Le parole del lavoro ben fatto, i paladini della giustizia, i diritti e i doveri dei bambini

GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2020
Caro Diario, ci stanno delle storie belle che per fortuna non finiscono mai.
Ieri o ieri l’altro mi ha scritto la maestra Laura Bralia per darmi due bellissime notizie. Ci ho messo un po’ di tempo a scriverti perché mi servivano i link ai filmati, ma adesso sai che faccio, te lo faccio dire proprio dalla maestra Laura quello che sta succedendo.

«Carissimo Vincenzo, questo è il video dei nostri cuccioli di tre, quattro e cinque anni che sta facendo emozionare tutta la città di Follonica, si intitola “Alcuni diritti e doveri dei bambini”.
La scuola dell’infanzia I Melograni dell’Istituto Comprensivo Leopoldo II di Lorena ha realizzato questo lavoro che ha vinto il premio nazionale del Concorso “Quel fresco profumo di libertà”, indetto dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino.»

In calce al messaggio, il link al video e quattro hashtag: #lavorobenfatto; #imelograni; #seminiAmolalegalità e #icleopoldo2dilorena.

 

Come dici amico Diario? Tutto questo è troppo bello? E non finisce qui. Ripasso la parola alla maestra Laura:
«E questo, carissimo Vincenzo, è il video musicale realizzato dagli alunni delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria Don Milani di Follonica Istituto Comprensivo Leopoldo II di Lorena. Perché i bambini lo sanno meglio degli adulti, il mio cuore muri non ha, ricchezza per il mondo è diversità.
Il testo è stato scritto dagli alunni stessi e questo è il valore aggiunto del nostro lavoro.»
A seguire gli hashtag: #lavorobenfatto; #donmilani; #icleopldo2dilorena; #seminiAmolalegalità.

 

Che ti devo dire caro Diario, sono troppo felice, è questa l’Italia che adoro raccontare, sono queste le possibilità di cui io e Luca parliamo nel nostro libro, è questa l’Italia a cui bisogna dare più futuro.
Guarda sono talmente contento che ti svelo un segreto, insieme alla Preside Paola Brunello abbiamo pensato di lavorare sul #lavorobenfatto anche con una quinta classe del Don Milani, sarà bellissimo, però mi raccomando, per adesso tienitelo per te.

MARTEDÌ 14 GENNAIO 2020
Caro Diario, la sintesi più efficace della mia due giorni a Follonica rimane quella che ho postato ieri sera sui social, “morto e felice”, morto fisicamente e felice per tutte le cose belle che sono accadute, vorrei saperti raccontare tutto, come sempre e anche di più ci metto la testa, le mani e il cuore, vediamo che succede.

MARTEDÌ 14 GENNAIO 2020
Arrivo a Follonica in perfetto orario, per un soffio ma sono riuscito a prendere anche il regionale da Grosseto, in stazione trovo ad aspettarmi Sayune Sonobe, la figlia più piccola della maestra Irene Costantini. Un rapidissimo pit stop in albergo, un salto al bar dove io prendo una fettina di torta senza crema e senza caffè – la mattina i miei diverticoli si sono dati da fare alla grande perciò meglio stare in guardia – e Sayune un caffè ginseng, e poi a scuola, la Gianni Rodari dell’Istituto Comprensivo Follonica 1. Prima di entrare in classe, la 4° A del mio cuore, l’idea è di salutare e poi mettermi in sala riunioni a lavorare, appena entrato in classe capisco che non mi muoverò di lì, Irene, le bimbe, i bimbi, le tante cose che abbiamo da dirci, esco in fila tenendo per mano uno di loro alle 16:00.

Come dici amico Diario? Cosa abbiamo combinato in un’ora e mezza?
Mi tornerà in mente un poco alla volta, tanto poi magari aggiungo, di certo abbiamo parlato di come le persone e gli animali e le cose che amiamo ci manchino quando non le abbiamo più, e di come è importante raccontarle per tenerle con noi e farle vivere ancora. Sì, questo me lo ricordo, perché è stato qui che la piccola Ginevra ci ha raccontato di Rocki, il suo cane, un volpino tutto bianco, e il giorno dopo mi ha portato un bellissimo disegno che appena riesco lo fotografo e lo aggiungo, è stato un regalo bellissimo. Me ne hanno fatti tanti di regali le/i bambine/i, bigliettini, frasi, cuoricini, disegni, uno ha scritto che suono più buono di una fragola e parecchi volevano anche un autografo, però lì sono stato bravo, ho spiegato perché l’autografo lo devavano fare loro a me e adesso ho da custudire un foglietto bello grande con tutte le loro firme.
Un’altra parte emozionante è stata quanda ogni bambina/o ha letto qual è l’articolo del manifesto del lavoro ben fatto che preferisce e perché, anche in questo caso mi hanno lasciato i loro foglietti con scritte e disegni, prometto che molto presto faccio qualche foto e soprattutto ricopio tutto quello che c’è scritto e lo condivido con te, per adesso ti dico solo che uno di loro ha disegnato il mappamondo visto dai due lati e ha scritto che ha scelto l’art. 51 perché con il lavoro ben fatto si può cambiare il mondo, ti ho fatto la foto e l’ho messa come immagine di copertina.

Usciti da scuola ci siamo diretti al Magma Follonica, dove Irene insieme alla nostra amica Barbara Catalani e alla direttrice Claudia Mori hanno organizzato un incontro sul lavoro ben fatto.
Ti dico subito che qui non abbiamo foto, non ne abbiamo fatto, ce n’è una sola alla fine dove sto con Irene e una nuova amica che è rimasta con noi anche una parte della serata, Cristina Morena Malandra, perciò te la passo caro Diario, so che ti fa piacere.

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A parte le foto è stata una serata molto bella, una breve introduzione di Claudia Mori, la proiezione del video I 5 passi del lavoro ben fatto, il mio speech, le chiacchiere con Barbara Catalani, Paola Brunello e le altre persone presenti, in larga parte docenti ma anche due alunne della 4° A con genitori e sorella a cui ho chiesto di leggere il loro articolo preferito del Manifesto e perché lo avevano scelto.
Se te lo dico mi puoi credere caro Diario, il passa parola continua a funzionare, negli ultimi due giorni molte delle persone presenti stanno firmando e condividendo il nostro Manifesto.

Usciti dal Magma abbiamo fatto una visita alla ludoteca Il paese sottosopra, una nuova bella possibilità per bimbe, bimbi e genitori di Follonica e poi a cena da AltriMondi – libreria, bistrot e oltre – dove lavora anche Sayune, che però insegna anche giapponese e fa molte altre belle cose.
La serata se ne andata così, in compagnia di buon cibo e di buon vino, di tre vecchie amiche come Irene, sua figlia Ayuka Sonobe e Monica Paggetti, di una nuova amica che insieme ad Ayuka è socia della ludoteca, Laura Pacini, e di un meraviglioso bambino, Tommaso, che compirà un anno il 30 Aprile del 2020, la Notte del Lavoro Narrato, e qui una foto ci voleva per forza, e con gioia ce la siamo fatta.

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Usciti da AltriMondi di corsa a dormire, si fa per dire, tanto con la sindrome di Proust convivo da decenni. Non è una bella notte, nonostante abbia spento i termosifoni fa molto caldo, ma questo è, come avrebbe detto la mitica Rossella “domani è un altro giorno”.

MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2020

L’appuntamento con Irene è alle 8:30, se si è sposata un giapponese un motivo c’è. Ieri tra una cosa e l’altra mi ha detto che con Elisa Ciaffone, la sua dirigente scolastica, ci saremmo incontrati in tarda mattinata, che prima di andare in 4° A bisognava però passare per l’Istituto Comprensivo Leopoldo II di Lorena, quello diretto da Paola Brunello, perché c’era un lavoro ben fatto realizzato dalle classi terze e quarte della scuola primaria Don Lorenzo Milani che mi volevano far vedere.
Una delle cose che ho imparato con gli anni è che quando puoi metterti a folle, nel senso della marcia, senza attrito e senza accelerazioni, è bene farlo, di conseguenza seguo la mia amica senza pormi e senza farle domande.
Arrivati a scuola troviamo la preside Paola a riceverci sulla porta, a un certo punto passiamo per una specie di sala riunioni e io appoggio lo zaino, penso di essere arrivato, invece vedo Paola e Irene che proseguono, riprendo lo zaino al volo e inseguo le mie amiche, ancora pochi passi e mi ritrovo nel contesto che puoi vedere nella foto.

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Saluti, presentazioni, mi raccontano del progetto sulla legalità realizzato con le classi 3° A e B e 4° A, B e C della Scuola Primaria Don Lorenzo Milani nell’anno scolastico 2018 – 2019 e poi parte il cortometraggio, si intitola Paladini della giustizia, non te ne perdere neanche un secondo amico diario, è di una bellezza esagerata.

Finito il video mi chiedono di dire qualcosa, me lo aspettavo, ma sono impreparato lo stesso. No, aspetta, impreparato non è la parola giusta, meglio emozionato, ma anche emozionato non rende del tutto l’idea.
La verità è che faccio fatica a trattenere le lacrime, tanta fatica. Ho negli occhi il cortometraggio e nella testa il giorno della notizia dell’assissinio del giudice Falcone, della moglie e della scorta, e poi la manifestazione a Palermo e il mare forza 8, e poi Paolo Borsellino, e poi Peppino Impastato, e poi … riesco a non piangere, è dura ma ci riesco, e insomma cerco di trasmettere ai ragazzi, alle insegnanti, alla preside la mia gratitudine di cittadino italiano per il loro lavoro, e il mio impegno a parlarne, a diffonderlo, farlo conoscere, tu che hai visto il cortometraggio puoi capire bene perché amico mio.
Che ti devo dire ancora?
Che finiamo la mattinata cantando tutti assieme la canzone I cento passi, c’è il video girato con lo smarthphone dalla maestra Luciana Barraco che puoi vedere alla fine. Che i testi del cortometraggio sono tratti dal libro di Francesco d’Adamo, Falcone e Borsellino paladini della giustizia. Che la regia e il montaggio del video è di Domenico Massimo Fortunato mentre il fonico è Leonardo Dani.E che nel cortile della scuola è piantato un ulivo in ricordo di Falcone e Borsellino.

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Sono poco dopo le 10:00 quando usciamo dalla don Milani e ci ridirigiamo alla Rodari.
Dopo esserci rifatti tante feste con le/i bimbe/i Irene e io facciamo un salto in prima elementare dove faccio in tempo a raccontare alle bimbine e ai bimbini un po’ della storia della lettera A, dal toro a come noi la conosciamo, dopo di che torniamo in quarta.
Dopo che Ginevra mi ha dato il suo bellissimo disegno chiedo se hanno voglia di vedere il disegno del faccione del mio papà, la risposta è scontata e così avvio il Mac e glielo mostro, subito dopo faccio vedere loro il video su I 5 passi del lavoro ben fatto e poi anche un pezzetto di quello in cui con il mio amico maestro pizzaiolo Michele Croccia faccio la pizza e spiego perché ho deciso di imparare a fare la pizza, perché una persona come me che per tutta la vita ha lavorato con i libri, con la penna e con la tastiera a un certo punto decide che è ora di imparare a fare bene le cose con le mani, in molte/i tra i banchi ridono quando aggiungo che oltre a fare la pizza mi piacerebbe anche imparare a tagliare i capelli, chissà che un giorno con l’aiuto del Barbiere De Giulio non riesca a fare anche quello.
Riposto il computer, è il momento di ditribuire i foglietti bianchi perché chiediamo a ogni bimba/o di riassumere in una parola, una sola, il lavoro ben fatto, e di scrivere perché hanno scelto proprio quella.
Ecco la trascrizione dei foglietti pieni di colori, calligrafie e disegnini che le/i bambine/i hanno scritto:

Riccardo Berti
Aiutare
Io ho scelto quesra parola perché aiutare è bello soprattutto quando i compagni hanno delle difficoltà.

Anna Calò
Aiutare
Secondo me la parola più importante del lavoro ben fatto è aiutare, perché aiutare una persona in difficoltà è una cosa bellissima e anche se quella persona ti ha fatto un dispetto la devi aiutare lo stesso.

Daniele Leone
Amici
Io ho scelto questa parola perché con gli amici si lavora meglio.

Pietro Ballantini
Amore
Io ho scelto la parola amore perché bisogna avere amore per gli altri e per il lavoro ben fatto.

Benedetta Bua
Amore
Perchè se fai le cose con amore otterrai un bel risultato.

Viola Rosellini
Amore
Io ho scelto la parola amore perché nelle cose ci devi sempre mettere amore mai ofdio, violenza e gelosia.

Ismaele Zucchelli
Amore
Senza l’amore non si può fare niente.

Chiara galdi
Bene
Perché il lavoro ben fatto è fare bene le cose.

Mattia Bongini
Concetrazione
Ho scelto questa parola perché serve concentrarsi.

Melissa Mercantelli
Concetrazione
Perché senza la concentrazione la cosa che vuoi fare non ti viene.

Anita Saba
Condivisione
Perché bisogna condividere tutto con le persone così si può essere gentili con le persone e ispirare la gente ad essere buoni con tutti!

Leonardo Felli
Conviene
Perché se prima faccio i compiti posso andare dai miei amici.

Francesco Papini
Crederci
Ho scelto questa parola perché non dobbiamo arrenderci ma crederci, perché se ci crediamo possiamo fare tutto quello che vogliamo.

Ginevra Ferro
Dedizione
Il lavoro ben fatto non è solo fare bene le cose ,a anche mettere impegno e dedizione nelle cose che fai, sempre!

Benjamin Datteroni
Gentilezza
Perché la gentilezza non porta lontano ma lontanissimo.

Noemi Spadi
Gentilezza
Ho scelto questa parola perché dobbiamo essere gentili con tutti!

Gabriele Pellegrini
Impegnarsi
Ho scelto questa parola perché se ci si impegna si può fare tutto.

Samuel Datterroni
Impegno
Io ho scelto questa parola perché con l’impegno si può fare tutto.

Marco Mastrocola
Impegno
Ho scelto questa parola perché bisogna impegnarsi in tutte le cose.

Lorenzo Niccolai
Impegno
Io ho scelto questa parola perché per fare un lavoro ben fatto devi metterci amore e impegno e essere gentile con tutti, aiutare le persone in difficoltà e accogliere persone nuove.

Gaia Turrini
Impegno
Io ho scelto la parola impegno perché se non ti impegni in quello che fai non verrà bene, Bisogna impegnarsi sempre quando si fa una cosa.

Filippo Agresti
Lavoro
Il lavoro è importante e ti aiuta molto.

Franci Messina
Lavoro
Perché scuola e lavoro è vivere col cuore.

Cesare Cellini
Nessuno escluso
Nessuno verrà escluso, perché siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti.

Irene Bernardini
Precisione
Senza precisione è un lavoro fatto male, con la precisione viene un lavoro fatto bene.

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Finita questa parte, facciamo una scoperta, almeno per me è stata tale e sulla base di questa scoperta e di un ricordo pensiamo a una possibilità di lavoro per i prossimi mesi e per il prossimo anno, quello che conclude il ciclo con la quinta elementare.
La scoperta che facciamo è che in classe abbiamo 3 o 4 Youtuber; il ricordo è il libro di Marc-Alain Oauknin, I misteri dell’alfabeto, che la maestra Irene ha utilizzato quando i bimbi erano in prima; la possibilità di lavoro è quella di immaginare una serie video di 2-3 minuti sulle storie delle letterine e di partire dalla lettera A.
Lo schema che ci scambiamo la maestra Irene e io è più o meno questo:

Titolo Primo video: Aleph

Sottotitolo: La vera storia della lettera A raccontata dalla 4°A

Plot:
Lettura in classe delle pagine dedicate da Marc-Alain Oauknin alla lettera A
Ideazione della storia, come svilupparla, in quale ambiente, con quali personaggi, con quale filo conduttore, con quali obiettivi (4° A + maestra Irene + Vincenzo)
Scrittura della storia ( 4° A + maestra Irene + Vincenzo)
Scrittura della sceneggiatura (maestra Irene + Vincenzo)
Riprese (Youtuber 4° A)
Montaggio (Youtuber 4° A)
Regia (4° A + maestra Irene + Vincenzo)
Documentazione video di tutto il processo (Youtuber 4° A)
Intervista con la sintesi della giornata alla maestra Irene (Youtuber 4° A)

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Mi credi se ti dico una cosa amico Diario? Le/i bambine/i sono state/i entusiaste/i dell’idea, che naturalmente va pensata e progettata per bene, però potrebbe davvero funzionare. E il prossimo anno scolastico si potrebbe assegnare a ciascuna/o di loro una lettera dell’alfabeto e chiedere di scegliere 3 parole del lavoro ben fatto che iniziano con quella lettera e scrivere perché le hanno scelte e fare un piccolo grande dizionario del lavoro ben fatto con le parole delle bambine e dei bambini della 5° A della Gianni Rodari di Follonica.

Suonata la campanella abbiamo scambiato un po’ di idee con l’amica Preside Elisa Ciaffone e poi tutti al pranzo con 4° A e genitori, che mi è dispiaciuto assai esser dovuto scappare dopo il primo per andare a prendere il treno, perché il pranzo era buona e la compagnia ancora meglio, ma come si dice caro Diario, non mancherà occasione.

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Ecco, direi che arrivati qui mi restano da aggiungere ancora tre cose:
1. che io come complice ho Irene ma lei a sua volta ha come complici Silvia Stacchini che è la referente del plesso; Mary Fargnoli che crea, progetta e fa; Daniela Canapicchi, che mette tante delle sue ore a disposizione del lavoro ben fatto; Raffaella Barbato che si occupa della comunicazione esterna e da sempre partecipa alla Notte del Lavoro Narrato il 30 Aprile; Grazia Bellucci, che è la mitica bidella che se ti dico che di lavoro ben fatto se ne intende mi puoi credere;
2. che le maestre che hanno lavorato al cortometraggio del don Lorenzo Milani sono Luciana Barraco, Vincenza Bonavita, Monica Bondì, Laura Bralia, AnnaLucia Campolongo, Michela Galeotti, Catia Governatori, Cristina Maggiori, Federica Nucci, Barbara Poltri,Giulia Scarantino, Cristina Vernucci;
3. che le foto di questa fantastica due giorni le puoi vedere qui, man mano che le lavoro e mi arrivano le aggiungo, ma ce ne sono già un po’, quando sono tutte ti avviso.

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Sì, adesso direi che davvero è tutto, o quasi. Come ho scritto ieri, abbiamo percorso insieme 5 passi pieni di possibilità, sta a noi coglierle e moltiplicarle. Ti lascio con la canzone che ti ho promesso, come vedi sempre fuori tempo, ma che emozione.

Post Scriptum
Caro Diario, scusami ma le cose mi tornano in mente piano piano. Ti volevo dire che la gentilissima Sayune non solo mi ha accompagnato in auto alla stazione di Campiglia Marittima ma è rimasta con me fino all’arrivo del treno e che il fatto è stato così tanto serendipitoso che ci ho guadagnato la sua compagnia, il recupero del cappello che avevo dimenticato in auto – lascia perdere, per fortuna che la testa non è smontabile altrimenti mi perderei anche quella – e una fantastica storia che non conoscevo, quella di Lampo, il cane viaggiatore. Un abbraccio.