Caro Diario, come sai giovedì scorso con la prof. Maria D’ambrosio abbiamo avviato le attività di Bottega O per l’anno accademico 2025 – 2026. Insieme al lavoro in bottega, che puoi seguire sul nostro diario abbiamo dato a ciascun componente della bottega un po’ di giorni di tempo per raccontarsi, il tema era Essere / Vivere, in estrema sintesi chi siamo rispetto a noi stessi e rispetto ai contesti nei quali studiamo, lavoriamo, amiamo, soffriamo, in una parola viviamo. Detto che tutte le storie sono tutte molto belle, se vuoi le puoi leggere qui, con Maria abbiamo pensato di pubblicare quelle di Anita, Francesca e Miriam. Perché proprio queste tre? Perché per genio e per caso sono le prime tre che sono arrivate e perché con Baudelaire possiamo dire che dicono un mondo, nel senso che raccontano i pensieri, il valore e i valori delle ragazze e dei ragazzi che stanno vivendo oggi i loro 20 anni al di là delle banalità e dei luoghi comuni di troppa narrazione mainstream. Per ora non aggiungo altro, ma avremo modo di tornarci su.

ANITA DELLA RAGIONE
Io sono Anita, ma forse non sono solo un nome, o un corpo, o una cosa sola. Sono il frutto dell’amore di migliaia di persone che sono venute prima di me. Forse sono solo un’entità astratta che prende forma attraverso il mio corpo. Forse sono solo un’anima che vede tutto un po’ magico e che si chiede se qualcun altro è come me. Forse sono un pozzo di pensieri e sentimenti, o forse un corpo che cerca solo di sopravvivere. Nulla è certo. L’unica certezza che ho, è che la vita va vissuta a pieno, indipendentemente dai giorni buoni e cattivi. Ho la certezza, tra i tanti dubbi, del mio essere Anita, che persiste, conquista e a volte viene sconfitta. I dubbi scompaiono, la vita prevale e Anita ha modo di esistere, fisicamente, nel tempo e nello spazio.
Anita non ha bisogno di essere descritta, devi capirla, devi vederla e non solo guardarla, c’è una sottile differenza tra i due termini che molti confondono. Devi capire cosa la motiva, cosa le piace fare nel tempo libero, cosa le piace mangiare, ma anche cosa le fa rabbia, cosa la butta giù moralmente, devi mettere a fuoco i suoi pensieri cattivi, che molto spesso, prendono troppo potere su di lei. Una persona non può essere ridotta ad un elenco, devi conoscerla per capire chi è davvero. Anita ha tanti dubbi, tante certezze, e molto spesso, si fanno la guerra tra loro. Chi vince? Chi lo sa, dipende tutto da lei.
I filmati del cantante da bambino e la canzone che seguono mi ricordano che esiste ancora la me bambina e che non devo perdermi ‘altrove’, non devo cercare di compiacere il prossimo, perché tutte le risposte sono già dentro di me.
Devi esser contento
Devi autocompiacerti
E avere stima di te
Mostrare quel che fai
Aggiornarti, evolverti
E correre sempre
Affossare gli altri con forza e senza sporcarti le mani
Povera mente
Io ti uccido ogni giorno con le mie idee
Povero cuore
Io ti metto alla prova ma povero me
A seguire ho scelto una poesia anonima che ho trovato su Tik Tok.
Penso che una persona non possa essere ridotta ad un elenco, ma i desideri e la voglia di vivere si possono esprimere tramite le parole giuste, e un ottimo strumento è la scrittura. Conoscendo Anita, ho capito che se il dolore è troppo forte, bisogna trasformarlo. Devi andare alla ricerca di poesie in cui il tuo dolore si rispecchia, libri che parlano di protagonisti che vivono con i tuoi stessi pensieri, anche usare i social trovando persone che stanno vivendo la tua stessa situazione. La poesia è potere, e io in questa, mi ci vedo riflessa.
Non m’importa di essere misteriosa, voglio essere intensa
Illuminare ogni posto in cui metto piede
Ballare sotto la pioggia
Circondarmi solo di persone che amano gli estremi come me
Ridere a crepapelle
Leggere poesie d’amore e di vita
Correre verso il mare
Guardare un’infinità di tramonti e albe
Cambiare sempre orizzonte
Scattare miliardi di foto da stampare e crearci album
Avere sempre la musica come sottofondo
Trasformare in arte le mie emozioni
Girare il mondo intero
Essere donna ma anche bambina
Fare l’amore fino all’alba
Sentire il vento tra i capelli
Stare in mezzo alla natura e venerarla
Essere gentili con gli sconosciuti
Provare e far provare emozioni forti
Appartenere a tutto, non appartenere a nulla
Sognare costantemente ad occhi aperti
Sentir bruciare ardentemente la vita dentro di me, ogni secondo della mia esistenza
Essere indimenticabile
Infine “Ogni pensiero vola”, una canzone cantata da Venerus, composta e prodotta anche da Mace.
Forse è che appartengo
A un mondo un po’
Magico
Vorrei volare via
Lontano da qui
E a volte sento tutto un po’ strano
Chissà se qualcun altro è fatto così
L’ho scelta perché a volte sento tutto un po’ strano, un po’ tutto in modo profondo, e molto spesso vorrei essere più leggera. Ma quando ho imparato a conoscermi, ad accettare Anita così com’è, ho capito che non sempre la pesantezza è un difetto. Mi chiedo se qualcun altro è come me, perché secondo un ragionamento malsano se qualcun altro la pensa come me allora va bene, come se dipendesse tutto dall’approvazione di un’altra persona. In realtà, il mondo è magnifico proprio per la sua diversità e c’è della bellezza nella solitudine anche se in pochi riescono a capirla e ad apprezzarla.
“La vita ti sta aspettando, devi solo accettare che vai bene così come sei, qualsiasi cosa accada. Vai bene così”, mi ripeto. Respiro e vado avanti.
FRANCESCA DI NARDO

Ero al liceo quando ho letto per la prima volta questa poesia, avevo appena 18 anni e l’ho subito sentita mia.
Pavese parla di un distacco quasi rassegnato dal dolore, come se il contemplare se stesso (o meglio, la sua immagine riflessa) o il mondo, gli portasse una sorta di calma fredda.
La porto nella mia bio perchè, se qualcuno mi avesse chiesto di spiegare cosa avessi dentro in quel momento, avrei voluto mostrare questa.
Avrei voluto anche parlare del mio mostro – che per anni ho assecondato e che cerco ancora di sconfiggere – il quale, mi ha prosciugata fino a non sapere più chi fossi.
Quali sono i miei interessi? Cosa mi piace fare? In cosa sono brava? È tutto finto? Io chi sono?
Quanta difficoltà a rispondere.
La porto nella mia bio anche perchè, ciò che ha dato una svolta alla mia vita – e mi permette di essere quello che sono oggi – è stato il coraggio che mi ha portato a combatterlo, il mostro, a guardarlo in faccia e sapere che forse sono più forte di lui.
Quindi, se dovessi descrivere me stessa partirei da questo. Dal mio vissuto e da quello che sono grazie a lui.
E spero ogni giorno che parlarne possa aiutare altri. Altri che sentono proprie queste mie parole, proprio come ho fatto io con questa poesia. Questo, mi riempirebbe il cuore di gioia e gratitudine.
Sono Francesca, e sono anche il mio mostro.
MIRIAM CAIAZZO
Dicono di me che sono solare, sveglia ed estroversa. Nonostante mi vengano attribuiti molti aggettivi, ho sempre trovato difficile descrivermi: forse perché sono abituata a scrivere di fatti e non di me stessa, o forse perché, in fondo, temo un po’ il giudizio degli altri. Ma ogni storia ha un inizio, e la mia comincia a Pomigliano d’Arco. Mi chiamo Miriam Caiazzo, ho 20 anni, amo la musica, stare in compagnia e, più di ogni altra cosa, la mia famiglia.
Vivo la mia vita come se fossi la protagonista di un film, il mio film. A volte mi sento come Bridget Jones, un po’ goffa e sempre pronta a ridere di me stessa; altre volte come Anna Scott di Notting Hill, sognatrice e piena di passione. Forse è per questo che quel film è uno dei miei preferiti: rappresenta bene il mio modo di affrontare la vita, con ironia, sentimento e curiosità.
Pur non essendo una cantante, la musica è parte di me: accompagna ogni momento, ogni pensiero. Non salirò mai sul palco di Sanremo, ma il mio sogno è quello di essere dietro le quinte, a raccontare e intervistare chi sul palco ci sale davvero. Perché se c’è una cosa che so fare, come mi dicono spesso, è parlare e scrivere.
Ogni giorno per me è un nuovo episodio, una scena diversa, una canzone in sottofondo. Se dovessi scegliere la colonna sonora della mia vita, sarebbe difficile: forse 16 Marzo di Achille Lauro, Completamente dei Thegiornalisti, o una qualsiasi canzone americana dei primi anni 2000. Sono cresciuta con Disney Channel, e ancora oggi amo rivedere High School Musical e Hannah Montana: in fondo, quella ragazza che crede nei sogni e canta davanti allo specchio non mi ha mai lasciata.
Ma se devo davvero raccontarmi, non posso non parlare della mia famiglia. È il mio rifugio, la mia forza, il mio punto di partenza e di ritorno. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a inseguire ciò che amo, e se oggi studio qualcosa che mi appassiona è merito loro. E poi c’è Giulia, mia sorella, che con i suoi tredici anni è una delle persone più importanti della mia vita. Quando mi dice “mi sento molto te”, il cuore mi si riempie di gioia: sapere di essere un esempio per lei è una delle sensazioni più belle che esistano.
Oltre alla famiglia e alla scrittura, un’altra parte di me vive nel volontariato. All’Azione Cattolica amo passare il tempo con i bambini, imparando ogni giorno qualcosa di nuovo da loro: la spontaneità, la fiducia, la leggerezza.
In fondo, credo che la mia storia sia fatta di sogni semplici ma autentici: raccontare, emozionarmi, condividere. Continuo a salire, passo dopo passo, con il sorriso di chi sa che ogni ostacolo ha un senso.
Perché, come dice una delle mie frasi preferite, e come canta Miley Cyrus, “La vita è una scalata, ma la vista è grandiosa.”
