UN BEL GIORNO CI INCONTRAMMO
Caro Diario, Salvatore e Mariano Lettieri, i protagonisti di questa storia, sono due giovanissimi amici che con Cinzia abbiamo conosciuto due estati fa, da Ciccio Vita e i suoi figli al Lido Smeraldo, dove da un po’ di anni in estate siamo di casa.
Al tempo avevano 6 anni, e per genio e per caso ci siamo trovati vicini di ombrellone con i loro genitori, Nicola e Katia Tessitore. Un sorriso, qualche chiacchiera, e io che come al solito non mi faccio i fatti miei e comincio a fare mille domande ai due fantastici gemelli. Con Cinzia gli facciamo i complimenti per i braccialetti, ci dicono che li hanno fatti loro con l’aiuto della mamma e il giorno dopo arrivano con due nuovi molto belli appena fatto e ne ragalano uno a Cinzia e uno a me.

Da lì in poi cominciamo a frequentarci, Katia e Nicola sono belle persone con le quali si possono fare belle chiacchiere, non solo da mare, e quando “scopro”, nel senso che faccio mente locale, che a settembre i due gemelli andranno in prima elementare, dico ai due fratelli che le letterine hanno un’origine antica, che ognuna ha una sua bella storia, e poi domando se vogliono sentire quella della lettera “A”.
Per curiosità e per educazione Salvatore e Mariano rispondono di sì e così comincio con la mia storia della A che all’inizio era un bue e simboleggiava la forza, la terra. Passa il tempo e diventa una testa di bue, altro tempo e restano solo le corna, altro ancora e prima si girano, poi si capovolgono e infine conquistano il trattino in mezzo e assomigliano finalmente alla lettera “A” che conosciamo noi.
Ai due bimbi la storia piace, ma io questo lo sapevo, lo avevo sperimentato insieme alla maestra Lina La Gatta nella Prima E dell’Istituto Comprensivo 83 Porchiano Bordiga di Ponticelli, Napoli.
A fine estate, con Cinzia decidiamo di regalare a Salvatore e Mariano una copia de Il Piccolo Principe, quando verrà il momento lo leggeranno insieme alla loro mamma, e più o meno il primo episodio di questa storia finisce così.

Tra autunno, inverno e primavera le nostre vite riprendono, com’è normale, il loro corso, però non ci perdiamo di vista, merito soprattutto di Cinzia, cosicché alla voce cose belle al Lido Smeraldo ci sta pure l’incontro con i Lettieri, figli, genitori e nonni, nonno Salvatore e nonna Maria.
La prima cosa che ti voglio segnalare è il prezioso feedback che ci dà Katia sulla lettura de Il Piccolo Principe, dice che ha trovato un po’ di difficoltà, che forse in alcune parti è troppo difficile per la loro età. Il feedback è prezioso da molti punti di vista, mi spinge a rileggere il libro e mi aiuta a migliorare il percorso che portiamo avanti nelle scuole elementari.
Il 2023 è l’anno in cui l’amicizia si consolida, i Lettieri conoscono Jepis Bottega, mangiamo un gelato all’Urmo (noi grandi, nel senso dell’età; i piccoli, sempre nel senso dell’età, spiluccano), e tornano una sera che c’è la musica, me li metto a turno sulle spalle, si canta e si balla.
E poi il mare, i tuffi, Salvatore e Mariano che quando escono dall’acqua tremano come le foglie d’autunno, in particolare Salvatore, e io li prendo in giro e mi diverto un sacco, e consiglio di togliersi l’asciugamano e di fare ginnastica, ma loro niente, che meraviglia amica mia, un anno devi venire a mare da queste paarti pure tu.
Il 2023 è stato anche l’anno in cui Cinzia e io abbiamo avuto il piacere, finite le vacanze, di trascorrere una giornata con i Lettieri a Bacoli, e soprattutto è stato l’anno della storia di Carizo e Cocò e l’anno di Masavi.
Come dici cara Irene? Chi sono Carizzo e Cocò e che cos’è Masavi? Non andare di fretta che adesso te lo dico.
PIETRE COLORATE
Il 2023 è anche l’anno delle pietre colorate, cominciamo a raccoglierle, ci organizziamo con i pastelli, cominciamo a colorare, credo che a un certo punto i miei amici Nicola e Katia si siano ritrovate la casa piene di pietre sempre più grandi e pesanti, per fortuna che poi queste manie ai bambini (come Salvatore e Mariano) e ai vecchi (come me) passano e così pian piano, senza che nessuno se ne accorga, si mettono via un po’ di cose proprio come canta Ligabue in una sua bellissima canzone. Però qualche foto resta.
CARIZZO E COCÒ
Come sai sono quasi 20 anni che porto avanti l’idea che i bimbi prima imparano che raccontare è bello e meglio è, però da quando, durante il covid, con la maestra Irene Costantini lo abbiamo sperimentato con la 4° A di Follonica è diventata una malattia, non stacco mai, neanche in vacanza, e così un giorno ho portato in spiaggia il libretto diario che vedi nelle foto, ho proposto a Salvatore e Mariano di scrivere e illustrare una storia e li ho aiutati – facendo però decidere tutto a loro – a scegliere il titolo, a definire i protagonisti e a immaginare una storia.
Salvatore e Mariano mi hanno preso sul serio, perché sono seri e perché i bambini capiscono quando una cosa merita di essere presa sul serio, e quando lo capiscono la fanno, non sono come gli adulti.
Insomma quest’anno hanno riportato il diario e abbiamo letto la loro bella storia, che deve ancora finire. Per farti rendere conto del lavoro che stanno facendo ho fotografato qualche pagine, senza un criterio particolare se non quello di tenere assieme testo e disegno, spero solo di non avere scelto soltanto cose dell’uno o dell’altro, nel caso quando nel fine settimana li rivedo aggiungo.
MASAVI
Ed eccoci giunti a Masavi, un nome che nonostante richiami, almeno per me, forse per la sua assonanza con Masai, mamma Africa, è molto semplicemente l’unione delle due prime lettere dei nostri tre nomi, Mariano, Salvatore, Vincenzo.
Ebbene sì amica mia, abbiamo deciso che era venuto il momento che noi tre avessimo un nostro modo di chiamarci, masavi appunto e un nostro logo – gesto, le braccia incrociate più o meno come nel disegno che i bimbi avevano fatto quando hanno cominciato a scrivere la storia di Carizzo e Cocò. Quest’anno abbiamo pensato anche di farci le magliette, puoi vedere il design nella foto, stiamo incontrando qualche difficoltà, chi non le stampa più, chi ne devi ordinare almeno 20 con le stesse scritte e dello stesso colore, ma naturalmente non sono queste le difficoltà che possono fermarci, abbiamo detto magliette e magliette saranno.

Com’era la cosa cara Irene? Con “abbiamo detto magliette e magliette saranno?” C’è voluto un poco, ma eccoci qua.

L’INTERVISTA DOPPIA
Quest’anno ho pensato di raccontare la storia di questi fantastici fratelli e della nostra amicizia, l’amicizia tra tutti noi, solo un poco di più per le cose che facciamo noi Masavi.
Come concludere (per ora, perché ci vediamo solo nei week end, le ferie non sono ancora iniziate) il mio racconto?, mi sono chiesto. Con una bella intervista doppia, perciò sabato scorso ci siamo seduti belli comodi al Lido Smeraldo, prima con Mariano e poi con Salvatore, uno alla volta, e leggete cosa mi hanno detto.
Che lavoro vorresti fare da grande? E perché?
Mariano: Allora, io da grande vorrei fare l’ingegnere, perché mi piace creare. Vorrei essere un ingegnere che crea i motori delle macchine. E poi vorrei avere anche un hobby, il cantante, perché mi piacciono le canzoni e mi piace cantare. Mi piacerebbe essere un ingegnere cantante.
Salvatore: Il dottore perché voglio curare tutte le persone del mondo. Però vorrei fare anche il cantante perché mi piace cantare e mi piace scrivere canzoni. E poi mi piace essere famoso, perciò mi piace cantare, così sarò un cantante famoso sicuramente.
E invece il lavoro che vuoi fare da piccolo qual è?
Mariano: Allora … lo studente. Perché mi piace svolgere i compiti e sono pure molto bravo a scuola. Mi piace molto imparare, così quando uno ti chiede una cosa tu la sai fare e fai bella figura. L’anno prossimo io e Salvatore faremo la terza elementare.
Salvatore: Lo scrittore, perché sto scrivendo un libro insieme a mio fratello Mariano. Allora, i personaggi sono Carizzo, Annalisa e Cocò. Annalisa e Cocò sono fidanzati e Annalisa e Carizzo sono i migliori amici.
Quali sono le cose che più ti piacciono? E quelle che invece non ti piacciono?
Mariano: Allora, insieme a cantare la mia passione sono le macchine, da quando ero piccolo. Anche al mio papà piacciono le macchine. Mi piace anche leggere, fare sport e disegnare, anche se non sono proprio bravo. E poi mi piace anche la mia fidanzata, si chiama E., e mi piace Annalisa, la cantante. Mi piace perché ha una faccia molto seria e poi lo stile dei capelli, mi piace. E poi mi piace la frutta e la pasta e fagioli, però con i fagioli tritati, che interi non mi piacciono. E pure pasta e ceci, a volte tritati e a volte interi mi piacciono.
Allora non mi piace aspettare, perché aspettando non faccio niente, devo solo stare in piedi a non fare niente. Non mi piace la pasta e zucchine e la pasta e carote non mi ricordo se mi piace, perché è da tanto che non la mangio.
E poi mi piace il mare, mi piace perché è una cosa libera e perché imparo a nuotare, imparo tante cose a mare.
Salvatore: Mi piace giocare al dottore perché è il mio lavoro che mi piace da grande, mi piace cantare e mi piace anche andare a mare e fare un bel bagno. E poi mi piace scrivere il libro che stiamo facendo. Nello sport mi piace basket e karate, per mangiare mi piacciono le vongole, la pasta al sugo e tante altre cose, come colore mi piace il giallo, come la mia maglietta Masavi, e poi anche l’azzurro e il rosso. Mi piace anche vedere i film e mi piace la mia fidanzata, E. (è un’altra bimba che ha il nome che comincia con la E., nda) perché è molto bella e mi piace anche V. perché ha gli occhi azzurri. Comunque mi piace di più E. e per questo sono fidanzato con lei. Mi piacerebbe anche alzare pesi pesantissimi perché voglio essere fortissimo. E mi piace aiutare le persone, infatti solo quest’anno ho fatto basket, poi l’anno prossimo faccio karate.
Non mi piace dormire, non ci riesco, non mi piace andare a comprare i vestiti perché mi annoio.
Ti piace l’amicizia?
Mariano: Sì, perché sto sempre insieme a qualcuno per parlare, giocare e non stare mai da solo. Il mio migliore amico è A. B. però io lo chiamo B…olo, capitiamo sempre insieme e siamo amici da tre anni, quindi sono più abituato con lui.
Salvatore: Sì, ho tantissimi amici. Li incontro a scuola, li aiuto nelel cose che non sanno fare, loro aiutano anche a me, che qualche volta può capitare. E poi posso giocare insieme con gli amici,
Com’è il rapporto con tuo fratello?
Mariano: Allora, io gli voglio bene, però lui si avvicina troppo a me, e questa cosa mi da fastidio. Poi, in estate, fa molto caldo e mi dà ancora più fastidio, dunque dico “Salvatore spostati”.
Salvatore: Voglio molto bene a Mariano, per questo mi azzecco sempre, lo vorrei abbracciare per secoli, per smepre lo vorrei abbracciare, è solo che quando fa caldo lui si arrabbia, ha ragione però.
Che lavoro fanno i vostri genitori?
Mariano: Papà fa l’avvocato, il suo lavoro mi piace. Mamma invece fa la casalinga e lavora a casa.
Salvatore: Papà fa l’avvocato, ma non so se mi piace, perché non ho mai provato e non so neanche che devo fare. Forse devo dire alle persone chi ha ragione, però a me non piace quel lavoro. Mamma lavorava fuori prima che nascessimo io e Mariano, adesso fa la casalinga e lavora in casa.
Che cosa ti piace di più e che cosa ti piace di meno della scuola.
Mariano: La mia materia preferita è la matematica, perché da quando sono piccolo mi piacciono i numeri.
Non mi piace quando finisco prima degli altri e devo aspettare che finiscono anche loro.
Salvatore: La cosa che mi piace di più è leggere e scrivere. Sono bravissimo, solo che non so scrivere bene, non si capisce bene quello che scrivo. A Capodanno ho scritto una canzone, si intitola Evviva il Capodanno.
Quello che non mi piace è fare i disegni, non li faccio orribili però non li faccio neanche benissimo.
Cosa vorresti fare quando compi 10 anni?
Mariano: Allora, se è possibile, vorrei andare a Parigi.
Salvatore: Quando faccio 10 anni vorrei andare nel deserto, fare un viaggio nel deserto, perché voglio vedere come fa caldo rispetto a qua. E poi mi piacerebbe anche fare un viaggio in aereo. Anche il treno lo prendiamo poco, perché papà ha una bella macchina, ci siamo andati solo 3 volte quando eravamo piccoli.

E NON FINISCE QUI
Caro Diario, questa bella storia non finisce qui. Non finisce perché alla fine dell’estate avrò di certo altre cose da raccontarti. E non finisce perché le storie fino a quando le racconti non finiscono mai. Spero ti sia piaciuta. Alla prossima.

LE TRE STORIE DI SALVATORE E MARIANO
Caro Diario, uno dei giochi di questa estate 2025 con i gemelli Lettieri, che a giugno hanno finito la terza elementare e a settembre inizieranno la quarta, è stato quello di scrivere tre racconti. Per il primo abbiamo scelto ognuno un tema, Mariano la casa, Salvatore il vulcano e io la balena, per il secondo e il terzo i due fratelli si sono ispirati a una “visione”, per ora diciamo così, tanto tra un minuto lo scopri, che hanno avuto nella bottega di Jepis, per il terzo hanno scelto un’automobile molto particolare.
Come dici? E invece io? Mi dispiace dirlo ma io merito sette in condotta, perché non ho scritto niente. A mia discolpa potrei dire che il mio nuovo libro di racconti, Secondigliano, mi ha preso molto, o che anche la serie dedicata all’intelligenza artificiale che sto pubblicando sul mio blog richiede cura e tempo, o anche che pure io mi dovevo godere la vacanza, ma sarebbero solo scuse, il sette in condotta me lo merito tutto e me lo tengo, così imparo.
Intanto che io rifletto sulle conseguenze della mia negligenza tu leggi i tre racconti di Salvatore e Mariano che ti assicuro sono deliziosi.

Primo Racconto
Salvatore: Il Vulcano di Ghiaccio
L’Etna è un vulcano che erutta ghiaccio. Quando erutta, tutti i pinguini invadono la città di Catania, e la città rimane sepolta anni e anni. Un giorno, i Masavi si addentrarono sull’Etna e videro tantissimi pinguini. A un certo punto, si erano persi. All’improvviso, sentirono un rumore e scese tantissimo ghiaccio. I Masavi cercarono di fuggire, ma la neve aumentò e continuò a scendere. Ma mentre i Masavi fuggivano, trovarono una slitta, quindi salirono sopra la slitta. Scesero e salvarono tutti i cittadini di Catania e vissero felici e contenti.
Mariano: La casa infestata
Una sera la famiglia Lettieri era andata in vacanza in Transilvania. La casa era molto buia, quindi papà accese la luce, ma all’improvviso mancò la corrente. Ma avevamo una torcia nello zaino e la accendemmo. A un certo punto il lampadario iniziò a tremare, si muoveva tutto e apparve un fantasma. Abbiamo chiamato un acchiappa fantasmi, quindi la squadra di acchiappa fantasmi era venuta, ma il fantasma scomparve e l’unica soluzione fu andare a casa.
Secondo Racconto
Mariano: Il ragno e la mosca
Una volta ero entrato in una libreria. C’erano due ragni e due mosche. Il primo ragno stava tranquillo, ma il secondo era molto affamato, quindi cercava di mangiare una mosca. Il ragno ebbe l’idea di mettere un po’ di zucchero nella ragnatela, la mosca corse e il ragno la divorò. Però all’improvviso la mosca si ingrandì nella pancia del ragno, la fece scoppiare e diventò una mosca grande, forte e muscolosa. Però allo stesso tempo il ragno diventò un uomo ragno enorme. La mosca e il ragno combatterono molto a lungo. L’uomo ragno era più grande, invece la mosca era più forte. Alla lotta non c’era ancora un vincitore, ma all’improvviso apparve una zanzara grandissima, fortissima e anche affamata. Alla fine la zanzara mangiò l’uomo ragno e la mosca e vinse il torneo mister muscolo e tornò a casa soddisfatta.
Salvatore: Il ragno e la mosca
Una volta c’era un ragno di nome Violino. Stava riposando quando il ronzìo di una mosca lo svegliò. Violino cercava di catturarla, però la mosca era troppo veloce, talmente che era veloce fece girare la testa a Violino. Violino si stancò e pensò un piano. Dopo ore e ore, Violino ci arrivò. Misse un dolcetto sulla sua ragnatela. La mosca sentì l’odore e andò sopra il dolcetto. E Violino la catturò, ma non la mangiò. La mosca stava scappando, ma il ragno la prese e cercò di mangiarla, ma un’altra mosca cercò di salvarla. Violino stava in pericolo, così arrivò anche un secondo ragno. Si mangiò le mosche e i ragni vissero felici e saziati.
Terzo Racconto
Salvatore: La Ferrari volante
Un giorno io, mamma, papà e Mariano stavamo andando a comprare la macchina nuova per andare in Groenlandia a visitare Nuuk e i suoi ghiacciai. Quando era sera c’erano tantissimi fantasmi, lupi, gufi, volpi e cinghiali. Una sera siamo andati a visitare il famosissimo bosco di ghiaccio e dopo un po’ di tempo incontrammo un branco di lupi, uno di volpi e uno di cinghiali che scappavano verso la strada. Noi ci spaventammo tantissimo, ma ci addentrammo sempre più lontano e all’improvviso, paff, una Ferrari F40 comparve avanti a noi da nulla. Ci spaventammo tantissimo, però non scappammo. Siamo stati ad osservarla ore e ore, e dopo averla vista, paff, la Ferrari scomparve nel nulla oscuro. Ma non finì lì. Quando arrivammo, la Ferrari ce la trovammo in mezzo al nostro giardino e noi entrammo in casa. Resta un mistero perché nel resto della vacanza non trovammo più niente e non riuscimmo mai a capire come una Ferrari volante ci avesse seguiti fino a casa.
Mariano: La macchina volante
Una volta un ingegnere inventò una macchina volante che volava fino allo spazio. Una volta Mariano la provò, aprì i razzi e andò nello spazio. La macchina all’improvviso avvertì che dietro c’era una navicella che lanciò asteroidi e palle di fuoco. Mariano riuscì a salvarsi, ma poco dopo la navicella sorpassò l’auto volante, trasmettendo tanto fumo e fuoco, e la macchina si ruppe e atterrò nella luna. Mariano uscì dall’auto, la riaggiustò e si rimise in viaggio. Poco dopo, però si accorse che la macchina non rispondeva ai comandi e stava andando verso il sole. Iniziarono a fare 79 gradi celsius Mariano non ce la faceva più, ma all’improvviso venne una sfera magica che fermò la macchina e una forza invisibile lo portò diretto nella terra. Posò la macchina e tornò a casa con la sua macchina normale.

CREDITS
Grazie di cuore a Katia Tessitore, che è sempre precisa e disponibile con foto, ricordi, trascrizioni digitali dei testi che Salvatore e Mariano scrivono sui quaderni. Non ci sta niente da fare, come si dice dalle nostre parti, ‘a mamma è sempre ‘a mamma.