La musica di Piera

Caselle in Pittari, 12 Novembre 2021
Caro Diario, oggi mentre scrivevo una mail ha suonato un campanellino, sono andato sulle notifiche e ho visto che Piera D’Isanto mi aveva chiesto di seguire la pagina social di Three-o. Come puoi immaginare la prima cosa che ho fatto è stato andare a curiosare e così ho scoperto questo bellissimo trio vocale composto da Piera D’Isanto, Ilaria Massimino e Carlotta Leproux, arrangiano e cantano cover, italiane e non, mi sono arricreato con Je so’ pazzo di Pino Daniele, lo puoi vedere e sentire qua.
Che ti devo dire amico Diario, è venuta l’ora che la risento Piera e mi faccio raccontare un po’ del suo presente e del suo futuro. A presto, spero.

Logo50_t

Roma, 9 Sebbembre 2016
Caro Diario, oggi sui social trovo questa foto di Piera. Potrei riscrivere qui il commento che ho scritto nell’aggiornamento del 22 Giugno, risolvo con una frase sola: nel mondo del lavoro ben fatto non si finisce mai di apprendere e mai di dare. E aggiungo che è un onore incontrare in questo mondo persone come Piera. Ho detto tutto. Fino al prossimo aggiornamento.

piera99

Bacoli, 22 Giugno 2016
In una delle pagine social di Piera scopro la foto che potete vedere sotto corredata da una frase, «Gli esami non finiscono mai …» e tre hashtag: #musicianlife; #workhard; #thisisarealjob. Sono contento assai, sono passati quasi due anni da quando l’ho raccontata e lei è sempre avanti nelle cose che fa – a proposito, appena potete fate un salto sui canali Youtube dei The Sound Pills o degli Upsweep – ma è sempre lì nell’approccio, talento e fatica, passione e impegno, perché come dice lei è questo il lavoro vero.

piera98

Napoli, 7 Dicembre 2014
Caro Diario, per prima cosa ti voglio dire che Piera D’Isanto è tosta, nel senso di determinata. E seria, nel senso di affidabile. Ascolta tutta la buona musica, da Bach ai Beatles, anche se non nasconde la sua preferenza per il soul, il blues e il gospel. Alla voce preferiti la cantante è Billie Holiday, il colore il giallo, il poeta Pablo Neruda, lo scrittore Gabriel García Márquez, il filosofo Erasmo da Rotterdam.
Diploma di liceo classico, laurea triennale in Archeologia e Storia dell’Arte, laurea magistrale in Storia dell’Arte, Piera ogni giorno con dedizione e impegno crea le condizioni per fare del suo amore per la musica il suo lavoro. Se le chiedi di definirlo con una sola parola il lavoro di musicista ti risponde «movimento», perché lei è così, in continuo movimento. Con il corpo, con la mente e con l’anima. Per costruire il suo futuro. Inseguire i suoi sogni.

foto di Irene Pallaro

foto di Irene Pallaro

Il diploma in Musica Moderna arriva dopo un percorso di studi di circa sei anni con Musicisti Associati. Ha la sagacia e la fortuna di “rubare” il mestiere ad alcuni dei migliori musicisti napoletani, prima di tutti Brunella Selo, sua insegnante e punto di riferimento costante nel canto e nella vita. E come in ogni bella storia che si rispetti, il diploma non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza.

«Si, sapevo che c’era ancora tanto da imparare, da migliorare, da potenziare. E quindi … in movimento! Decido di trasferirmi a Roma per specializzarmi di più e meglio in ambedue gli aspetti che caratterizzano il mio lavoro: da un lato mi iscrivo, al Vocal Music System, a una vera e propria laurea triennale del canto moderno per concentrarmi sul mio percorso di interprete e cantautrice; dall’altro partecipo alla Sonus Factory a un Master sulla didattica del canto moderno della durata di un anno con il quale consolido, miglioro e sviluppo le competenze necessarie ad un docente di canto moderno per svolgere al meglio il proprio lavoro. Vincenzo, ci sta poco da fare, cantare e, ancora di più, insegnare a cantare non sono cose che si possono improvvisare.»

Studiare a Roma vuol dire muoversi non solo nel senso della propria voglia di imparare e di crescere professionalmente, ma anche in senso letterale, perché parte del lavoro è rimasto a Napoli. Piera insegna infatti canto moderno a un gruppo, ormai folto, di splendidi adolescenti, e dunque il lunedì mattina  sale su un treno, che la maggior parte delle volte è in ritardo, e torna a Napoli, dove è impegnata per due pomeriggi di fila con le lezioni. E qui è ancora movimento.

«Chi insegna canto, se lo fa come va fatto, è impegnato in un continuo movimento mentale ed emotivo. Ogni allievo è infatti un piccolo universo a sé stante, ciascuno di loro porta in aula il proprio intimo vissuto e il canto, la musica, ne amplificano ogni sfumatura. Ciò che dire è che un percorso sulla propria voce è inevitabilmente anche un percorso su se stessi e dunque non si tratta soltanto di lavorare sulla tecnica vocale di ciascun allievo o di passargli una nozione di teoria musicale, ma si tratta di trovare di volta in volta la strada giusta per quel singolo allievo, di individuare il sentiero che gli permetta di avere fiducia in me, come guida, e in se stesso, come soggetto in grado di essere stimolato e gratificato, di fissare degli obiettivi e di raggiungerli, di vivere la musica da un lato con disciplina e dall’altro con passione. E tutto questo non si può fare con una metodologia unica, rigida, che valga per tutti.»
piera4

Sorrido. Sorride. Poi aggiunge che se uno ci pensa la componente più straordinaria della musica sta proprio in questo doppio movimento: da un lato dedizione, studio e allenamento quotidiano, dato che il musicista, ancora di più il cantante, non smette mai di studiare, quindi la parte razionale, quella che ha fatto scrivere a Nietsche che «la musica pretende obbidienza»; dall’altro lato c’è emozione, spontaneità, energia, intensità, tutte caratteristiche che possono essere espresse al meglio solo quando si è ormai padroni della tecnica. «Charlie Parker diceva: Impara la tecnica e poi dimenticala. Ecco, la mia vita è tutta un movimento dentro questo delicato equilibrio tra mente e cuore.»

Quando le chiedo che cosa spera per il suo futuro mi risponde «semplice: migliorare sempre, continuare ad essere in movimento, affrontare le sfide e, se mancano, crearmene di nuove.» Sorrido ancora, però non mi accontento, le chiedo piuttosto di lasciarmi un messaggio nella bottiglia per le tante ragazze e i tanti ragazzi che associano la parola cantante alle lusinghe sfavillanti di un talent show televisivo.
«Vincenzo, messaggi nella bottiglia non ne ho, posso però portare una testimonianza, peraltro non solo mia, che mi fa dire che cantante, musicista, sono parole che hanno senso solo dopo anni e anni di studio, di applicazione, di gavetta, di fatica. Il nostro è un lavoro propriamente inteso, un lavoro vero, che come tutti gli altri ha dei doveri e dei diritti, compreso quello di essere retribuito dignitosamente.»

Ecco, è qui che ci siamo fermati. Ci siamo salutati, lei diretta verso il treno, io verso casa. Mentre scendo le scale della metropolitana mi dico che per me la musica è passione, per Piera no, per lei è lavoro. Un lavoro che ha senso, a cui dà significato, proprio perché lo fa con professionalità, con disciplina, con amore.
Ecco, adesso davvero basta con le parole, piuttosto ascoltate questa canzone, parole e musica di Piera D’Isanto. Buon ascolto.