Caro Diario, per me #JMO è ogni anno una miniera di incontri, di storie, di possibilità, è stato anche quest’anno così e questo suggerisce qualcosa di significativo sul senso di questa iniziativa che ormai da 7 anni Robi Veltroni organizza con la complicità di Antonio Pezzano, Rodolfo Baggio e un po’ di altra bella gente.
Antonio Maresca è stato uno degli incontri ravvicinati del VIII tipo – quelli che nascono dall’intuito, dalla comunanza, dalla condivisione – di quest’anno, un poco lo racconta lui come è andata, comunque io già lo tenevo d’occhio ma quando ho visto che si è presentato come #anzianodigitale mi sono detto che non me lo potevo far scappare. Ecco, direi che per quanto mi riguarda è tutto, per il resto ha fatto tutto Antonio, e visto che lo ha fatto così bene io sono solo contento.
«Caro Vincenzo, eravamo seduti sul comodo divano dell’Hotel Airone da 5 minuti e già ti sentivo, e non parlo solo di ascolto. Il giorno dopo mi hai chiesto di raccontarti la mia storia.
Raccontarsi è una pratica terapeutica, una forma di autostima che ti fa capire che, in fondo, un percorso personale e professionale lo hai pur fatto, e senza alcun reddito di “mestieranza”.
Che dirti, mi piace sognare, da sempre. Non ho mai vissuto bene il presente perché l’ho sempre considerato solo come un passaggio verso il domani. Nasco da una famiglia di commercianti, avevamo un Bar, il Gran Bar Maresca, locale storico nel centro di Sorrento. Un luogo dove ho trascorso gran parte della mia infanzia ed in cui mi sono appassionato alle storie della gente comune.
Sai quelli che alla fine degli anni 60 abitavano in un Bar, personaggi unici, originali, con delle storie che oggi farebbero furore. ‘O Masticiello, Franchino, Alisandro, ‘O prufessor, Il Barone, ‘O Pescecane e tanti altri che, a prescindere dal divario generazionale, mi hanno degnato delle loro attenzioni, raccontandomi storie che ai bambini non sempre vengono raccontate. Storie di vita, di esperienze, tante narrazioni che mi hanno segnato, facendomi apprezzare una bellezza che quelli che non hanno sensibilità chiamano evanescenza!
Quel bambino che respirava storie, anche di passioni e di #lavorobenfatto – così riesco, ancora una volta, a citarti – è cresciuto con la vocazione dell’imprenditore e l’animo evanescente del sognatore.
La mia prima moglie mi disse che non poteva sopportare un uomo di 33 anni che non avesse un pizzico di senso di opportunismo. Ci siamo lasciati, con mio sommo piacere, seppur con notevoli e sgradevoli effetti collaterali.
Fatto il mio percorso di Studi alla facoltà di Economia Marittima all’ex Istituto Universitario Navale, ho subito pensato che dovevo essere degno del Nonno che nei primi anni 20, tornato dagli States, aprì il primo cinema in penisola sorrentina e contemporaneamente un Bar. Cosa potevo fare? Nel ’84 apro una delle prime videoteche in Campania, la mitica Casablanca e, contemporaneamente, per allungare la vita attiva di mia madre, apro una cioccolateria che mi costava il doppio di quello che guadagnavo dalla Videoteca.
Un prezzo che ho pagato volentieri, anche se quella donna, che nella gelateria del vecchio Gran Bar Maresca, ormai chiuso, regalava un gelato su due ai bambini che passavano, non aveva perso il vizio, dato che adesso distribuiva caramelle e cioccolatini.
In quegli anni ho imparato che dovevo fare ciò che mi faceva stare bene, lavorare bene, per stare meglio. Ero giovane ed avevo messo delle scarpe troppo strette ai miei sogni.
Un giorno, era la metà degli anni 90, penso che il mondo dell’intrattenimento analogico avrebbe lasciato il posto a quello digitale e da lì comincia la mia trasformazione da #nativoanalogico a #entusiastadigitale, fino ad oggi che mi definisco un #anzianodigitale.
Due gli ingredienti che mi facevano godere delle piccole conquiste e delle nuove conoscenze: la passione e la perseveranza. Finalmente stavo per provare il piacere di togliere le scarpe troppo strette ai miei sogni, stavo diventando grande.
La mia videoteca diventa così un luogo innovativo: diventiamo internet service provider, una web agency, un luogo di condivisione per i pochi appassionati di tecnologia, una cosa bella e #benfatta.
L’evoluzione di questa mia passione digitale mi porta a far nascere un e-commerce di prodotti tipici nel 1998, Bezos e la sua Amazon mi fanno un baffo, a parte il conto in banca.
Nel 2000 conosco la santa donna, Luisa, che ama la mia attitudine a sognare e con essa tutti i miei difetti. Una sorta di risarcimento danni per il precedente matrimonio. L’io diventa un noi e la mia voglia di fare si decuplica, ancora adesso che lei si è messa in testa di diventare una host, ora capisco perchè continuava a dirmi “questa casa non è un albergo”, perché è una casa vacanza, l’ha chiamata Bed and Smile, l’ospitalità con il sorriso.
Tornando a noi e a quegli anni, nascono diversi progetti Digital-Imprenditoriali Turistici ed il mio portale Sorrento Info diventa il punto di riferimento per l’intero comparto turistico della Penisola Sorrentina.
Diventiamo intermediari e fatturiamo quasi quanto Venere nella nostra zona. Questo mi porta a proseguire su questa strada, e mentre SorrentoInfo diventa caso di studio e protagonista di diverse tesi universitarie, mi butto nella consulenza ed organizzo eventi. Siamo nel 2001 e grazie a Internet & Turismo – un evento che era il titolo di un libro, conosco il nostro caro amico comune Rodolfo Baggio, una figura che ha segnato definitivamente l’entusiasmo e la passione per la mia professione. Sì Vincenzo, volevo essere come il prof., come Rodolfo Baggio!
Non mi sono accontentato, ho pensato che se volevo parlare di Turismo Digitale dovevo vivere quel mondo, sporcarmi le mani e così divento in rapida successione gestore di un B&B, agente di viaggio ed apro un centro di informazioni turistiche nonché Internet Point e tante altre piccole e strane cose. Stampo un magazine turistico ed alimento ancora il mio portale Sorrento Info, che ancora non te l’ho detto ma esiste ancora, lo trovi a questo indirizzo, da dieci anni è passato a un amico.
Arriviamo al 2008, anno in cui nasce BTO ed in quella occasione mi viene in mente di censire e mettere insieme nel progetto Web Travel Marketing l’anagrafe dei maggiori esperti del mondo del Digital Marketing Turistico. Per 2 – 3 anni il progetto va avanti, poi tutti diventano troppo famosi per dedicare del tempo a WTM.
In quegli anni, apro un blog che mi porta una certa considerazione e qualcuno inizia a pensarmi come un punto di riferimento. La mia vita professionale evolve, cresce, cambia ed io stesso sento l’esigenza di passare dal regime di “consiglienza” (al Sud la consulenza è più difficile, è spesso una forma di baratto tra conoscenza e pagamento in natura) a quello di Consulenza.
Emigro dalla mia terra, senza alcuna sindrome dello “zappatore”, transito per l’Umbria, avevo bisogno di ritmi lenti, per poi approdare sulle sponde del Lago di Garda. In questi ultimi anni vivo di consulenza e mi godo il piacere della docenza. Sono diventato Rodolfo Baggio, o no?
Il resto è storia moderna, tutta roba che conosci, un susseguirsi di eventi e partecipazioni che per me hanno il solo scopo di conoscere persone che alla #realtàaumentata preferiscono la #virtualitàdimuinuita.
Gente che condivide emozioni, sentimenti, passioni, il racconto del viaggio e un po’ meno della destinazione. Gente come te, caro Vincenzo, non mi sono mai piaciuti i tanti personaggi autoreferenziali che condividono solo l’importo delle fatture emesse e del conto in banca. Vuoi vedere che la mia prima moglie aveva ragione?»
Post Scriptum
Caro Diario, se mi prometti che non lo dici a nessuno ti dico una cosa, io Antonio lo conoscevo già, lo dicevo che aveva una faccia conosciuta, credo di averlo detto anche a lui, e però non riuscivo a ricordarmi dove lo avevo visto.
BTO Ten. 2017. L’anno in cui con Maria D’Ambrosio a Unisob, con Loredana Ricchiari a Scafati e con Irene Costantini a Follonica abbiamo lavorato con bimbi, alunni, studenti su Il Piccolo Principe.
Vuoi sapere il titolo dello speeech di Antonio Maresca? Il Piccolo Albergatore, ti posto qui la copertina, tu chiamala se vuoi serendipity.