza, la sua allegria,la sua intelligenza e la compagni che mi farebbe quando sarei sola e  per me sarebbe perfetto cosi.  

Raffaella

Io se avessi un amico robot gli chiederei di prepararmi la giornata, quando devo mangiare,  quando devo andare al lavoro e di prepararmi il pranzo e la cena.
Raoul

Ciao mi chiamo Noemi io ho un robot che si chiama Alessio gli dico un po’ di tutto i segreti li tengo con me. Mi fa tutti i favori poi giochiamo insieme fuori al giardino nel campetto, passa quella della granita e ci compriamo la granita poi dopo mangiato la granita giochiamo con la bici e con il pallone o a palla-volo poi facciamo uno spuntino il pomeriggio e poi usciamo con il pallone andiamo a chiamare la nostra amica che si chiama Lucia e andiamo nel campetto a giocare al pallone o a campana e poi andiamo a dormire insieme la mattina mi accompagna lui a scuola a me e a mia cugina e ci viene a prendere lui. 

Noemi

Il mio amico Helvin 9000 
Io e il mio amico Helvin passiamo dei bei momenti insieme, al mio robot non gli direi che quando fa le scosse da fastidio e  che quando balla mi mette in imbarazzo. Io con lui farei un bel picnic in montagna e gli direi che è  una persona speciale. 
Salvatore

Io con lui giocherei e studierei, gli racconto come e andata la giornata e non gli tengo segreto niente, a me piace di lui che ascolta e non da fastidio e invece di lui non ce cosa che non mi piace.
Francesco V.

Se io avessi un amico robot con  lui farei tante cose ad esempio: giocare alla dama, vedere film, giocare a palla e parlare del futuro, di come sarà.
Però ci sono un po’ di cose che non gli racconterei ad esempio: che non sa cantare, che non sa suonare il pianoforte, e che quando facciamo delle domande e vuole avere sempre ragione  lui e altre cose.
Però c’e una cosa che mi piace di più quando parla del futura lui e come se già sapesse tutto ma non solo mi batte i tutti i giochi e lui mi vuole allenare per tutte le gare che facciamo.
Santino

Se avessi un amico robot giocherei con lui tutto il tempo libero e gli racconterei tutti i miglioramenti della razza umana. Lui sarà uno dei miei migliori amici e non gli terrei niente in segreto.
Non mi importa delle sue abitudini robotiche,spero che mi voglia bene come io voglio  bene a lui. 

Paolo

Se io avessi un robot mi farei servire come una regina e quando avrei voglia di giocare giocherei con lui.
Mascia

Io se avessi un amico robot gli farei fare i compiti al posto mio. Poi gli racconterei alcuni miei segreti,ma non gli racconterei i segreti più profondi. Perché non mi fido tanto di una macchina e giocherei ogni volta che vuole, però se mi fa arrabbiare lo prendo per le gambe e lo butto giù come un salame appeso.

Luigi

Se avessi un amico robot io lo comanderei, cioè gli farei fare le cose al posto mio. Gli confiderei tutti i miei segreti (non proprio tutti perché ci sono alcuni segreti che nessuno può sapere), mi fiderei di lui, e lo porterei sempre con me. Proprio come un amico.
Ivan

Con il mio amico robot ci parlerei e ci giocherei. Gli racconterei i miei segreti , come è andata la giornata e con lui mi sfogherei anche. Non gli racconterei \ insegnerei il male. Di lui mi piace tutto, in particolare che non è fastidioso ed è quasi come me.
Gennaro

Prima di tutto ciao mi chiamo Claudia e questo è Ruggero amico robot. Con lui gioco,mi aiuta quando sono in difficoltà,mi aiuta a fare i compiti e mi difende,gli racconto come è andata a scuola,e come sto nel senso se sto triste o felice ,di segreto niente perché i segreti li tengo segreti nel mio diario. Di lui mi piace il coraggio-l’affetto,e nulla non mi piace di lui perché lui è un super-migliore amico che c’è.
Claudia